Interviste

ADRIENNE SLOANE

English (Inglese)

*Foto in evidenza: Color Line, 2022. Tecnica mista. 13.5”x14”. Photo credit Adrianne Sloane

Traduzione a cura di Elena Redaelli

Adrienne Sloane è un’artista contemporanea la cui ricerca indaga attraverso il medium tessile istanze sociali, ambientali, politiche che le società sono chiamate ad affrontare in tempi complessi e difficili come quelli che stiamo vivendo. Dal suo studio in Massachusetts escono sculture, installazioni, opere in cui l’artista sperimenta un’ampia gamma di materiali e tecniche.

Il lavoro di Sloane ha vinto molti premi ed incluso in numerose pubblicazioni. I suoi lavori sono stati esposti in sedi e collezioni private e pubbliche; ha lavorato, tra gli altri, al Philadelphia Museum of Art, al Fuller Craft Museum, al Goldstein Museum of Design e alla Kamm Collection. Ha insegnato a livello internazionale, lavorando anche a progetti di sviluppo economico con knitters indigeni in Bolivia e Perù.

Ecco cosa ci ha raccontato dei suoi lavori e del suo percorso artistico.

At the End of My Rope. 2019, cotone lavorato ai ferri, corda. 57”x14,5”. Photo credit Adrianne Sloane

AT THE END OF MY ROPE è la tua opera selezionata per partecipare all’edizione 2022 di Fiber Art International. La bandiera americana è una presenza che ritorna, in quest’opera come già in altre precedenti. Quali sono le ragioni di questa scelta? E qual è il messaggio che veicola in questo lavoro in particolare?

Inizialmente creata in risposta a un bando per una mostra sulla corda, At The End of My Rope propone una bandiera americana realizzata a maglia e decostruita che pende floscia da un cappio. In linea con il titolo (un’espressione inglese che significa I’m done with this – Ho chiuso con questo), l’opera è un commento visivo e viscerale sugli eventi attuali. Poiché il cappio ha una particolare risonanza per il pubblico americano, si tratta anche di un confronto con la nostra storia nazionale. L’uso di un’immagine così iconica per affrontare questioni politiche e sociali contemporanee evoca una risposta viscerale.

Truth to Power. 2007. Filo di ferro lavorato a maglia. 2007. Filo di ferro lavorato a maglia. Photo credit Joe Ofria

La scelta di una tecnica popolare (e tradizionalmente femminile, aggiungerei) come i ferri e la maglia ha un valore anche concettuale? Come hai iniziato ad utilizzare il medium tessile per la tua pratica artistica?

Spostando il contesto del lavoro a maglia dalla geometria dei pattern d’abbigliamento alla scultura, questo è un mezzo di comunicazione legato a una tradizione della fibra ricca e complessa che ha alle spalle la forza della storia.

Il mio viaggio nella fibra è iniziato seriamente a metà degli anni ’80, quando ho comprato una macchina da maglieria usata e ho iniziato a scoprire da sola il suo funzionamento. Il libro di Susanna Lewis del 1986, A Machine Knitter’s Guide to Creating Fabrics e un articolo della rivista Threads del 1989 sul lavoro di Judith Duffey mi hanno ispirato a esplorare le possibilità scultoree del lavoro a maglia. Per molti anni ho sperimentato l’uso dei cappelli come forma per giocare con il colore e il design. Tuttavia, in quegli anni, ad eccezione delle mostre di artigianato, si trattava di una pratica molto solitaria. Nel 1999, tornando al lavoro dopo un incendio nello studio, ho scoperto che la mia opera si stava trasformando in modi che riflettevano più direttamente i miei pensieri, era più centrata e consentiva, quindi, un diverso tipo di impegno con il pubblico.

Marking Time. 2017. Cotone lavorato a maglia. 84”x64”x12”. Photo credit Adrianne Sloane

Non è raro che tu inserisca le parole all’interno delle tue opere, talvolta – penso ad esempio a Marking Time – la parola è la forma stessa dell’opera. Che valore ha la scrittura nell’ambito della tua pratica artistica?

Mentre ho dei lavori che incorporano le parole nell’opera vera e propria, dato che l’interazione tra linguaggio e pensiero è indissolubile, le parole possono aiutarmi a generare idee. Per esempio, ho cercato tra le espressioni in inglese relative alla corda, scegliendo At the End of My Rope, che mi ha immediatamente colpito come titolo. Il pezzo è nato da lì. Le parole possono anche aiutare a interpretare un’opera una volta completata, come nel caso di Uncle Sam’s Tea Party.  Per me questo processo può assomigliare all’interpretazione dei sogni, in quanto descrivere verbalmente un sogno spesso può far luce sul suo significato.

Missing Pieces Justice. 2021. Laser cut 2-sided puzzle with bag. 28”X24” Variabile. Photo credit Adrianne Sloane

Qual è la cifra politica nel tuo lavoro?

Il mio lavoro affronta spesso temi universali come la guerra, il cambiamento climatico e il sistema politico americano. L’immagine iconica della bandiera americana compare spesso, poiché è un simbolo estremamente evocativo e riconoscibile. 

Missing Pieces Elements. 2022. Tecnica mista, puzzle su due lati, taglio laser. 42”x30”. Photo credit Adrianne Sloane

Qual è, secondo te, la responsabilità dell’artista e il ruolo del fare arte in tempi di cambiamenti così rapidi e radicali?

Mi sembra che ci sia stata una tendenza crescente all’interconnessione e alla fluidità tra le discipline, comprese le arti e le scienze, che sono inestricabilmente legate alla ricerca di significato, verità e conoscenza. Gli artisti hanno il compito di interpretare il mondo attraverso una lente più ampia e di metterlo pubblicamente in piazza. Per gli artisti che scelgono di affrontare questioni sociali urgenti, l’arte ha il potere di creare empatia, educare, e può servire come mezzo per promuovere la giustizia sociale, in quanto crea una piattaforma per la riflessione, la collaborazione e la costruzione della comunità. Comunicare idee che trasformano la comprensione culturale più ampia dei problemi può portare a un cambiamento positivo. 

Truth to Power. 2007. Filo di ferro lavorato a maglia. 2007. Filo di ferro lavorato a maglia. Photo credit Joe Ofria

Uno delle tue recenti installazioni è Truth to power: com’è è nata e si è sviluppata quest’opera? Secondo te, nella ricerca di verità, l’arte può essere la voce di chi voce non ha?

Chiaramente un’opera contro la guerra, Truth to Power costituisce il seguito di un’opera precedente intitolata Cost of War. Essendo un filo metallico lavorato a maglia, quest’opera ha una dimensionalità che mancava all’opera a muro. Camminare intorno all’opera, che si muove grazie allo spostamento d’aria generato dal passaggio, ne aumenta l’impatto.  L’inclusione di corpi femminili è il risultato del feedback ricevuto da Cost of War, esposta al Fiberart International 2007, che ritraeva come vittime di guerra solo uomini.

The Unraveling at the MA Statehouse. 2020. Photo credit Adrianne Sloane

Con lavori come The Unraveling coinvolgi il pubblico in un impegno attivo in prima persona. Qual è il rapporto che si instaura tra te e il pubblico attraverso le tue opere?

Poiché gli artisti visivi di solito lavorano da soli, spesso hanno poche opportunità di confrontarsi direttamente con gli spettatori per valutare l’impatto di un’opera.

Le performance di Unraveling hanno permesso un contatto diretto e un feedback sorprendente. Poiché l’ultima presidenza è stata così distruttiva e demoralizzante, sono arrivata a lavorare a maglia questo pezzo come rappresentazione visiva del rapido smantellamento della nostra democrazia. Il disfare una bandiera americana con la speranza che la Costituzione rivelata dietro di essa fosse protettiva, ha coinvolto il pubblico ad un livello viscerale in tutte le sedi.  Le persone si riunivano in un silenzio reverenziale mentre io disfacevo la bandiera. Per me è stata anche un’esperienza molto emozionante. Parlare ai bambini delle scuole e ad altre persone del significato di questo pezzo è stata un’altra via di interazione. Concretamente, quando questo progetto non è stato finanziato, un membro del consiglio artistico locale si è dimesso per sostenere la libertà di parola. Sul mio sito web sono disponibili i link a diversi video mentre disfo il pezzo.

Dal 2012 ho condotto due campagne di cartoline abbinate alla mia pratica. Dal titolo Lobby Congress with Art, il lavoro inizialmente prevedeva l’invio di cartoline a tutti i membri del Congresso affinché interrompessero le lotte intestine e lavorassero per conto degli elettori. Successivamente ho regalato cartoline con le immagini di A House Divided a chiunque avesse accettato di scrivere ai propri legislatori. Questo mi ha permesso di interagire direttamente con gli spettatori, offrendo loro una voce e incoraggiandoli a impegnarsi. È stata una splendida opportunità per confrontarsi con altri punti di vista e ho avuto molte conversazioni gratificanti.

Utilizzando tutti i termini della Costituzione riconducibili alla fibra, il testo recitava quanto segue: 

We The People
Respectfully demand that You Stop
tying the Country up in knots
and attend to knitting together
a national fabric of Domestic Tranquility
for a more Perfect Union.”

Noi cittadini
chiediamo rispettosamente di smetterla
di legare il paese in nodi
e di occuparsi invece di tessere
un tessuto nazionale di Tranquillità interna
per un’unione ottimale

The Unraveling divenne la mia seconda campagna di cartoline. Per un caso fortuito, The Unraveling è rimasto in quarantena nella sua ultima mostra alla Massachusetts State House dal marzo 2020 al marzo 2021. All’inizio di marzo, prima della quarantena, feci un’inaugurazione pubblica in quella sede.

Sea Change. 2009. Installazione di cotone lavorato a maglia. 68”x66”x10”. Photo credit Adrianne Sloane

Quali sono stati i movimenti o gli artisti o le persone che ti hanno maggiormente influenzato nel tuo percorso artistico?

Sono un’autodidatta, ma da bambina l’arte era un valore importante per la mia famiglia. Siamo stati esposti a vari mezzi di comunicazione, tra cui la danza e la ceramica. Mia nonna e mia sorella sono diventate entrambe pittrici.

Poiché sono maggiormente attratta dalla dimensionalità del lavoro con la fibra, tra gli artisti che trovo interessanti ci sono Sheila Hicks, El Anatsui e Ruth Asawa, i cui stili innovativi catturano costantemente il mio interesse. Ammiro particolarmente anche artisti come Ai Wei Wei, il cui lavoro contiene messaggi importanti e influenti.

Line of Fire. 2007. Filo di ferro lavorato a maglia. 74”x79”x55”variabile. Photo credit Adrianne Sloane

L’opera a cui sei più legata?

Sebbene mi piacciano i lavori belli ed espressivi, sono più legata ai lavori con un’esecuzione originale e forte, con un messaggio; arte concettuale ma solo se ben realizzata. Preferisco sempre che l’opera parli da sola e non richieda un lungo testo a parete a spiegarne il significato intrinseco.

Munroe Center for the Arts
1403 Mass Ave

Lexington, MA 02420
adrienne@adriennesloane.com
www.adriennesloane.com
instagram: adrienne_sloane
(617) 947.0520

Barbara Pavan

English version Sono nata a Monza nel 1969 ma cresciuta in provincia di Biella, terra di filati e tessuti. Mi sono occupata lungamente di arte contemporanea, dopo aver trasformato una passione in una professione. Ho curato mostre, progetti espositivi, manifestazioni culturali, cataloghi e blog tematici, collaborando con associazioni, gallerie, istituzioni pubbliche e private. Da qualche anno la mia attenzione è rivolta prevalentemente verso l’arte tessile e la fiber art, linguaggi contemporanei che assecondano un antico e mai sopito interesse per i tappeti ed i tessuti antichi. Su ARTEMORBIDA voglio raccontare la fiber art italiana, con interviste alle artiste ed agli artisti e recensioni degli eventi e delle mostre legate all’arte tessile sul territorio nazionale.