Alias Grace
Per il film di maggio ho scelto una scrittrice e una serie televisiva tratta da un suo romanzo assai noto e diffuso, la scrittrice è Margaret Eleanor Atwood e il romanzo “Alias Grace” in italiano “l’altra Grace”.
Margaret Atwood è nata ad Ottawa nel 1939, è scrittrice ma anche poetessa, ambientalista, femminista; il suo genere di Scrittura spazia dalla fiaba, alla poesia, con una narrativa che sa di fantasia perché ricorre a miti e fiabe.
Non disdegna però i casi criminali irrisolti.
Le sue opere testimoniano una profonda attenzione e preoccupazione al ruolo della donna che riesce a raccontare con molto realismo.
Non è questo il suo primo romanzo che viene sceneggiato e prodotto per la tv, “Il racconto dell’ancella “, che l’ha preceduto le ha già dato fama internazionale insieme ad un grande successo di audience.
La trama è liberamente ispirata a fatti realmente accaduti.
Due efferati omicidi avvenuti in Canada nel 1843. Grace, appena sedicenne, è a servizio, come cameriera, nella casa del delitto e viene accusata insieme a James lo stalliere. L’uomo viene giustiziato quale esecutore materiale dei delitti, mentre Grace è condannata al carcere a vita. Ma le prove a suo carico sono per lo più circostanziali.
Qui si inserisce la figura di un giovane medico che si interessa al caso di Grace e la visita regolarmente nel carcere dove è stata trasferita dopo aver trascorso alcuni anni in un manicomio criminale. Grace ripercorre con lui il suo passato e raccontando in dettaglio la sua breve vita prima degli omicidi. L’immigrazione dall’Irlanda, la morte della madre, l’alcoolismo del padre, il primo lavoro a servizio, dove trascorre pochi mesi di felicità con l’amica Mary, morta in seguito ad un aborto clandestino. I ricordi di Grace riappaiono e sbiadiscono mentre il dottor Jordan arranca, limitato dalle scarse conoscenze in campo psichiatrico dell’epoca, siamo nel XIX secolo. Tra i due si stabilisce un’attrazione un po’ morbosa, oscura. I personaggi sono realmente esistiti e sappiamo che Grace si fece molti anni di carcere, più di venti, ma che poi fu perdonata e lasciata libera.
Questa è la storia raccontata nei sei episodi della serie televisiva ma quello che mi ha attratta di più, e qui entro in conflitto…, sono stati i quilt. Principalmente per uno che sono riuscita a realizzare con molta fatica: “The trees”, “Gli alberi” che molte amiche quilter conoscono bene, troneggia su una delle pareti della “Scuola Romana Quilting”.
Questa serie soddisfa la nostra idea di collegare l’Arte del Quilting al Cinema. Nelle pellicole di ambientazione storica li trovi ad ogni piè sospinto, non so voi, ma per me è una goduria. Succede anche in molti film inglesi in costume.
L’idea di rappresentare col tessuto il paesaggio di boschi e giardini è una tendenza assai diffusa dalla metà dell’’800 e ce ne sono di magnifici esemplari, nei Musei naturalmente. I colori prescelti erano bianco di fondo, col verde, blu e rosso.
Questi alberi vennero chiamati in diversi modi: ‘alberi del Paradiso’, con riferimento esplicito alle mele e a Adamo ed Eva, uno più storico ‘Washington quilt’, pensando ad un albero di ciliegie che il mitico presidente amava. La trapunta con venti alberi tutti uguali è davvero una sfida e rappresenta una foresta di pini dal verde tronco e dai rossi rami. In un dettaglio di albero, sottolineato da Virginia Gunn, autrice di un interessante articolo dal quale ho preso qualche spunto, si nota che l’autrice non si è preoccupata di essere precisa, le punte dei triangoli sono un po’ tagliati nelle punte e questa piccola imperfezione aggiunge però vita e un discreto fascino al tutto. Mentre molti dei soggetti tradizionali per quilt del passato sono scomparsi,” Gli alberi”, “The pine trees” continuano ad essere scelti ed amati. Io ne sono una prova.
Un momento, vi tocca una piccola aggiunta, ossia un altro film con bei quilt. Si tratta di “Una single in carriera”. Un perfetto film “romance”, da non confondere con “Una donna in carriera”, grande film diretto da Mike Nichols con Melanie Griffith ecc.
“New in Town” titolo originale è un film del 2009 con Renée Zellweger, Harry Connick e altri fantastici attori è del genere romance-comedy.
Lei è una dirigente industriale, vive a Miami e all’improvviso viene precipitata nel Minnesota in uno paese pressoché sconosciuto con l’incarico di liquidare una fabbrica che produce yogurt, che dà lavoro a tutta la Comunità. L’incontro prima ostile, tra lei e gli abitanti di quel luogo viene ribaltato e la protagonista da fredda e integerrima aziendalista sarà travolta dalla bontà di quella gente tanto che riuscirà a cambiare con il loro anche il proprio destino. La fabbrica non chiuderà; passerà dalla produzione di yogurt a quella di una zuppa a base di tapioca dall’ingrediente segreto. Un successo di mercato inaspettato e non mancherà il lieto fine con la protagonista e il rappresentante sindacale uniti in matrimonio.
I quilt, ce ne sono parecchi, mi ha colpita un “log-cabin” (vedi foto) bellissimo proprio all’inizio. E dentro quella trapunta che la protagonista si arrotola, quasi congelata dal nordico Minnesota. Gli americani, specie in provincia, non ci fanno caso, sono abituati ad averli in casa, è normale, e i quilt appaiono e scompaiono, vi consiglio di guardarlo, il film è molto consolante, di questi tempi ci fa bene.


NOTE
Margaret Atwood meritava una presentazione più ampia, ma spero che serva come invito alla lettura dei suoi testi. In questi giorni arriva sulla mia pagina di Facebook un suo invito a iscrivermi ad una classe di Scrittura tenuta da lei stessa, è in buona compagnia tra gli scrittori proposti c’è anche David Mamet e non dico altro. All’invito ho risposto: “magari potessi!”
Fonti:
Virginia Gunn, American Quilts in the Modern Age, pag.234
PINTEREST per foto della serie televisiva.
Tullia Ferrero per ARTE MORBIDA, Un film al mese
Maggio 2020