ANASTASIIA PODERVIANSKA
*Foto in evidenza: Anastasiia with textile sculptures, photography by Dariya Tishchenko-Zhuravel. Courtesy of the artist
Anastasiia Podervianska è nata a Kiev (Ucraina) nel 1978 e qui si è laureata all’Accademia Nazionale di Belle Arti e Architettura. Membro dell’Unione Artisti Ucraini, le sue opere tessili sono presenti in collezioni private, museali e istituzionali in Ucraina, Germania, Polonia e Stati Uniti. Premiata all’8° Biennale Mondiale di Arte Tessile WTA, Madrid, (3° posto) e vincitrice della V Triennale Tessile ucraina, ha esposto in mostre personali e collettive internazionali. Con la Voloshyn Gallery i suoi lavori sono stati presentati all’edizione del 2017 di SCOPE Miami Beach e a Vienna Contemporary 2018. Tra le recenti partecipazioni: “Transcending Boundaries” a Guadalajara, Messico; “2021 NordArt”, Kunstwerk Carlshütte, Büdelsdorf, Germania e Verona Tessile 2019, in Italia. Ecco cosa ci ha raccontato della sua ricerca e del suo lavoro:
Perché hai scelto proprio il medium tessile per la tua pratica artistica?
Penso che il mio interesse per i tessuti sia emerso mentre lavoravo con mio padre ai suoi spettacoli teatrali come costumista. La mia prima serie di pannelli tessili è stata creata dopo aver letto un libro di Georgy Bulashov, storico ucraino, pubblicato nel 1909 e intitolato “Ucraini nelle leggende, religione e credenze”. Questo libro rappresenta una meravigliosa collezione di letteratura popolare e tratta di miti, racconti di persone e motivi biblici. Mentre leggevo il libro, ho capito che mi sarebbe piaciuto creare una serie di lavori in tessuto basati su quei testi. Ho visto veramente come sarebbero potuti diventare. Così è nata la prima serie. Credo che questo libro mi abbia dato una spinta sostanziale e la visione di cosa fare e come. Lavorare con i tessuti mi dà l’opportunità di sperimentare con texture, forme, colori. Faccio costantemente delle scoperte per me stessa, e così creo nuove serie diverse dalle precedenti.
Per i tuoi lavori utilizzi diverse tecniche e materiali. Come scegli le une e gli altri?
Per me, il lavoro con i tessuti è estremamente poliedrico e il risultato è sempre imprevedibile. I tessuti aprono nuove opportunità per la creatività. Mi sono laureata all’ Accademia di belle Arti, presso il Dipartimento di Pittura Monumentale. Pertanto, non ho paura delle opere di grandi dimensioni. Essendo un’artista, sono attratta da diverse tecniche e materiali – ricamo a mano, collage, pittura a olio. Ho acquisito molta esperienza pratica e faccio tutto quasi automaticamente. Vedo subito la composizione del lavoro e capisco che tipo di tessuto devo scegliere, dove attaccarlo e dove è necessario ricamare alcuni elementi. A volte voglio evocare la pittura e allora realizzo delle pennellate tramite il ricamo a mano. Non sono attaccata a un materiale e a uno stile specifico. L’auto-espressione è la cosa principale per me. Il mio intuito creativo mi suggerisce sempre la scelta giusta.
Come nascono i tuoi lavori? Da dove arriva l’ispirazione e attraverso quale processo trasformi l’idea nell’opera d’arte?
Essendo stata una studentessa di pittura all’Accademia di Belle Arti in Ucraina, ho eseguito molte copie del lavoro di artisti famosi. Attraverso la copia, l’artista ha l’opportunità di comprendere il lavoro dei vecchi maestri, quali tecniche pittoriche e artistiche usavano. Sono in costante dialogo con i grandi maestri della pittura. Questo è il mio modo di re-immaginare la storia dell’arte. Ad essere sincera, non so cosa sia l’ispirazione per un artista professionista. L’ispirazione di solito arriva mentre si lavora. Il processo di lavoro mi affascina e mi attira. Qualsiasi cosa può essere considerata un impulso per la creazione. Se sono interessata a un argomento, inizio a lavorarci sopra e cerco di tradurre la mia idea in materia. Poi vado nel mio studio e lavoro, lavoro, lavoro…. finché non ottengo il risultato desiderato. È allora che arriva l’ispirazione.
Dal ricamo alle sculture tessili, tra le tue opere ci sono grandi arazzi, piccole opere ricamate ma anche sculture tridimensionali. Quale rapporto si instaura tra artista, opera e spazio nella tua pratica artistica?
Cerco di rompere lo stereotipo del tessile come arte e artigianato femminile, usando invece questa tecnica come un mezzo espressivo del contemporaneo. Ogni progetto è costituito da una serie di lavori uniti da un’idea ed eseguiti nello stesso tono. Cerco sempre di creare nuovi lavori diversi da quelli precedenti, con immagini sofisticate e stratificate che combinano varie tecniche. Quando ero interessata alla creazione di forme tridimensionali, attraverso la tecnologia tessile, ho iniziato a lavorare su una serie di sculture tessili.
Il corpo è uno dei temi ricorrenti nel tuo lavoro. Che rapporto hai con il corpo e come entra nella tua indagine artistica?
L’immagine del corpo umano è sempre stata presente nell’arte. Cinque secoli fa, la figura dell’artista e dello studioso di anatomia si completavano a vicenda; a volte addirittura coincidendo in una sola persona. Le attente osservazioni di Esculapio non sarebbero state trasmesse senza ricorrere a processi tecnici di determinazione. Pertanto, gli anatomisti dovevano possedere abilità artistiche o invitare artisti a supportare il loro lavoro mediante schizzi di documentazione. Più tardi, lo studio dell’anatomia divenne obbligatorio per gli studenti artisti che impararono a raffigurare armoniosamente una persona e ad osservarne il corpo. La mia prima serie sul corpo umano è del 2019. Si trattava di grandi pannelli tessili chiamati “Atlas of Human Anatomy”. Mi interessa l’anatomia umana e la forma perfetta degli organi. Per esempio, il cuore è un simbolo potente nell’arte mondiale. Si può dire che io sia l’erede della vecchia tradizione artistica.

In molti lavori è ricorrente il tema della morte, talvolta in opposizione o complementare ad un’esplosione di vita. Quali sono le riflessioni all’origine di queste opere e di questa ricerca?
In natura, per una persona, la vita e la morte si compenetrano. Per me, il significato della vita umana è la creazione e il miglioramento di sé stessi. Una persona deve amare la vita, essere capace di goderne, capire che la vita è il valore più grande, meraviglioso e unico. Il mondo si muove, vive, cambia. Gli artisti contemporanei stanno cercando nuovi modi per coniugare vita e arte. Io sono interessata a questo argomento, e quando si è interessati a qualcosa, questo ci immerge completamente. Nelle mie serie di opere, si può osservare la nascita e la morte, il mondo che circonda le persone e molto di più… Ogni spettatore, di fronte al mio lavoro, si forma un punto di vista proprio; io cerco di “catturarne” i pensieri e farli miei. Le mie sculture e i miei pannelli sono stratificati, in essi si possono trovare molteplici significati. Ecco perché preferisco non dover spiegare il senso di ogni mia opera.

Mi racconti i tuoi arazzi in cui intervieni con elementi pop a ricamo?
Penso che ci sia un elemento ludico in questo processo, una sorta di divertimento quando si stende la tela sul pavimento e si comincia ad assemblare un puzzle su di essa. Improvvisamente, ti rendi conto che un particolare personaggio moderno dovrebbe apparire proprio qui. E lui inizia la sua nuova vita nel tuo lavoro. Mi piace lavorare con i contrasti. I miei lavori tessili contengono elementi di collage, inserti di broccato, toppe di asciugamani ricamati, fazzoletti di pizzo cuciti a mano e altro. Cerco di combinare motivi popolari tradizionali con decorazioni contemporanee. Ricami etnici eseguiti a mano, ornamenti tratti da stampe moderne, applicazioni di tessuti; questi sono gli elementi che compongono le mie immagini.
Cosa significa per te essere un’artista?
L’artista è la mia professione. Quando ero studente, ho impiegato molto tempo a studiare le arti e le tecniche artistiche. Ma essere un artista è anche un modo di vivere e di pensare. L’artista vede ciò che gli altri non vedono. Il mio studio è la mia seconda casa. Una parte molto significativa della mia vita attiva e creativa si svolge lì. Ora non posso immaginarmi in un’altra professione.