ANTIGONE: Women in Fibre Art
*Foto in evidenza: Antigone: Women in Fibre Art, Installation View at Richard Saltoun Gallery, London, 2023. Courtesy of Richard Saltoun Gallery London/Rome. Copyright Karen Bengall
Richard Saltoun Gallery London
31 gennaio – 18 marzo 2023
La Richard Saltoun Gallery è lieta di inaugurare il programma espositivo 2023 con Antigone: Women in Fibre Art, una mostra collettiva che intende celebrare la ricca tradizione dell’arte tessile dell’Europa orientale. Incentrata sulle artiste della galleria Jagoda Buić e Barbara Levittoux-Świderska, la mostra collocherà le loro più importanti sculture in fibra accanto a opere inusuali di altre due pioniere, Magdalena Abakanowicz e Ewa Pachucka, e a lavori di Anna Perach e Egle Jauncems, esponenti della nuova generazione.
Il titolo della mostra celebra la memoria della Buić, un riferimento al suo lavoro che prende il nome dall’eroina della tragedia greca di Sofocle, la quale affrontò le leggi arcaiche in nome di un moderno sentimento morale. Come Antigone, Abakanowicz, Buić, Levittoux-Świderska e Pachucka si sono opposte alla visione tradizionale dei tessuti come specificamente femminili, decorativi e di scarso livello nella gerarchia artistica, elevandoli alo status di belle arti. Negli anni Sessanta e Settanta hanno rivoluzionato la tradizione millenaria dell’arazzo, al punto che è stato coniato un nuovo termine per descriverlo: fibre art. Le loro creazioni tessute, annodate, legate, arrotolate e persino intrecciate rinunciavano alla piattezza e abbracciavano la tridimensionalità, espandendosi liberamente nello spazio. I movimenti femministi dell’epoca contribuirono notevolmente all’ascesa della fibre art sulla scena internazionale, soprattutto perché molti dei più importanti artisti della fibra sono donne.
Galleria immagini: Antigone: Women in Fibre Art, Installation View at Richard Saltoun Gallery, London, 2023. Courtesy of Richard Saltoun Gallery London/Rome. Copyright Karen Bengall
Magdalena Abakanovicz (1930-2017) e Barbara Levittoux-Świderska (1933-2019) sono state le esponenti di spicco della Scuola tessile polacca, una generazione di artisti del dopoguerra che ha introdotto nella propria pratica materiali di provenienza locale, rispondendo al contempo all’ideologia repressiva del regime socialista del Paese. Le prime opere di Abakanovicz erano monumentali tessuti appesi, che lei chiamava “Abakans”, e funzionavano sia come oggetti che come spazi. Molto diverse e meno corpose, le grandi installazioni di fibre a cascata di Levittoux-Świderska utilizzano fibre naturali intrecciate o incollate con materiali sintetici come fili di ferro, plastica o scarti industriali.
![Barbara LEVITTOUX-ŚWIDERSKA 1933 - 2019 Fire [Pożar], 1974 Sisal, rope, metal 250 x 400 cm (BLE038) © The Estate of the Artist. Courtesy Richard Saltoun Gallery, London and Rome](https://i0.wp.com/eiesse5phuz.exactdn.com/wp-content/uploads/2023/02/BLE038-image-1.jpg?resize=800%2C533&ssl=1)
Analogamente, all’artista croata Jagoda Buić (1930-2022) è stato riconosciuto il merito di essere stata pioniera di forme tessili innovative nelle arti contemporanee. Conosciuta per le sue vaste installazioni fatte di corde tessili, canapa e lana, e per gli esperimenti con texture insolite, Buić è stata anche una costumista e scenografa di successo per produzioni per l’opera, balletti, teatro e cinema. Rinunciando al telaio tradizionale, ha conferito alle sue opere, che ha definito “vicine all’arazzo”, una nuova e potente corporeità, avventurandosi con coraggio nello spazio e creando ambienti su larga scala. In particolare, Buić ha partecipato alla storica mostra del MoMA del 1969 “Wall Hangings” insieme ad altri 27 tessitori indipendenti che avevano adottato tecniche off-loom (tessere senza il telaio) e operavano nel mondo dell’arte, tra cui Abakanowicz e un altro membro della Scuola polacca: Ewa Pachucka. Pachucka (1936-2020) realizzava all’uncinetto particolari forme tridimensionali fatte di corde di canapa, juta e sisal con decorazioni traforate. Alcune assomigliano ad architetture verticali, mentre altre – conosciute come la serie “Clothing” – assomigliano a indumenti con forme umane e carattere corporeo, che ricordano pelli artificiali.

Il legame con il corpo umano ritorna nel lavoro di Anna Perach (nata nel 1985), che crea sculture colorate da indossare utilizzando una tecnica chiamata tufting, oltre a performance che esaminano la dinamica tra storie personali e culturali. Perach è particolarmente interessata a come le nostre narrazioni private siano profondamente radicate nel folklore e nella narrazione antica. Il suo lavoro intreccia archetipi femminili in ibridi scultorei per esaminare le idee di identità, genere e artigianato. Altrettanto colorati, gli assemblaggi tessili appesi a parete dell’artista lituana Egle Jauncems (nata nel 1984) esprimono la sua continua ricerca sul potere maschile, sulla storia della pittura e sul rapporto tra verità e apparenza. Gli aspetti principali della pratica di Egle Jauncems si sviluppano attraverso una continua ricerca di parallelismi tra razionale e irrazionale, contemporaneo e primitivo, rilevante e irrilevante. Il punto di partenza della sua analisi visiva ruota spesso intorno a immagini recuperate, stralci di testo e conversazioni ascoltate. In seguito, trasforma questi frammenti – mediante l’atto di dipingere, disegnare e cucire – in oggetti, o addirittura esseri, carichi di pathos e ironia.
Richard Saltoun Gallery 41 Dover Street
London W1S 4NS
www.richardsaltoun.com
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+44 (0) 207 637 1225
Orari:
Martedì-venerdì: 10/18 Sabato: 11/17 Oppure su appuntamento