Tessuti d'Arte

Arazzo Kalaga: un prezioso “sipario” tessile della cultura birmana

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Arazzo Kalaga, XX secolo, collezione privata. © Festina Lente Studio

Kalaga è il termine attribuito ad una particolare tipologia di manufatti tessili di origine orientale definiti come “arazzi” ad uso decorativo parietale. Il nome kalaga, “sipario” in lingua birmana, si riferisce in realtà a tessuti ricamati, adornati di applicazioni e preziosi filati metallici, realizzati con la tecnica del shwe gyi do.

Elegante arazzo Kalaga proveniente dalla Birmania intessuto intorno al 1950.

Nati in antichità con lo scopo di arredare i lussureggianti palazzi reali, i Kalagas comparvero  per la prima volta nella Corte Reale di Mandalay ornati di motivi decorativi che richiamano da vicino le contemporanee raffigurazioni murali di pagode ed edifici sontuosi. Divenuti rapidamente popolari, questa particolare tipologia di  arazzi venne inoltre utilizzata per creare tramezzi nelle stanze, tendaggi e drappi funebri.

Dettaglio Arazzo Kalaga, XX secolo, collezione privata. ©Festina Lente Studio

I Kalagas sono generalmente costituiti da tessuti di fondo in lino, seta, cotone e/o velluto impreziositi da paillettes, ricami, perline, pietre colorate, piccole perle, corallo, trecce e fili metallici.

Dettaglio Arazzo Kalaga, XX secolo, collezione privata.  © Festina Lente Studio

Da un punto di vista tecnico, le elaborate scene che caratterizzano i Kalagas sono ottenute mediante una particolare pratica di tessitura che prevede la stesura su di un telaio del tessuto utilizzato come base, a cui vengono aggiunte le imbottiture in cotone per dare l’effetto di tridimensionalità ai personaggi. A seconda della complessità disegnativa, delle dimensioni dell’arazzo e del budget a disposizione della committenza, le stoffe vengono impreziosite di elementi decorativi come paillettes, perle, filati metallici ecc…

Dettaglio Arazzo Kalaga, XX secolo, collezione privata. © Festina Lente Studio

Le scene solitamente rappresentate descrivono storie di antiche leggende sanscrite, le dieci vite di Buddha e vicende mitologiche narrate nell’antico poema epico Indù del Ramayana. Inoltre, se osserviamo le rappresentazioni di Buddah, queste variano per stile e caratteristiche distintive a seconda della regione birmana in cui si trovano; ad esempio, lo stile della zona di Mandalay (sviluppatosi alla fine del XIX secolo), si identifica per la presenza di un Buddha di forma ovoidale con caratteri realistici, come la curvatura naturale delle sopracciglia, le orecchie più piccole e gli abiti drappeggiati.
Al pari delle decorazioni che si ammirano negli imponenti templi birmani,  anche i Kalagas sono inondati di dettagli colorati e lucenti, tradotti in arte tessile mediante gli espedienti richiesti dalla tecnica del ricamo con filati metallici e applicazioni.

Dettaglio Arazzo Kalaga, XX secolo, collezione privata. ©Festina Lente Studio

Elisa Monfasani

English version Fin dai primi anni mostra una certa propensione per il campo dell’arte, diplomandosi in Arti Figurative al Liceo Artistico “Bruno Cassinari” di Piacenza. La passione per l’arte tessile antica e contemporanea derivano dalla sua formazione come Restauratore di Materiali e Manufatti Tessili e in Pelle. In parallelo all’attività del restauro, da settembre 2020, è Amministratore ed Editor Social Media del profilo “Festina Lente Studio”, dove insieme alla collega Emanuela Fistos, si occupa di divulgare la conoscenza dell’arte tessile. Di recente, è entrata a far parte della redazione del sito web “Storie Parallele”, nato nel 2019 come strumento didattico e divulgativo della storia e dell’archeologia. La sua mission in ArteMorbida è quella di portare la “matericità” degli oggetti d’arte a contatto con il lettore; l’osservazione del “micro”, degli aspetti merceologici dei manufatti tessili, sono, infatti, fondamentali per accede al “macro”, alla comprensione dell’opera d’arte nella sua totalità.