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ARMORY SHOW 2023

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Al recente ARMORY SHOW (8 al 10 settembre 2023), storica fiera d’arte di New York, l’arte morbida è stata protagonista. In una fiera che, dopo qualche anno di uniformità estetica, sembrava aver finalmente riscoperto la ricchezza del panorama artistico contemporaneo, tra le tante nuove tendenze, quella che più saltava all’occhio era proprio l’arte realizzata con tessili e tessuti. Girando tra gli stand delle oltre 200 gallerie tra le più importanti al mondo (anche se all’edizione di quest’anno si è fatta notare qualche diserzione illustre), si incontravano tanti lavori realizzati con stoffe, filati e tessuti, nei più diversi stili e tecniche.

Jeffrey Gibbson, Everlast (The Quiet One) 2012 Marie Watt. Singing Everything: Crescendo (Staccato) 2023. Photo credits Maurita Cardone

Alcuni lavori evocavano la tessitura tradizionale delle popolazioni indigene al continente americano, come i sacchi da pugile trasformati in totem dell’artista nativo americano, Jeffrey Gibson o come i tappeti di Arleene Correa Valencia che usa questo medium per parlare di immigrazione.

Arleene Correa Valencia. Photo credits Maurita Cardone
Arleene Correa Valencia. Photo credits Maurita Cardone

Di immigrazione parlano anche gli arazzi che Consuelo Jimenez Underwood crea con pezzi di stoffa che riproducono il segnale stradale che, al confine con il Messico, avverte gli automobilisti del rischio “attraversamento migranti”, tenuti insieme da spille da balia.

Consuelo Jemenez Underwood- Mendocino Rebozo, 2024. Photo credits Maurita Cardone
Consuelo Jemenez Underwood- Mendocino Rebozo, 2024. Photo credits Maurita Cardone

In altre opere il tessile diventa veicolo di astrazione e contemporaneità, come nelle intricate composizioni minimali di Analia Saban o come nel “sasso morbido” creato da Sheila Hicks ed esposto dalla galleria Massimo Minini – Francesca Minini o ancora come nelle soffice sole riprodotto da Zhao Zhao nel suo A Long Day 10Am.

Sheila Hicks. Soft Stone Fiber Sculpure Orange, 2015. Photo credits Maurita Cardone
Analia Saban. Photo credits Maurita Cardone

Il materiale non è tessile, ma lo sono le tecniche e l’effetto finale, nel lavoro di Moffat Takadiwa i cui arazzi creati con plastiche di scarto erano esposti negli spazi della galleria Nicodima.

Moffat Takadiwa. Photo credits Maurita Cardone
Moffat Takadiwa. Photo credits Maurita Cardone
Moffat Takadiwa. Photo credits Maurita Cardone
Moffat Takadiwa. Photo credits Maurita Cardone
Moffat Takadiwa. Photo credits Maurita Cardone

Anche negli spazi centrali che accoglievano i progetti speciali della sezione Platform, l’arte morbida non è mancata, con l’installazione di Pae White che, attraverso una serie di pannelli sospesi dal soffitto, lancia una critica all’industria tessile

Pae White, sotto voce, 2023. Photo credits Maurita Cardone
Pae White, sotto voce, 2023. Photo credits Maurita Cardone
Sagarika Sundaram, Iris, 2023. Photo credits Maurita Cardone
Sagarika Sundaram, Iris, 2023. Photo credits Maurita Cardone
Ghazaleh Avarzamani. Photo credits Maurita Cardone
Ghazaleh Avarzamani. Photo credits Maurita Cardone