ArteJeans: storia di un mito nelle trame dell’arte contemporanea
Artisti: | Alberto Biasi, Henrick Blomqvist, Enzo Cacciola, Pierluigi Calignano, Roberto Coda Zabetta, Maurizio Donzelli, Ettore Favini, Goldschmied & Chiari, Riccardo Guarneri, Emilio Isgrò, Ugo La Pietra, Marco Lodola e Giovanna Fra, Carolina Mazzolari, Ugo Nespolo, Giovanni Ozzola, Gioni David Parra, Francesca Pasquali, Pino Pinelli, Fabrizio Plessi, Gianni Politi, Laura Renna, Marta Spagnoli, Serena Vestrucci, Gianfranco Zappettini |
Sede: | Museo d’arte Contemporanea di Villa Croce, via Jacopo Ruffini, 3, Genova |
Date: | 3 ottobre 2020 – 17 gennaio 2021 |
Orari: | Giovedì e venerdì 15-19; sabato e domenica 11-19 |
La mostra è inserita nella rassegna AUTUNNO BLU – cinque eventi espositivi allestiti contemporaneamente, a cura di Anna Orlando e di Francesca Serrati
In collaborazione con l’associazione ARTEJEANS, London
Nei dinamici spazi del Museo d’arte Contemporanea di Villa Croce sono esposti per la prima volta al pubblico le 24 opere generosamente donate alle Collezioni Civiche di Genova da artisti storicizzati e di fama internazionale, accuratamente selezionati dal comitato critico composto da Ilaria Bignotti, Luciano Caprile, Laura Garbarino. Un grande dono per Genova per guardare al futuro.
Gli artisti invitati hanno realizzato le loro opere a partire da una tela jeans di 200 x 180 cm, offerta dal partner della manifestazione – Candiani Denim – interpretandola e trasformandola in opere d’arte, entrando nel cuore più ‘blue’ della città, il telo di Genova, materiale col quale la Superba si è vestita fin dal Medioevo e parte della sua stessa identità.
“Un viaggio simbolico nel tempo e nella storia del jeans, nelle forme e nelle geografie culturali dell’arte italiana. Le opere di questi artisti sono piccoli grandi ponti verso e da Genova all’Italia e al mondo (…) opere d’arte pensate unicamente per la volontà di contribuire alla nascita, a Genova, di una nuova realtà delle arti visive contemporanee, aperta a tutti e capace di riscattare, ancora una volta, la comunità e la collettività dal silenzio e dall’assenza, dalla solitudine e dall’isolamento… raccontando anche fisicamente lo sforzo della città di ripartire, rinascere, ricostruire.” scrive Ilaria Bignotti, una delle curatrici del catalogo.