Intrusioni tessili

Brigitte Amarger. Luce, memoria e natura sulla soglia fra realtà e immaginazione

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Vi invito a scoprire l’opera di Brigitte Amarger attraverso gli spazi di “Anthropocene”, una serie che l’artista francese ha realizzato nel 2018.
Questi micro mondi colpiscono immediatamente per le forme organiche e la spazialità suggerita dall’intreccio e dalla stratificazione di materiali differenti. Si possono pensare come modelli, in scala ridotta, di architetture pubbliche in un futuro possibile. Un domani immaginato ma prevedibile, sulla base di tendenze del presente, nel quale palazzi e case sono costruiti dai materiali di scarto abbandonati dall’uomo. Immaginiamo queste strutture realizzate in grandi dimensioni; realmente vissute, calpestate e toccate da quelle ombre scure fattesi reali bambini, donne e uomini brulicanti. Questa serie ha l’evocativo potere di accendere l’immaginazione, dando il via a interpretazioni molteplici.
In un’intervista con Dario Rutiliano, per un’edizione speciale della rivista Art Habens del 2020; Brigitte Amarger ci spiega come, gran parte della sua poetica, si posizioni sulla soglia di confine molto labile fra realtà conosciuta e un mondo fantastico. Essa stessa intende le sue opere come un invito a guardare oltre, a farsi domande ed elaborare un’interpretazione personale. L’artista francese ama giocare con ambigue immagini oniriche, provocando un senso d’illusione e sorpresa.
Il titolo di questa serie: Anthropocene, la rende particolarmente attuale nel dibattito contemporaneo attorno all’epoca geologica che stiamo vivendo. Attraverso questi spazi immaginati, l’artista riflette su come le attività umane lascino un impatto irreversibile sul nostro pianeta a livello territoriale, strutturale e climatico. In questi paesaggi vediamo rilievi simbolicamente costituiti da immagini di vertebre umane o teschi di animali. Le ossa emergono da uno sfondo costituito da mappe stradali e radiografie dei polmoni dove linee di fili si incrociano evocando, con tracce multiple e stratificate, l’erosione lasciata dall’uomo in natura. Il nostro passaggio: le nostre azioni quotidiane e quello che ci lasciamo alle spalle è archiviato negli strati geologici, rimane tutto attorno a noi.
L’idea delle tracce lasciate dal tempo viene espressa tecnicamente attraverso incisioni laser, filigrane, materiali soffici: sovrapposizioni di tecniche differenti, magistralmente integrate e modulate per rendere la complessità di un mondo in mutamento.

Le lastre radiografiche (composte da un sottile strato di plastica ricoperto con nitrato d’argento) sono presenti in molte delle sue affascinati opere. L’uso delle immagini mediche, la loro trasparenza e modalità di reazione alla luce le permette d’investigare uno dei fattori cruciali della sua poetica. Secondo l’artista guardare una radiografia significa arrivare al cuore di un’anatomia: ottenendo una visione intima e profonda. Attraverso l’analisi dell’immagine radiografica si effettua una sorta di atto investigativo in cerca di tracce, d’indizi. Quest’azione, a livello artistico, induce a nutrire l’immaginazione e permette un divagare del pensiero che lascia emergere la fantasia.
Brigitte Amarger paragona il processo creativo dell’artista al desiderio di scoperta della chirurgia nel tentativo d’indagare l’invisibile.

Osmose, 2009 – 2010. Installazione modulabile nello spazio, sagome di corpi umani. Raggi X di fiori e fogliame; filo. Taglio laser e manuale; cucito, ricamo.

Il corpo umano è spesso posto in dialogo con elementi del mondo naturale.

In molte delle sue installazioni, Brigitte Amarger, riempie lo spazio con figure totemiche, senza sesso o identità che diventano ibridi. Sagome che si ricoprono di una pelle naturale, come ricordando un’appartenenza primigenia. Un incontro efficace di tecniche e materiali che invitano lo spettatore a scoprire, sotto l’epidermide, un mondo invisibile, delicatamente svelato. Un immaginario popolato da figure composite, dove le parti del corpo si mischiano inaspettatamente o vengono innestate con elementi vegetali, verso nuove anatomie. Esseri che rimangono in bilico fra realtà, apparenza e illusione.

Anatomie, 2017 – Serie di tavole realizzate da immagini radiografiche su carta (mani, dita, cervello, sacri, ginocchia) ed elementi radiografici su tela. Incollaggio, taglio manuale e laser

L’inarrestabile ricerca dell’artista francese si lega alla memoria individuale e collettiva e si sviluppa attraverso un processo creativo che parla di comunicazione tra il patrimonio culturale e naturale, di salvaguardia, di conservazione e di trasmissione della conoscenza. Un archivio d’informazioni stratificato attorno a noi, nel paesaggio naturale, ma anche dentro di noi: nella storia della nostra vita come esseri umani.

Coléoptères, 2016-2017. Serie di coleotteri incisi su carta e collage su radiografie. Vari insetti dipinti su radiografie, messi in forma e ordinati in scatole entomologiche e sigillate sotto vetro

La natura, che sia incisa sui corpi rarefatti dalla luce di questi esseri radiografici oppure estesa nello spazio in eteree installazioni, è fonte di fascinazione e attento studio da parte dell’artista. Il mondo naturale è messo in scena come un viaggio meditativo, da contemplare e del quale godere, ma che diventa anche un monito alla cura e alla necessità di proteggere un sistema fragile.

Spesso, l’uso di pitture foto luminescenti trasporta lo spettatore in uno spazio che diviene ulteriormente sospeso e magico. Le sue installazioni fungono da soglia dove realtà e immaginazione convergono.

Interessante è la definizione che Brigitte Amarger dà di questi spazi liminali, della realtà percepita a livello emotivo, emozionale e sensuale. Nell’ intervista per Art Habens lei commenta: “Noi formiamo la nostra realtà basandoci su eventi passati, partendo dalla nostra esperienza e dalle conoscenze acquisite, da immagini immagazzinate e dai loro frammenti interiorizzati e ricombinati per inventare e riuscire a esprimere una percepita, sognata, immaginata visione personale”.

L’invisibile ci viene svelato, nei suoi spazi che diventano soglia, grazie all’uso della fotoluminescenza che ci permette di vedere nel buio forme altrimenti impercettibili.

“È certo che il mio lavoro sulla luce, che per molto tempo ha visto l’uso di materiali riflettenti, luminosi, trasparenti o traslucidi, per rivelare i limiti dell’invisibile, ha trovato nuove rotte grazie all’incontro con le radiografie e le tecniche dell’incisione e taglio laser.”

Envol. Installazione sospesa di 9m². Rami e ramoscelli ricoperti di filo; piume e farfalle radiografia; sassi di filo a terra. Materiali luminescenti e riflettenti. Taglio laser, cucitura, incollaggio

Insieme alla luce e ai suoi effetti misteriosi, l’uso di materiali di scarto e materiali riciclati arricchisce il lavoro di aspetti metaforici nella creazione di un immaginario fortemente allegorico.

Una coscienza volta alla salvaguardia ambientale percorre il suo lavoro in ogni sua manifestazione, fin dal 1978, verso un’utopica armonia fra elementi umani e non umani del nostro ecosistema.

Perdendosi in una cosmogonia di forme riconoscibili e fantastiche, in questi immaginari sospesi, lo spettatore si trova a vagare in un mondo dove la realtà è percepita attraverso la lente dell’immaginazione. Un “inno alla natura”, come lei lo definisce, percorso anche da una visione critica verso la consapevolezza del nostro impatto sull’ecosistema.

Nell’opera “Homo Exodus”, che sarà in mostra nel 2021 in Italia, all’interno di Lucca Biennale, l’Amarger ha affrontato il tema degli spostamenti geografici dovuti ai cambiamenti climatici dove l’uomo si trova solo, perso in una natura saccheggiata.

Vi invito a dare uno sguardo al sito di Brigitte Amarger; http://brigitteamarger.com/ per farvi sorprendere dalla sua operosa creatività e rimare aggiornati sul suo lavoro che interroga il mondo e la sua complessa realtà.

Giardino dell’Eden, 2018 Installazione modulare; Tessuti riflettenti e stampati; vari fili; raggi x. Taglio e incisione laser; ricamo e cucito a macchina su tessuto e radiografie; rivestimenti; maglia tubolare

Brigitte Amrger è membro di ETN European Textile Network et FAF Fiber ArtFever. Maison des Artistes

Link utili:
brigitteamarger.com
CATALOGUE : https://www.montgeron.fr/publication/brigitte-amarger/
VIDEO : https://www.youtube.com/watch?v=df0H-NQTxco

Elena Redaelli

English version Dal 2010 mi occupo di arte contemporanea realizzando progetti fra scultura tessile, arte ambientale e social practices. Negli ultimi anni il mio lavoro mi ha portato a vivere viaggiando con progetti e residenze artistiche nel mondo. Esploro processi di generazione e trasformazione della materia, applicando diversi livelli di controllo e indagando i limiti tra autorialità e partecipazione.Talvolta il materiale prende il sopravvento, altre volte sono i partecipanti di un progetto o l’ambiente stesso a farlo, risultando in un dinamico e continuo scambio. Il fare manuale è per me un processo d’interrogazione dell’ambiente e uno strumento per entrare in contatto con nuove persone e culture. Nei miei progetti applico una commistione di tecniche differenti prese dalla scultura, dall’artigianato, dal disegno e dall’ estetica relazionale. Ricerco e utilizzo tecniche antiche: tessitura a telaio, arazzo, crochet, feltro, ricamo, annodature e carta fatta a mano. Nelle mie installazioni, che si sviluppano su larga scala, unisco metodi di lavorazione lenta a nuove tecnologie. Tutto ciò che riguarda il tessile è sempre stato estremamente affascinante per me. Mi piace imparare e condividere idee e conoscenze sul vasto mondo delle fibre ed e’ quello che ho fatto durante i miei viaggi di ricerca tra Europa, Asia, USA e Africa.