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browngrotta arts presenta: “Japandi: estetiche e influenze condivise”

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25 Settembre – 3 Ottobre, 2021
276 Ridgefield Rd, Wilton, CT | Map
Inaugurazione: Sabato 25 settembre, 11:00 – 18:00
E’ consigliata la prenotazione: browngrotta.com
browngrotta arts è lieta di annunciare la sua prossima mostra “Japandi: estetiche e influenze condivise” un esplorazione degli approcci comuni condivisi tra le culture giapponese e scandinava attraverso l’arte. La mostra vedrà la partecipazione di 39 artisti contemporanei della fibra e della ceramica provenienti da Danimarca, Finlandia, Giappone, Norvegia e Svezia.

Japandi è un’unione ibrida di approcci estetici giapponesi e scandinavi apprezzati per la loro eccezionale maestria, semplicità e minimalismo, rispetto per la natura e i materiali naturali e sostenibili e la bellezza dell’imperfezione. Questa unione evoca un senso visivo e fisico di calma e tranquillità.

La parentela artistica risale a un secolo e mezzo fa, quando la politica di chiusura delle frontiere del Giappone fu revocata nel 1858 e designer e creativi danesi iniziarono a viaggiare in Giappone. L’influenza può essere vista nell’artigianato in ceramica, nell’architettura e nei mobili danesi. Dopo la seconda guerra mondiale, il governo giapponese iniziò a promuovere lo scambio culturale tra designer e artisti scandinavi.

Ulla-Maija Vikman, Jiro Yonezawa. Photo by Tom Grotta

Gli artisti della Fiber Art e Modern Craft incarnano in modo univoco gli elementi principali di quello che è attualmente definito stile Japandi – dal loro uso di materiali naturali e tavolozze di colori neutri al processo fondamentalmente “slow art” dell’artigianato manuale. Il nucleo dei loro processi e materiali è invocato con un senso intrinseco di contemplazione, tranquillità e armonia che si riverbera attraverso il loro lavoro e negli spazi ospitanti le opere d’arte. Forme di cesti unici di bambù, salice, cedro o dei loro “scarti” come rami, erbe, corteccia e ramoscelli. I materiali derivano da piante di provenienza regionale o locale o persino da coltivazioni di cortile. Le opere realizzate con materiali morbidi come lino, cotone o lana sono tessute a mano con dettagli meticolosi fungono da contrappunti materici, aggiungendo calore e calma negli interni moderni. Entrambe le culture lasciano spazio al riuso, all’ingegnosa imperfezione e alla comoda semplicità, attraverso il concetto giapponese di wabi-sabi e l’idea scandinava di hygge.

Naoko Serino, Ane Henriksen. Photo credit Tom Grotta

Japandi: estetica e influenze condivise presenta più di tre dozzine di artisti provenienti da sei paesi le cui opere sono complementari nell’approccio e nell’esecuzione. Birgitte Birkkjaer (Danimarca) realizza cestini con filati di carta fatti a mano ispirati allo shifu giapponese dei tessuti di carta. Le sculture a torre piegate di Kay Sekimachi (Giappone) sono realizzate con antica carta gampi giapponese trattata con tannino di cachi. Jiro Yonezawa (Giappone), noto per i suoi cestini di bambù, dice che le sue opere più recenti “rappresentano una ricerca della bellezza e della precisione nella natura e un modo per bilanciare il caos evidente di questi tempi”. Hiroyuki Shindo (Giappone) tesse a mano tessuti con un proprio metodo per la tintura indaco naturale, un processo che richiede diversi giorni per essere completato. Per il suo lavoro tessile su larga scala, Ane Henriksen (Danimarca) realizza strisce di stuoie di gomma con materiali di scarto contaminati dall’olio che ha trovato lungo la costa occidentale della Danimarca, invitando lo spettatore ad affrontare le questioni ambientali globali. Chiyoko Tanaka (Giappone) vede la tessitura come una rappresentazione del tempo che passa. Attraverso il suo processo di “macinazione”, eleva il meno che perfetto, stendendo i suoi intrecci di lino sul terreno di mattoni o pietra, incorporando la terra sul suo lavoro. Il cestaio Markku Kosonen (Finlandia) ha sovvertito il simbolismo e l’utilità tradizionale del salice per creare nuove opere e/o funzioni.

Toshio Sekiji, Kari Lønning. Photo credit Tom Grotta

Artisti presenti: Jane Balsgaard (Danimarca), Birgit Birkkjær (Danimarca), Gjertrud Hals (Norvegia), Norie Hatakeyama (Giappone), Ane Henriksen (Danimarca), Agneta Hobin (Finlandia), Kazue Honma (Giappone), Mutsumi Iwasaki (Giappone), Kiyomi Iwata (Giappone), Tomika Kawata (Giappone), Masakazu Kobayashi (Giappone), Naomi Kobayashi (Giappone), Yasuhisa Kohyama (Giappone), Markku Kosonen (Finlandia), Kyoko Kumai (Giappone), Åse Ljones (Norvegia),Kari Lønning (Norvegia), Keiji Nio (Giappone), Mia Olsson (Svezia), Gudrun Pagter (Danimarca), Toshio Sekiji (Giappone), Hisako Sekijima (Giappone), Kay Sekimachi (Stati Uniti), Naoko Serino (Giappone), Hiroyuki Shindo (Giappone), Jin-Sook So (Korea/Svezia), Grethe Sørensen (Danimarca), Kari Stiansen (Danimarca), Noriko Takamiya (Giappone), Hideho Tanaka (Giappone), Tsuruko Tanikawa (Giappone), Chiyoko Tanaka (Giappone), Jun Tomita (Giappone), Eva Vargo (Svezia), Ulla-Maija Vikman (Finlandia), Merja Winqvist (Finlandia), Grethe Wittrock (Danimarca), Jiro Yonezawa (Giappone), Masako Yoshida (Giappone)

Sarà disponibile un catalogo a colori della mostra con lo stesso titolo.
Orari della mostra: 25 settembre, dalle 11:00 alle 18:00; 26 settembre, dalle 11:00 alle 17:00; 27 settembre – 2 ottobre, tutti i giorni dalle 10:00 alle 17:00; 3 ottobre, dalle 11:00 alle 17:00. La prenotazione è obbligatoria.

Toshio Sekiji, Merja Winqvist. Photo credit Tom Grotta

browngrotta arts

Da oltre 30 anni, browngrotta arts ha portato avanti  la Fiber Art contemporanea curando ed esponendo famosi artisti che sperimentano le tecniche della Fiber Art nell’uso di materiali morbidi . Rappresentando molti degli artisti che hanno contribuito a definire la moderna Fiber Art dagli anni ’50, browngrotta arts riflette l’occhio e l’intelligenza dei suoi registi, marito e moglie, Tom Grotta e Rhonda Brown.

Fondata nel 1987 a Wilton, in Connecticut, browngrotta arts mette in mostra opere scultoree e miste uniche con un’enfasi sul concetto, supportata dalla tecnica. Il focus del lavoro è sui materiali e sulla padronanza tecnica dell’artista in quanto intrinseci al significato dell’opera, privilegiando il valore estetico sull’utilità. Le opere d’arte di qualità museale di oltre 100 artisti internazionali sono rappresentate attraverso cataloghi d’arte, fiere d’arte, mostre in collaborazione in musei, spazi commerciali e una galleria online.

I fondatori aprono la loro casa privata – un fienile a due piani costruito nel 1895 ampliato e modernizzato dall’architetto David Ling nel 2000 – per “Art in the Barn”, una mostra annuale unica in stile salotto. Oltre 1067 metri quadrati di spazio con una vista panoramica di circa 16 metri, consentono di sperimentare opere che riflettono un complesso spazio illusorio. I soffitti alti 6 metri consentono l’installazione di sculture alte e due pareti autoportanti consentono di appendere le opere che meglio si adattano a questo tipo di esposizione. L’ambiente abitativo permette inoltre di esporre in situ le opere d’arte. browngrotta arts ha pubblicato 50 cataloghi d’arte e allocato opere in collezioni private e aziendali negli Stati Uniti e all’estero, comprese le collezioni permanenti del Metropolitan Museum of Art, Museum of Arts and Design, Art Institute of Chicago, Philadelphia Museum of Art e il Renwick Gallery del Museo Smithsonian. Inoltre, collaborano regolarmente con architetti e interior designer offrendo consulenza per opere d’arte commissionate e installazioni site-specific per spazi commerciali e residenziali.
Una selezione di opere è in mostra e disponibile per richieste di vendita nel sitoweb: browngrotta.com.

Kyoko Kumai, Agneta Hobin. Photo credit Tom Grotta