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CENZO COCCA “Mascherzi?”

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ESPOSIZIONE PERSONALE
Dal 21 al 27 luglio -Floréal Belleville, 75020-Paris
Dal 30 luglio al 5 agosto – Galerie Jacques Lévy, 75003-Paris

Presentato dall’associazione  Limen_Art
Curatela: Fabrizia Atzei
Contact limen.Art75@gmail.com
VERNISSAGE
venerdi 21 luglio a partire dalle 18h

L’associazione Limen_Art è felice di annunciare la prima personale in Francia dell’artista di Fiber Art Cenzo Cocca. La mostra presenterà una ventina di opere, tra i ritratti cuciti, un lavoro che l’artista alimenta dal 2016 e le maschere realizzate nel 2023. In quest’ultima serie, Cenzo condensa in un unico supporto tutta la ricerca che ha sviluppato negli ultimi sette anni; un’analisi profonda e poetica della vita, dell’orizzonte del tempo, dell’essere e del percepire.

« Mascherzi? » esplora e sviluppa il tema della memoria, intesa in tutta la sua risonanza semantica e antropologica, e come essa influisce sulla percezione della nostra « realtà ».

La memoria, un concetto radicato nell’essere umano, si deposita nei luoghi che abitiamo e

in altri luoghi prende posto nella nostra mente. Essa “arriva come una piccola corda dal cielo” che ci riporta alla realtà, al nostro io che emerge dal flusso incessante dei ricordi e dalla selezione che sfugge alla dimenticanza. L’artista propone un viaggio, un percorso sensoriale attraverso le architetture della memoria, della coscienza del mondo e del se, dove i fili hanno i colori dell’infanzia, il lessico la poetica del quotidiano e l’odore del suo amato Sud, ricco di orgogliose tradizioni e ricordi saggi. Lo spettatore si trova a camminare su una linea astratta del tempo e della crescita. Cucire diventa un ponte tra conscio e inconscio, un interstizio, poroso che lega tutti gli strati di un esistenza e che si fa spazio tra la semplicità delle parole, l’intricatezza del pensiero e la potenza dell’immagine.

Influenzato direttamente dagli studi d’arte e neuroscienza, sulla visione, la memoria e la percezione, l’artista ha canalizzato le sue ultime ricerche sul modello della maschera, un dispositivo che nasconde, rivela e protegge. Questo oggetto altamente allegorico e simbolico gli permette di scherzare con la realtà e i suoi significati culturali, ma anche di tessere narrazioni intime e complesse sull’apprendimento,  sui  processi  mentali, la rappresentazione e l’identità. Tuttavia, è altrettanto vero che la maschera è anche un gioco di dissimulazione che ci offre uno scorcio soggettivo della realtà. L’uomo familiarizza con i volti, i lineamenti e gli sguardi, facendone lo specchio dell’esperienza e dell’anima, si fida dei sensi e si adatta a ricordi condivisi, costruendo così il totem della sua identità. Ma al di là delle impressioni, la “persona” rimane un’illusione. Cenzo svela l’artificio dell’uomo e l’artificio della memoria, in un percorso complesso ma ironico che ci porta a dire « MASCHERZI? ».

In questo gioco di analogie e contraddizioni, la maschera diventa, per antifrasi, metafora del vissuto e il feticcio di una realtà invisibile. Alcune opere riprendono la tradizione sarda, altre adottano caratteristiche animalesche, in un collage di sovrapposizioni e sostituzioni organiche che rivelano le falle dell’essere e i paradossi della cultura.

A questo ventaglio di « personaggi » si accompagna un altra forma di memoria, i ritratti, i cui volti evocano identità profonde che conservano intatto il filo sottile che lega tempo e memoria. L’artista lavora il fronte e il retro della carta, senza predilezione ne gerarchia, combinando collage, filo, poesia, concetti e ricordi. Il risultato è un corpo di opere
a metà strada tra l’astrazione e la figurazione che si offrono a una lettura stratificata. Ogni dettaglio invia segnali che vengono elaborati personalmente da ciascuno di noi e che evocano racconti e memorie latenti. Le opere diventano mutevoli, ricche di emozioni, vive, come un diario d’infanzia che abbraccia una vita intera.
In questo punto di giunzione e sinestesia artistica che é «Mascherzi?», dove filo, parola e personaggio convergono, si intrecciano e soprattutto coesistono, la maschera si conferma come simbolo di transizione e trasformazione. Essa porta a ripensare la realtà e noi stessi, ed é su questo rito di passaggio, questo spazio sospeso verso un « altrove », che si colloca il lavoro di Cenzo. Siamo nel mezzo di memorie scelte e memorie in costruzione e in quel luogo liminale tra il ritratto e la maschera: l’uomo.

Andrea Cocca, in arte Cenzo, è nato nel 1994 a Ghilarza, in Sardegna.

Attualmente vive e lavora a Olmedo.

Ha iniziato il suo percorso artistico nel 2015, entrando all’Istituto Moda Immagine di Giuseppe Pinu a Nuoro. Durante gli studi di moda, si avvicina al mondo dell’arte come autodidatta e inizia a sviluppare un linguaggio libero e intimo che unisce arte contemporanea e sartoria. Il suo processo artistico si contraddistingue per l’utilizzo di tecniche semplici e materiali della quotidianità, come aghi, filo, fogli, e carte da gioco, con i quali da vita a un universo allegorico fatto di racconti e novelle nelle quali lo spettatore si ritrova e si riscopre.

Il suo lavoro é stato oggetto di diverse esposizioni personali. Tra le più recenti si contano «Colmando il vuoto aprendo gli occhi», a cura di Barbara Pavan e Susanna Cati, Perugia, Scd Art Studio; «Segnali di vita», a cura di Chiara Manca, MANCASPAZIO, Nuoro. Ha ugualmente partecipato a recenti esposizioni collettive e fiere, tra cui« APPUNTI SU QUESTO TEMPO », a cura di Barbara Pavan, Casermarcheologica, San Sepolcro; FIBERSTORMING, un progetto dedicato alla Fiber Art contemporanea, promosso da ArteMorbida Textile Arts, a cura di Barbara Pavan; BERGAMO ARTE FIERA, spazio ArteMorbida, nell’ambito di XS PROJECT, a cura di Barbara Pavan; ROMA ARTE IN NUVOLA, a Roma Palazzo La Nuvola di Fuksas, con la galleria MANCASPAZIO, Nuoro. Le sue opere sono state incluse in diverse mostre collettive presso musei come la Pinacoteca Nazionale Sassari, il Museo M.A.S.E di Alghero e il MURATS, Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda di Samugheo.