CRONACHE DAL MURATS: Le molte Animas di Maria Jole Serreli
L’installazione realizzata da Maria Jole Serreli per la Biennale di Fiber Art della Sardegna (un’opera sorella è esposta in permanenza al Museo Limen di Vibo Valentia) è la sintesi della sua ricerca artistica degli ultimi otto anni. ANIMAS. OMAGGIO ALLA TESSITRICE è un tributo alla pazienza e alla determinazione di generazioni di donne, tessitrici e ricamatrici, fondamentali artefici della conservazione e della trasmissione della cultura e della tradizione tessile (e non solo) del territorio. Ed è, al contempo, anche un atto d’amore per la storia e la fatica di quelle che l’artista chiama madri, le tante donne della sua vita.
ANIMAS. OMAGGIO ALLA TESSITRICE, installazione con cesto cucito, 2021, cm.250×280, Museo MURATS, INVENTARIO20 Biennale di FiberArt della Sardegna
ANIMAS. NIDO DI SETA, opera in permanenza presso il Museo Limen di Vibo Valentia
Artista poliedrica, Serreli ha nella narrazione la maggior fonte di ispirazione per il suo lavoro: “Il racconto è fondamentale per me, è la traccia da cui parto per creare un’opera e scelgo il materiale a seconda dell’idea che voglio sviluppare. Ogni opera ha una sua voce e per ognuna è indispensabile trovare il giusto medium affinché quella voce trasformi a sua volta il lavoro in racconto. Ci sono storie che sento l’urgenza di trasmettere: per alcune occorre il timbro cupo della pietra, per altre il calore avvolgente dell’argilla, altre ancora necessitano del conforto della memoria dei fili e dei tessuti.” Questa volontà di conferire alla propria arte l’onere della testimonianza e della veicolazione di sentimenti, di conoscenze e di esperienze – personali o collettive – fa dell’artista una cantastorie e della sua arte uno strumento di amplificazione, di divulgazione. Non a caso, confida “gli interventi più sofferti sono anche quelli in cui sperimento la massima libertà del raccontare me, la mia verità; e questo avviene spesso nell’atto performativo”.
Performance e installazione site specific in occasione del vernissage della mostra personale MEMORIE a cura di Efisio Carbone.
Maria Jole Serreli, accompagnata da Maria Grazia Medda, Cripta Santa Restituta, 2018
Il legame ancestrale con la sua isola, la definizione dell’identità culturale e il significato delle radici, al centro della sua ricerca umana ed artistica, trovano la forma espressiva ideale essenzialmente attraverso le arti tessili. A queste tecniche è approdata già nel 2003 ma quando otto anni fa ha ereditato dalla prozia la casa della bisnonna con tutto il suo contenuto di oggetti e ricordi (insieme ad un tesoro di fili e tessuti) ha approfondito la riflessione sul valore e sul senso della memoria: “Ho deciso di spogliare la casa di tutto ciò che vi era contenuto: posate e piatti, tessuti, libri, arredi…. Ogni oggetto è stato rielaborato, trasfigurato e ricollocato all’interno della casa.” Un ribaltamento in cui lo sguardo dell’artista non è cristallizzato sul passato ma sul futuro: gli oggetti e la casa conservano memoria del passaggio degli uomini, il dovere/potere dell’artista è quello di rendere palese e rileggerne la storia per restituirne la narrazione nel presente non come un’esperienza finita e consumata ma come elemento vivo privo di un tempo definito e delimitato, vero in questo istante come per l’eternità.
Già con la sua personale Trasfigurazioni, curata da Baingio Cuccu al MURATS, Serreli aveva realizzato Animas una serie di opere che erano figlie di quella ritrovata necessità di creare un legame che attraversasse il tempo e ancorasse le storie degli uomini a quelle della loro terra: “È stato emotivamente faticoso e doloroso liberare la casa: mi era insopportabile l’idea di buttare anche solo il più piccolo lembo di tessuto o un semplice bottone. Mi sembrava di tradire e cancellare il ricordo delle tante ore trascorse da una delle zie a ricamare e cucire, il lavoro che consentiva loro di vivere. Sentivo di dover conservare quella memoria che riconoscevo in ogni singolo oggetto e che era così intimamente legata alle mie radici. L’arte mi ha consentito addirittura un ulteriore passo, quello di regalare ad ognuno un’altra vita, un futuro.”
Questo percorso è stato proposto successivamente in A casa mia avevo tre sedie, la grande mostra curata da Simona Campus che l’EXMA di Cagliari ha dedicato all’artista in cui la casa ed il suo contenuto sono stati fedelmente ricostruiti.
L’Isola è sempre presente. Quando le chiedo quali siano i suoi maestri o gli artisti con cui sente maggiore affinità risponde “sono molti quelli che stimo e di cui ammiro la ricerca: Gianni Colombo ad esempio o Achille Pace, Franca Sonnino, la straordinaria Chiharu Shiota e, naturalmente, la nostra Maria Lai, la prima artista sarda che attraverso la Fiber Art ha raccontato la nostra isola al mondo. E ancora lo straordinario Ciusa o Nivola, ma anche Manzù, Giacometti e Christo, solo per citarne alcuni. Ma l’unico che sento davvero di definire il mio Maestro è Pinuccio Sciola del quale conservo vivi, nitidi e presenti tutti i momenti vissuti insieme, i suoi consigli e gli insegnamenti di undici anni di frequentazione artistica che ho avuto il privilegio di vivere. A lui sono ispirate opere come Pietre e Ikigai“
Quanto la cifra affettiva del legame sia la misura del suo lavoro ce lo dice l’opera dalla quale, dice, non si separerebbe mai: “la prima formica. Come dicevo nella casa della mia bisnonna erano custoditi innumerevoli oggetti appartenuti ai miei avi. All’interno della macchina da cucire di mia zia, ho trovato una quantità di tessuti e avanzi di fili, tutti appallottolati stretti come in un grande abbraccio. Mi sono commossa ripensando a come conservasse qualunque piccola cosa che potesse tornare utile in momenti di necessità, al rispetto per le cose e per il loro valore: questa parsimonia mi ha ricordato la faticosa virtù della formica, e da quei tessuti è nata la serie di opere Animas/Formiche. Non credo riuscirò mai a separarmi dalla prima.”
“Il mio maestro – conclude – diceva sempre che la missione principale di un artista era di entrare nel cuore delle persone, restare nelle loro anime. E questo rimane il mio obbiettivo.”
ANIMAS FORMICA, 2015, cm.35X45
Maria Jole Serreli è attualmente impegnata in un progetto in Cina, dove è stata invitata a realizzare dei bozzetti in cui coniuga la ceramica e il tessuto locale, il ramiè. Dopo la pausa dovuta alla pandemia, ha ripreso a lavorare a questa che diventerà una installazione permanente per il Chongqing Rongchang Wanling Museum. Tra le sue priorità per il futuro prossimo c’è la valorizzazione attraverso l’arte e la cultura del territorio di Marrubiu dove vive e lavora. I suoi lavori sono in permanenza presso la Galleria Lettera E di Roma, la Galleria GammaEpsillon di Atene e ArteCircuito di Sassari.
- 1,2,3 OMAGGIO ALLA TESSITRICE, installazione con cesto cucito, 2021, cm.250×280, Museo MURATS, INVENTARIO20 Biennale di FiberArt della Sardegna
- 4. ANIMAS. TESSERE, anno 2016, cm.100×160
- 5. BAULE DI MEMORIE, 2018, installazione site specific
- 6. REMEMBERING RONCHANG, 2019/20, esposta in anteprima in occasione della mostra personale A CASA MIA AVEVO TRE SEDIE, ph.credit/courtesy EXMA Cagliari
- 7. ANIMAS MAMMAI, Ritratto, 2018, cm.70×170
- 8. ANIMAS MEMORY, 2016, installazione
- 9. ANIMAS MEMORY, 2016, installazione
- 10. ANIMAS. IL MIO NIDO, 2015, installazione
- 11. ANIMAS, PRESENZA, 2016, installazione
- 12. Opera prima del progetto ICONICA, cm.50×50