CRYSTAL GREGORY
*Foto in evidenza: Portrait Series, Together, tessuto realizzato a mano su cemento 60in x 60in, 2019, copyright Crystal Gregory
La pratica di Crystal Gregory, scultrice tessile, classe 1983, si fonda sulla tessitura ed esplora i temi dell’intreccio e della costruzione dello spazio, mettendo in relazione tessitura e architettura, con particolare attenzione al valore costruttivo dell’architettura tessile. Le sue opere nascono dall’incontro tra materiali con identità diverse che l’artista reinterpreta mettendone in discussione ruolo e funzione.
Crystal Gregory si è laureata presso l’Università dell’Oregon e ha ricevuto il suo MFA alla School of the Art Institute of Chicago dal Dipartimento di studi su fibre e materiali (School of the Art Institute of Chicago from the Fiber and Material Studies Department).
Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre personali e collettive presso musei e gallerie tra cui il Rockwell Museum of Art, la Dorsky Gallery Curatorial Projects, The Hunterdon Art Museum e il Black and White Project Space.
Attualmente la Gregory è Associate Professor presso la School of Arts and Visual Studies dell’Università del Kentucky.
https://www.crystalgregory.org/
instagram @crystalirenegregory
Quando hai deciso di diventare un’artista e perché, tra molteplici linguaggi, adotti la tessitura come base del tuo lavoro? Cosa rappresenta per te questo medium?
Il mio approccio alla pratica artistica avviene attraverso le mie mani. Mi avvicino ad essa attraverso il mio corpo. Attraverso il fare, il toccare, il torcere, il capire i materiali, l’espandere la mia comprensione degli stessi – giocando e condividendo.
Mi approccio alla pratica come uno scultore che considera ogni materiale come uno strumento di indagine sulla condizione umana. Ho scelto una pratica artistica che incorpora processi lunghi come la tessitura per concedermi il tempo che ritengo necessario per arrivare a conoscere davvero un materiale – ore in cui le mie mani si muovono e la mia mente ha lo spazio per sviluppare il mio pensiero. La costruzione di una tessitura richiede azioni ripetitive che si sviluppano ed emergono l’una dall’altra. Ogni passo dipende da quello precedente ed è consapevole di quello successivo.
Una tessitura cresce, si sviluppa, si arricchisce e cambia. È flessibile e in costante movimento. Penso alla mia pratica di tessitura come a una ricerca vivente di natura lineare e ciclica, che richiede cura e manutenzione costanti per progredire.
Mi piace molto la seconda parte della domanda: “Perché, tra i tanti linguaggi, ha adottato la tessitura come base del suo lavoro?”. La tessitura è un linguaggio. Parla attraverso il tatto. Scrive attraverso linee di filo disposte una ad una in una rete di ordito. Il tessuto è un materiale profondamente radicato nell’esperienza umana. E per questo contiene innumerevoli metafore. Sembra che di anno in anno mi innamori di un aspetto diverso del tessile. Il tessuto è un materiale che si rivela continuamente e che mantiene sempre alto il livello della mia attenzione.

Qual è il tema centrale che sviluppi attraverso il tuo lavoro?
Anni Albers spiega che se l’architettura è stabile e permanente, il suo opposto è invece il tessuto, pieghevole e mobile. Ogni ulteriore considerazione mostrerebbe più similitudini che differenze. Entrambi i mezzi definiscono lo spazio, procurano riparo e garantiscono la privacy. Il tessuto, tuttavia, ha il vantaggio della flessibilità . È un piano semi-dimensionale che ha la capacità di piegarsi, drappeggiarsi, muoversi e adattarsi all’ambiente circostante. È malleabile.
Il mio lavoro utilizza la costruzione del tessuto come centro fondamentale, un punto di partenza e un punto di ritorno. Con una formazione in tessitura, mi vedo, in ultima analisi, come un costruttore. Traggo un collegamento evidente tra le linee di filo posate perpendicolarmente nell’ordito e la costruzione di spazi architettonici. La duttilità di un filo gli conferisce la capacità di adattarsi, di piegarsi e serpeggiare o di essere messo in tensione e sostenere un peso. L’argomentazione a favore di un “pensiero tessile” è quindi quella di una flessibilità strutturale, o di una pratica di pensiero che permetta l’unione di paradossi e intersezioni di parti diverse. Una struttura tessuta è sufficientemente aperta per portare con sé la sua storia complessa e contemporaneamente mantenere uno spazio per la novità dei contesti attuali. I parametri della tessitura e dell’architettura – il loro processo, la loro utilità , la loro griglia – sono robusti e stabili e allo stesso tempo malleabili e assorbenti.

Molte delle tue opere nascono dall’incontro e dalla relazione, concettuale ma anche concreta, che si stabilisce tra materiali molto diversi come ad esempio il tessuto e il cemento. Vorresti parlarmi del ruolo e del significato che i materiali rivestono nella tua ricerca e del modo in cui li metti in connessione attraverso il tuo lavoro?
Nella mia serie di opere tessute ho incorporato in supporti di cemento dei pizzi huck. Queste opere, dei dipinti materici esposti a parete, invitano lo spettatore a viverle come un quadro astratto di linee colorate e griglie serpeggianti. Eppure la loro materialità , la loro storia di utilità , la loro superficie e la loro consistenza richiedono maggiori attenzioni da parte dell’osservatore. I materiali e le loro associazioni culturali sono al centro di questo lavoro e, mentre cerco di analizzare i significati propri del pizzo e del cemento, incorporo le contraddizioni intrinseche di questi materiali nella strategia concettuale.
Nella cultura contemporanea il cemento simboleggia forza, struttura e stabilità . Il cemento, per molti versi, è stato contrapposto al tessuto. La sua composizione materiale è intesa come fredda, dura e pesante. È un materiale a compressione ed esercita la sua forza sopportando il peso che vi si accumula. Eppure, senza armatura (spesso una rete o una struttura intrecciata) il calcestruzzo è incline a creparsi e a sgretolarsi, rivelando la sua incapacità di adattarsi. I tessuti, invece, sono morbidi e malleabili. Anch’essi hanno forza, ma attraverso le proprietà di trazione; esercitano invece flessibilità e movimento. La resistenza alla trazione si esercita tirando e allungando i tessuti, che sono in grado di sopportare carichi pesanti. Attraverso queste caratteristiche fisiche abbiamo in qualche modo assegnato gerarchie di forza, spesso associando questi materiali al genere o alla sessualità . Ad uno sguardo più attento siamo in grado di riorganizzare la nostra comprensione di questi punti di forza e debolezza, riconoscendo il valore di ciascuna proprietà come utile.
In questo lavoro posso giocare con il colore e la forma e creare in modi diversi. Il processo di tessitura è lento e meticoloso e mi permette di giocare con il colore e la trama man mano che la tessitura cresce. Una volta raggiunta la fine dell’ordito, tolgo la tensione e vedo la tessitura per la prima volta. Successivamente, lavoro alla disposizione e alla composizione di questa nuova materia prima. Questo processo è in contrasto con la lentezza e la meticolosità della tessitura. È polveroso e veloce. Lavoro il cemento umido sulla superficie del tessuto, incorporando i fili e bloccandone definitivamente il movimento.

The Event of the Thread è una installazione performativa in cui mostri le possibili interazioni tra tessuto, impalcature da costruzione e cemento, materiali diversi per natura e funzione. Attraverso la collaborazione con la compagnia di danza The Moving Architects, entra poi a far parte di questa complessa architettura anche un quarto elemento: il corpo umano. Quale è la riflessione che guida l’intero progetto e come è nata l’idea di inserire la collaborazione con un corpo di ballo?
The Event of a Thread (L’evento di un filo) è un titolo utilizzato da molti artisti negli ultimi anni, tra cui spicca l’opera di Ann Hamilton del 2013 al Park Avenue Armory. Questa scelta di titoli si rifà al 1965, quando Anni Albers descrisse “l’evento di un filo” come qualcosa di multilineare, senza inizio né fine: più in generale, significava la possibilità costante di rivalutare le relazioni e ristrutturare le connessioni.
Il titolo suggerisce movimento, azione e performance; qualcosa che non è mai fermo ed è in costante divenire. Quando un filo è disposto nell’ordito, viene messo in tensione e sottoposto a una marcia di movimento verso l’alto o verso il basso. Quando un filo viene steso nella trama, serpeggia sotto e sopra i suoi fili d’ordito fino a quando non viene liberato dalla tensione del telaio e gli viene permesso di cambiare forma, di conformarsi a ogni nuova circostanza o ambiente. Sia nella costruzione di una tessitura che nel movimento di un tessuto, il filo non è mai fermo.
Nella mia installazione i materiali scelti sono quelli di supporto e transizione: impalcature industriali, tessuti e tubi di cemento. In questa installazione questi materiali di uso comune sono presi dal loro ambiente naturale e sono chiamati a mettere in scena sistemi di sostegno reciproco. Uso i materiali industriali per allungare e sostenere la tessitura creando un secondo telaio all’interno della galleria. In questo lavoro gioco con la doppia trama, che è un processo di tessitura che permette al tessitore di tessere più strati sullo stesso ordito. L’ampiezza della tessitura permette di avere aree di tessuto di larghezza doppia rispetto al telaio, di creare aree di intersezione e tasche o di tessere due strati separati. Con questa struttura di tessitura il tessitore può davvero giocare con il tessuto come oggetto tridimensionale.

Per questo lavoro ho avuto l’incredibile opportunità di collaborare con la compagnia di danza moderna The Moving Architects. Lavorando a stretto contatto con la regista e coreografa Erin Carlise Norton e due dei suoi ballerini. Abbiamo parlato del movimento nello studio, del movimento intorno alla funzione di un tessuto e dei gesti emotivi di questo lavoro. Abbiamo lavorato e provato per tre giorni nel mio studio e nell’installazione creata al Museo 21c. Il pezzo che abbiamo creato incorpora frasi di azioni e movimenti che descrivono la forza e il rilascio – il sostegno e la duttilità – la forza e la morbidezza. Quello che abbiamo fatto lo sto ancora capendo, perché lo spazio tra questi due media – danza e scultura – è vasto. Per la prima volta sto pensando al tempo, alla narrazione, al personaggio, al racconto di una storia implicito nella scultura.
Nel corso della mostra ho attivamente modificato la scultura, spostando e cambiando la composizione dei materiali ogni settimana per imitare le posture e i gesti svelati dai corpi dei danzatori. Ogni nuova composizione esprime il tentativo di trovare nuove posture di equilibrio e di sostegno. Il lavoro è una performance in continua evoluzione. Non è teso alla ricerca di un traguardo, ma raccoglie momenti di immobilità .
Tra i tuoi progetti più recenti troviamo l’installazione permanente che hai realizzato presso la Banca di San Antonio? Mi puoi parlare di questo progetto e di come è nato?
Weight in a Field of Color è un progetto creato per il vano scale dell’edificio Credit Human, a San Antonio. L’opera consiste in sette tessiture di 30 piedi installate dall’11° al 5° piano. Ogni tessuto incorpora negli orditi di cotone dai colori vivaci delle catenelle di acciaio a palline, aggiungendo peso agli avvallamenti di ogni drappo. Il peso mi ha aiutato a definire la forma di ogni pezzo e mi è piaciuto trasformare la storia della funzione comune di questa catena metallica elevandola a materiale elegante, che cattura e riflette la luce.
Mentre lo spettatore percorre la scala, percepisce l’opera da diverse angolazioni, capovolgendo il ruolo dell’architettura e del tessuto. Il tessuto diventa monumentale – questo progetto mi ha fatto pensare a come un tessuto sia solitamente considerato come lo spazio più piccolo e intimo che una persona possa portare con sé. Espandendo questa idea verso l’esterno, è stato facile comprendere la correlazione tra gli spazi che intercorrono tra gli abiti e la pelle e lo spazio tra gli abiti e il soffitto. Sono entrambi spazi che avvolgono il corpo. Entrambi i materiali hanno un effetto sull’individuo e, in ultima analisi, condizionano la persona. In altre parole, gli ambienti che ci circondano possono sia plasmare che essere plasmati
In che modo l’ambiente, i luoghi della quotidianità , la tua comunità artistica di riferimento, influenzano il tuo lavoro?
Trovo che il mondo della fibra sia pieno di persone davvero generose. Ho avuto tante esperienze in tutto il Paese e a livello internazionale con artisti e creatori che lavorano nel settore tessile e che sono disposti a condividere la loro passione sostenendosi rispettivamente. Questo spirito ha influenzato molto il mio lavoro. Vedo il mio lavoro come incredibilmente personale e allo stesso tempo universale, in quanto tutti condividiamo la conoscenza dell’uso e del tatto dei tessuti. Attualmente ricopro il ruolo di professore associato presso la Scuola di Arte e Studi Visivi dell’Università del Kentucky. Attraverso l’insegnamento ho la possibilità di proseguire in questo filone e di condividere la mia passione e le mie conoscenze aiutando altri artisti.
A cosa stai lavorando in questo momento?
Sono molto entusiasta dei tre progetti che sto attualmente sviluppando nel mio studio. Il primo progetto è una collaborazione con l’artista Alexa Williams e sarà esposto nel centro di Brooklyn a settembre del 2022. Il secondo è un nuovo lavoro in collaborazione con The Moving Architects. Creeremo una seconda iterazione dell’installazione e dell’opera di danza The Event of the Thread. Presenterò un’installazione e un laboratorio di movimento con la compagnia di danza questo inverno, nella speranza di esporre in Europa l’anno successivo. Infine, sono in corso le mie ricerche sulla tessitura digitale che saranno esposte in una prossima mostra con il Tappan Collective di Los Angeles.
Bodies at Rest in collaborazione con Alexa Williams
Una tessitura impiega un sistema di intersezioni che crea una struttura reticolare utilizzando due parti divergenti: l’ordito e la trama. Per la nostra mostra, Bodies at Rest, utilizzeremo come telaio le colonne del 15 Metro Tech, nel centro di Brooklyn. Cinghie da carico blu e corde dai colori vivaci disposte a 12 piedi di altezza e sospese a 35 piedi di larghezza creano un “ordito” orizzontale all’interno dell’atrio. Nel vivace ordito colorato sarà inserita una trama di lastre di ottone, audaci e riflettenti. Gli ottoni saranno in equilibrio grazie alla rete che ne sosterrà il peso.
In questo lavoro utilizziamo materiali associati alla costruzione, al trasporto e all’architettura, per rivalutare radicalmente le percezioni di genere dell’intimità , della vulnerabilità e della forza. I materiali all’interno di questa scultura diventano avatar dei nostri corpi e creano una testimonianza dello sforzo fisico, mentale ed emotivo che è necessario per realizzare le nostre sculture in collaborazione. Questi sono i gesti femministi che sostengono la crescita e danno possibilità , permettendo a ogni postura di fungere da insegnamento e di essere ricordata.
Shapes of Movement In collaborazione con The Moving Architects
In questo nuovo progetto vengono esplorati i parametri dei tessuti e dell’architettura in relazione al movimento – movimento descritto e ricordato attraverso il paesaggio materiale che lo delinea. Il movimento attraverso un paesaggio, la duttilità di un tessuto e i suoi sistemi reticolari sono descritti ed esplorati in relazione alle strutture sociali della cittadinanza e alle parti intersecanti di un insieme. In definitiva, il riconoscimento di questi sistemi come confini e bordi descrive la vita al loro interno.
Per questo lavoro, un’installazione intrecciata interseca l’architettura con pareti permeabili e trasferibili. I danzatori cambieranno la forma dello spazio attraverso il movimento del tessuto per creare nuove composizioni durante l’arco della performance.
Digital weaving
L’Università del Kentucky ha recentemente acquistato un nuovo telaio, il TC2. Questo telaio mi permette di progettare l’intersezione di ogni ordito e trama individualmente, aprendo enormi possibilità all’intreccio. Sto lavorando sul TC2 per produrre una nuova serie di opere murali che indagano su strutture di trama e forme complesse attraverso la doppia tessitura.