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Debutto di Finestre Migranti al Palazzo della Gran Guardia di Verona

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UN PROGETTO APERTO

 A cura di ANNAMARIA BRENTI e SILVANA ZENATELLO

Nei giorni dal 25 al 28 Aprile a Verona, presso il Palazzo della Gran Guardia si è tenuta la prima mostra di Finestre Migranti, quasi 80 metri lineari di lavori tessili provenienti da tre Continenti. Tante e diverse le declinazioni del tema delle migrazioni. Fondamentale il contributo di Silvana Zenatello che oltre a realizzare più lavori per la mostra, ha progettato l’intero spazio espositivo all’interno della Sala Polifunzionale del Palazzo della Gran Guardia.

Avevamo parlato (QUI) del progetto “Finestre Migranti”, di come sia nato e come sia cresciuto assumendo un carattere spiccatamente internazionale.

Segnaliamo che trattandosi appunto di un progetto aperto, chi volesse può ancora aderire iscrivendosi al gruppo facebook “quilts migranti” e scaricare i modelli e le istruzioni sul sito www.annamariabrentiquiltstudio.com

Molti e interessanti sono stati i lavori esposti, tra i lavori di maggiori dimensioni c’erano: “Oltre L’Onda” dell’artista e ideatrice del progetto, Annamaria Brenti e l’opera “El Condor Pasa” di un gruppo di artisti cileni guidati dall’artista e insegnante Lucia Stacchetti.

“Oltre L’Onda” Annamaria Brenti

OLTRE L’ONDA

La quilt  di Annamaria Brenti “Oltre l’Onda”, rappresenta, come suggerisce il titolo, una grande onda, un dichiarato richiamo all’opera di Katsushika Hokusai “La Grande Onda di Kanagawa”. Nella parte centrale è stata ricamata l’immagine di una Firenze colorata in rosa come fosse un miraggio, una città dorata, meta ideale di chi si avventura in mare in cerca di un nuovo futuro.

Ricami a punto catenella rinviano ai racconti dei migranti e alle loro storie, testimonianze raccolte dall’artista e reperite in letteratura. Il quilt, così come tutto il progetto delle Finestre Migranti, è un lavoro in crescita e trasformazione. Annamaria infatti spiega che aggiungerà man mano nuovi ricami che narreranno nuovi racconti.

Nel centro del quilt, l’artista ha inserito delle parole di speranza (remember, imagine, feel, touch…) ispirate ad una installazione di Yoko Ono del 1994 in cui l’artista invitava a riproporre queste parole/simbolo in altre opere per creare un linguaggio fatto di significati inediti, che lasciasse spazio a nuove chiavi di lettura della realtà. Annamaria ha realizzato le scritte con un vecchio foulard di pizzo della bisnonna, i bordi delle parole volutamente sfilati ad indicare il tempo che passa.

A seguire, una seconda onda stilizzata che diventa un monte colorato in verde con la presenza di alcuni simboli quali il Campanile di Giotto, Duomo di Santa Maria Del Fiore a Firenze, costruito in forma tridimensionale, che si trasforma in una barca, un contenitore pronto ad accogliere i migranti e che conduce ad un mondo ideale rappresentato da fotografie di volti sorridenti racchiusi nelle finestre di cattedrale. Un incontro tra la cultura e l’arte occidentale (rappresentate dai richiami al sorriso della Primavera del Botticelli e della Gioconda) con le culture africane, rappresentate dal volto degli idoli parte di questa identità culturale.

Nell’ultima porzione del quilt, è inserito un nuovo elemento tessile tridimensionale, la Cupola del Brunelleschi del Duomo di Firenze, che si sposta e lascia spazio, in un gesto universale di accoglienza e invito per tutti i popoli migranti della storia, di oggi e di sempre.

EL CONDOR PASA

El Condor Pasa è un lavoro di gruppo realizzato partendo da un progetto di Lucia Stacchetti (QUI il link alla sua recente intervista per ArteMorbida), sviluppato insieme alle artiste e sue allieve: Jacqueline Astudillo, Marcela Carvajal, Luisa Davanzo, Lorena Espinosa, Monica Pinto, Paula Silva.

Questo grande quilt di circa 7 metri che ha richiesto dieci mesi per la sua realizzazione, riproduce nei colori e nella forma, le caratteristiche geografiche del territorio cileno, un paese lungo e stretto che si estende lungo il confine occidentale del Sud America, con più di 6000 km di costa affacciata sull’Oceano Pacifico e attraversato dalla Cordigliera delle Ande, dove vive e nidifica il Condor, simbolo ufficiale del paese.

Il Cile attualmente sta vivendo un processo migratorio interno nuovo per la sua storia da parte di popolazioni provenienti dal Venezuela e da altri paesi dell’America Latina. Il territorio naturale, i suoi colori, il condor, le migrazioni interne sono gli elementi fondamentali che hanno ispirato questo progetto di finestre migranti.

Le artiste sono partite da un tessuto interamente bianco che è stato tinto con l’ausilio di varie tecniche e l’utilizzo di colori naturali. La stoffa, nella quale sono state inserite, pressandole, vari tipi di foglie, è stata legata e immersa in un contenitore con tinta naturale. Il risultato del processo è una colorazione neutra con impressioni botaniche stampate molto suggestive, che creano un’atmosfera rarefatta e delicata.

La stoffa ha poi avuto un secondo intervento di pittura a spatola per la rappresentazione della Cordigliera delle Ande ed il mare è stato raffigurato usando la tecnica Arashi Shibori.

Lungo tutta la fascia superiore dell’opera è dipinta, in diverse dimensioni, la sagoma del condor che sorvola le Ande, con una tecnica di trasferimento dell’immagine su stoffa mediante rullo.

Inserti in collage sono infine presenti nelle tante finestre di cattedrale che compongono l’intero lavoro.

Nella parte inferiore del quilt, alcuni versi del poema Canto General poesia IX “Que Despierte el Lenador” di Pablo Neruda nella versione originale e nella traduzione italiana, fanno da cornice e rinvio al tema dell’opera.

“Yo también más allá de tus tierras, América,

ando y hago mi casa errante, vuelo, paso,

canto y converso a través de los días”.

“Anche io America molto oltre le tue terre mi reco

e laggiù alzo la mia casa errante, volo, passo,

canto e discorro attraverso i giorni”

Galleria di tutte le opere esposte a Verona Tessile

Maria Rosaria Roseo

English version Dopo una laurea in giurisprudenza e un’esperienza come coautrice di testi giuridici, ho scelto di dedicarmi all’attività di famiglia, che mi ha permesso di conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari di mamma. Nel 2013, per caso, ho conosciuto il quilting frequentando un corso. La passione per l’arte, soprattutto l’arte contemporanea, mi ha avvicinato sempre di più al settore dell’arte tessile che negli anni è diventata una vera e propria passione. Oggi dedico con entusiasmo parte del mio tempo al progetto di Emanuela D’Amico: ArteMorbida, grazie al quale, posso unire il piacere della scrittura al desiderio di contribuire, insieme a preziose collaborazioni, alla diffusione della conoscenza delle arti tessili e di raccontarne passato e presente attraverso gli occhi di alcuni dei più noti artisti tessili del panorama italiano e internazionale.