Mercoledì 27 aprile – sabato 4 giugno 2022
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Fold Gallery è orgogliosa di presentare DRAPE una mostra multidisciplinare che esplora le nozioni di materialità, l’estetica della migrazione e i processi di fare e disfare. I lavori in questa mostra oscillano tra scultura, pittura e artigianato. Tra ceramiche che diventano sculture e oggetti che si trasformano in dipinti, il risultato è un melting pot di materiali e un senso di lavoro in movimento che sottolinea come tutti i processi siano in continua evoluzione.
I tre artisti in questa mostra creano lavori che fanno riferimento al corpo umano e alla propria esperienza, indagando temi come il movimento e spostamento, transizione e isolamento e una consapevolezza del corpo viscerale nel processo di creazione. Queste idee sono esplorate attraverso l’uso e le diverse combinazioni di materiali; l’argilla è cotta con il metallo, gli objet trouvé sono abbinati con la resina, i calchi sono esposti con tessuti cuciti e acciaio. C’è, diffusa, la sensazione che i materiali siano transitori e in continuo cambiamento.

Il lavoro di Nour Jaouda evoca temi legati al movimento e alla politica dell’amnesia culturale. Attraverso la decostruzione dei materiali e la reinterpretazione dell’artigianato tradizionale, frattura le narrazioni per suscitare una riflessione. Il significato è dato dal processo di decostruzione, dove l’atto di disfare e de-costruire diventa un’aggiunta dell’opera piuttosto che una negazione.
Marte Johnslien esplora le idee di scultura circostanziale, l’uso di materiali e tecniche ceramiche che hanno il potenziale di creare sintesi con contesti più ampi e quindi sfidare le concezioni comuni. Alcuni dei contesti che affronta sono l’ecologia, la natura, la percezione e l’applicazione di sistemi e reti.
C’è anche una fissazione con la materialità del colore, e la capacità dell’argilla di legarsi con altri materiali e come questi materiali reagiscono in modo imprevedibile alle alte temperature del forno.

La trasformazione è sempre stata una componente importante anche nella pratica di Andrea V. Wright, attraverso i materiali o la metodologia. Utilizzando riferimenti strutturali geometrici e organici, il suo lavoro impiega un ibrido di elementi controllati: linee pulite altamente rifinite, disposizioni spaziali e composizioni. I materiali contrastanti (pelle, lattice, tessuto, gomma), accoppiati o disposti con le strutture, sono spesso una registrazione di superfici, di momenti nel tempo in cui le opere sono sviluppate all’interno del contesto site-specific. Questi elementi si intrecciano nella sua pratica suggerendo un’architettura velata che riflette la struttura e la posizione del corpo.