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Fray

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Nel 1974, le donne dei gruppi femministi per la presa di coscienza nella città di Eugene, in Oregon hanno formato una finta organizzazione chiamata il Circolo delle Donne che cuciono e la Società Terrorista. Mostrando il loro logo su delle magliette, il gruppo concepisce sarcasticamente la tessitura femminile collettiva come una pratica che può abbattere le convenzioni, minacciare le strutture statali e distruggere il caos politico. Progettando sulla base di questo esempio come fosse la preistoria del fenomeno più recente noto come “craftivism” – le pratiche sociali e politiche associate con i lavori fatti a mano – Fray esplora i tessuti e il loro ruolo in prima linea nei dibattiti sui processi, la materialità, il genere e la razza in tempi di sconvolgimenti economici.

Analizzando da vicino come i principianti e gli artisti degli Stati Uniti e del Cile ricorrano al cucito, alla trecciatura, all’annodatura e al quilting tra l’ascesa della manifatturiera globale, Julia Bryan-Wilson sostiene che i tessuti risolvano il divario alto/basso e ci esorta a pensare in modo flessibile a quali potrebbero essere le politiche dei tessuti.

I suoi casi di studio risalenti al 1970 fino al 1990- compresi i costumi improvvisati della compagnia teatrale Cockettes, gli intrecciati tappeti straccio dell’artista statunitense Harmony Hammond, le sculture formate da fili dell’artista cilena Cecilia Vicuña, i piccoli arazzi cuciti a mano raffiguranti la tortura di Pinochet, e il NAMES Project AIDS Memorial Quilt- sono spesso considerati come prova della natura progressiva intrinseca dei tessuti fatti a mano. Tuttavia, Fray dimostra che questi metodi vengono assunti spesso per fini incerti, lasciando i tessuti “nella mischia” dei dibattiti sul lavoro femminile, forme di protesta, e identità non eterosessuali; la malleabilità della stoffa e della fibra implica che i tessuti possono essere attivati o estesi, in molte direzioni ideologiche.

Il primo libro di storia artistica contemporanea che tratta sia delle belle arti sia dei registri amatoriali dell’arte fatta a mano su vasta scala, Fray svela delle conoscenze cruciali su come i tessuti abitano l’ampio spazio tra i poli artistici e politici – alti e bassi, inesperti e altamente qualificati, conformisti e disobbedienti, artigianato ed arte.

L’autrice

Julia Bryan-Wilson è professoressa di arte moderna e contemporanea e direttrice dell’Arts Research Center alla UC Berkeley. Studiosa e critica, Bryan-Wilson ha scritto articoli apparsi su Afterall, Art Bulletin, Art Journal, Artforum, Bookforum, Camera Obscura, differences, Frieze, Grey Room, October, Parkett, the Journal of Modern Craft, Oxford Art Journal, TDR: The Drama Review, e molti altri. Bryan-Wilson è l’autore di Art Workers: Radical Practice in the Vietnam War Era e, con Glenn Adamson, Art in the Making: Artists and Their Materials from the Studio to Crowdsourcing.

Dettagli del prodotto

Editore: University of Chicago Press, 1° edizione (16 Ottobre, 2017)
Lingua: inglese
Libro con copertina rigida: 326 pagine, 90 tavole a colori, 62 mezze tinte, © 2017
Fonte: : https://press.uchicago.edu/ucp/books/book/chicago/F/bo11040813.html

Maria Rosaria Roseo

English version Dopo una laurea in giurisprudenza e un’esperienza come coautrice di testi giuridici, ho scelto di dedicarmi all’attività di famiglia, che mi ha permesso di conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari di mamma. Nel 2013, per caso, ho conosciuto il quilting frequentando un corso. La passione per l’arte, soprattutto l’arte contemporanea, mi ha avvicinato sempre di più al settore dell’arte tessile che negli anni è diventata una vera e propria passione. Oggi dedico con entusiasmo parte del mio tempo al progetto di Emanuela D’Amico: ArteMorbida, grazie al quale, posso unire il piacere della scrittura al desiderio di contribuire, insieme a preziose collaborazioni, alla diffusione della conoscenza delle arti tessili e di raccontarne passato e presente attraverso gli occhi di alcuni dei più noti artisti tessili del panorama italiano e internazionale.