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Giulia Nelli: WE ARE THE FLOOD mostra liquida # 2

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10 giugno – 31 luglio, 2022
 S.A.S.S Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, Piazza Battisti, Trento

Opere di: Shaarbek Amankul (Kirghizistan), Sacha Kanah (Italia), Fabio Marullo e Barbara De Ponti (Italia), Janet Laurence (Australia), Hans Op de Beeck (Belgio), PSJM (Isole Canarie) e degli artisti under 35: Micol Grazioli, Silvia Listorti, Giulia Nelli, Giacomo Segantin, g. olmo stuppia

Orari: mar-dom 9:30-13 / 14-18; visita alla mostra soggetta al ticket d’ingresso all’area archeologica
Info: https://wearetheflood.muse.it

La mostra è realizzata in collaborazione con la Soprintendenza per i beni culturali della Provincia Autonoma di Trento e il Centro Servizi Culturali Santa Chiara

C’è anche “La vita sotto” (2022), l’installazione site specific di Giulia Nelli tra le opere selezionate attraverso l’open call  WE ARE THE FLOOD rivolta ad artisti under 35.

LA MOSTRA

Il secondo appuntamento di “WE ARE THE FLOOD | Noi siamo il diluvio, piattaforma liquida su crisi climatica, interazioni antropoceniche e transizione ecologica” di MUSE Museo delle Scienze di Trento, ideata e curata da Stefano Cagol, si presenta come una mostra nel contesto d’eccezione del S.A.S.S Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas.

La riflessione su futuri desiderabili proposta da MUSE s’intensifica così nel confronto con quanto era e quanto potrà essere. Le opere esposte lungo l’intero percorso di visita del sito instaurano un dialogo privilegiato con i resti architettonici antichi. Sono una dozzina, tra video e fotografiche, ma, questa volta, anche scultoree, installative e partecipative, realizzate negli ultimi 3 anni o appositamente. Evocano le idee di precarietà e prevaricazione, l’interdipendenza delle nostre scelte, incendi distruttivi come diluvi, le dense nubi della spettacolarizzazione degli eventi climatici estremi e della percezione annebbiata che ne abbiamo, fino ad arrivare a un mondo ribaltato in cui siamo noi ad essere messi in gabbia.

WE ARE THE FLOOD, piattaforma liquida su crisi climatica, interazioni antropoceniche e transizione ecologica, è un progetto del MUSE ideato e curato da Stefano Cagol che coinvolge il pubblico sui temi dell’Antropocene, grazie al linguaggio e all’interpretazione offerte dall’arte contemporanea.

Le opere sono state scelte da Stefano Cagol insieme al gruppo di lavoro composto da Carlo Maiolini del programma MUSE ‘Science &Humanism’, Massimo Bernardi del think tank MUSE ‘Antropocene’, e un board of research advisors che include curatori come Blanca de la Torre, Alessandro Castiglioni, Elisa Carollo, Rachel Rits-Volloch e Khaled Ramadan.

L’OPERA DI GIULIA NELLI

“La vita sotto” (2022) è un’installazione site specific in collant e tessuto ispirata alla metafora del viaggio nel sottosuolo, già propria del romanzo utopico ottocentesco e allora utilizzata per denunciare il degrado della civiltà al momento del compimento della prima rivoluzione industriale. Il suolo nella sua inaspettata complessità e coesistenza di elementi diversi diviene per l’artista emblema dell’interazione e integrazione come prospettiva per il futuro. Un’unione necessaria – sottolinea l’artista – anche tra gli ambiti del pensiero, della cultura, dell’economia, dell’urbanistica, della tecnologia e della scienza. Allo stesso tempo il progetto è anche un viaggio interiore, che indaga sul senso della vita e su una pressante percezione di vuoto.

“L’intervento in questo ambiente – spiega l’artista – mi ha consentito di collocarmi sotto la città di Trento per affermare come la costruzione di legami sociali solidi non possa che partire dalla riscoperta delle radici storico culturali comuni. Il passato quindi come un’ombra che ci accompagna, che ci indica le origini e i valori che ci accomunano e ci ammonisce sugli errori da non replicare.”