Tessuti d'Arte

GORIZIA: Il Museo della Moda e delle Arti Applicate compie 20 anni!

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Nato il 3 dicembre del 1999, il Museo della Moda e delle Arti Applicate (1) di Gorizia festeggia il suo ventesimo compleanno! Lo straordinario continuo sviluppo di questo museo, che raccoglie la preziosa eredità di Giovanni Cossàr (1873-1927), si deve al sostegno, all’impegno, all’intuito e alla competenza di coloro che lo hanno fatto crescere e lo stanno guidando con fermezza, passione e determinazione. Cossàr, studioso, collezionista e amante dell’arte, fu il promotore e il primo direttore del Museo Civico di Gorizia, istituito nel 1909 con lo scopo di dimostrare l’italianità del capoluogo isontino, documentata da importanti collezioni etnografiche che furono raccolte, valorizzate e messe a disposizione della collettività per “rendere lustro alla città ed educare il popolo al senso dell’arte”.

1) Gorizia, Museo della Moda e delle Arti Applicate, Trieste 2005. La sede è in Borgo Castello, nelle cinquecentesche Case Dornberg e Tasso e nel vicino Palazzo Formentini (sec. XVII).

Depositi del Museo – Copyright Carmen Romeo

Particolare del corpetto di un abito fine Ottocento

La protagonista delle collezioni tessili goriziane è la seta. Nel Settecento, le contee di Gorizia e Gradisca, in quell’epoca governate dall’Impero Asburgico, ebbero un forte impulso economico, sociale e culturale grazie al prosperare dell’industria serica fortemente sostenuta dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria (1717-1780). All’inizio furono tessuti i “drappi lisci” (stoffe dall’aspetto omogeneo, tinte unite senza decori, rasi “amoeri” (moires), gli “scajoni” (diagonali, spine), ma in seguito anche quelli operati (damaschi, broccati, drappi all’uso di Francia). Non a caso si trova, fra le prime donazioni, uno straordinario campionario di sete, 753 piccoli frammenti, in origine cuciti insieme come in un prezioso patchwork, conosciuti con il curioso nome di “coperta Seculin” (2).

2) Gli eredi di Ludovico Seculin, noto commerciate di tessuti attivo a Gradisca e a Gorizia alla fine dell’Ottocento, donarono agli inizi del Novecento la “coperta” al neonato Museo Civico di Gorizia.

Primi visitatori dopo il lockdown causato dall’epidemia di coronavirus, davanti al torcitoio circolare da seta (sec.XVIII)

Anche il costume tradizionale  goriziano, detto tabìn  (abito femminile da festa) è  in taffetas di seta, a differenza degli altri costumi del Friuli, dove l’uso della seta nell’abbigliamento si limita al fazzoletto (da testa o da spalle) e a pochi nastri.

Entrando in museo, il visitatore viene conquistato da un bellissimo video multimediale (3) che illustra in modo non convenzionale ed estremamente coinvolgente le importanti mostre che si sono susseguite negli anni, per citarne alcune: 2004, ROBERTO CAPUCCI, creatività oltre   i confini della moda; 2006, CALEIDOSCOPIO MISSONI; 2018, OCCIDENTALISMO. Modernità e arte occidentale nei kimono. 1900-1950.

3) Video realizzati da CamerAnebbia

Installazione multimediale, le immagini che scorrono sulla parete animano la galleria del costume

Per celebrare i vent’anni del museo, oltre alle novità dell’allestimento, ricco di interventi multimediali, è stato creato un percorso tra righe, quadri e fiori, motivi familiari che decorano i tessuti da sempre. Oltre ai manufatti, il museo espone importanti macchinari fra i quali il torcitoio (stuarsidor) circolare da seta (sec. XVIII, unico nel suo genere): una monumentale gabbia cilindrica di circa tre metri per due, utilizzata per attorcigliare centinaia di fili di seta e rendere così il filato il più robusto possibile (4). Proseguendo la visita, in queste sale del museo, un tradizionale telaio domestico orizzontale a licci, presente in passato in quasi tutte le case, rimanda alle donne e alle ore trascorse tessendo con amore le tele per il corredo o per la casa. Infine, si fa presente il lavoro di restauro e conservazione riservato alle collezioni, monitorate continuamente, esposte a rotazione e custodite in depositi dotati di strutture e materiali all’avanguardia.

4) Mentre all’esterno alcune donne accudivano la macchina, all’interno una persona, spingendo con i piedi all’indietro faceva ruotare il torcitoio; questo lavoro era ambito dai sarti, perché mentre spingevano, potevano cucire. Ulteriori informazioni su questo ed altri argomenti sulla seta a Gorizia in: Il Filo Lucente, la produzione della seta e il mercato della moda a Gorizia 1725- 1915, Maria Masau Dan e Lucia Pillon (a cura di), Mariano del Friuli (Gorizia), 1993.

Immagine dal video che illustra la Mostra – L’Atelier degli Oscar. I costumi della sartoria Tirelli per il grande cinema -anno 2009

Un video introduce il visitare nel mondo del Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia

La regia di tante iniziative e attività è principalmente di Raffaella Sgubin, Sovrintendente dei Musei Provinciali di Gorizia, alla quale va la nostra ammirazione, stima e riconoscenza.

Le fotografie sono di Carmen Romeo.

Carmen Romeo

English version Esperta di tessitura, arazzo, tappeto, saggista, docente e ricercatrice  – Tavagnacco (Udine). Dal 1976 mi occupo di ricerca nell’ambito del tessile tradizionale e di didattica. Ho pubblicato saggi, partecipato e coordinato progetti, mostre d’arte ed eventi a livello nazionale ed internazionale. Dal 1974 al 2011 ho insegnato nella Scuola Primaria e Secondaria Statale Italiana (Medie e Superiori). Ora sono Vicepresidente dell’Università delle Libertà del F. V. G. di UDINE dove insegno nei corsi TIESSI. Tradizione e Creatività-Laboratorio di Tessitura, promuovo e curo progetti sul tessile. Inoltre, presso il Laboratorio dell’Associazione Il Cavalîr – Ecomuseo della Gente di collina di Fagagna (Udine) sono docente di  Arte della Tessitura per la riscoperta dell’arte tessile tradizionale e curatore di Progetti culturali legati alla cultura tessile.