Interviste

“Il contenuto nasce dalla forma“: Le grandi opere astratte di Karen Schulz

English (Inglese)

L’artista tessile Karen Schulz è cresciuta e si è formata negli Stati Uniti nordorientali e vive oggi  nella zona di Washington DC. Il suo lavoro è stato esposto in concorsi internazionali e mostre personali e collettive negli Stati Uniti e all’estero, ottenendo numerosi e ambiti riconoscimenti.

Nei suoi grandi quilts astratti, Karen crea composizioni di considerevole impatto grafico dominate da un evidente senso dell’equilibrio tra opposti,tra ripetizione e alternanza di forme e linee che si susseguono con un ritmo che dona uno stile ricercato e stimolante all’opera, catturando così l’attenzione dello spettatore.

In questa intervista l’artista racconta gli anni della formazione e della evoluzione della sua carriera, esplorando il suo punto di vista sul medium tessile e l’utilizzo come strumento di espressione artistica.

Di seguito il link al sito web dell’artista

https://www.karen-schulz.com/

Logjam”, 82′ X 88′, 2015, copyright Karen Schulz

Gli inizi

Puoi raccontarci la tua storia di artista tessile, come hai iniziato e perché?

 Ho imparato a usare una macchina da cucire all’età di 9 anni cucendo con macchina a pedale di mia nonna e realizzando cose da bambina, non ero l’artista di famiglia.  Continuai a cucire i miei vestiti per tutta la scuola superiore e l’università.  Quarant’anni fa feci la mia prima trapunta come regalo per un membro della famiglia.  Ma comunque, realizzavo le mie trapunte interpretando sempre  in modo personale i patterns.  Poi, circa 20 anni fa, iniziai a dedicarmi alle trapunte artistiche realizzando lavori specifici da appendere al muro.  All’inizio degli anni 2000 decisi di dedicarmi più seriamente alle trapunte come mezzo di espressione artistica.Presi lezioni al Quilt Surface Design Symposium e trovai un’insegnante.  Mi capitò di passare accanto ad una sua classe durante una lezione e di guardare dentro (all’epoca stavo frequentando un’altra classe).  Quando vidi le grandi composizioni in bianco e nero che ricoprivano le pareti dello studio, capii immediatamente che questo era ciò che volevo fare.  Così iniziarono i miei anni di studio con Nancy Crow nel suo centro di insegnamento in Ohio.  Dato che fare trapunte è un’impresa molto impegnativa, dovevo investire in un’istruzione che mi permettesse di creare le migliori trapunte di cui fossi capace e c’era veramente molto da imparare.
A quel tempo avevo uno studio di psicoterapia privata a tempo parziale per la cura dei bambini e delle famiglie, e due master, uno nello sviluppo umano e uno nel lavoro sociale. Cominciai a lavorare a tempo pieno nel mio studio, un’aggiunta alla mia casa, e alla fine chiusi il mio studio 6 anni fa.

“Effervescence”, 39′ X 15′, 2017, copyright Karen Schulz

“Open Ended”, 58′ X 38′, 2014, copyright Karen Schulz

Il punto di svolta e la crescita artistica

Karen, nel percorso che hai intrapreso per diventare un’artista tessile, c’è stato un evento o una persona che si è rivelata importante per la tua crescita professionale? Puoi parlarne?

Sicuramente mia nonna, esperta sarta, è stata una delle prime insegnanti importanti.  Faceva abiti per tutte le sue nipoti e ci bendava per non rovinare la sorpresa finale.  La sua passione per il tessile era contagiosa.

Nancy Crow è stata un’insegnante di valore inestimabile, perché stimola sempre i suoi studenti all’eccellenza, prima ancora che essi stessi credano di esserne capaci.  La sua devozione per il medium è stata a lungo ispiratrice di un’intera generazione di artisti.

Un evento importante fu proprio il ritrovarmi a camminare vicino a quell’aula di Nancy Crow, durante una sua lezione.  Nel 2010 ebbi la fortuna di vincere il Best in Show in una mostra regionale di arte tessile ed  il premio consisteva in una mostra personale nella loro bella sede, il Black Rock Center for the Arts di Gaithersburg, MD nel 2011.  Fu una grande emozione vedere il mio lavoro riempire quello spazio magnifico. 

“The Poet”, 80′ X 81′, 2015, copyright Karen Schulz

“The Unexpected Beauty of Green 2”, 36′ X 23 ‘, 2015, copyright Karen Schulz

Come è evoluto il tuo lavoro nel tempo? Quali sono le differenze tra la tua prima opera e quelle più recenti?

Nel corso del tempo il mio lavoro è evoluto e cambiato enormemente.  Ho iniziato realizzando trapunte per il letto, poi piccoli pezzi rappresentativi per la parete, poi grandi opere astratte.  All’inizio ho usato solo tessuti commerciali e trapuntato a mano su un telaio.  Poi ho iniziato ad usare una macchina da tavolo, utilizzando gradualmente solo colori solidi, poi solo solidi tinti a mano, e attualmente sto esplorando il mondo del design di superfici con colori e vernici addensati.  Continuo ad usare una macchina da tavolo e trapunto tutti i miei quilts a free motion. 

Il passaggio dallo studio della tecnica alla realizzazione dell’opera

L’opera Juxstaposition rappresenta un importante esempio di come passare dallo studio alla pratica. Infatti, quando ho chiesto all’artista di parlarci della sua serie Juxtapositions, la risposta è stata:

Questa serie è nata da un esercizio di mark-making design fatto in una classe con David Hornung.  Dopo aver sperimentato una varietà di strumenti per la creazione di disegni a secco e a umido su schede 5X7″, le abbiamo poi affiancate per creare composizioni.  Ho preso molte delle mie composizioni finite e le ho interpretate in stoffa e punti, esplorando nuove combinazioni di colori lungo il percorso.  I risultati non pianificati hanno sorpreso e deliziato.

Improvvisazione, casualità, sperimentazione, studio, regole, design. Quali di questi aspetti ha un ruolo essenziale o prevalente nel tuo processo creativo?

Tutti i vari aspetti che hai citato ispirano il mio lavoro.  Improvvisazione, casualità, sperimentazione, studio, regole, design, giocano tutti un ruolo rilevante.  Le regole sono utili solo come parametri arbitrari da me stabiliti.  A seconda del pezzo i vari processi saranno in primo piano.

“Improv 2”, 30′ X 80′, 2014, copyright Karen Schulz

“Say Whaaat”, 82′ X 81, 2015, copyright Karen Schulz

 

“Stone Henge-ish”, 28′ X 48′, 2012, copyright Karen Schulz

“Stone Henge-ish, detail”, 28’X48’, 2012, copyright Karen Schulz

“Il contenuto nasce dalla forma”.

Quando ho chiesto a Karen di parlarci di “A Conversation”, il quilt che le è valso il Best in Show al Quilt National 2019 e di come fosse nata l’idea di questo lavoro, ha risposto:

I semi di questo pezzo sono stati gettati in una classe su SpareComposition  a cui avevo partecipato al Crow Barn.  Usando un dipinto acrilico che avevo fatto come punto di partenza, ho scelto due forme come ispirazione per uno dei nostri numerosi esercizi.  Sono tornata a casa dalla classe e ho gettato i miei quadrati da 12″ X 12″ sull’asse da stiro.  La composizione spontanea che ne è risultata ha catturato la mia attenzione.  Lo spazio negativo tra le due forme era di particolare interesse e i bordi allineati del colore costituivano un intrigante contrappunto. Il titolo dell’opera si ispira all’idea di tensione negli spazi tra due forme che si avvicinano da lati opposti.

Proseguo domandandole a quale contenuto rinviino le forme e le linee sapientemente disegnate sul grande pezzo geometrico:

Il mio lavoro non è basato sul contenuto.  Piuttosto è guidato dalle forme e dalle linee stesse, ma  non come fossero simboli per rappresentare qualcos’altro.  Per me il contenuto nasce dalla forma.  Le linee sono semplicemente una parte cruciale della composizione formale.  Mi piace il modo in cui la loro qualità disegnata a mano contrasta con le linee più “morbide” delle cuciture.

A Conversation”, 50×67, 2018, copyright Karen Schulz

Parliamo dei punti di forza e dei limiti del medium tessile

Ogni artista, durante il processo creativo, inevitabilmente si scontra anche con i limiti che la tecnica e i materiali pongono. Quali sono secondo l’esperienza di Karen Schulz i punti di forza e i limiti del “tessile” come mezzo di espressione artistica?

Uno dei punti di forza nel lavorare i prodotti tessili è il rapporto che noi esseri umani abbiamo con la stoffa.  Uno scambio che ci accompagna nella vita dalla nascita alla morte. Per quanto mi riguarda, il mio oggetto transizionale da bambina era una coperta. Il quilt nella storia è collegato al letto e per questo si presta a lavori di grandi dimensioni.

Come per ogni mezzo, anche i quilt rappresentano una sfida.  Il lavoro di grandi dimensioni è molto fisico e richiede lunghe ore di lavoro con aspetti a volte abbastanza noiosi.  Ci sono dei limiti in tutti i tipi di lavoro in tessuto.  Per esempio, se ci si limita al solo assemblaggio, fare piccoli lavori può essere una sfida.  A differenza della pittura ad olio o acrilico su tela, l’artista tessile non può modificare dipingendo e coprendo le parti che non funzionano più man mano che il pezzo progredisce. Detto questo, tenendo a mente che l’artista di qualsiasi mezzo lavora rispettando i limiti propri del materiale che sceglie, sono proprio questi limiti che possono ispirare il risultato, se l’artista è disposto a rispettarne le restrizioni

“Beckoning 1”, 50′ X 44′, 2013, copyright Karen Schulz

“Beckoning 2”, 47′ X 47, 2013, copyright Karen Schulz

“Out the In Door”, 58′ X 66′, 2013, copyright Karen Schulz

“Girl in the City with Blue Hair”, 32′ X 59′, 2014, copyright Karen Schulz

Ci sono artisti o correnti artistiche che sono per te fonte di ispirazione?

Ci sono molti artisti che ammiro.  Tutti, da Rembrandt a Van Gogh, Cezanne, Diebenkorn, Andrew Wyeth, Franz Kline, CyTwombly e così via.  Attualmente sono interessata a tutta l’arte che  incorpora il mark-making con i media misti.

Progetti presenti e futuri

A cosa stai lavorando in questo momento?

Ho passato una parte del mio tempo in studio in questi ultimi due anni e mezzo esplorando la creazione di tratti più espressivi utilizzando tecniche miste su carta.  In questo senso mi sto preparando per la mia prima mostra di dipinti che si terrà in ottobre.

Per quanto riguarda il mio lavoro tessile continuo a indagare varie tecniche di surface design al servizio della composizione.  Sto lentamente trapuntando due grandi composizioni finite e lavorando nello studio su alcune nuove composizioni.

Mixed Messages”, 67′ X 70′, 2019, copyright Karen Schulz

 

Maria Rosaria Roseo

English version Dopo una laurea in giurisprudenza e un’esperienza come coautrice di testi giuridici, ho scelto di dedicarmi all’attività di famiglia, che mi ha permesso di conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari di mamma. Nel 2013, per caso, ho conosciuto il quilting frequentando un corso. La passione per l’arte, soprattutto l’arte contemporanea, mi ha avvicinato sempre di più al settore dell’arte tessile che negli anni è diventata una vera e propria passione. Oggi dedico con entusiasmo parte del mio tempo al progetto di Emanuela D’Amico: ArteMorbida, grazie al quale, posso unire il piacere della scrittura al desiderio di contribuire, insieme a preziose collaborazioni, alla diffusione della conoscenza delle arti tessili e di raccontarne passato e presente attraverso gli occhi di alcuni dei più noti artisti tessili del panorama italiano e internazionale.