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IL FILO NASCOSTO. GLI ABITI COME PAROLE DEL NOSTRO DISCORSO COL MONDO

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Esiste un filo che nascosto fra le pieghe del discorso collega il tessile e il nostro stare al mondo.

È un filo sottile che non ci fa dimenticare quanto nella nostra evoluzione il tessile abbia un ruolo importantissimo: già solo venendo al mondo ci scorgiamo su un orlo, quello della vita. E così prosegue il discorso di Emanuela Mancino che partendo da orli, ci guida nel nostro rapporto con le cose che sono al mondo, in particolare modo i vestiti.

Tra abiti, abitare, essere è qui che si sviluppa questo discorso filosofico educativo che racconta profondamente le relazioni umane, con gli altri e con noi stessi. “Attraverso il vestito viviamo vedendoci l’un l’altro o vedendo noi stessi” (p.40).

Si passa per fazzoletti, dati, piegati, sgualciti, per salutare, a lembi, coperte, maglioni, in un legame continuo e costante tra chi è venuto prima di noi e chi verrà dopo, tenendo insieme il filo della memoria.

E così la memoria si fa testimonianza, ricordo, racconto ed identità, in una costruzione continua di chi siamo, come ci abitiamo e come creiamo spazi di relazione ed è proprio così che “sul telaio i fili collegano elementi distanti, che sono anelli di congiunzione che sanno ricucire il senso delle cose, il legame che abbiamo con esse, a partire dal loro essere presenti, ma anche dal loro essere frammenti di memoria. Lo schema base di trama e odiato permette anche il transito tra un mondo interiore e un mondo esteriore”.

Sono proprio questi due mondi che questo libro ricuce insieme.

Anno: 2021
n pagine: 129
Editore: Franco Angeli
Lingua: Italiano
L’autrice:

Emanuela Mancino insegna Filosofia dell’Educazione e Pedagogia della comunicazione presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Si occupa di estetica ed etica dell’educazione, di poetica e narrazione, di filosofia e pedagogia del cinema, di scrittura. Tra le ultime pubblicazioni: A perdita d’occhio. Riposare lo sguardo per una pedagogia del senso sospeso (Milano, 2014); Lì, dove ci incontriamo. Appunti per una pedagogia dell’imprevisto (Barletta, 2020); Guardare (Assisi, 2020).

Francesca Romana Innocenzi

Sono Francesca Romana Innocenzi, Psicologa appassionata di arti tessili. Sono iscritta presso l’Ordine degli Psicologi della Regione Umbria, n° 1297. Nel mio lavoro utilizzo spesso metafore legate al mondo del tessile. Riprendere il filo, districare i nodi, ricucire legami, trovare il bandolo della matassa, sono tutte simbologie che utilizzo durante gli incontri per favorire l’espressione di sé e per aumentare il benessere psicologico. Realizzo anche incontri e workshop incentrati sull’uso dell’arte tessile per favorire la creatività ed il benessere. Propongo esperienze di diversi temi psicologici attraverso l’uso dei materiali tessili, come fili e tessuti. Contatti sito web: www.perfiloepersenso.it email: info@perfiloepersenso.it