La Rubrica di Tullia

Il Potere dei Sogni

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Storia di Martha Ann

Martha Ann Ricks

Oggi, dopo tre secoli, nella breve storia degli Stati uniti la parola schiavismo è ancora viva e vegeta, e il razzismo va di pari passo. È una realtà terribile e non basta un bel film da Oscar per farlo dimenticare. 

Questo breve racconto è dedicato alla storia di una donna nera. Il suo nome è Martha Ann Richs. Esistono foto ufficiali di lei in età adulta e la possiamo guardare vestita di nero, sempre con il cappello, uno stile che appartiene all’800.

Era nata in Tennessee nel 1817 e per lei non c’era via di scampo era un’afroamericana e la sua vita di schiava era segnata.

Il Tennessee è uno degli Stati del sud senza uno sbocco al mare, in questo caso l’Oceano Atlantico, un’attrazione per la natura rigogliosa igrandi Parchi nazionali e montagne, ma di sicuro è più famoso per la musica. (Nashville, il blues, Elvis Presley)

Il papà di Martha, George Erskine, era un uomo speciale e molto dotato. Non voleva morire schiavo e non lo voleva neanche per sua moglie e i figli. Aveva imparato a memoria la Bibbia ascoltando le letture nella Chiesa locale, così aveva imparato a  leggere ed era diventato tanto bravo che gli permettevano di predicare e di organizzare i canti delle funzioni.

L’abolizione della schiavitù, il 13° emendamento erano ancora lontani, ma in alcuni Stati del sud esisteva una scappatoia, potevi pagare per la libertà. E in Tennessee i bianchi non erano tutti schiavisti.

Così risparmiando centesimo su centesimo poté riscattare la sua famiglia e portare tutti in Liberia, il nuovo Stato africano sulla costa atlantica, creato apposta per accogliere i neri americani, ex-schiavi che qui sarebbero vissuti liberi.

Martha dall’età di dodici anni crebbe in Liberia dove continuò a praticare i lavori di cucito imparati dalla madre e dalla nonna diventando sempre più brava ed acquistando una discreta fama nel campo del quilting. Nei giorni di mercato si recava in riva al mare e in lontananza riusciva a distinguere le navi della flotta inglese che pattugliavano le coste difendendole dagli attacchi di navi negriere ancora in attività. Il mercato degli schiavi era ed è ancor oggi in voga ed ha i suoi irriducibili appassionati.

Pianta del caffé oggi

Martha’s quilt

Quilt sul letto della Regina Vittoria

Martha si sentiva ormai al sicuro e pensò che doveva in qualche modo ringraziare quella Regina, che provvedeva alla loro difesa. Sapeva che sua Maestà conosceva e apprezzava i lavori di cucito. Mise in atto un suo piano, risparmiare ogni centesimo, come aveva visto fare da suo padre, per poter raggiungere l’Inghilterra, far visita alla Regina e regalarle un suo lavoro, un quilt.

La Liberia è un piccolo Stato e questo suo progetto non tardò a diventare qualcosa di cui parlare. Furono in molti a prenderla in giro, perché gli anni passavano e lei era ancora lì.  Il sogno, di Martha Ann,  tutti pensavano che rimanesse tale, arrivò alle orecchie della vedova del Presidente della Liberia che dopo aver visto i suoi lavori  decise che avrebbe aiutato Martha a realizzarlo.

Con l’aiuto dell’ambasciatore della Liberia in Gran Bretagna riuscì ad ottenere un incontro con la Regina.  Martha aveva ormai 76 anni e pagandolo con i suoi risparmi intraprese un viaggio di 3.550 miglia fino alla lontana Inghilterra.

Il 16 luglio 1892, incontrò Vittoria al castello di Windsor. Le due donne si strinsero la mano e si trattennero in conversazione.Ci sono disegni e fotografie, riportate su giornali,che testimoniano l’avvenimento.

La regina fu molto impressionata da quella donna così semplice ma così piena di storia e di conoscenza delle condizioni di vita delle afroamericane sopravvissute alla schiavitù.

Più di tutto si commosse vedendo il quilt che Martha le aveva portato in dono.

Conservato in un Museo c’è un disegno in bianco e nero che riproduce la scena in cui la regina insieme alla sua corte accoglie Martha che si presenta con in braccio il suo quilt arrotolato dentro un lenzuolo.

Il fondo del quilt era di satin bianco e vi era raffigurata una pianta del caffè. Il giardino di Martha ne era pieno: i rami della pianta erano realizzati in appliqué ed intorno a questi già numerosi, 300 foglie e altrettante bacche di colore rosso realizzati con la medesima tecnica e sul bordo esterno, particolarmente curato, altre foglie, rametti e bacche.

Martha, the Queen and the Quilt

Esiste un breve documentario BBC “Martha the Queen and the Quilt” che con una bella animazione ci mostra la breve storia dell’incontro e il quilt che in questa versione è quiltato in tutta la sua ampiezza e decorato sui bordi dai frutti della passione Era una novità, fino ad allora non si erano mai viste così numerose varianti di foglie. La pianta del caffè era il simbolo della Liberia e ne rappresentava la sicurezza economica e il giardino di Martha ne era pieno.

Questo quilt in seguito fu considerato un esempio dell’innovazione apportata dalle afroamericane nel quilting e la storia di Martha, della lotta di suo padre per la libertà dalla schiavitù insieme al suo sogno realizzato, diventò quasi un simbolo dell’emancipazione femminile per tutte le afroamericane ancora negli USA: suscitò una rinnovata attenzione verso di loro.(Il Quilt originale purtroppo scomparve ma fu esposto negli USA e ne esistono numerose copie)

Martha tornò in Liberia carica di regali e con una scorta regale. Tra questi c’era anche un lavoro dalla stessa Regina come testimonianza di qualcosa che le univa, l’amore per l’indipendenza e il bisogno di esprimere sé stesse tramite un lavoro di ago e filo.

Sarebbero morte lo stesso anno il 1901.

Per raccontare questa bellissima storia ci vorrebbero altre pagine e altre parole. Di sicuro la vita di Martha Ann non è stata facile, ho sorvolato su particolari della sua vita privata perché fu sposata e come visse gli ultimi anni della sua vita, non mi sono sembrati avvenimenti emblematici come è invece il suo desiderio di fare qualcosa da ricordare. Di sicuro in anni recenti sarebbe stata in prima fila, l’avremmo vista combattere per l’emancipazione e per la parità di diritti alle donne non solo quelle nere.

Tullia

Marzo 2019