Tessuti d'Arte

Il restauro del vestito ricamato della Vergine dei Miracoli, Patrona del Porto di Santa Maria. (Cadiz, Spagna)

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Cyrta è una ditta di restauro di Siviglia, attiva dal 2016. I restauratori responsabili, Pablo Portillo e Pablo Perez, specializzati in conservazione e restauro del patrimonio tessile, hanno svolto percorsi formativi in Italia, con tessili Antichi di Viterbo e la tela di penelope di Prato. Il restauro del vestito della Vergine risale al 2019.

Le Madonne vestite sono manufatti storici complessi sia dal punto di vista della realizzazione, sia dal punto di vista simbolico-funzionale. Un tipo di scultura con una fisionomia peculiare fatta per essere vestita, esse sono costituite quasi sempre da una armatura in legno piuttosto grezza, addolcita da imbottiture per modellare il corpo e consentire una migliore vestibilità. La loro fortuna ha avuto fasi diverse, legate alla religiosità e ai culti devozionali, la loro diffusione in tutta l’area cattolica risale alla seconda metà del XVI secolo quando, si stabiliscono canoni estetici e modalità liturgiche. I simulacri vestiti hanno il compito di incanalare ed uniformare i sentimenti religiosi dei fedeli. Dalla fine dell’Ottocento le gerarchie ecclesiastiche cominciano a mostrare una certa contrarietà rispetto a tali manufatti, colpevoli, a parer loro, di banalizzare le pratiche liturgiche cattoliche ed evocare una ritualità paganeggiante troppo vicina al mondo arcaico- contadino.

La Vergine dei Miracoli, Porto di Santa Maria. José Louis Sara

La Vergine dei Miracoli, è un esempio della diffusione di questi manufatti nel mondo cattolico. È noto che nel XVII secolo la Vergine fu adattata per essere vestita e così è arrivata fino ai giorni nostri, un contributo importante alla sua vestizione furono le donazioni effettuate da Isabella di Valois (1468-1545) e da Isabella Clara Eugenia (1566-1633), fondamentali per la creazione di un modello iconografico che ha favorito le moltiplicazioni delle Madonne vestite.

I documenti conservati nell’Archivio Storico Municipale del Porto di Santa Maria fanno menzione della donazione di un abito ricamato composto da un mantello con maniche creato da Terese del Cardillo, autrice di importanti pezzi conservati in Andalusia

Immagine del vestito prima del restauro – Copyright Cyrta

Le linee ornamentali seguono gli schemi imperanti dei ricami realizzati a Siviglia nella II metà del XIX secolo che, gli studiosi hanno definito come stile romantico. Questa composizione è caratterizzata principalmente dall’uso di voluminosi motivi floreali e vegetali di accentuato dinamismo e marcato carattere naturalista. Nel caso della gonna, nelle estremità inferiori si possono riconoscere foglie di acanto e insiemi floreali che confluiscono in una zona centrale dove si intersecano con una grande foglia di palma con spiccato andamento ascendente. Le estremità laterali, come la zona superiore, sono coperte da sottili steli che si insinuano in piccoli fiori, foglie e stelle a dieci punte.

Il pezzo si completa, nell’estremità inferiore, con del pizzo a punto di Spagna realizzato con fili e lamine metalliche.

Nelle maniche, il ricamo è posto nell’estremità inferiori ed è formato da una foglia di acanto combinata con delicati rametti e piccoli fiori, il perimetro inferiore è rifinito con il pizzo di Spagna.

Grazie alle analisi condotte, si può asserire che, in origine, l’intero abito era supportato da velluto bianco. Però, si sa che nei primi decenni del XX secolo, i ricami furono trasposti sul supporto attuale, conosciuto come lamè d’argento, costituito da un ordito di seta e una trama lanciata di finissime lamine metalliche argentate.

I ricami ornamentali sia della gonna che delle maniche sono realizzati con filo metallico dorato impiegando varie tecniche di ricamo.

Le analisi con il microscopio ottico sul filo metallico ritorto ne certificano l’elevata qualità dello stesso, sia per l’anima interna di seta, sia per il filo metallico che la avvolge, costituito per il 15% d’argento e l’85% d’oro. I punti di ricamo impiegati variano all’interno del vestito e contribuiscono ad aumentarne il valore storico artistico testimoniando, allo stesso tempo, la perizia di esecuzione

Dettagli dei ricami in filato metallico- Copyright Cyrta

Abbiamo già accennato che nel XX secolo il supporto di questi ricami fu sostituito con il cosiddetto lamè d’argento e, seppur molto deteriorato, tale supporto sostiene tutt’ora il ricamo. tale sostituzione ha comportato il taglio del ricamo lungo il perimetro e il fissaggio al nuovo supporto tramite una cucitura e il successivo taglio tra i singoli elementi della decorazione. L’intervento ha favorito, in alcuni casi, la distorsione di alcuni dettagli decorativi come foglie e fiori perdendo così la finezza e l’immediata leggibilità della decorazione.

Il generale stato di conservazione del pezzo non era buono, sia per il naturale invecchiamento delle fibre, sia per i danni causati dall’uso, imputabili agli adattamenti durante la vestizione della Madonna.

 Le situazioni più allarmanti riguardavano le deformazioni causate dal supporto e la perdita delle lamine del filato metallico, a cui si aggiungono le lacerazioni interessate da rammendi, specialmente sulla estremità superiore. Nella zona inferiore si osservano tasselli uniti al supporto con cuciture e adesivo che hanno provocato lacune e indebolimento del supporto.

Dettagli dei ricami in filato metallico – Copyright Cyrta

Tasselli applicati con adesivo – Copyright Cyrta

Il ricamo presentava un elevato livello di sporco superficiale e una elevata ossidazione del filato metallico.

L’intervento condotto da Cyrta, si è basato sui criteri fondanti la teoria del restauro; il lavoro svolto ha avuto come priorità il consolidamento dell’opera attraverso un restauro conservativo che tenesse in considerazione il rispetto dell’originale e il ripristino dei suoi elementi costitutivi, una ritrovata leggibilità dei motivi decorativi evitando di introdurre falsi storici e riconoscibilità e la reversibilità dell’intervento di restauro.

Inizialmente il tessuto è stato interessato da una capillare microaspirazione per eliminare i residui di polvere e lo sporco superficiale, in seguito l’intervento si è concentrato sull’eliminazione dei rammendi che hanno causato tensioni e lacerazioni a causa del filato grosso con cui sono stati realizzati.

Dettaglio del pizzo in filato metallico prima del restauro – Copyright Cyrta

 Allo stesso modo sono stati rimossi i tasselli e riposizionati nella collocazione originaria. Eliminati tutti gli elementi che costituivano fonte di tensioni e deformazioni si è provveduto ad umidificare il supporto di velluto per reidratare le fibre favorendone l’elasticità per correggere le deformazioni del supporto.

 Per la pulitura del filato metallico sono state fatte varie prove per individuare il solvente più adeguato, la pulitura del filato metallico presenta numerose incognite dovendo tenere in considerazione la composizione del bagno del rivestimento e la delicatezza dell’anima del filato.

Dettaglio del pizzo in filato metallico prima del restauro – Copyright Cyrta

 Il consolidamento si è concentrato sulle zone di velluto maggiormente deteriorate, sono state rinforzate sul lato posteriore con un altro supporto opportunamente cucito al velluto con filo di seta, sul dritto è stato cucito del tulle che ha svolto una doppia funzione: da una parte assicura una maggior protezione del  tessuto durante i successivi utilizzi, dall’altra va ad esaudire una precisa richiesta della committenza; il tulle è stato tinto con tonalità di grigio per ricreare l’effetto luccicante del filato metallico  caratteristico del supporto utilizzato, questo ha reso necessario la rifilatura del tulle in presenza dell’oro per evitarne l’abbassamento di tonalità.

Il pizzo presente perimetralmente era molto deformato e ossidato, anch’esso è stato sottoposto ad una accurata fase di pulitura con procedimento fisico-chimico e, in seguito, allineato cercando di ripristinare la forma e le dimensioni originali. 

 Il restauro si è concluso con il ricollocamento del pizzo e la cucitura di una fodera a copertura dell’intero rovescio.

Dettaglio del pizzo in filato metallico dopo il restauro – Copyright Cyrta