Imprese per l'Arte

IMPEGNO CULTURALE E INGEGNERIA AMBIENTALE: LA DOPPIA ANIMA DI THETIS SPA

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*Foto in evidenza: Guilda. Mostra I-Stanze. 2022

Nell’esplorare le molteplici connessioni tra impresa e arte contemporanea, in occasione dell’ultima mostra, I-STANZE tenutasi a Spazio Thetis a Venezia, ho avuto l’opportunità di intervistare Antonietta Grandesso responsabile dei progetti d’arte della Thetis Spa sin dalla creazione della sede nell’antico Arsenale veneziano.

Thetis Spa nata un quarto di secolo fa come “Consorzio Thetis” con lo scopo di realizzare un centro di eccellenza nel campo delle tecnologie marine e diventata SpA nel 1996 è oggi leader nel campo dell’ingegneria ambientale e dello sviluppo sostenibile grazie all’esperienza maturata operando nella laguna di Venezia, un sistema complesso ed unico che è stato capace di mantenere la propria identità pur attraverso costanti cambiamenti.

L’azienda che opera in ambito nazionale ed internazionale offre servizi di ingegneria dalla consulenza alla progettazione, Project Management, supervisione lavori, studi ambientali fino alla gestione della mobilità.

Contraddistinta da una costante ricerca dell’eccellenza, Thetis non ha mai trascurato l’aspetto culturale e sociale dell’impresa affiancando da oltre quindici anni la promozione e il sostegno all’arte contemporanea all’attività professionale dell’azienda, organizzando mostre, incontri, conferenze e collaborando con istituzioni, musei, gallerie, associazioni e studi di architettura. Una sinergia che ha consentito nel corso del tempo il moltiplicarsi di appuntamenti ed occasioni per veicolare l’arte ad un pubblico sempre più vasto ed appassionato.

È Antonietta Grandesso a raccontarci questo percorso tra arte e ingegneria, tra impresa e impegno culturale nell’intervista che ci ha concesso poco dopo l’inaugurazione dell’ultima mostra.

Buttignol. Mostra Friends Mater. 2019

Cos’è Spazio Thetis e come è nato questo progetto?

Spazio Thetis, ancor prima di avere un nome, è stato un modo di sentire, un convincimento un’avventura, un sentimento. È nato proprio in concomitanza con la fine dei lavori di restauro/riuso di una piccola parte dell’antico Arsenale – il cinquecentesco novissimo Arsenale – e nasce proprio dall’idea che Thetis non doveva essere solo un “polo di tecnologie del mare” ma doveva rappresentare – ne eravamo convinti- un nuovo modo di fare impresa, aperto alla città alle sue istanze ed anche con l’obiettivo di valorizzare un luogo leggendario in cui si concentrava tutta la storia politica e commerciale di Venezia.

Così, a poco più di mese dalla fine dei lavori di restauro e dal nostro insediamento, il cinquecentesco capannone 106 ha ospitato una mostra “site specific” dell’artista americano, padre della Land Art, Robert Morris. La mostra era un progetto dell’Associazione Culturale Nuova Icona di cui ero socia, voluta con passione dal presidente Vittorio Urbani. È da questa visione che è nato tutto. Cioè associare l’arte contemporanea alla nostra attività di ingegneria. Ed è nata nel migliore dei modi perché questi luoghi leggendari hanno iniziato a vedere artisti di fama internazionale e giovani artisti vivere l’Arsenale Novissimo e dare il loro personale contributo per una nuova rinascita.

Buic. Invito alla pace, a cura di Simonetta Gorreri

Thetis SpA è una società di ingegneria. Come si coniuga quest’anima tecnologica con quella artistica della collezione e dello Spazio? E come si sono reciprocamente influenzate e ‘contaminate’ queste due anime?

In realtà si coniuga benissimo, gli artisti sono dei ricercatori e come i ricercatori sono estremamente rigorosi. Il loro percorso creativo e progettuale è esattamente quello dei miei colleghi ingegneri. Li contraddistingue il rigore dei processi, tanto che da sempre, per me, il prodotto finale (così fondamentale per le gallerie commerciali) è sempre risultato secondario rispetto al percorso di ricerca.

L’influenza reciproca però apparentemente non è stata così forte, anche se negli uffici, nei corridoi, in tutti i luoghi dell’azienda e anche nel parco, si possono vedere i lavori degli artisti così da creare una particolare stimolante collezione.

Solo in questo ultimo periodo ci sono state delle collaborazioni più strette perché i molti artisti contemporanei si confrontano con problematiche ambientali ed il loro punto di vista è sempre stimolante per i colleghi che si occupano di ingegneria ambientale.

Guilda. Mostra I-Stanze. 2022

Thetis SpA con Spazio Thetis è diventata più di un semplice mecenate essendo anche parte attiva nell’ambito della promozione degli artisti e dell’organizzazione di mostre. Qual è, nella Sua esperienza, il valore aggiunto di un progetto come il vostro che unisce imprenditorialità ed arte?

Direi subito la sua valenza sociale e culturale, il suo essere uno stimolo per un pubblico che si affaccia a questo spazio con grande curiosità perché siamo un “nuovo modo” di promuovere l’arte e non solo. Il parco durante i mesi estivi è sempre aperto e le persone possono godere di una vegetazione rigogliosa, possono sedersi a leggere sotto gli alberi e possono anche fare una passeggiata alla scoperta delle installazioni presenti nel parco. Installazioni che hanno sempre un loro ambito, che possono essere godute singolarmente.

Ci piace pensare che i visitatori si possano sentire in un luogo accogliente dove stare bene anche solo per una passeggiata, che divenga parte del quotidiano dei veneziani e non solo, sia per i molti appuntamenti culturali che proponiamo sia per il piacere di poter godere di così tanta bellezza.

Biasi Velma affiorata. Mostra Friends. 2019

Come nascono i progetti, le mostre, le collaborazioni per Spazio Thetis?

Progetti e collaborazioni nascono nella maniera più spontanea, a volte anche casuale. Devo dire che ho avuto il privilegio di lavorare con grandi maestri sia artisti che curatori, da Robert Morris a Beverly Pepper a Michelangelo Pistoletto a Pinuccio Sciola per non parlare della grandissima curatrice Lucrezia De Domizio Durini, da lei ho imparato moltissimo, è per me una maestra anche di vita.

In ogni caso quella che è imprescindibile è la bontà del progetto, l’idea e la capacità di realizzarla. Poi tutto viene a seguire anche se spesso la parte realizzativa è la più complicata, ma è l’idea, quello che vuoi esprimere che deve avere una valenza forte. La realizzazione sarà sempre complessa e piena di incognite ma se non hai un’idea, i lavori si sgretolano non comunicano nulla.

Devo dire che per Spazio Thetis è stata vincente anche la disponibilità a collaborare sia con le Istituzioni cittadine (ed è un grande onore) sia con le gallerie private ed anche con i singoli artisti.

Negli anni siamo riusciti a creare una così grande rete di amicizie e collaborazioni proprio grazie alla nostra visione aperta, la nostra disponibilità ed anche grazie al nostro rigore e affidabilità.

Occhipinti. Omaggio a Franz Liszt. 2011

Nel corso di oltre 15 anni sono innumerevoli gli eventi promossi, organizzati e ospitati da Spazio Thetis. Tra i molti progetti, fino al più recente, non sono mancati gli interventi di Fiber Art e di arte tessile. Me ne racconta qualcuno?

Mi viene subito in mente una grande mostra monografica dell’artista croata Jagoda Buic, presentata dal grande Predrag Matvejevic e curata da Simonetta Gorreri esperta di arte tessile. Jagoda ha creato, in un capannone cinquecentesco dell’Arsenale Novissimo, con i suoi magici “tappeti” – realizzati da donne di religioni diverse provenienti dai paesi slavi – una serie di sculture appese alle capriate così da creare fra luce ed ombra un percorso labirintico che porta alla tridimensionalità delle opere tessili. Anche Jagoda, per questa formidabile mostra ha lavorato instancabilmente per circa un mese a stretto contatto con i colleghi di Thetis.

Più recentemente posso ricordare Angela Occhipinti, già docente all’Accademia di Brera e Olimpia Biasi, curata da Annina Orsini, che ha riproposto in un lungo tappeto appeso ad un albero il paesaggio lagunare creando un senso di spaesamento fra la verticalità e l’orizzontalità.

Anche Claudia Buttignol, curata da Dario Pinton, artista che seguiamo da molti anni, ha fra le sue espressioni anche la fiber art, è presente nel parco una sua installazione “la grande Mater” realizzata con stoffa dipinta e cucita in strati sovrapposti fino a diventare un grande mantello accogliente ricordando nella sua diversità la “Mater” di Simone Martini.

Fino a arrivare a Laura Guilda, presente con una piccola ma preziosa personale nella mostra aperta a fine febbraio nei nostri spazi  “Istanze”,.La sua sensibilità, di giovane artista mitteleuropea gioca con linguaggi diversi mettendo l’accento sulle tematiche ambientali con una tale raffinata leggerezza da far – in primis -apprezzare l’opera in sé fino poi a portare ad un pensiero più profondo e forte quasi violento per  questa nostra incapacità di vedere le gravi minacce che minano il nostro futuro.

Beuys . Difesa della Natura, a cura di Lucrezia De Domizio Durini. 2007

Barbara Pavan

English version Sono nata a Monza nel 1969 ma cresciuta in provincia di Biella, terra di filati e tessuti. Mi sono occupata lungamente di arte contemporanea, dopo aver trasformato una passione in una professione. Ho curato mostre, progetti espositivi, manifestazioni culturali, cataloghi e blog tematici, collaborando con associazioni, gallerie, istituzioni pubbliche e private. Da qualche anno la mia attenzione è rivolta prevalentemente verso l’arte tessile e la fiber art, linguaggi contemporanei che assecondano un antico e mai sopito interesse per i tappeti ed i tessuti antichi. Su ARTEMORBIDA voglio raccontare la fiber art italiana, con interviste alle artiste ed agli artisti e recensioni degli eventi e delle mostre legate all’arte tessile sul territorio nazionale.