Eventi

INSPIRÉ.E.S – ACTE 3 – ARTS TEXTILES

English (Inglese)

24 marzo – 10 settembre 2023
Centro d’arte contemporanea l’ar[T]senal

13 place Mésirard, 28100 Dreux
INGRESSO LIBERO
Orari di apertura
10.30-12.30, lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì
14.00-19.00, da mercoledì a domenica
Contatti:
Estelle Lutaud (contatto stampa):
02.37.38.84.33 / e.lutaud@ville-dreux.fr
Stéphane Auvard (informazioni e prenotazioni):
02.37.38.87.54 / visitesalartsenal@ville-dreux.fr

ARTE CONTEMPORANEA,  CONTRIBUTO DOPO CONTRIBUTO, EDUCARE ALL’ARTE CONTEMPORANEA PASSO DOPO PASSO

Il Centre d’art l’arTsenal si pone i seguenti obiettivi: formazione, sostegno attraverso la produzione di opere, accoglienza di artisti in residenza e diffusione attraverso mostre e pubblicazioni.
La mostra INSPIRED. E. S – Atto 3 – Arti Tessili è la logica continuazione della serie Inspiré. e. s presentata dal Centre d’art dal 2018.

ARTE TESSILE, TRA STORIA ED EMANCIPAZIONE

Il Centre d’art l’arTsenal dedica una mostra all’arte tessile contemporanea, interrogandosi sulle sue ruolo nella storia dell’arte e sui temi dell’arte contemporanea. Cercando anche di capire fino a che punto le opere di certi artisti possono andare oltre i loro contesti di creazione o di know-how per lasciare il posto a un’arte monumentale, capace di creare esperienze immersive.

Dall’antichità ai giorni nostri, l’uso dei tessuti come mezzo artistico ha attraversato la storia e non ha mai smesso di evolversi tra funzione ed estetica, sottigliezza e monumentalità, poesia e manifesto.
Nel corso di oltre un secolo, dalle Arti e Mestieri al Bauhaus, molti artisti hanno cercato di esplorare queste aree espressive: ricamo, pittura, scultura, pittura, ricamo, rilegatura, annodatura, intrecciatura, lavoro a maglia, uncinetto, ecc. per il desiderio di produrre un’arte accessibile che fosse vicina al loro ambiente sociale di produzione.

Attingendo alla sua storia, l’arte tessile è tornata sulla scena come una forma d’arte influente, una forma d’arte a sé stante che tende a emanciparsi dal suo ambiente sociale.
È un’arte a sé stante che tende a svincolarsi dai suoi metodi di produzione, dando spazio alla percezione e all’esperienza di un materiale universale che rispecchia il nostro mondo.

ARTE E TESSUTI, INFLUENZE E LEGAMI PERICOLOSI

Ogni mostra cerca di ispirarsi al concetto di capolavoro nell’arte, ponendo la questione di cosa significhi essere un capolavoro e la questione del ciclo creativo nella grande Storia dell’Arte, che è ancora in costruzione.
La serie Inspiré. e. s cerca di arrivare al cuore di un mezzo creativo, decifrandolo, contrastandolo, mettendolo alla prova, contorcendolo per comprenderne meglio le radici, le influenze e le forme.
Oltre a mettere in evidenza il tessile come mezzo creativo, questa mostra traccerà paralleli con il vicino mondo della moda e con il suo uso di tecniche e materiali.

Questi due mondi sono legati dal desiderio di creare, ma sono ben distinti, perché non rispondono alle stesse logiche produttive (uno è sotto l’autorità del Ministero della Cultura, l’altro sotto l’autorità dello Stato). Per esempio, la collaborazione con il CFAM (Centre de formation des arts de la mode) di Tours si è tenuta nella cappella dell’Hôtel-Dieu come preludio all’esposizione di moda.
Perché ricamare, cucire, lavorare all’uncinetto, vestirsi, rivestire, tessere, lavorare a maglia, cucire – sono solo alcune delle competenze acquisite da diversi artisti per creare le opere presentate in mostra.
Ma questi passaggi, ripetuti più volte, fanno tutti parte dello stesso processo. I gesti dall’artista o delegati all’artigiano, all’operaio o alla macchina, sono davvero ciò che fa l’opera?

È questo il genio dell’artista? Non è forse la concezione? Non è forse l’idea? Non è forse il formarsi di un significato che dà agli artisti il desiderio di creare nel modo più estroso possibile?
Non è forse il ribollire del significato che dà agli artisti il desiderio di creare nella massima libertà, senza la logica dell’output?

Lucile Hitier, direttrice del Centre d’art e curatrice della mostra ARTE E TESSUTI, INFLUENZE E RELAZIONI PERICOLOSE

Il Centro d’arte contemporanea l’ar[T]senal è stato inaugurato nel 2012. Il suo obiettivo: sostenere e promuovere l’arte contemporanea. E’ una struttura culturale della città di Dreux, sostenuta dal Drac Centre Val-de-Loire, dal Conseil Régional Centre Valde-Loira. Alcune delle sue attività sono cofinanziate dall’Unione Europea.

Gli artisti presenti

Hannah BARABTIN

Algen bos, installazione, 2018-2019, lana infeltrita, lana merino bianca, intarsio di tessuto, seta, intarsio di fibre animali e vegetali, dimensioni variabili. Fibre animali e vegetali, dimensioni variabili.
Chaos Laineux, installazione, 2017-2018, lana infeltrita, lana merino bianca, fibre tessili animali e vegetali, ritagli di tessuto, dimensioni variabili.
Per gentile concessione e credito fotografico di Hannah Barantin.

Nata nel 1997, Hannah Barantin vive e lavora a Tours e si è diplomata all’École Supérieure d’Art et de Design TALM-Tours.
Design TALM-Tours. Preoccupata per le conseguenze ecologiche che determinati materiali possono avere sull’ambiente, Hannah Barantin si è orientata naturalmente verso un materiale che lei stessa produce: il feltro di lana.
Hannah Barantin presenta due opere all’arTsenale. Algen Bos – presentata nello spazio di mediazione – è un’installazione composta da forme organiche ispirate al mondo reale.
Realizzata in lana merino, seta e fibre animali e vegetali. Caos lanoso è un’installazione composta da forme minerali che sembrano vagare nello spazio, mettendo in discussione l’architettura dello spazio e la sua relazione con il mondo reale. Queste due opere sono rappresentative di un forte impegno da parte dell’artista, che ha deciso di bandire il colore dalle sue opere a favore della sperimentazione sulla materia con i materiali grezzi e le loro variazioni di consistenza.

Olga BOLDYREFF

Walldrawing, installazione in situ di 8 sculture, 1990-2002, filo di maglia e chiodi, dimensioni variabili / Pullover,
1999, 63 x 170 cm / Pantaloni, 2001, 50 x 90 cm / Pantaloncini, 2001, 42 x 50 cm / Stivali, 2001, 58 x 35 cm / Cappelli,
1997, 40 x 50 cm / Giacca, 2000, 84 x 57 cm / Scarpa con lacci, 2002, 24 x 44 cm / Pantaloni e camicia con bretelle, 1990, 170 x 55 cm / Pantaloni e camicia con bretelle, 1990, 170 x 55 cm / Pantaloni con lacci, 2002, 24 x 44 cm
bretelle, 1990, 170 x 55 cm.
Per gentile concessione di Olga Boldyreff; credito fotografico di Emmanuel Watteau.

Nata nel 1957, Olga Boldyreff vive e lavora a Nantes, dove si è diplomata all’École Régionale des Beaux- Arts di Nantes. Dopo un primo periodo caratterizzato dal disegno e dalla performance, ha iniziato a incorporare nel suo lavoro la maglia, l’uncinetto e il ricamo nel suo lavoro, intraprendendo allo stesso tempo un approccio artistico concettuale e una grande arte: le sculture morbide  – abiti sospesi lavorati a maglia o all’uncinetto, ricami su tela dipinta e Wall Drawings.
Otto opere di questa serie sono visibili ad arTsenal. Oltre a citare opere dell’artista americano minimalista e concettuale americano Sol LeWitt, che invitava chiunque a seguire le sue istruzioni per realizzare un’opera d’arte, senza dover intervenire.
I Walldrawings di Olga Boldyreff hanno la forma di scatole, formate da una serie di un gomitolo di corda “a maglia”, un disegno numerato, chiodi da fissare al muro e le istruzioni per utilizzare il disegno se si desidera esporlo.
Quest’opera, oltre a testimoniare la sua esperienza personale del bisogno di mobilità, lo colloca anche saldamente nella tradizione dei suoi coetanei che, come Marcel Duchamp, hanno esplorato il concetto di nomadismo e di facilità d’uso.

Claude COMO

Supernature, 2021-2022, installazione in situ, lana tufted, dimensioni variabili.
Per gentile concessione di Claude Como.

Nata nel 1964 a Marsiglia, dove vive e lavora, Claude Como ha studiato Belle Arti all’Università di Aix-en-Provence. Pittura, ceramica, resina, carbone e lana sono solo alcuni dei materiali che l’artista utilizza per esplorare l’umanità e la natura.
Per Inspiré.e.s – Act 3 – Textile Arts, Claude Como presenta un nuovo gruppo di opere della serie Supernature.
Si tratta di una ventina di opere che ricordano fiori, alberi e cascate. Ogni pezzo ha un nome proprio e, una volta assemblato in situ alla maniera di un quadro di storia naturale, vediamo un generoso paesaggio vegetale che sembra invadere lo spazio espositivo. Attraverso questa rappresentazione fantasmagorica di una natura rigogliosa l’artista ci invita a riconnetterci per un momento con il tattile e l’organico, e solleva domande di fondo sul rapporto tra l’uomo, la sua evoluzione e lo spazio vitale sociale e ambientale, nonché i legami spesso controversi tra design, arti decorative, artigianato e arte contemporanea.

Jérémy GOBÉ

La liberté guidant la laine, installazione in situ, 2023, jacquard, dimensioni variabili.
Per gentile concessione di Jérémy Gobé, credito fotografico di Marc Domage, prodotto dal Centre d’art contemporain l’arTsenal.

Nato a Cambrai nel 1986, Jérémy Gobé vive e lavora a Parigi. I tessuti – materiali grezzi, tessuti o già trasformati in capi d’abbigliamento, sono i materiali d’elezione della sua ricerca. Questo materiale gli è stato affidato dall’ambiente e dalla sua storia personale. Nato nel Nord-Pas-de-Calais e studente in Lorena, ha vissuto in due regioni contrassegnate dalla scomparsa delle industrie tessili.

L’installazione monumentale composta da tessuti jacquard rossi e bianchi, è punteggiata da una cornice invisibile, che suggerisce i pugni alzati e le baionette del famoso dipinto di Delacroix, riproposto per questa mostra dal Centre d’art contemporain l’arTsenal, rappresenta un’ulteriore opportunità per l’artista di sostenere il settore tessile francese, attualmente in declino a causa della globalizzazione, e in particolare l’artigianato del sito storico di Clamart (92), sede di un’importante fabbrica di tessuti.
Clamart (92), patria del miglior jacquard francese. Per esempio, questo ordine di circa 300 kg di jacquard all’atelier Maille Emma, oltre a sostenere l’industria, fa parte di uno sviluppo sostenibile e di un trasporto eco-responsabile, poiché è stato prodotto in un raggio di meno di 100 km dalla sede della mostra. Oltre a mettere in evidenza il crollo della produzione tessile in Francia, culla di questi mestieri, l’opera di Jérémy Gobé mette in evidenza la perdita di questo savoir-faire artigiano e, allo stesso tempo, l’immagine obsoleta dei mestieri artigianali.

Aurore HALPERT

Les chats de vélès, serie di 5 maschere, 2018-2019, acrilico, capelli sintetici, tecnica dell’uncinetto.
tecnica dell’uncinetto. Depuis les chemins de la lune, 2018, dimensioni variabili / Les épis de la Terre, 2018, dimensioni variabili / Le porteur du Chaos, 2018, Dimensioni variabili / Au sein des racines, 2018, Dimensioni variabili / Au sortir de la pelle, 2019, Dimensioni variabili / Les voyageurs des eaux, 2019, Dimensioni variabili.
Per gentile concessione di Aurore Halpert; credito fotografico di FLØW.

Aurore Halpert si è laureata a Cholet con un BTS in fashion design nel 2008 e oggi vive e lavora a Tours. Il suo medium preferito è il tessile, in particolare l’uncinetto. Ha un rapporto speciale in relazione con il corpo e con i tessuti, magnificandone la capacità di mutare.
All’arTsenale, Aurore Halpert espone sei maschere della serie Les chats de vélès, realizzate tra il 2018 e il 2019. In quest’opera, Aurore Halpert collega il mito di Velès e quello del suo interprete, il Gatto. Il primo della guerra, delle ombre, degli animali, della magia e della reincarnazione, e l’altro, un animale protettore capace di reincarnarsi e di allontanare gli spiriti maligni. Per Aurore Halpert, queste maschere sono le vestigia di una civiltà fittizia e hanno la capacità di riattivare questi miti nella nostra società contemporanea.

Sheila HICKS

Au delà, 2017, Installazione a parete, cartone, lino, fibra sintetica, pelle, Dimensioni variabili.
Per gentile concessione dell’artista e del Musée d’art Moderne de la ville de Paris; Copyright Adagp, Paris, 2023; Collezione Musée d’art Moderne de la ville de Paris.

Nata nel 1934 negli Stati Uniti, Sheila Hicks vive e lavora a Parigi. È stata introdotta alle abilità in Colombia, Cile, Perù e Bolivia. Dalla fine degli anni Cinquanta, l’artista annoda, avvolge, piega, attorciglia e impila lana, lino e cotone.
Lavorare con i tessuti per Sheila Hicks, è sviluppare un corpo di opere in continuità con la vita, in cui i tessuti sono onnipresenti.
Nell’ambito della mostra Inspiré.e.s – Acte 3 – Arts Textiles, l’opera Au-delà, comme une constellation. presenta dischi di diverse dimensioni e tonalità, realizzati con una gamma di materiali tessili. Quest’opera monumentale dimostra in particolare l’interesse di Sheila Hicks per la “mescolanza ottica”, che consiste nell’associare colori, texture e materiali, invitando il pubblico a comporre, attraverso un esercizio visivo di composizione di nuovi colori ed è particolarmente rappresentativa della sua tecnica .

Lux MIRANDA

Give me your best side, I will give you my best side, installazione, 2022-2023, lana trapuntata su tela, 700 x 240 cm (in tre parti). Per gentile concessione e credito fotografico di Lux Miranda.

Nata a Bourges nel 1990, Lux Miranda vive e lavora tra Bourges e Parigi. Ha studiato presso la Villa Arson di Nizza tra il 2012 e il 2015. Lux Miranda è un’artista franco-portoghese che lavora nel disegno e nella scultura, ma è soprattutto la tecnica del tufting che ricorre nel suo lavoro. Un lungo soggiorno in Messico le permette di familiarizzare con le tecniche tessili e scoprire le molteplici potenzialità dei loro materiali e colori.
All’arTsenale, Lux Miranda presenta un’opera monumentale composta da tre parti presentate sul pavimento e sulle pareti.
Come un mandala tibetano, l’opera invita lo spettatore alla concentrazione o addirittura alla meditazione. Infatti, l’artista l’ha concepita come un prisma rasserenante che cattura lo spettatore e lo invita ad ascoltare se stesso e il mondo che lo circonda. In questo modo, l’opera fa appello alla sfera intima e quotidiana dello spettatore. Con le sue qualità fonoassorbenti, isolanti e decorative, evoca il comfort e in questo modo rassicura per la sua stessa natura.

Bojana NIKCEVIC

Crevasse, interstices et autres vides comblés, serie di 6 sculture, 2018-2019, feltro e collage, dimensione variabile, Per gentile concessione di Bojana Nikcevic; credito fotografico di Guillaume Le Baube.

Originaria del Montenegro, Bojana Nikcevic vive e lavora a Tours. In origine artista multidisciplinare, Ha abbandonato la fotografia e il video per dedicarsi ai tessuti, con una predilezione
sculture e installazioni in feltro. Sedotta dalle infinite possibilità di creare oggetti piatti o voluminosi utilizzando questo materiale
leggero, impermeabile e isolante, questo medium è diventato una forma d’arte a sé stante.
Ad arTsenal, Bojana Nickevic presenta sei sculture in feltro della serie Crevasse, interstices et autres vides comblés. In queste opere, l’artista esplora le possibilità di questo materiale che, a differenza di altri tessuti, non prevede la tessitura. È semplicemente costituito da un groviglio di fibre, ottenuto per frantumazione, lavaggio e applicazione a mano, che permette alle microscale della lana di intrecciarsi. In uno stato di meditazione davanti alla fibra, Bojana Nickevic produce queste opere ripetendo sempre lo stesso gesto fino a creare una rinascita organica, meravigliandosi allo stesso tempo della capacità di questo materiale di connettersi con il mondo.

Joana VASCONCELOS

Aquarela, 2014, installazione, 245 x 340 x 315 cm, piastrelle in ceramica dipinte a mano, uncinetto in lana fatto a mano, ornamenti in poliestere, MDF, ferro – Collezione dell’artista
Per gentile concessione dell’Atelier Joana Vasconcelos

Nata a Parigi nel 1971, Joana Vasconcelos vive e lavora a Lisbona. Il suo lavoro si basa principalmente sul recupero di oggetti di oggetti quotidiani, che decontestualizza con umorismo e fantasia.
A l’arTsenal, presenta una cascata di tentacoli realizzati con tessuti colorati, morbidi, lucidi o allo stesso tempo intervallati da oggetti cuciti. Vasconcelos si riappropria di oggetti di uso quotidiano e li trasforma utilizzando tecniche inventive e inaspettate con sontuose esplosioni di colore. Quest’opera ibrida è realizzata con azulejos, posate di plastica, tessuti, uncinetto… La natura del processo creativo di Joana Vasconcelos si basa sull’appropriazione, la de-contestualizzazione e la sovversione di oggetti preesistenti. Sculture e installazioni, che rivelano un vero senso delle proporzioni e del colore, sfidando il peso della vita quotidiana. Partendo da ingegnose operazioni di dislocazione, che ricordano il ready-made e le pratiche del Nuovo Realismo, l’artista offre una visione della società contemporanea al tempo stesso complice e critica. Evoca, sempre con distacco, la condizione femminile, le distinzioni di classe e l’identità nazionale.