INTERVISTA AD ARMADILLY
*Immagine in evidenza: Why fall in love when you can fall asleep, 2021, cm50x70. Copyright Armadilly
Armadilly, al secolo Camilla Cesarini, classe 1995, ha conseguito una laurea in Fumetto e Illustrazione presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2018. Ho incontrato i suoi lavori allo stand della Galleria Fidia in un allestimento con le opere di Giosetta Fioroni durante la recente Roma Arte in Nuvola e ho voluto incontrarla per capire cosa nascondesse il rosa acceso dei suoi arazzi. Con uno stile personalissimo ispirato a un mix tra mondo dei social, moda, Pop Art e anni ’60, Armadilly ci restituisce un affresco di una generazione tra disillusione, sogni nel cassetto e quotidianità.
Armadilly, ritratto
Cominciamo dall’inizio: immagino che ARMADILLY sia un nome d’arte. E, dunque, perché l’hai scelto e, soprattutto, chi è ARMADILLY – l’artista?
Armadilly è lo pseudonimo di Camilla Cesarini, un’eterna adolescente amante del rosa e dei glitter, che non vuole mai annoiarsi ma fare festa tutto il tempo circondandosi di persone interessanti e pazze. È il mio alter ego. Rispecchia la mia vita rendendola scintillante ma, come si usa dire, “non è tutto oro quello che luccica”. Lo pseudonimo è nato casualmente, frutto della continua storpiatura del mio nome da parte di una delle mie migliori amiche. La mia psicologa disse che la scelta dell’armadillo era stata curiosa perché mi rappresentava perfettamente, data la sua corazza molto dura e resistente che nasconde al suo interno un animale soffice.
We were the right people…At the wrong time. 2021, cm70x50. Copyright Armadilly
Come sei approdata all’uso del medium tessile? E perché hai scelto proprio questa tecnica per questa serie di opere?
Durante la prima quarantena nel 2020 erano iniziati a girare su TikTok e Instagram tantissimi video su questa tecnica, chiamata Punch Needle, piuttosto semplice da imparare ma con lunghi tempi di lavoro e accortezze da seguire. L’ho scelta un po’ per caso e un po’ per gioco, volevo provare a sperimentare qualcosa di nuovo e tutto ciò che riguarda il cucito e il ricamo mi ha sempre affascinata molto. Da piccola ho imparato a cucire grazie a mia nonna e, a posteriori, posso affermare che è in parte merito suo se ho sentito questa tecnica così adatta a me. Il perfetto connubio tra tradizione e contemporaneità.
You can’t sit with us, 2021, cm50x70. Copyright Armadilly
Dei tuoi lavori si è spesso detto che sono il ritratto di una generazione. Ma com’è davvero questa generazione che racconti e quanto ritroviamo delle sue luci e delle sue ombre nelle tue opere?
La mia è una generazione di disillusi, nata in una società in crisi e senza grandi prospettive future. Le relazioni sentimentali sono difficili. È per questo che i memes sono il perfetto frutto di questi tempi, nascondono questa tristezza dietro a un grande sarcasmo. Nelle mie opere è esattamente questo che voglio mostrare, senza tanti giri di parole e utilizzando una grafica iper colorata ma semplice. L’arte pop di oggi.
Depressed but well dressed, 2021, cm70x50. Copyright Armadilly
Dunque l’insicurezza alla ricerca di conferme che cerca nell’approvazione del gruppo – attraverso i social – è uno dei temi, se non capisco male, che indaghi attraverso la tua pratica artistica. Ma anche l’incertezza del futuro che preclude la possibilità di pianificare a lungo termine e una fragilità che apre da un lato la porta alla violenza – declinata nelle diverse accezioni, soprattutto quelle meno palesi – e dall’altro alla paura. Però, tra un po’ di cinismo e molta disillusione, nei tuoi lavori trovo una vena di sana ironia e, soprattutto, un rosa così sfacciato, assertivo e anticonformista da farmi ricredere su tutta questa premessa. Da dove arriva questo super rosa?
Siamo cresciute sentendoci dire che il rosa era un colore per femmine, come se fosse una cosa dispregiativa. Per anni ho detto di volermi vestire unicamente da maschio, detestando tutto ciò che aveva a che fare con l’universo femminile come ad esempio il trucco che, per colpa di un’intervista che vidi in televisione durante la pubertà, non ho usato per molto tempo. Ma ad un certo punto mi sono resa conto che era un crimine non utilizzare un colore così bello e, soprattutto, che questi pensieri erano dettati dalla nostra società estremamente maschilista. Mi è stato detto che usavo troppo rosa e la mia risposta è stata usarne ancora di più. Ero convinta che mi avrebbe nauseato a un certo punto, invece mi dà sempre più sicurezza e tranquillità.
…Do I look like I care, 2021, cm70x50. Copyright Armadilly
Qual è il senso del ‘fare arte’ per te? E ha l’arte, secondo te, un potere catartico?
Fare arte per me non è una scelta, è ossigeno puro. Ho avuto una grossa crisi artistica durata ben due anni dove a malapena riuscivo a prendere in mano la matita, e non sono mai stata più in pace con me stessa quanto in quel periodo. Avevo un lavoro dove tornavo a casa e potevo rilassarmi. Certo, ero tranquilla, ma il mio cervello si stava letteralmente atrofizzando. Non ho mai creduto di essere particolarmente talentuosa o, figuriamoci, geniale e tutt’ora non lo credo, ma non posso pensare a una vita dove non esista la possibilità di fare arte. Vivere nel tormento è ciò che mi tiene viva, fa malissimo eppure è la cosa più bella. Questo non è un lavoro, ma una vera e propria storia d’amore. Ha un potere decisamente catartico.
Is he hot or does your life need some drama, 2021, cm70x50. Copyright Armadilly
Qual è il riscontro del pubblico rispetto ai tuoi lavori? E qual è il pubblico che più entra in relazione con essi?
A inizio novembre 2021 i miei lavori sono stati presentati in una mostra personale presso la Galleria Fidia di Roma e in una doppia personale insieme a Giosetta Fioroni presso “Roma Arte in Nuvola” alla Nuvola di Fuksas, curate entrambe da Gemma Gulisano. È stato il mio debutto nell’arte contemporanea e il riscontro del pubblico è stato più che positivo. Posso dire orgogliosamente che tantissime persone si fermavano e chiedevano informazioni o si facevano fotografie davanti ai miei arazzi. Il grande potere dell’arte pop è che generalmente piace molto, ma non mi aspettavo che i miei quadri potessero interessare un pubblico così variegato. Sicuramente i più giovani sono quelli che possono apprezzare in pieno le mie opere, ma io parlo anche di cuori spezzati e chi non lo ha avuto almeno una volta?
Un po’ di know how: ma dallo smartphone fino all’opera finita, come prende forma e si sviluppa l’idea?
Passo un quantitativo imbarazzante di ore sui social. I miei profili preferiti sono quelli con i frame e i cimeli di cose e personaggi degli anni 2000, generazione mtv e tv spazzatura. I miei soggetti vengono da sé, faccio tanta ricerca ma parlo soprattutto della mia vita e di quello che succede. Ogni arazzo rappresenta una scena che in un qualche modo ho vissuto. Mi segno delle frasi e parto da quelle. Faccio il disegno, passo alla tela e il gioco è fatto.
Guardando oltre l’orizzonte temporale più prossimo cosa vedi?
Bei vestiti, party scintillanti e sempre più tormento!