Intervista con Alex Friedman
Traduzione a cura di Chiara Cordoni

Alex Friedman, architetto e artista tessile, crea arazzi da circa 40 anni, è stata direttrice dell’American Tapestry Alliance e membro del Consiglio del TextileArtsCouncil, Fine Arts Museum di San Francisco. Nei suoi primi lavori sono molteplici i richiami alla sua formazione universitaria, con arazzi che rappresentano scene architettoniche iperrealistiche, basate su giochi di luce e ombra che si riflettono sulle superfici accentuandone le forme strutturali.
In una fase successiva della sua crescita artistica, Alex ha iniziato ad esplorare le possibilità che la tessitura offre quando ci si spinge oltre i confini dettati dalle regole dell’arazzo tradizionale (fatto di bordi dritti e superfici piatte) portandola alla creazione di arazzi tridimensionali e scultorei frutto di una sapiente e studiata manipolazione di trama e ordito.
Le opere di Alex Friedman sono state esposte in numerose mostre internazionali collettive e personali ed hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti e premi,inoltre sono stati pubblicati in cataloghi e libri del settore.
Di seguito il link al sito web dell’artista:
“Dynamic Energy”, 19 x 33”, 48 x 85 cm, 2011, copyright Alex Friedman
Alex, puoi dirci come è nata la tua passione per la tessitura?
Il mio obiettivo iniziale era quello di essere un architetto, ma dopo diversi anni di lavoro nella progettazione mi sono resa conto che c’erano molti più vincoli nella pianificazione, nella progettazione e nella gestione del budget. Ero giovane, idealista e volevo avere più controllo sulle mie idee per vederle realizzate.
Ero interessata a seguire un corso serale di tessitura a quattro licci e, dopo qualche lezione, ne rimasi affascinata! Mi piacevano i materiali, i colori, le molteplici possibilità di design e mi piaceva davvero l’attività manuale. Ho passato un paio d’anni ad esplorare le numerose possibilità che offre la tessitura su un telaio multi-liccio.
Quando ci siamo trasferiti a New York negli anni ’70, sono venuta a sapere di una opportunità eccitante. Michelle Lester, pittrice/tessitrice, aveva appena ricevuto un’enorme commissione per tessere una serie di arazzi per i nuovi jumbo jet della Pan American Airline e stava assumendo quattro tessitori per questo progetto da 224 pezzi.
Ho portato alcune delle mie tessiture al mio colloquio e sono stata assunta subito anche se fino a quel momento non avevo mai tessuto un arazzo. Le cose sono cambiate rapidamente e ho scoperto di amare tutti gli aspetti di questo meraviglioso mezzo di comunicazione. Dopo aver completato il progetto della compagnia aerea, ho lavorato a un certo numero di commissioni aziendali per suo conto. Infine, quando ci siamo trasferiti di nuovo, ho realmente iniziato a dedicarmi ai miei progetti e ho trovato un grande piacere ad esporre e tessere su commissione.
Qual è il ruolo del colore nei tuoi arazzi?
Amo i colori particolarmente ricchi, i colori saturi. Da bambina sognavo a colori e la gioia che mi regalano continua ancora oggi. Spesso la prima ispirazione che ho nel creare un nuovo arazzo riguarda proprio i colori. Ho un grande tavolo nel mio studio su cui impilare le matasse colorate nel colore che voglio usare e lentamente mi arriva un’idea per il disegno. Se decido di creare un arazzo rosso, riempirò il mio tavolo con le matassine rosse e aggiungerò qualche colore di contrasto per far sembrare i rossi più vivaci.
Utilizzo diversi temi e continuo ad esplorare molte nuove idee. Abbozzo alcuni concetti di design fino a quando non sono pronta a procedere con la creazione di un disegno a grandezza naturale che delinea il design complessivo dell’opera. Questo disegno sarà in bianco e nero, poiché i colori sono già pianificati nella mia testa, e sarà attaccato alla parte posteriore del mio ordito, fungendo da guida nella realizzazione dell’arazzo.
Per quanto riguarda la scelta dei materiali, preferisci utilizzare materiali tradizionali o ti piace sperimentare?
Tipicamente, io uso la lana per i miei arazzi più grandi perché possiede il colore più ricco ma, a volte, sono incuriosita da un tipo di materiale diverso a causa della sua lucentezza, colore, o per le sue proprietà opache. Il design dell’arazzo spesso determina i materiali che userò. Sono più incline a sperimentare materiali diversi dalla lana, nei miei arazzi di piccole dimensioni. Ho scelto seta, poliesteri, tessuti sintetici, mussola [cheesecloth, US], nastri e una varietà di filati innovativi. Con la lana, generalmente uso tre fili per ogni passaggio della trama, con un mix di colori affini che posso organizzare per ottenere la giusta combinazione di colore. In questo modo, da vicino si ottiene una superficie più interessante da guardare.
Puoi parlarci di una delle tue opere a cui ti senti più legata?
Questo aspetto cambia di continuo. Di solito il pezzo su cui sto lavorando è quello che mi emoziona di più, ma mentre la tessitura si sviluppa, mi sento un pò inquieta e alla fine mi preoccupo che corrisponda alla mia idea originale. Quando smonto il lavoro dal telaio, di solito sono contenta, ma a volte ci vogliono alcuni giorni o settimane per esserne sicura!
Fare arte significa in effetti risolvere le questioni relative al design e alla progettazione. (Qualcuno una volta ha detto che gli artisti sono unici nel senso che creano problemi che poi devono risolvere!). Ci sono alcuni pezzi che ho progettato che hanno poi presentato difficili problemi di esecuzione a causa dei limiti determinati dal lavorare su un sistema a griglia. Quando trovo la soluzione, questa mi dà particolari soddisfazioni. Nel fare “Here Today“, per esempio, avevo progettato un gran numero di cambi di colore regolari nelle aree a nastro. Ci sarebbe voluto molto tempo per tessere le aree bianche e blu. Mi sono resa conto che se avessi tinto il filato in sezioni bianche e blu, avrei risparmiato tempo e ottenuto un passaggio più morbido tra i colori, un dettaglio che in realtà preferivo.
“Here Today”, 72 x 54.5” , 180 x 140 cm, 2013, copyright Alex Friedman
Alex, nelle tue opere ci sono stimoli e influenze di altre culture e tradizioni di tessitura?
Kilims, tessiture copte, tessiture di Nazca e Wari, tessuti Kuba, feltri sciiti, ricami Ainu, tra i tanti tessuti mi forniscono ispirazioni per il colore e il design in modo molto generale. Trovo che questi motivi grafici e i pattern siano infinitamente affascinanti. Non uso necessariamente i loro motivi nei miei lavori, ma applicherò i modelli e i motivi ripetuti in modo astratto.
Un’altra fonte per le mie idee viene dalle abituali passeggiate e traggo ispirazione dai colori e dalle texture della natura. La corteccia degli alberi, il vento sull’acqua, le formazioni rocciose, le erbe, sono alcune delle mie molte risorse. Fotografare e disegnare sono i metodi di registrazione che utilizzo.
“Map: Tundra Pathways”, 9.5 x 9.5”, 24 x 24 cm, 2017, copyright Alex Friedman
“Dreaming of Green”, 61 x 54”, 155 x 137 cm, 2014, copyright Alex Friedman
Ci sono artisti o correnti artistiche a cui ti sei ispirata?
Ci sono molti artisti contemporanei che trovo estremamente interessanti, specialmente artisti che usano aspetti della tessitura che sono unici per questa forma d’arte come le fessure, il soumak, la trama eccentrica, così come la creazione di segni, cioè modelli che sono unici per questo medium, che sarebbe difficile da replicare con qualsiasi altro mezzo artistico. Celebro questi aspetti e li cerco nell’arte tessile di altri artisti. I social media hanno reso facile connettersi con gli artisti e trovare esempi interessanti in tutto il mondo.
Alex, come sono cambiati i tuoi arazzi negli anni? Ci sono importanti differenze stilistiche o estetiche tra i tuoi primi lavori e quelli più recenti?
Quando ho iniziato a tessere arazzi, ero molto interessata a creare pezzi con un gran numero di dettagli architettonici. Erano di grandi dimensioni e molto realistici. La gente spesso confondeva le loro immagini con le fotografie. Ho avuto un certo numero di commissioni e vendite di successo, ma ho iniziato a sentire che non stavo sfruttando appieno le possibilità che questo medium offre. In particolare, l’arazzo ha rappresentato storicamente una forma d’arte di carattere narrativo e con la sua tipica forma rettangolare, ma non c’era motivo per cui non si potesse sfruttare e sviluppare la natura materica e organica dei materiali di cui è fatto.
I miei arazzi astratti esplorano la terza dimensione utilizzando trame eccentriche, che creano aree rialzate, utilizzando fessure aperte, lasciando aree prive di tessitura e avvalendosi di filati più testurizzati. Anche i miei bordi non sono più necessariamente rettangolari. Questi aspetti spostano l’arazzo su un piano più scultoreo. Come forma d’arte contemporanea, gli arazzi dovrebbero esprimere tutte le possibilità dei materiali organici con cui sono fatti. Questo mi ha portato a realizzare una serie di arazzi che sperimentano queste possibilità.
Che tipo di telai utilizzi? Puoi parlarci degli “strumenti della tua professione”?
Lavoro su due diversi telai verticali. Uno è un telaio per tappeti Glimäkra da 60 pollici/150cm che ho avuto per 30 anni, l’altro è un telaio Shannock da 8 piedi/250cm. Poiché normalmente lavoro vicino alla superficie della tessitura, l’aspetto verticale dell’ordito mi permette di allontanarmi dal mio lavoro e controllare l’evoluzione del mio disegno.
Molti tessitori di arazzi usano bobine di legno per contenere i fili di trama, ma io preferisco fare una “farfalla“, un fascio di fili misti. Generalmente, uso tre fili di colori strettamente correlati nel mio fascio. Mi piace mantenere i miei strumenti al minimo indispensabile per rendere più semplice il lavoro. (vedi foto)
Compro i miei filati in matasse già tinte, ma ci sono momenti in cui non riesco a trovare un colore specifico e in quel caso tingo io stessa più matasse. Spesso tingo una varietà di filati, quindi avrò più opzioni di colore. Inoltre, a volte tingo una matassa lasciando uno spazio non colorato o alternando i colori per soddisfare un’esigenza particolare che posso avere.
A cosa stai lavorando in questo momento?
Recentemente sono stata molto colpita dalle questioni legate al cambiamento climatico e i miei nuovi arazzi riflettono queste preoccupazioni. Il mio ultimo pezzo si chiama “Atmospheric Flow” e rappresenta il tumulto e la forza del fiume causati dalle forti correnti. Vengono scaricate quantità torrenziali di pioggia che minacciano dighe e argini e si riversano pericolosamente nelle aree popolate. I dissesti naturali sono certamente un tema che continuerò ad affrontare.
“Atmospheric Flow”, 36” x 41”, 90 x 105 cm, copyright Alex Friedman