Interviste

INTERVISTA CON ANNIE BASCOUL

English (Inglese)

*Foto in evidenza: Photographer David Giancatarina, robe pétrifiée, petrified brass wire, PLA, bobbin lace, 3D, 1m10 x 0,5m. 2020

Traduzione a cura di Elena Redaelli 

Annie Bascoul, classe 1958, è un’artista francese che ha fatto del pizzo il suo medium espressivo d’elezione. Le sue installazioni sono state allestite nei maggiori musei francesi del settore, a partire dalla recente mostra personale al Musée du Cloître, Tulle, ultimo di una lunga serie di spazi istituzionali in Francia ed all’estero che negli anni hanno ospitato e talvolta acquisito le sue opere nella collezione permanente: Musée des Beaux Arts et de la dentelle d’Alençon, Musée de la dentelle de Caudry, Musée des Manufactures de Retournac, Musée des Arts décoratifs , de la Faïence et de la Mode Château Borély Marseille – solo per indicarne alcuni. L’artista e la sua ricerca sono presenti in una nutrita bibliografia di pubblicazioni specializzate.

(1) Photographer Christophe Bascoul, general view of the exhibition Poincts en suspension musée du Cloître Tulle ( France)

L’elaborazione delle tue opere richiede molto tempo e una ripetizione di gesti che appartiene a un altro tempo. Utilizzare una tecnica così antica per creare opere contemporanee è un limite o un’opportunità ?

È vero che la lavorazione del pizzo è un’attività lunga e laboriosa ma anche il creare l’opera d’arte per sfruttare al massimo lo spazio disponibile è interessante.  Si ha la soddisfazione che, una volta finito il lavoro, il risultato possa totalmente compensare il processo.  Per quanto riguarda la ripetizione, questa può essere evitata, per esempio, variando le tecniche impiegate, usando materiali diversi, sfruttando il volume e diminuendo o aumentando le proporzioni.

Mi piace lavorare in loco, adattandomi allo spazio espositivo; sono particolarmente interessata ai concetti di luce e ombra.  Nel 2010, ho avuto l’opportunità di fare una mostra al Museo delle Belle Arti e del Merletto di Alençon dove mi è sembrato naturale offrire allo spettatore la possibilità di entrare nell’opera, prima attraversando l’ombra e poi emergendo nella luce; da questa consapevolezza è nato il moucharaby lungo 6 e alto 2,75 metri.

È così che il pizzo è entrato a far parte del mio lavoro, dal desiderio di affrontare la sfida di un nuovo spazio espositivo con una nuova tecnica, ed esso è in grado di scolpisce l’ombra e la luce. Credo che lavorare il pizzo su larga scala, utilizzando la stampa 3d o materiali alternativi come l’ottone; siano direzioni da esplorare che mi permettono di ripensare questa tecnica e di tradurla in un linguaggio contemporaneo.  Ripensare/rimodellare il merletto non solo riduce il tempo dedicato alla sua produzione, ma lo rende anche più comprensibile e più vicino alla visione contemporanea. Luce e ombra sono sempre stati importanti nel mio lavoro.  Pertanto, l’aggiunta del pizzo alla mia tavolozza è stata una opportunità reale di sviluppo per il mio lavoro.

(2) Photographer David Giancatarina, general view of the exhibition sortilèges au château in the Grand Salon au musée Borély  Marseille

Di cosa parlano le tue opere? Quali sono i temi che indaghi attraverso la tua pratica artistica?

Mi propongo di rivelare quel lato della bellezza che è sinonimo di fantasia sognante e di poesia. Cerco di provocare delle emozioni, le emozioni che si provano di fronte a una presenza straordinaria.  Per raggiungere questo obiettivo, trovo la mia ispirazione immergendomi nella natura, prendendo spunto dalle arti decorative, dalla moda e dalle belle arti. Voglio che le mie opere siano rare e preziose, belle da vedere e poetiche.

I temi che tratto sono quelli che si trovano tradizionalmente nella pittura, scelgo deliberatamente temi femminili. Così, ho spesso lavorato su delle serie tra cui “les choses de ma vie”, in cui ho affrontato principalmente gli aspetti della vita quotidiana, in particolare come una donna dovrebbe farsi bella.  Poi sono seguite la «série l’amour» «série l’ancolie», la serie «d’après Watteau» e la serie «en Watteau».  A volte, mi ricollego a queste opere in mostre successive, per esempio in “On the palace steps” che può essere collegata alla “Love series”.

Come artista plastico, la mia ricerca può essere riassunta dalle seguenti parole chiave: aspirazione alla bellezza, scenografia, adattamento delle opere in loco, la nozione di spazi pieni e vuoti, luce e ombra, alternanza tra piccola e larga scala, la presenza e/o assenza del corpo femminile, la scrittura a mano, le variazioni intorno al tema del bianco, l’uso del filo per scrivere/disegnare.

(3) Photographer Christophe Bascoul

Come nascono e si sviluppano le tue opere, da dove nasce l’ispirazione, come prende forma e si trasforma in un’opera d’arte?

In questi ultimi anni ho lavorato soprattutto per musei, adattando il mio lavoro allo spazio disponibile e ai temi evidenziati nelle loro collezioni. Così, il Watteau (2004), il merletto ad ago (2010), il merletto a fuselli (dal 2012 in poi), poi il merletto in tulle (2018-19) si sono tutti lentamente insinuati nel mio processo creativo in seguito a richieste specifiche ma anche per il piacere della sfida.

È spesso il luogo che definisce l’evoluzione del mio lavoro, anche se i temi del quotiano rimangono presenti.  Così, al Museo del Merletto di Caudry, che generalmente espone abiti, ho progettato sculture in filo d’ottone a forma di vestiti, utilizzando le tecniche del merletto, rafforzando così l’idea degli indumenti a corsetto che modellavano il corpo delle donne. Cerco di rendere l’opera pertinente al luogo.

Il libro d’artista è stato, fin dall’inizio, ed è tuttora un modo per mettere su carta i possibili progetti futuri che vorrei vedere realizzati. Prima di tutto, cerco una bibliografia o documenti d’archivio sull’argomento che voglio trattare e poi ne esploro le diverse diramazioni. Successivamente, faccio una scelta consapevole e, infine, metto su carta queste idee prima di decidere se creare un quadro, una scultura o un’installazione artistica. La serie “série l’ancolie” è un perfetto esempio di questo modo di lavorare, così come le serie “d’après Watteau” e “en Watteau”.

(4) Photographer David Giancatarina, general view of the exhibition sortilèges au château, Salon Doré Musée Borély   Marseille

Quali sono le principali difficoltà che trovi nel veicolare le tue opere nel contesto del dell’arte contemporanea che ha a lungo considerato l’arte tessile come una ‘arte minore, se non addirittura un’attività artigianale?

È difficile per me rispondere a questa domanda. Non mi considero veramente un’artista tessile o una creatrice di merletti perché non sono sufficientemente esperta in questo campo, ho semplicemente preso in prestito questa tecnica.  Le tecniche di lavorazione del pizzo sono molto complesse. Sono più vicino ai molti artisti che impiegano l’artigianato nel loro lavoro o che sono più specificamente interessati al lavoro con il filo per arricchire la loro modalità espressiva.  Le tecniche tessili sono per me strumenti per alimentare il mio lavoro di artista plastico.

(5) Photographer David Giancatarina, general view of the exhibition sortilèges au château dans le Grand Salon au musée Borély Marseille

Alcune delle tue opere sono grandi interventi site-specific, installazioni che assumono anche delle dimensioni importanti. Come ti rapporti con lo spazio in cui lavori e quale relazione si stabilisce tra questo e l’opera d’arte?

Per me le installazioni artistiche devono interagire con lo spazio attraverso una scenografia ben ponderata per valorizzare il luogo, evocando atmosfere e sensazioni in chi le visita.  Per esempio, il moucharby verticale interagisce con il letto orizzontale di piume bianche, sospeso in aria. Il moucharaby rimanda al divisorio di legno traforato che nascondeva le donne alla vista, mentre il letto di piume evoca il piacere. I materiali utilizzati – le piume – e la tecnica impiegata – il pizzo – evocano entrambi la sensualità. La sala della mostra viene così trasformata.

Nella “serie l’ancolie “, i fiori sono totalmente bianchi (bianchi come un fantasma) e alcuni presentano degli stami dorati.  L’altezza dei fiori varia da 1 a 4 metri ma non sono mai a grandezza d’uomo. Il visitatore si muove in un giardino i cui fiori sono più piccoli o più grandi di lui, il suo sguardo è costantemente in movimento.  La sala espositiva diventa il giardino.

(6) Photographer David Giancatarina, general view of the exhibition sortilèges au château in the Grand Salon au musée Borély  Marseille

Qual è il ruolo dell’artista nei tempi incerti che stiamo vivendo?

Per me, gli artisti sono persone curiose e allo stesso tempo un po’ fuori dalle righe rispetto alla realtà, al loro ambiente, ai tempi in cui vivono.  L’artista ripensa e interpreta la vita reale attraverso una trasformazione plastica.

Una tua mostra, progetto o opera d’arte a cui sei particolarmente legata? E una mostra, un progetto o un’opera d’arte che ti piacerebbe realizzare?

La mia prossima mostra o il lavoro che sviluppo nel mio studio sono la mia principale motivazione.  Per esempio, al momento sto creando alcuni abiti da giardino formali francesi utilizzando delle barre di ferro per poterli esibire all’esterno.  Vorrei produrne almeno quattro in modo che abbiano una risonanza in tutto il giardino.

Didascalie foto

(1) Photographer Christophe Bascoul, general view of the exhibition Poincts en suspension musée du Cloître Tulle ( France)

-Aux marches du palais I
Lit aux pervenches
Poinct de Tulle, PLA, coton thread

2,10m x2,10m
2019 

-Aux marches du palais  Prototypes de Chaussures
set of shoes of different sizes
cotton, buffalo,Poinct de tulle, PLA, 3D printing
 Installation 2019-2020

-Bouquet de Tulle
cotton, Poinct de tulle, PLA, 3D printing
variable dimensions
installation

-Robe pétrifiée
petrified brass wire, bobbin lace, PLA,3D printing

1m10 x 0,5m

(2) Photographer Christophe Bascoul

-Projet de crinoline acier
painted cut paper polycarbonate and painted plaster                                                       
0,98 m x 1m x 0,035 m
2007        Espace Muraille Genève collection

-Crinoline acier                                                                    
Steel
l,50 m x 0,86 m
2007        Espace Muraille Genèvecollection

-Projet de crinoline jardin
painted cut paper polycarbonate and painted plaster                                                       
0,98 m x 1 m x 0,035 m
2007        Collection Espace Muraille Genève

-Crinoline jardin en Watteau                                                                
Tulle and boiled wool
1,6m x diam 1,1m
 jardin à la française  installation on the floor
2007        Espace Muraille Genève collection

(3) Photographer Christophe Bascoul

-Projet de crinoline acier
painted cut paper polycarbonate and painted plaster                                                       
0,98 m x 1m x 0,035 m
2007        Espace Muraille Genève collection

-Crinoline acier                                                                    
steel
1,50 m x 0,86 m
2007        Espace Muraille Genève collection

(4) Photographer David Giancatarina, general view of the exhibition sortilèges au château, Salon Doré Musée Borély   Marseille

-Robe dentelle « fond chapelet fleuri »    
bobbin lace made of brass
Diam 0,92 m x h 1,10m
2020                                                                                                                          

-Robe au pois Valenciennes 1
bobbin lace made of brass, fishnet tubular design, plumes
2012     Musée de la Dentelle et des Broderies de  Caudry collection                                                          

-robe au pois valenciennes 2
bobbin lace made of brass, fishnet tubular design, plumes
1,60 m x 1m
2012                                                                                                                          

-robe au pois valenciennes4
bobbin lace made of brass, fishnet tubular design, plumes
0,90m x 0,88m                                                                                                                       

-Robe au pois Valenciennes 5
bobbin lace made of brass, fishnet tubular design, plumes
Diam 0,86m x1,23cm                                                               
2012  

(5) Photographer David Giancatarina, general view of the exhibition sortilèges au château dans le Grand Salon au musée Borély Marseille

-série l’ancolie d’après aquilegia viscosa Gouan
Tarlatan, synthetic, brass wire, synthetic foam   
1m04 x 1m10 x 1m10
2000

–lit de jardin jardin de lit   
feathers, brass, cotton
1,88m x1,38m x  
height between the bed and the poetry is variable according to the place of exhibition
2003

-2 panneaux décoratifs
2 side panels made of bobbin lace cotton
3m x 2,75m 
2020

(6) Photographer David Giancatarina, general view of the exhibition sortilèges au château in the Grand Salon au musée Borély  Marseille

-série l’ancolie d’après aquilegia skinneri
tarlatan, brass wire, cotton,ribbons
1m20 x1m20 x1m20       
1999

-Série l’ancolie d’après aquilegia thalictrifolia   
tarlatan, brass wire, cotton , steel          
2000
3m40x 3m40 x 3m30

-série l’ancolie d’après aquilegia viscosa Gouan
tarlatan, brass wire, cotton, synthetic foam
1m04 x 1m10 x 1m10
2000

-Série l’ancolie d’après Aquilegia longissima
tarlatan, brass wire
3m30x 1,20 mx1,20 m          
1999

–lit de jardin jardin de lit   
feathers, brass , cotton
1,88m x1,38m   
height between the bed and the poetry is variable according to the place of exhibition     
2003

-2 panneaux décoratifs
2 side panels made of bobbin lace cotton
3m x 2,75m 
2020

-Moucharabieh
cotton, steel
6 m x2m75   
2010

Barbara Pavan

English version Sono nata a Monza nel 1969 ma cresciuta in provincia di Biella, terra di filati e tessuti. Mi sono occupata lungamente di arte contemporanea, dopo aver trasformato una passione in una professione. Ho curato mostre, progetti espositivi, manifestazioni culturali, cataloghi e blog tematici, collaborando con associazioni, gallerie, istituzioni pubbliche e private. Da qualche anno la mia attenzione è rivolta prevalentemente verso l’arte tessile e la fiber art, linguaggi contemporanei che assecondano un antico e mai sopito interesse per i tappeti ed i tessuti antichi. Su ARTEMORBIDA voglio raccontare la fiber art italiana, con interviste alle artiste ed agli artisti e recensioni degli eventi e delle mostre legate all’arte tessile sul territorio nazionale.