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CRISTINA ARTESE – GILDA CONTEMPORARY ART – MILANO

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*Foto in evidenza: Isobel Blank ‘Torpedo’ e ‘Two of a kind’ lana infeltrita ad ago, gomma piuma, vetro 2013. Photo credits Kristina Bychkova

Abbiamo incontrato Cristina Artese che nel 2017 ha aperto nel cuore di Milano la Gilda Contemporary Art che è molto di più di una galleria d’arte contemporanea, è un luogo dove la cultura è coltivata con cura e passione tra eventi, esposizioni, performance, incontri, presentazioni e conferenze.

Cristina Gilda Artese. Photo credits Kristina Bychkova

Cristina come hai maturato l’idea di aprire una galleria d’arte contemporanea a Milano?

Dal 2004 ho intrapreso un percorso a sostegno dell’arte contemporanea che mi ha vista prima sponsor in alcune iniziative di piccole gallerie, poi nel 2007 proprio all’alba della crisi macroeconomica, ho fondato Arsprima associazione per la promozione delle arti contemporanee, infine, a distanza di 10 anni, ho pensato che per poter davvero essere efficace nei miei obiettivi avrei dovuto anche farmi promotrice di una attività di impresa. Infatti, senza il mercato, l’arte contemporanea non riesce a prendere il volo. Fare arte è anche una professione e non può circoscriversi ad una “vocazione” e per vivere, o meglio sopravvivere, gli artisti devono poter vendere i propri lavori e farlo con un canale di vendita professionale. Da qui la decisione di aprire una galleria. A Milano perché è la mia città, ma anche perché credo che ora come ora sia la vera piazza italiana per l’arte contemporanea.

Florencia Martinez ‘Honey-la pietà’ 2017 scultura in tessuto 120x70x80cm. Photo credits Kristina Bychkova

La linea espositiva di Gilda Contemporary include artisti che sperimentano materiali e tecniche molto differenti. Qual è la filosofia che sta dietro alla programmazione della galleria?

Esistono delle parole chiave nella mia selezione. Innanzi tutto le caratteristiche degli artisti: professionisti, colti, e adeguatamente ambiziosi. Poi gli argomenti trattati: identità, spiritualità, relazione tra l’uomo e l’ambiente esterno, inteso come insieme di diversi ecosistemi ma anche sistemi sociali. Sulla tecnica sono poi molto attenta alle sperimentazioni con differenti media (anche all’interno della ricerca del medesimo artista) e con i materiali, ma con professionalità e senza improvvisazioni che diventano pericolose sia per l’artista sia per il collezionismo.

Sono convinta poi che esista un fil rouge che rende distinguibili i miei artisti, è lo “stile Gilda” che oramai anche la critica e il pubblico riescono a cogliere e questo è il gran risultato del lavoro intenso e serrato di ricerca fatto in questi anni.

Lo stile Gilda si basa su una formula di eleganza, laddove ritengo che eleganza non sia solo riconducibile a fattori estetici, ma si basi su un equilibrio di contenuto e forma, con un tocco destabilizzante di melanconia retrò, un po’ come la nota di fondo di un profumo.

Dittico ‘Senza Titolo’ Cristina Fiorenza 2021 ricamo e colore acrilico gouache, carboncino e pennarelli su lino 180x130cm. Photo credits Kristina Bychkova

Come scegli gli artisti da proporre e che tipo di relazione si instaura tra la galleria e gli artisti che vi espongono?

Come vi dicevo cerco artisti professionisti; sembra tautologico ma molti del settore sanno che non è così. Fare arte per passione è per molti versi divertente ed appagante ma farlo per professione comporta una ricerca costante e sacrifici continui, ma soprattutto ora come ora un artista deve conoscere il settore e le sue dinamiche e dimostrare di conoscerle. Con gli artisti si instaura una relazione di confronto costruttivo e si sviluppano insieme dei progetti. Non mi sento una mera mercante, non ho una bottega che vende oggetti, ma insieme costruiamo dei percorsi, attraverso i quali come direttrice artistica della galleria mi occupo di valorizzare il lavoro dei singoli artisti ma anche di costruire la storia della mia galleria e del nostro collezionismo e di fidelizzare un pubblico.

A proposito di Fiber Art, hai più volte proposto artisti che creano attraverso questo linguaggio. Qual è il riscontro del pubblico che frequenta la galleria? È cresciuto, nella tua esperienza, l’interesse verso la Fiber Art?

Ho notato che il pubblico è molto più consapevole del fatto che artisti che praticano la fiber art non sono degli artigiani di fili e tessuti e che le opere non sono poi così tanto più fragili e difficili da gestire. A parte la battuta, diciamo che sta cambiando l’approccio e paradossalmente vedo il pubblico meno snob di quanto non lo sia una parte della critica, di una certa parte perlomeno. Il mio pubblico si è abituato a vedere di tutto in galleria, dai materiali sintetici agli organici e oramai i tabù si sono rotti. Il punto è distinguere tra dei lavori interessanti e in grado di suscitare delle emozioni e stimolare delle riflessioni e quelli che non lo sono. Poco importa il materiale o il tipo di tecnica.

Janan Nozari Dettaglio ‘Portrait of a woman #8’ ricamo su calza bianca 20cm. Photo credits Kristina Bychkova

Chi è il pubblico che frequenta la galleria? E chi è il collezionista?

Il pubblico è molto vario. Abbiamo un pubblico di passaggio da centro città, chi viene a Milano per business, chi per cultura, chi per shopping e chi ci vive. All’interno di tutte queste persone ci sono ovviamente esperti e conoscitori di arte contemporanea, ma anche semplicemente, e non è poco, gli amanti del bello e dell’unicità. La mia ambizione è di creare nuovo pubblico e nuovo collezionismo o anche semplicemente promuovere il culto dell’avere qualcosa di unico e nel contempo sostenere la cultura e l’arte con i propri acquisti

Oltre alla galleria hai fondato anche una casa editrice. Mi racconti questa esperienza?

Arsprima, l’associazione da me fondata nel 2007, è anche editrice di una rivista monografica dedicata ad artisti contemporanei dal titolo Or not. L’idea della rivista è nata per dare un’identità forte ad Arsprima e credo sinceramente che ci siamo riusciti. Tra poco saremo alla ventesima uscita e oltre alla rivista abbiamo pubblicato altre 4 monografie in catalogo ISBN. Oltre a una trentina di cataloghi mostre e 3 libri d’artista.  Se non fosse per i prodotti editoriali cartacei, della associazione rimarrebbero tanti ricordi confusi e qualche foto sbiadita, l’essere anche editore ci ha consentito di costruire un archivio storico delle azioni fatte per la promozione dell’arte contemporanea

Janan Nozari Dettaglio ‘Portrait of a woman #8’ ricamo su calza bianca 20cm. Photo credits Kristina Bychkova

Molti giovani talenti hanno difficoltà ad emergere e a trovare opportunità espositive. Quali consigli daresti da un/a giovane artista in cerca di una galleria cui sottoporre il proprio lavoro?

Può sembrare banale, ma la prima cosa è costruire bene il proprio portfolio, che non significa inserire troppe cose ma selezionare 5/10 opere ben fotografate, con delle buone note tecniche e il proprio statement, anche qui breve ma con delle parole chiave.  Poi, altro consiglio è di studiare bene la galleria dove ci si presenta: prima bisogna capire se il proprio lavoro sia adatto e la propria ricerca sia coerente con la linea della galleria, poi ci si fa avanti, se no si rischiano solo tante porte in faccia e brutte delusioni a cascata. Guardate prima il sito, andate a visitare la galleria e poi fatevi avanti!

Barbara Pavan

English version Sono nata a Monza nel 1969 ma cresciuta in provincia di Biella, terra di filati e tessuti. Mi sono occupata lungamente di arte contemporanea, dopo aver trasformato una passione in una professione. Ho curato mostre, progetti espositivi, manifestazioni culturali, cataloghi e blog tematici, collaborando con associazioni, gallerie, istituzioni pubbliche e private. Da qualche anno la mia attenzione è rivolta prevalentemente verso l’arte tessile e la fiber art, linguaggi contemporanei che assecondano un antico e mai sopito interesse per i tappeti ed i tessuti antichi. Su ARTEMORBIDA voglio raccontare la fiber art italiana, con interviste alle artiste ed agli artisti e recensioni degli eventi e delle mostre legate all’arte tessile sul territorio nazionale.