INTERVISTA CON FRANCES SOLAR
*Foto in evidenza: Ripple 1 56x47cm, filo di rame tessuto, strisce di rame, patina, copyright Frances Solar
Frances Solar è un’artista di origini canadesi che dopo un percorso di formazione in Interior Design presso la University of Manitoba, ha rivolto la propria attenzione alla fiber art, concentrandosi in particolar modo sulla tessitura.
Utilizzando tecniche tessili e materiali industriali, anche di recupero, l’artista crea vasi scultorei in metallo e interessanti pezzi da parete che, rinviando all’idea del quilt tradizionale americano, se ne discostano grazie all’uso sperimentale di elementi inusuali rigidi e pesanti come l’acciaio inossidabile e le rondelle di metallo, per ricreare forme che restituiscono una sensazione di fluidità e flessibilità.
Tra i numerosi premi e riconoscimenti al lavoro della Solar, figurano l’Awards Fine Craft Artist of the Year, 2017; il Niche Award 2017 Finalist; il Niche Award 2016 Winner, Scrapyard Quilt (mixed media) and Finalist, Rumpled (fabricated metal); il Brentwood Arts Exchange, Excellence in Fine Craft Award, 2015.
Interior designer di formazione, come e perché sei arrivata a sperimentare tecniche tessili?
Sono sempre stata interessata al mondo del tessile, molti anni fa ho scoperto il libro “Beyond Craft: the Art Fabric”: il libro illustrava sculture tessili monumentali degli anni ’40 ai ’60, create da artisti che utilizzavano materiali poco tradizionali come la corda, il sisal ecc.. Ho imparato che i tessuti non dovevano più essere per forza funzionali, prodotti in fabbrica o a casa da lavoratori anonimi, molti dei quali erano donne: il tessuto artistico è uno delle più solide arti visive del nostro tempo. Al tempo realizzavo cose semplici per la casa come tovagliette per la tavola, ma iniziavo anche a disegnare arazzi, coperte, piccoli tappeti, abiti utilizzando fibre tradizionali, poi con strisce di tessuto, pelle o pelliccia. A metà degli anni ’90 ho partecipato ad alcuni workshop con John Garrett, che lavorava con molti materiali ritrovati e di scarto, con Dorothy Gil Barnes, che lavorava il legno e con Arlene Fisch, che creava gioielli artistici utilizzando tecniche tessili. Così ho iniziato ad aggiungere il metallo ai cesti che stavo realizzando al tempo. Il passo successivo è stato quello di montare i miei due telai da pavimento con fili di rame e iniziare a tessere tessuti metallici. Uso semplici disegni intrecciati in modo che tutta l’attenzione si concentri sulla superficie a colori vivaci e con una trama strutturata.
L’uso di materiali industriali, principalmente il filo di rame associato alla tessitura è una caratteristica del tuo lavoro. Quale è il ruolo che questi materiali non convenzionali rivestono nella tua pratica artistica?
Questi materiali non convenzionali una volta tessuti creano delle texture che mi affascinano. Sostituendo le fibre tradizionali funzionali con cavi e metallo ottengo una superfice testurizzata, un colore, una luce e una vivacità affascinanti. Il tessuto metallico che si ottiene può poi essere manipolato a formare qualcosa di scultoreo e dinamico.
Quale è il tema centrale che sviluppi attraverso le tue opere?
Lavoro intuitivamente senza programmare in anticipo. Butto giù uno schizzo e metto insieme un po’ di fili colorati che si abbinano bene. Il processo di tessitura è spontaneo, improvvisato. Per me questo è l’unico modo per creare. Sono circondata da aspri paesaggi di montagna e fitte foreste, è proprio lì che scorgo i giochi di luce, le ombre, i colori, le superfici e gli strati che influenzano il mio lavoro. Sono questi elementi il tema centrale del mio lavoro, e rimandano alla geologia della terra. Utilizzo una tecnica di tessitura a due navette chiamata ‘Bound Weaving on Opposites’ (tecnica di tessitura a trama), che permette la creazione di strisce e diagonali con i fili colorati. Succedono cose incredibili a questi modelli quando il tessuto realizzato in piano viene piegato, ripiegato e manipolato a formare grinze o increspature (Rumple or Ripple).
Vessels è la tua serie di sculture in metallo realizzate con tecniche di tessitura a telaio. Quali sono l’idea e il concetto che hanno ispirato questo corpus di opere?
Collezionavo cesti indigeni canadesi, e mi divertiva anche fare cesti privi di una precisa funzione utilizzando materiali tradizionali, è stato proprio vedere le opere scultoree metalliche di John Garrett piegate, manipolate, che mi ha ispirato a cercare di dare forma al tessuto metallico che creavo al telaio per farne delle sculture. Le ho chiamate ‘Pleated Vessels’ per rendere omaggio alle loro origini tessili. Non hanno uno scopo o una funzione, devono solo essere belle da guardare!

Un lavoro a cui sei particolarmente legata o che ha avuto un ruolo importante nel tuo processo di crescita artistica?
Rumple #1 è il pezzo più importante per me, è l’opera che ha rappresentato una svolta nel mio percorso artistico. La mia intenzione era di tessere un arazzo piatto, a strisce decise e colorate. Ma quando l’ho appeso al muro sono rimasta molto delusa. Lo odiavo. Dopo alcune settimane, l’ho staccato e ho cominciato a piegarlo a pieghe verticali. Il pannello piatto si era trasformato in una scultura da muro con una superficie dinamica, vivace e vibrante. Quell’opera ha segnato l’inizio delle mie opera in serie Rumple.
Parliamo di “Scrapyard Quilts”, una interpretazione contemporanea in metallo del classico quilt americano. Questo lavoro è realizzato cucendo su una maglia di acciaio, elementi di tipo industriale come ingranaggi e fili di rame, creando singoli blocchi che richiamano la forma e la struttura di un classico quilt geometrico. Quale è il legame concettuale tra i tuoi quilts e i quilts della tradizione?
Ho sempre trovato molto interessante la rigida geometria del classico quilt americano. Il blocco base più piccolo non è di per sé interessante, ma quando ne vengono assemblati e cuciti tanti insieme, cambiano in modo sottile i colori e improvvisamente viene fuori un disegno più grande, complesso e modulare. Uso questo stesso concetto per Scrapyard Quilts 2 e 9 dove i quadrati di rete inossidabile collegati fra loro hanno elementi di rame intrecciati, e su di essi troviamo cuciti fili di rame, scarti industriali, parti di biciclette. Nel Tradizionale Quilt si riciclano vecchi tessuti. Lo stesso succede per gli Scrapyard Quilts, si ricicla materiale vecchio per creare un lavoro totalmente nuovo. Non so saldare quindi i vari pezzi sono uniti fra loro tramite tessitura.
La Supernova Series è iniziata in occasione della mia partecipazione ad una mostra dedicata a Galileo. Ho cucito su un pannello in rete inossidabile un incredibile varietà di cerchi, rame intessuto, filo di rame, tappi di bottiglia, scarti industriali, monete, ingranaggi di biciclette e vetro. Quest’opera a basso rilievo materica ricordava in qualche modo i pianeti.
Qual è la tua principale fonte di ispirazione oggi? A cosa stai lavorando in questo periodo?
Continuo a progettare e tessere i lavori in serie Rumple e Ripple perché trovo che abbiano tantissimo da offrire. Le mie passeggiate quotidiane in mezzo ai boschi e alle mie montagne mi tengono in salute, nel corpo e nella mente e anche da un punto di vista creativo. Sto esplorando nuove idee per dei cesti in rame intrecciati in sbieco, che hanno un forte potenziale scultoreo.