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Intervista con Ghizlane Sahli

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Portrait, photo cr. Cedrick Isham

Ghizlane Sahli, nata nel 1973 a Meknes (Marocco), attualmente vive e lavora a Marrakech (Marocco).

Dopo aver studiato architettura a Parigi è tornata in Marocco ed ha aperto un laboratorio di ricamo con artigiani locali, per poi decidere di dedicarsi infine, esclusivamente all’arte.

Le sue opere nascono dall’incontro tra la passione per il ricamo, il background in architettura e un profondo interesse per i temi della sostenibilità ambientale. Le sculture, fatte di plastica riciclata e fili di seta, riproducono le forme della natura e della organicità del corpo umano. La ripetizione delle forme e la ripetizione del gesto creativo che porta alla nascita dell’opera, assumono, nella sua pratica artistica, un ruolo sostanziale, un significato di atto meditativo e poetico, linfa vitale dell’opera stessa.

https://www.ghizlanesahli.com/

“M.O.M.014”, 2020, silk threads on plastic and metal, 117x200x38 cm, photo cr. David Bloch Gallery, copyright Ghizlane Sahli

Ghizlane, il tuo percorso artistico non è stato per così dire “lineare”, infatti hai iniziato con una laurea in architettura per poi aprire uno studio di ricamo ed infine hai scelto di dedicarti interamente all’arte. Ce ne puoi parlare?

Inizialmente ho studiato architettura a Parigi. Poi sono arrivati i miei figli (ne ho quattro) e sono tornata a vivere in Marocco. Ho sempre nutrito una passione special per i tessuti ed i ricami. Così ho deciso di aprire un laboratorio di ricamo creando un marchio di sartoria per abbigliamento di bambini, confezionato interamente a mano. Ho trascorso ben sette anni lì collaborando con artigiani del tessuto. È stata un’esperienza incredibile ma non mi sono mai sentita veramente realizzata. La mia vera vocazione non consisteva nell’essere una stilista … Ad ogni modo questa fase ha costituito una vera palestra professionale per me ed ho imparato moltissimo.

Essere un’artista ha sempre incarnato per me il coronamento della bellezza assoluta. Un obiettivo così ambizioso da non potermi nemmeno permetter di sognarlo… Ma il destino mi ha prescelto coinvolgendomi in questo universo meraviglioso. Mi sono sentita in perfetta armonia con me stessa, avevo finalmente trovato la mia collocazione nel mondo!

“M.O.M. 004”, 2020, silk threads on plastic and metal, 126×38 cm, photo cr. David Bloch Gallery, copyright Ghizlane Sahli

“M.O.M. 007”, 2020, silk threads on plastic and metal, 103x100x27 cm, photo cr. David Bloch Gallery,
copyright Ghizlane Sahli

La cultura, le tradizioni, le pratiche artigianali tessili del Marocco, quale ruolo hanno avuto nel tuo percorso di formazione e crescita artistica?

Il Marocco è un paese che vanta una ricca tradizione tessile. Ogni evento della vita è accompagnato da un abbigliamento specifico: la nascita, la circoncisione, il matrimonio, il Ramadan e tutte le alter festività religiose …. Ogni donna ed ogni uomo, indipendentemente dalla classe sociale, ricorrono ad abiti di sartoria per tali celebrazioni.

Le tecniche usate dagli artigiani sono state tramandate da generazione in generazione nell’arco dei secoli: un ricco e sofisticato corredo di cucito. Nella maggior parte dei casi ogni artigiano si specializza in una determinate tecnica che perfeziona lungo il resto della vita.

Nella fase in cui avevo un laboratorio di ricamo, ho cercato di apprendere diverse di queste tecniche ed ora sono in grado di realizzare le mie creazioni d’avanguardia proprio ispirandomi a queste pratiche ancestrali.

Copyright Ghizlane Sahli,

Puoi parlare della tua serie più recente “La Mer(e), Origine du Monde”, costituita da disegni, sculture e bassorilievi tessili? A cosa si ispira?

“La Mer(e), Origine du Monde” è un’opera ispirata al Mare ma anche alla Donna. Sono profondamente interessata alla corporeità umana, in particolare al corpo femminile ed alla sua natura più intima. Ricorro sempre alla metafora della Natura per spiegare la mia vena creativa.

Tutti noi veniamo dal Mare.
Nella mia prospettiva artistica, il Mare è anche Donna: lo stato liquido, l’immensità, la profondità, l’ingrossamento, le onde e la funzione di nutrice da sempre incarnate dalla creatura femminile…

“M.O.M. 002”, 2020, 90x110x25cm, silk threads on plastic and metal, photo cr. David Bloch Gallery, copyright Ghizlane Sahli

“M.O.M. 003”, 2020, 85x116x26 cm, silk threads on plastic and metal, photo cr. David Bloch Gallery, copyright Ghizlane Sahli

“M.O.M. 008”, 2020, 110x152x32 cm, silk threads on plastic and metal, photo cr. David Bloch Gallery, copyright Ghizlane Sahli

“M.O.M. 013”, 2020, 118x125x30 cm, silk threads on plastic and metal, photo cr. David Bloch Gallery, copyright Ghizlane Sahli

Molti dei tuoi lavori sono costituiti da forme “alveolari” che si ripetono all’interno dell’opera anche se con dimensioni diverse. Possiamo dire che la ripetizione, nella tua pratica artistica, si configura quasi come la sublimazione di un gesto rituale e metafisico?

L’alveolo costituisce infatti la cellula primaria del mio lavoro. È fatto di rifiuti di plastica: – bottiglie, bicchieri, tubi, CD – interamente ricoperti di seta. Rappresenta l’atomo di cui è composta la materia: la cellula dalla cui accumulazione e proliferazione trae origine l’opera.
La ripetizione di questi alveoli consente di sviluppare l’artefatto in una maniera intrinsecamente organica. È quasi una creatura vivente…

La ripetizione non è solo presente nella composizione dell’opera ma è la linfa vitale dell’intero processo creativo. Le varie fasi di questo iter artigianale ed artistico alla base di ogni mia opera d’arte – la raccolta, il lavaggio, il taglio, il ricamo … – assurgono così ad atti meditativi in virtù della reiterazione stessa.

Il medesimo gesto viene così ripetuto più e più volte senza nessuna contaminazione intellettualistica. Diventa così una sorta di transe.

Vi è anche un altro intento spirituale racchiuso nelle mie opere.

I rifiuti sono una componente universale. Ogni società produce rifiuti e, al tempo stesso, questi ultimi vengono rigettati dalla società.

Quando riuso una qualsivoglia forma di rifiuto, avverto spesso la sensazione che ogni oggetto abbia una sua anima e che sia il frutto di una vita precedente. Tramutandolo in una nuova identità artistica grazie alla seta, tutti gli alveoli convogliano la loro energia e l’accumularsi di queste varie forze attive diventa la mia opera d’arte, dotata a sua volta di una nuova carica emotiva ed energetica.

“M.O.M. 005”, 2020, silk threads on plastic and metal 107x130x34cm, photo cr. David Bloch Gallery, copyright Ghizlane SahlieSoieSurPlastiqueEtMetal_107x130x34cm_2020

 “M.O.M. 009”, 2020, silk threads on plastic and metal, 120×30 cm, photo cr. David Bloch Gallery, copyright Ghizlane Sahli

“M.O.M. 010”, 2020, silk threads on plastic and metal, 110x103x30 cm, photo cr. David Bloch Gallery, copyright Ghizlane Sahli

“M.O.M. 001”, 2020, silk threads on plastic and metal, 60x25x20 cm, photo cr. David Bloch Gallery, copyright Ghizlane Sahli

Crei le tue sculture utilizzando bottiglie di plastica di scarto rivestite con preziosi fili di seta di diverse colorazioni. Un accostamento tra materiali distanti per provenienza, valore, aspetto e funzione. Puoi spiegare la scelta di questo incontro “tra opposti”?

Adoro il confronto fra questi due materiali: la seta, un prodotto naturale decisamente nobile e il rifiuto plastico, creato dall’uomo e poi in qualche modo rinnegato gettandolo via.  Ricoprire i rifiuti con la seta è un modo per lanciare una speranza, senza modificarne la natura intrinseca, dal momento che la struttura dell’oggetto creato, ovvero la plastica, permane.

“Histoires de Tripes V05”, 2019, 85 x 40 x 40 cm, mixed techniques, photo cr. Victoria and Albert Museum, copyright Ghizlane Sahli,

“Histoires de Tripes 026”, 2018, 183 x 120 x 36 cm, mixed techniques, photo cr. David Bloch Gallery, copyright Ghizlane Sahli,

A tuo parere, quale è il rapporto che lega arte e artigianato? Quale ruolo ha l’artigianato nella tua pratica artistica?

Nel mio caso, sono letteralmente affascinata dall’incredibile e meticoloso lavoro dell’artigiano. Il gesto è sempre estremamente preciso e ripetitivo. Oltre al talento, richiede una notevole componente di pazienza in quanto il lavoro si protrae per ore, giorni ed anni.

Ho cercato di impiegare queste pratiche ancestrali per dare vita alle mie idee molto contemporanee. Amo giocare con i materiali, i volumi e le proporzioni.

Non è facile convincere un artigiano molto competente e specializzato, in grado di ripetere lo stesso gesto più e più volte, a percorrere la strada della novità. Personalmente ho una relazione molto privilegiata con Najat, l’artigiano che collabora con me dai tempi del mio laboratorio di ricamo.  La nostra collaborazione è fondata sulla fiducia, l’amore ed il rispetto. Lei è sempre entusiasta quando sperimentiamo qualcosa di nuovo e sa intuire le mie aspettative. Le sono quindi molto grata ed averla incontrata, costituisce per me una benedizione.

“M.O.M. installation detail”, 2020, silk threads on plastic and metal, copyright Ghizlane Sahli

“M.O.M. installation”, 2020, silk threads on plastic and metal, copyright Ghizlane Sahli

A quali progetti stai lavorando attualmente?

Ho appena trascorso tre mesi a Parigi, lavorando alla Cité des arts. Ho iniziato una nuova opera che reputo molto importante. Si tratta di disegni, dipinti e ricami su carta riguardanti la Donna. È composta da Quattro pannelli di 28 fogli, tutti aventi le medesime dimensioni: il numero 28 rimanda alla durata del ciclo mestruale femminile mentre il 4 simboleggia le stagioni della sua vita. Ho utilizzato anche alcune fotografie del mio stesso corpo che verranno “ricamate”. L’introduzione del mio stesso corpo nelle mie opere è una fase decisamente significativa per me.
Inoltre, ho pianificato delle mostre per il 2021 e in questo periodo, sino alla fine di febbraio le mie opere sono esposte alla Fondazione Benetton di Treviso.

Parteciperò anche ad “Africa 2020”, un grande evento che coinvolge tutto il territorio francese in cui presenziano artisti africani. Previsto per il 2020, è stato posticipato al 2021. In questo contesto vanto tre mostre: una a Brest, un’altra a Rouen ed una anche a Parigi.  Per concludere, nelle mie gallerie a Milano, Marrakech e Francoforte espongo le mie opere insieme ad altri artisti.

“M.O.M.”, 2020, silk threads on plastic and metal 130x105x85cm, photo cr. David Bloch Gallery, copyright Ghizlane Sahli

“M.O.M.”, 2020, silk threads on plastic and metal 50x30x15 cm, photo cr. David Bloch Gallery, copyright Ghizlane Sahli

Maria Rosaria Roseo

English version Dopo una laurea in giurisprudenza e un’esperienza come coautrice di testi giuridici, ho scelto di dedicarmi all’attività di famiglia, che mi ha permesso di conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari di mamma. Nel 2013, per caso, ho conosciuto il quilting frequentando un corso. La passione per l’arte, soprattutto l’arte contemporanea, mi ha avvicinato sempre di più al settore dell’arte tessile che negli anni è diventata una vera e propria passione. Oggi dedico con entusiasmo parte del mio tempo al progetto di Emanuela D’Amico: ArteMorbida, grazie al quale, posso unire il piacere della scrittura al desiderio di contribuire, insieme a preziose collaborazioni, alla diffusione della conoscenza delle arti tessili e di raccontarne passato e presente attraverso gli occhi di alcuni dei più noti artisti tessili del panorama italiano e internazionale.