INTERVISTA CON LITLI ULFUR
Di Litli Ulfur non sappiamo nulla di più di ciò che raccontano le sue opere – piccoli lavori, realizzati con tecnica certosina e raffinata, il cui fulcro è un legame d’amore profondo con la natura. Dunque proprio di loro abbiamo dialogato in questa intervista che mi ha regalato.
Terra detail, copyright LITLI ULFUR
La Natura è la tua Musa ispiratrice ma ciò che emana chiaramente dalle tue opere è un legame decisamente indissolubile con essa. Puoi raccontarmi quanto studio, spirito di osservazione, rispetto, comprensione (ed altro ancora) è imprescindibile per allacciare un rapporto così straordinariamente empatico con la Natura?
Nella mia infanzia ho avuto la preziosa opportunità di stringere un rapport molto profondo con la Natura. Ho esplorato paesaggi selvaggi, distese marine, foreste alpine, parchi nazionali e molti altri habitat naturali in giro per il mondo. La mia casa si trova nelle vicinanze di un bosco e da piccolo lo attraversavo in bicicletta. Uno dei miei ricordi più piacevoli risale alle vacanze trascorse nel paesino di mia zia ove tutta la mia famiglia ed io ci riunivamo. Quando soggiornavo lì, avevo l’impressione che il tempo scorresse in modo differente. Percepivo la realtà esterna in maniera decisamente più profonda. Ricordo tuttora distintamente i profumi intensi che aleggiavano nell’aria, il crepitio dell’acqua che scorre vicino alla mia casa ed il silenzio imperturbabile della notte. Ricordo anche i cestini colmi di mirtilli e i colori sgargianti dei fiori raccolti per formare un bouquet sulla via del ritorno a casa. Tutto ciò permane molto nitido nella mia memoria insieme alle distese sconfinate di foreste perché ne sono stato ammaliata sin da bambino. Ritrovarmi nel bel mezzo di tutto quel verde costituiva una sorta di festa ininterrotta per i miei sensi. Adoro la Natura e sono estremamente grata per la sua esistenza. Il rapport fra l’Uomo e la Natura è profondamente radicato nella storia dell’evoluzione… La Natura è la nostra Casa e noi ne siamo parte integrante. Questo genere di relazione può esser fruito da ogni singolo individuo ma non tutti gli esseri umani riescono a “vedere” la Natura. Oggigiorno viviamo in un mondo in cui è molto facile dimenticare le nostre radici naturali anche se soltanto mediante la consapevolezza del nostro posto nella Natura possiamo raggiungere la comprensione del pieno significato della Vita. Anche un mero contatto con la Natura può costituire un elemento fondamentale per raggiungere la cognizione del legame viscerale che ci unisce ad essa. In un secondo momento si possono rafforzare le preoccupazioni di natura etica per l’ambiente coniugando la Natura con l’Amore.
Awake, copyright LITLI ULFUR
Awake detail, copyright LITLI ULFUR
Perché hai scelto l’arte del ricamo come mezzo espressivo?
Nella mia vita mi sono interessata a diverse espressioni artistiche: pittura, disegno, scultura, arti grafiche e design industriale. Alcune forme d’Arte le ho scoperte sin da giovane. Gli studi all’Accademia delle Belle Arti hanno rappresentato per me sia un approfondimento sia una nuova via alla scoperta di abilità e talenti sconosciuti fino a spalancarmi altre forme di espressione personali imperniate sia sulla conoscenza che sull’esperienza.
L’arte del ricamo si è palesata sotto varie vesti nella mia esistenza. Ogni volta che osservavo un ricamo, venivo colta dall’impulso di realizzarne uno io stessa ma ero sempre costretta a rimandare per mancanza di tempo, prima a causa degli studi e poi per il lavoro. Un giorno però ho deciso di immergermi completamente nel ricamo: nel 2018 ho cominciato ad acquisire le conoscenze di base, a vedere tutorial… Va sottolineato che sono un’autodidatta! Nel 2019 mi sono gettata a capofitto nel ricamo, sette giorni su sette fino a tarda notte: avvertivo un coinvolgimento totale con ciò che stavo facendo. Nella mia mente vi era una sorta di flusso creativo ininterrotto ed nutrivo la chiara percezione del valore liberatorio di questa espressione artistica. La curiosità nei riguardi del mondo materiale ed immateriale mi spinge tuttora verso una ricerca incessante. Quando ricamo, riesco ad esprimere alla perfezione ciò che risiede nella mia mente e le mie idee si tramutano in realtà. Sento un’esigenza costante di acquisire maggior esperienza ricercando nuove forme artistiche ed esplorando il mondo del ricamo in tutti i suoi meandri.
Il ricamo è quindi il mio modo personale per comunicare sia con me stessa che con il mondo.
The tide, copyright LITLI ULFUR
The tide detail, copyright LITLI ULFUR
Ciò che trapela dalle tue opere è la Natura nella sua versione astratta: linee, colori, fili. Quali emozioni vorresti suscitare in chi osserva le tue creazioni?
Avere piena coscienza dell’interconnessione fra la Natura e le mie risposte emotive mi ha aiutato a mantenere un buon equilibrio interiore: abbassamento dell’ansia ed amplificazione della creatività e della calma. Ecco una delle sensazioni che vorrei trasmettere al pubblico quando osserva le mie opere oltre al fargli rivivere tutto ciò che prova a livello personale in un dato momento della sua vita. Ricevo continuamente testimonianze di persone che, osservando i miei ricami, rivelano di sentirsi maggiormente al sicuro, rasserenate o di aver trovato l’ispirazione per riflessioni interiori. La consapevolezza di questo tipo di feedback mi scalda il cuore… L’interazione con persone dotate di sensibilità in grado di comprendere le mie opere e di condividere le loro impressioni con me rinsalda la mia motivazione creativa. Sono fermamente convinta che le varie interpretazioni artistiche sono tanto numerose quanto le menti degli osservatori. La diversità, la possibilità concessa ad ogni singolo individuo di vedere a modo suo le mie opere è fondamentale. Ogni mio ricamo non ha come finalità quella di spiegare tutto in modo esaustivo dal momento che desidero lasciare spazio all’interpretazione e all’immaginazione del pubblico.
Connection, copyright LITLI ULFUR
Connection, copyright LITLI ULFUR
Piccole creazioni artistiche realizzate con estrema precisione. Quanto tempo occorre mediamente per crearne una? Quanto è rilevante la lentezza in un mondo che ha eretto la velocità a valore?
Per creare un certo ricamo mi servono più o meno due mesi, un altro invece può richiederne anche cinque: non esiste una regola fissa. La durata del tempo necessario dipende da molteplici fattori fra cui rientrano anche la mia esperienza personale che apporta un’ulteriore ondata creativa ed emotiva. Dall’ideazione iniziale nella mia testa, mi lascio guidare senza remore e senza puntare ad alcuna scorciatoia. Avverto l’esigenza di pensare con calma e di “sentire” ogni minimo dettaglio delle mie opere prima di realizzarle concretamente. Per esempio, quando nella mia mente si affaccia un’idea specifica, per riversarla nel ricamo debbo “intrattenermi” con essa affinché il risultato finale sia il più vicino possibile a quanto ideato nella mia testa. Si tratta di un processo complesso poiché la maggior parte delle volte ciò che vedo nella mia mente costituisce una fusione di vari sensi difficilmente traducibili in una forma materiale. In effetti non è agevole comunicare suoni e profumi attraverso un ricamo ma al contempo non mi risulta possibile escluderli in quanto sono parte integrante del mio sentire creativo.
Dal mio punto di vista, la lentezza è cruciale poiché soltanto in questa dimensione temporale percepisco l’autenticità di ciò che realizzo secondo i miei ritmi. Solo quando io stessa sento di potermi fermare, allora riesco a vedere nitidamente quanto avviene nella mia mente, ovvero le emozioni che pervadono il mio corpo. Le idee si presentano quindi come magicamente nella mia testa ma io posso ovviamente selezionare ciò che va bene escludendo il resto. Creare frettolosamente non sarebbe in armonia con la mia concezione artistica. Al contrario, essere precipitosi secondo il mio punto di vista, è un atteggiamento illusorio che – oltre ad allontanarmi dai valori che intendo comunicare tramite il ricamo – mi porterebbe a commettere errori la cui successiva correzione comporterebbe un dispendio di tempo nettamente maggiore. La velocità non è e non è mai stata un valore per me, rappresenta al contrario una fonte di stress rivelandosi una corsa affannosa quanto vana.
I tuoi ricami rispecchiano l’uso di diverse tecniche? Quali preferisci e come scegli la tecnica più adatta per ogni tua opera? Ricorri a una commistione di tecniche nello stesso ricamo oppure ogni tua creazione artistica è espressione di un’unica tecnica?
Se si prende in considerazione la fusione di diversi stimoli, impressioni, emozioni, approcci, opere artistiche, il processo creativo appare diverso di volta in volta. Non mi accontento soltanto di un’unica tecnica o di regole specifiche. Ricorro a quelli che vengono comunemente denominati punti a mano (per esempio il punto francese o il punto avvolto) ma preferisco sperimentare i miei punti personalizzati senza attenermi a nessuna regola. Ogni singolo ricamo esprime, nel modo da me ritenuto più idoneo, il prodotto della mia immaginazione.
The inside, copyright LITLI ULFUR
The inside detail, copyright LITLI ULFUR
Nell’opera “THE INSIDE” (“DENTRO”) esplori l’analogia fra le foreste pluviali e l’essere umano. Puoi spiegarmi meglio di cosa si tratta?
L’ideazione di “The inside” (“Dentro”) è stata ispirata da un’analisi visiva approfondita delle foreste pluviali e dallo studio attento di articoli sul sistema nervoso umano. Sono rimasta profondamente colpita dalle affinità fra questi due temi: alcuni alberi delle foreste pluviali (inclusi querce e faggi) si sono rivelati inaspettatamente simili alla struttura dei neuroni umani. Rami e radici, piegati in varie direzioni creano un’infinita immensa rete! Tutto ciò si coniuga con una vasta abbondanza di liane, piante epifite e muschi. Non si può descrivere una simile bellezza… Queste osservazioni hanno rappresentato l’ispirazione principale per ricamare “The inside” (Dentro), un’opera attraverso la quale mi prefiggevo di coniugare questi due temi in un unicum.
In “WHOLENESS” (“COMPLETEZZA”), la Natura intesa come Musa assurge anche a parte integrante dell’opera. Come e perché sei giunta a questo genere di sperimentazione?
“Wholeness” (“Completezza”) incarna la realizzazione del mio desiderio di integrare quanto creato dalla Natura con ciò che io stessa sono in grado di produrre con le mie mani. Metà dell’opera è impreziosita dal ricamo a mano, l’altra metà è resa più raffinata dal lichene Cladonia rangiferina. I licheni sono un organismo piuttosto complesso che può crescere su rocce nude in condizioni in cui le altre piante morirebbero. Dal punto di vista biologico, rimandano a due specie differenti: due cellule, le cellule dell’alga o i batteri denominati micobiontici. Sono piacevolmente soffici ed elastici al tatto. Sono rimasta ammaliata dalla loro struttura. Osservarli in versione macro è stato una festa per i miei occhi. Bisogna riconoscere che la Natura incarna la quintessenza della completezza!
Tutti gli elementi appena menzionati hanno influenzato la mia decisione di combinare i licheni con il ricamo. Ne sono stata completamente affascinata per via della loro struttura e, per giunta, mi sono apparsi decisamente perfetti per quest’opera dal momento che sono per loro stessa natura compatti, umidi, non cresceranno o sovrasteranno la trama del ricamo. Non è richiesta innaffiatura o esposizione alla luce solare. Serve soltanto un’umidità dell’aria al 40-60% dal momento che i licheni catturano l’acqua dall’aria. Fino a quando l’umidità della stanza in cui è collocata la mia opera rientra nel parametro 40-60%, nulla dovrebbe cambiare e “The Inside” (“Dentro”) è al sicuro.
Wholeness, copyright LITLI ULFUR
Wholeness detail, copyright LITLI ULFUR
Dall’avvento della pandemia hai creato due opere “THE LIGHT” (“LA LUCE”) e “LOVE” (“AMORE”). Quale è il loro legame (se ve ne è uno) con la pandemia? Quale è il significato di due opere così ottimiste in un momento così difficile?
La scelta di questi due temi è intimamente connessa alle emozioni da me vissute in quel periodo: una sorta di riflessione su ciò che sentivo di aver perso e su ciò di cui avevo maggior necessità. Osservando quanto stava accadendo nelle persone in generale, ho avvertito che la confusione, l’impotenza e la paura erano preponderanti e che il bisogno di speranza, supporto e calore erano onnipresenti. La pandemia di per sé non mi preoccupa eccessivamente ma costituisce un fattore ulteriore di insicurezza ed ansia diffusa.
Mentre stavo realizzando il ricamo “The Light” (“la Luce”), ho provato le emozioni più sofferte della mia vita dal momento che a mia madre è stato diagnosticato un cancro. In quel momento, per dirla senza mezzi termini, mi è caduto il mondo addosso. Il mio corpo e la mia psiche si stavano indebolendo notevolmente. Ciò di cui avevo bisogno allora era la speranza che tutto tornasse a posto in un giorno futuro, che quell’incubo finisse e che mia madre guarisse. Di conseguenza, la maggior fonte d’ispirazione per il ricamo “The light” (“la luce”) è stata proprio la speranza… La speranza di una luce che ci avrebbe indicato un luogo sicuro nonostante le recenti condizioni drammatiche. Sin dal principio, questo ricamo ha rappresentato un nido soffice ed accogliente dal cui centro era irraggiata la luce.
Il ricamo “Love” (“Amore”) è e sarà per sempre unico ai miei occhi poiché mentre lo creavo, nel mio cuore si susseguivano una serie di cambiamenti basilari: dalla lotta aspra contro le difficoltà al momento emozionante in cui mia madre ha sconfitto il cancro. Il sentimento d’amore e quello della gratitudine erano fortemente intrecciati fra di loro ed ogni cosa mi sembrava illuminata dalla speranza, una dimensione senza la quale non sarei mai stata in grado di sopportare un simile bagaglio di sofferenza. Grazie a questo tipo di esperienza personale, sono in grado di capire e “sentire” cosa è veramente importante nella mia vita. Ho imparato che l’amore non è tanto un sentimento da ricercare dal momento che esiste tout court. Finché vivrò, ho intenzione di sperimentarlo direttamente in ogni singolo istante. “Love” (“Amore”) esprime così la mia visione personale dell’amore. Lo dedico a tutti ed, in primis, a mia madre.
Creando “The Light” (“la Luce”) e “Love” (“Amore”), mi sono costruita una sorta di rifugio che mi ha permesso di organizzare i pensieri aleggianti nella mia mente non identificandomi con gli scenari apocalittici che mi ossessionavano. Mentre ricamavo, riuscivo ad osservare silenziosamente le azioni della mia mente, cercando di non giudicarmi e di non perdermi nei pensieri distorti che accompagnavano alcune mie intense emozioni. Sentivo la necessità di superare l’immensa paura di fronte all’Amore ed alla Verità. Ero soltanto io ed il ricamo, dovevo raccogliere le mie forze per essere in grado di sostenere gli altri oltre a me stessa. Potevo e posso condividere la mia sfera interiore con il mondo esterno a modo mio.
Le sue opere sono in vendita?
Finora non ho venduto nessuna delle mie opere. Mi sto concentrando sul lato creativo della mia attività artistica ma non è escluso che in futuro io possa sentire che è arrivato il momento giusto per lasciare che le mie opere vadano in giro per il mondo. Prima però dovrei sentirmi veramente pronta per un simile passo. Non so quando succederà ma lo comunicherò nel mio profilo Instagram o in un post apposito.
Love, copyright LITLI ULFUR
Love detail, copyright LITLI ULFUR