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Intervista con Pat Pauly

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Pat Pauly è una rinomata artista tessile e insegnante di fiber art. Le sue opere sono state presentate in numerose pubblicazioni e esposte in importanti mostre internazionali, vincendo prestigiosi premi. Nota per la sua tecnica di improvvisazione, Pat utilizza colori audaci e giustapposizioni inusuali di tessuto stampato e dipinto da lei personalmente, per realizzare lavori energetici e spontanei che molto hanno in comune le opere pittoriche. Il suo lavoro evoca forme naturali e grafiche, attualizzate in chiave contemporanea.

Di seguito il link al sito dell’artista:

https://www.patpauly.com/

Faccio spesso questa domanda agli artisti che ho il piacere di intervistare: perché hai scelto i materiali tessili come mezzo per la tua arte?

Durante gli studi universitari mi avevano definito, inquadrato come pittrice Ma i miei interessi includevano il graphic design e l’arredamento, quindi una buona base sia nel design bidimensionale che tridimensionale. La capacità di modificare parte dell’immagine – che si tratti di parti di un collage o di riconfigurare una scultura – mi ha incuriosito. La capacità di riconfigurare la mia tela, o di ricostruire l’immagine, è un aspetto presente nelle tecniche di improv. Quindi, lavorare nel tessile si adatta al mio bisogno di pittura (colore, forma) e al mio desiderio di modificare e costruire nuove immagini.

Strangers Paradise 2”, 42” x 79”, copyright Pat Pauly

Puoi dirci qualcosa di te e della tua storia di artista? Come hai iniziato?

Non sono mai stata con le mani in mano. Quindi, ero attratta dal perfezionamento nell’arte e dall’insegnamento dell’arte. La mia passione per l’arte è stata incoraggiata, promossa, alimentata. Mentre vivevo a Minneapolis nei primi anni ’80 ho visto il mio primo art quilt, ho deciso di farne uno, sono stata selezionata in una mostra (Quilt National ’83), e ho continuato su questa strada. Le mie opere sembrano dipinti, e il più grande complimento è da parte di un collega pittore che sostiene che quest’opera è proprio questo: un quadro.

Pat, il tuo personale stile di composizione è astratto e basato sull’improvvisazione.
Dietro un processo di improvvisazione c’è sempre un’idea, un progetto che guida l’artista verso un risultato che sarà solo parzialmente “casuale”.
Puoi parlare del tuo metodo di progettazione?

C’è una sensibilità per come inizia un lavoro. A volte c’è un’immagine che guida la composizione (Single Leaf) o un tema (Time of Day: Nine to Five), e a volte è solo il materiale che determina la storia che racconterò con il mio lavoro (Normandy). Ogni metodo richiede un particolare modo di lavorare, ma tutti si fondono sul mio design wall. Io costruisco il mio lavoro lì. Quindi, ricordo al mio pubblico che si dovrebbe cercare di avere un design wall che sia il più grande possibile, perché la progettazione sarà condizionata da esso, è lì che si raccoglieranno tutte le idee: la grandezza dell’opera tessile sarà determinata dalla grandezza del tuo design wall.

“Pink Leaf”, 79” x 66”, copyright Pat Pauly

“Pink Leaf 4 yellow”,  71” x 88”, copyright Pat Pauly

“Pink Leaf”, 37” x 41.5”, copyright Pat Pauly

“Single Leaf”, 70” x 47”, copyright Pat Pauly

Un elemento che caratterizza fortemente la tua opera d’arte è la stampa sui tessuti, che realizzi personalmente e che è oggetto di alcuni dei tuoi workshop. Puoi parlarne?

La mia prima trapunta è stata fatta con un tessuto serigrafato che ho realizzato personalmente. Penso che la “pittrice che è in me” mi porti a interagire con i tessuti colorandoli e modificandoli con l’uso di varie tecniche. Ma la stampa, come la serigrafia, il monoprinting e lo stenciling, parlano del mio bisogno di grafica e di ripetizione dei motivi. Sono attenta alle texture che appaiono nei disegni, ai cambiamenti di valore e alla linea pulita o disordinata che posso ottenere. Mi piace fare queste stampe, che possono essere viste come un pezzo finito, ma che mi costringo a tagliare nella speranza di ottenere una composizione migliore. Quando insegno queste tecniche, mi rendo conto di quanta fantastica energia ci sia durante i corsi di stampa su stoffa. E’gratificante vedere come si sviluppano i progetti

 “Time of Day: Coffee Break”, 78” x 78”, copyright Pat Pauly

Time of Day Nine To Five”, 75.5” x 70”, copyright Pat Pauly

Pat, tu tieni delle conferenze sull’evoluzione della trapuntatura tradizionale e della fiber art contemporanea e sull’influenza delle trapunte tradizionali nel design contemporaneo. Nelle tue opere d’arte, la tradizione del quilting americano ha ancora un ruolo da svolgere? In che modo le tue opere sono influenzate dalle trapunte tradizionali?

Vedo un legame tra l’artigianato tradizionale e la fiber art contemporanea, e non solo perché utilizzano sia stoffe che altri materiali tessili. Le forme d’arte contemporanea seguono le basi tecniche poste dalle tradizionali opere di stoffa, blocchi e applique. Le opere contemporanee tirano fuori l’essenziale della tecnica e la spingono ben oltre le sue radici e i suoi confini. Il legame è lì, sotto la superficie. Ma le opere contemporanee richiedono di guardare all’estetica, al design, al rapporto degli elementi ben oltre l’ovvio. Sono una grande appassionata di opere storiche per la loro delicata artigianalità e la loro forte grafica. Così, quando lavoro, sono consapevole di come il design si inserisce in questa tradizione storica e di come si inserisce nella storia delle Belle Arti come la stampa e la pittura. Tu ti chiedi come le opere tradizionali influenzano il mio lavoro, e io dico che poiché le opere sono destinate principalmente ad essere funzionali e sono dimensionate per adattarsi a un letto ( quilts tradizionali), sono di default di grandi dimensioni. E per i miei lavori mi piace lavorare in grande e in modo audace. Le opere di grandi dimensioni danno quasi la sensazione di inghiottire lo spettatore, creano un legame fisico con esso.

Può parlarci della sua trapunta “Normandy” esposta al Quilt National ’17?

Normany ha sviluppato l’improvvisazione con una selezione di tessuti. Spesso metto fuori la “tavolozza” di tessuti con cui lavorerò, e non torno a selezionarne altri. Intendevo questo pezzo come reazione alla guerra, anche se una guerra personale, e il mio titolo originale era banale. Un amico, non conoscendone il tema, ha visto “Normandy” o più specificamente, gli americani che sbarcano in Normandia durante la seconda guerra mondiale, e le immagini del pezzo gli hanno parlato. Poiché si riferiva alla guerra, e ai miei sentimenti di conflitto, mi è sembrato opportuno nominarla come tale.

“Normandy”, 55” x 91”, Copyright Pat Pauly

Per quanto riguarda la tua crescita come artista, ci sono aspetti delle tue prime opere tessili in cui senti di non riconoscerti più?

Guardando indietro al mio lavoro posso coglierne la progressione e posso affermare che non è cambiato nei suoi intenti, ma piuttosto nella sua complessità. Sò quali opere sono più forti  e comunicative di altre e faccio attenzione affinché quelle successive possano mantenere questa forza.

Pat, sei un insegnante instancabile, nei tuoi workshop parli di design e tecniche compositive. Ti chiedo: prima la tecnica o la creatività? Cosa pensi che determini il perfetto successo di un’opera? Quando la creatività rischia di essere soffocata dalla tecnica?

Questa domanda è molto interessante! Interpreto l’arte tessile come se avesse due parti – una è il design e la composizione (o la creatività e l’abilità artistica), l’altra è data dalla tecnica e dalla lavorazione (o il modo di fare l’opera).

Penso che tecnica e creatività vadano di pari passo. Ma spesso le persone hanno un’abilità più sviluppata dell’altra. Per quanto mi riguarda, il mio background artistico mi ha fatto sentire a mio agio con la teoria del colore e i principi del design. Avevo abilità di cucito, ma avevo bisogno di imparare il linguaggio delle quilters. Ho cucito molte trapunte prima di seguire una lezione di quilting. Trovo che l’artigianato possa essere appreso più facilmente, il design è più intuitivo e difficile da portare avanti. Detto questo, mentre lavoro, le mie competenze tecniche non ostacolano la composizione o la creatività. So come costruire in molti modi diversi.

Il successo di un’opera dipende, per me, dall’insieme, cioè da come si percepisce un’intera opera. Non vedo i dettagli, le piccole aggiunte, il cucito delicato o l’artigianato. Valuto quanto sia potente il messaggio che trasmette. Cattura la mia attenzione? È originale? Se sono incuriosita, guarderò più da vicino la tecnica di costruzione e le finiture. Se la tecnica travolge il lavoro e diventa più forte e più importante degli elementi creativi, dovrò capire se il design mantiene la sua forza, perché per me è la cosa più importante. Ma se la lavorazione è sciatta, viene notevolmente svalutata. La tecnica e la creatività devono esserci, ma l’arte viene prima di tutto.

“Time of Day: Happy Hour”,  77” x 73”, copyright Pat Pauly

“Hot2Go”,  copyright Pat Pauly

Lavori in serie? Perché?

Mi ritrovo a tornare di nuovo sui temi. Mi vengono in mente Leaves, Time of Day, Take Two e Water/ Earth. L’evoluzione di un’idea mi intriga, e come posso ritrarre quell’idea con immagini e composizioni diverse. E mi serve per verificare se posso migliorare o diversificare, e far sì che faccia ancora parte della serie.

“Water, Earth 2”, 69” x 59”, copyright Pat Pauly

“Water, Heart 4”, 70” x 60”, copyright pat Pauly

Qual è secondo te la differenza più importante tra un artigiano che lavora con fili e tessuti e un artista tessile? Quando un’opera in fibra diventa arte?

La fiber art, come la Fine Art, non deve avere una funzione intrinseca se non per se stessa. Sì, puoi ripiegarti in una delle mie trapunte, come si potrebbe appendere un quadro per bloccare una porta. Ma la mia arte della fibra è destinata principalmente ad essere appesa al muro. L’artigianato è un insieme di abilità e una necessità per chi lavora nell’arte tessile, ma questa abilità ha bisogno del design e della composizione che la sposterà nel regno dell’arte. Quindi, il mezzo da solo, anche se eseguito abilmente non è un’opera d’arte tessile.

A cosa stai lavorando in questo momento? Vuoi parlarci dei tuoi attuali progetti tessili?

Take Two è un progetto in cui mi sono posta un limite: utilizzare solo due metri quadrati di tessuto senza stoffe aggiuntive. Usato come vincolo, questi due tessuti devono fare il lavoro per l’intero pezzo per darmi forma, linea, contrasto, movimento – beh, tutti gli elementi di design che riesco a raccogliere. Ho scoperto che è un grande esercizio di composizione, dove posso scegliere tra i motivi tradizionali come whole cloth, nine patch e vedere come lavorare con il tessuto per ottenere quel disegno. Alimenta anche il mio piacere di stampare il tessuto in un colore grafico audace. Inoltre, amo le sfide.

“Take Two Dialogue”,  copyright Pat Pauly

“Take Two Static”, copyright Pat Pauly

Gallery

  • “Water, Heart 5”, 69.5” x 56”, copyright Pat Pauly
  •  “TT Boom Boom PP”, copyright Pat Pauly
  • Blue Moon”, 40” x 40”, copyright Pat Pauly
  • Chinese Lanterns”, copyright Pat Pauly
  • Moonrise Over Fence”, 40” x 40”, copyright Pat Pauly
  •  “Mummy Bags Influenced”, 73” x 80”, copyright Pat Pauly
  •   “Mummies Collide”, 55” x 59”, copyright Pat Pauly
  •  “Mummies Merged”, 73” x 76”, copyright Pat Pauly

Maria Rosaria Roseo

English version Dopo una laurea in giurisprudenza e un’esperienza come coautrice di testi giuridici, ho scelto di dedicarmi all’attività di famiglia, che mi ha permesso di conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari di mamma. Nel 2013, per caso, ho conosciuto il quilting frequentando un corso. La passione per l’arte, soprattutto l’arte contemporanea, mi ha avvicinato sempre di più al settore dell’arte tessile che negli anni è diventata una vera e propria passione. Oggi dedico con entusiasmo parte del mio tempo al progetto di Emanuela D’Amico: ArteMorbida, grazie al quale, posso unire il piacere della scrittura al desiderio di contribuire, insieme a preziose collaborazioni, alla diffusione della conoscenza delle arti tessili e di raccontarne passato e presente attraverso gli occhi di alcuni dei più noti artisti tessili del panorama italiano e internazionale.