Jacqueline Surdell: Ho iniziato da un luogo in cui accettare ciò che non posso controllare
Traduzione a cura di Marina Dlacic
Patricia Sweetow Gallery, 315 Potrero Avenue, San Francisco, USA
5 giugno – 14 agosto 2021
www.patriciasweetowgallery.com
In un focus continuo di artisti che lavorano sulla cuspide della cultura materiale, PATRICIA SWEETOW GALLERY è lieta di presentare l’artista di Chicago Jacqueline Surdell nella sua prima mostra personale, “Ho iniziato da un luogo in cui accettare ciò che non posso controllare”. Questo straordinaria giovane artista impiega complesse operazioni di annodatura, tessitura, taglio e legatura, capovolgendo una storia dell’idealismo americano. Gli arazzi in mostra emersi dal lockdown del 2020, riflettono l’angoscia dei tempi, tripli annodati in terreni complessi, un vero dono di transfert!!
L’educazione artistica di Jacqueline Surdell presso la School of the Art Institute of Chicago in Fiber and Material Studies, insieme alla sua preparazione atletica, ha prodotto una struttura unica nell’estrapolare soluzioni da materiali malleabili attraverso l’impegno di tutto il corpo. Reclutata e addestrata come giocatrice di pallavolo collegiale competitivo, Surdell capisce bene come spingere attraverso la resistenza fisica e psicologica, mettendo in discussione “cosa è possibile”. La stessa persistenza si applica nella sua pratica in studio, dove dalle ossa sciolte di uno schizzo allunga, strappa e annoda arazzi, risultando in opere monumentali che non hanno alcuna somiglianza con la loro bozza originale.
Patricia Sweetow Gallery, Jacqueline Surdell: I started from a place of embracing that which I cannot control
Le esigenze fisiche del suo processo sono estreme, con un telaio sovradimensionato e nessun ausilio meccanico per la trama. Jacqueline diventa la sua stessa navetta, trasportando chili di corda e materiali vari, la sua forza fornisce la necessaria resistenza alla trazione. I lavori finiti sono sospesi da aste di legno o acciaio, del peso medio di 150 libbre.
Patricia Sweetow Gallery, Jacqueline Surdell: I started from a place of embracing that which I cannot control
Le opere in mostra iniziano con una tenda da doccia, le cui immagini ritraggono un singolo dipinto della Hudson River School of Art nel XIX secolo. Quei dipinti eroici offrono un fiorente ideale americano nazionale e spirituale, un’utopia in conformita’. In dissociazione metaforica con quegli artisti, Surdell ci dà un colpo,facendo a pezzi le tende, interrompendo la loro armonia. Impiega tecniche di annodatura storiche provenienti dalla Corea, dal Giappone e dalle Prime Nazioni oltre a quelle marittime, architettoniche e di moda, per circondare e contravvenire all’omogeneità culturale della Hudson School con distese squisite e sconsiderate. Il fatto che si possa immaginare una mappa storica ridisegnata di panorami articolati rovinati e danneggiati in rilievi geologici a cascata, pianificati o perseguiti intuitivamente, contraddistingue l’arte di Surdell.
Patricia Sweetow Gallery, Jacqueline Surdell: I started from a place of embracing that which I cannot control
Un’artista emergente Jacqueline Surdell, nata nel 1993, vive e lavora a Chicago, Illinois. Ha ricevuto il suo MFA in Fiber and Material Studies dalla School of the Art Institute of Chicago nel 2017. Nel 2015 ha ricevuto il suo BFA dall’Occidental College, Los Angeles, California. Fino al 12 giugno, la Bedford Gallery presso il Lesher Center for the Arts di Walnut Creek presenta A Beautiful Mess, Weavers and Knotters of the Vanguard, una mostra di indagine sugli artisti della fibra, tra cui Jacqueline Surdell. Altre mostre includono New Orleans, Chicago, San Francisco e altrove. La sua prima mostra internazionale al Kunsthal KAdE, Paesi Bassi, “This Is America | Art USA Today”, a cura di Robbert Roos, l’ha collocata tra luminari dell’arte e talenti emergenti.