La Rubrica di Tullia

“Joe the quilter”

English (Inglese)

Questa storia arriva dall’Inghilterra nord-orientale, per la precisione da Warden, nella contea del Northumberland, un posto freddo, piovoso, neve e miniere.

Intorno al 19th secolo in Inghilterra si realizzavano un gran numero di quilt di cotone o di stoffa grossa, tessuta in casa mescolandola alla lana (homespun). Erano di solito grandi coperte bianche. Alcune erano decorate con patchwork e quiltate in tutta la loro grandezza con uno stile tradizionale, che si riscontra nelle collezioni dei musei del nord dell’Inghilterra e della Scozia. Uno per tutti quello di Beamish, non lontano da Warden, dove vengono conservate testimonianze delle passatetradizioni popolari. Proprio questo Museo si è incaricato della conservazione del “cottage di Joe Hedley”, quale perfetta testimonianza della vita rurale di due secoli fa.

“Joe the quilter”, a dire il vero,era il più bravo e quindi molto richiesto.Si spostava dal suo cottage portandosi dietro uno sgabellino basso e i suoi attrezzi da lavoro: il telaio, le forbici, spille, aghi e filo. Joseph era stato sposato con Isabel che aveva ben 25 anni più di lui:e chissà che non fosse stata proprio lei ad insegnargli i segreti del quilting? Era nato nel 1750 e aveva cominciato facendo il sarto. Il suo lavoro era di una qualità e bellezza da non avere rivali. Era un quilter itinerante, ossia viaggiava da un paese all’altro, andava dove lo chiamavano. (Qualcuno ricorda quando da noi si rivoltavano i cappotti, le giacche ecc. e veniva in casa una “sarta” delegata proprio a far quello).
Era diventato un personaggio abbastanza noto nell’ambito del suo lavoro, ma quello che lo rese davvero famoso fu il modo violento in cui la sua vita si concluse.

Martedì 3 gennaio 1826, fu trovato brutalmente assassinato nella sua casa,aveva 76 anni.

Era pieno inverno e la neve insanguinata, che copriva tutto il terreno intorno alla casa, fu la prima testimone del delitto agli occhi dei vicini. Anche se la sua vita loportava sempre in giro, aveva deciso di restare al nord nel suo tranquillo villaggio. Aveva assistito la moglie malata, per lungo tempo. Rimasto vedovo aveva continuato a lavorare in giro, ma il lavoro non bastava per vivere. I vicini e i parrocchiani si preoccupavano che fosse a corto di cibo.
C’era invece qualcuno sicuro che il vecchio Joe avesse denaro da parte e sentendosi raggirato si era voluto vendicare colpendolo con ben 40 colpi di coltello, tanti ne trovarono sul cadavere.
Il delitto fece molto scalpore nella Contea e le chiacchiere si sparsero: ne parlarono i giornali locali, immediatamente. Furono offerte molte ghinee per le ricerche dell’assassino.
Le indagini non portarono nessun frutto. Non si trovarono testimoni. Il racconto delle ultime ore di vita di Joe sono documentate nelle carte delle cronache giudiziarie: un testimone raccontò che aveva acquistato un bricco di latte,che aveva ricevuto la visita di un amico che lo aveva trovato che cuoceva le patate per la sua cena…

Il suo cottage era in posizione isolata rispetto al villaggio e in quel tempo vagabondi e viandanti abbondavano, forse proprio uno di questi era stato allettato dal “colpo”.
Molti anni dopo un uomo sul letto di morte confessò di essere lui l’assassino. Nessuno gli credette.
Nel tempo i suoi lavori divennero preziosi sia per la qualità che per la curiosità che aveva destato quell’efferato delitto intorno.

La vita di Joe Hedley rappresenta una parte documentata della realtà del fare quilting nella prima metà del 19mo secolo e mostra quanto questapraticafosse estesa.

La sua casa distrutta adesso è sotto la cura della Sovrintendenza al Patrimonio Storico ed è diventato un luogo di visite, quasi un Museo.Uno dei suoi lavori sta esposto al Museo Bowes, di Barnard Castle, realizzato su un tessuto misto, bianco su bianco.

“il retro di un quilt con la sua firma”

Questa la suggestiva ambientazione, cornice dell’efferato delitto che dette tanta fama a Joe, un uomo (sinceramente una rarità), che praticava il quilting, un uomo che non sappiamo di quante è stato maestro. Nel Museo di Beamish ci sono esemplari e imitazioni di sue trapunte. Qualcuno ha anche scritto una Ballata sulla sua sfortunata fine, la BBC ne ha fatto un documentario e i visitatori del suo Cottage sono sempre molti, naturalmente nella bella stagione.

Se ci fosse stato l’ispettore Barnaby…