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L.Mikelle Standbridge – Casa Regis – Centro per la cultura e l’arte contemporanea.

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Uno spazio ibrido in un territorio, quello biellese, che del tessile ha lunga tradizione e cultura: questo è CASA REGIS un progetto visionario fondato da L.Mikelle Stanbridge che attraverso l’arte contemporanea – e con un’attenzione particolare alla Fiber Art – diventa un ponte tra una sponda e l’altra dell’Oceano, un’area di confronto e connessione tra locale e globale per artisti, curatori, galleristi, pubblico e istituzioni. Ci racconta tutto la sua fondatrice in questa intervista esclusiva per ArteMorbida.

Sissi Castellano, I AM NOT AN ARTIST, Photos by L. Mikelle Standbridge

Un po’ galleria, un po’ spazio multifunzionale, un po’ residenza d’artista: ma cos’è davvero CASA REGIS e come è nata l’idea di fondarla?

Mi sono formata come artista e insegnante di fotografia, ma non ho mai studiato come fare per fondare o dirigere una non-profit con annesso un grande progetto di restauro!

Il pensiero non mi aveva nemmeno sfiorato fin quando sono venuta a conoscenza di questo edificio del 1600, chiamato Casa Regis. I pavimenti erano coperti di linoleum e tappeti floreali, le pareti e i soffitti erano nascosti da pannelli scuri anni ‘80, la spazzatura oscurava la reale dimensione delle stanze, ma io sono riuscita a percepire comunque il potenziale e il carattere storico di questi spazi aperti.

Mi sono immaginata un luogo da sogno dove gli artisti potessero creare o esporre. Ora, con gli affreschi e le piastrelle di terracotta originali di nuovo in vista, anche se è ancora un work-in-progress in termini di restauro, gli artisti hanno iniziato ad abitare lo spazio con la loro presenza. E io mi sento onorata di aver salvato questo edificio dall’oblio.

Direi che la location si presta ad essere sia uno spazio espositivo che un laboratorio. Organizzo due o al massimo tre mostre all’anno e il resto del tempo (soprattutto durante la bella stagione), lo spazio è aperto all’interpretazione. L’ambiente tranquillo e le stanze vuote, nel loro stato attuale ancora grezzo ma pronto all’uso, possono essere sfruttate per sedersi e pensare, trovare ispirazione o scrivere.

Le combinazioni di colori delle porte dipinte, le piastrelle bicolori, le immagini della Madonna sulle pareti e la cupola affrescata, o il corridoio con l’arcata di finestre, creano uno sfondo splendido per un servizio fotografico.

Alcuni artisti video vi hanno girato I loro progetti e dei ballerini hanno usato lo spazio come banco di prova per testare le proprie tecniche di improvvisazione. Ci sono molte stanze che possono essere usate come laboratori per piccolo gruppi. Invito pensatori, viaggiatori, artisti e amanti dell’Italia di tutti I tipi a considerare l’utilizzo di Casa Regis come location creativa.

Per quanto riguarda le residenze, un giorno Casa Regis sarà in grado di ospitare fino a 10 artisti ma ancora non siamo a quel punto; servono sia i finanziamenti che i permessi necessari da parte della soprintendenza ai beni culturali. Al momento, abbiamo previsto un’altra location per l’alloggio che è, di per sé, un posto speciale e splendido dove stare, Villa Emma.

Qual è la mission di CASA REGIS e la filosofia che ispira la programmazione espositiva?

“Casa Regis si propone di far conoscere le qualità uniche delle città collinari del Nord Piemonte e di collegare questa regione incontaminata con il resto d’Italia e la comunità internazionale attraverso la presenza e lo scambio di artisti che lavorano nell’arte contemporanea.”

“Ha ha, si capisce che questa è la mia frase di presentazione ufficiale?!”

Mi piace avere un mix di artisti locali (intendo veramente locali, gli abitanti della mia zona) e artisti internazionali. Desidero che gli artisti stranieri portino ricchezza e riconoscimento alla zona e voglio mostrare il talento locale agli occhi del mondo. Trovo molto gratificante, a livello umano, essere in grado di far incontrare artisti locali e non, aiutandoli a creare connessioni.

Lisa Fontana, Time and Distance. Photo by L. Mikelle Standbridge

Come selezioni gli artisti e le opere?  

A causa della natura di questo luogo, che si trova in una regione dedicata alla produzione della lana, e assecondando la natura dell’edificio; quando curo una mostra, sono attratta in particolare dalla fiber art e da materiali autentici, mi interessano meno I pezzi incorniciati o troppo patinati. Mi attrae, credo, quel tipo di lavoro che ha una forte presenza fisica, come nell’installazione, e porta una vibrazione contemporanea, che si contrappone e si fonde con l’antichità dell’edificio in una sorta di dialogo. Mi piace quando i muri crepati e scrostati mettono in risalto la contemporaneità dell’opera.

Michela Cavagna, The impossible tea party,. Photos by L. MIkelle Standbridge
Michela Cavagna, The impossible tea party,. Photos by L. MIkelle Standbridge
Michela Cavagna, The impossible tea party,. Photos by L. MIkelle Standbridge

Un’antica casa padronale in un piccolo borgo di una valle dalla lunga e prestigiosa tradizione industriale tessile. Qual è la risposta del pubblico e chi è il pubblico che frequenta le mostre di CASA REGIS?

Casa Regis è chiaramente un fenomeno ancora nuovo e il nostro pubblico si deve ancora definire.

Non facciamo finta che l’arte contemporanea sia facile! Anche per i più informati, ci vuole pazienza e solitamente è necessaria una spiegazione. Ma, premesso questo, sono stata più che soddisfatta con l’accoglienza che abbiamo trovato. I nostril ospiti spaziano dall’occasionale escursionista curioso della Domenica ai nonni che portano i nipoti per una lezione, agli abitanti dei paesi vicini, agli student del liceo (Istituto Alberghiero) fino ai galleristi provenienti da Biella e Milano, ai curatori di altri eventi della regione e agli artisti.

Tutte le visite sono limitate a 6 persone alla volta e io offro una visita guidata per ogni gruppo.

Lo scorso novembre Casa Regis ha vinto il premio Rotary “+Bellezza in Valle” (per il recupero e la rivitalizzazione di uno spazio) e al ricevimento del premio c’erano molti dei leader regionali dell’industria tessile.

La premiazione è avvenuta la sera prima della chiusura di una mostra a Casa Regis, quindi, durante l’evento, ho invitato tutti i presenti. Così, durante il finissage, abbiamo avuto un’ottima affluenza con un feedback davvero positivo. Siccome io sono nuova della zona e non so chi è chi, mi è stato fatto notare che erano presenti banchieri e industriali “illustri”. So solo che c’era una bellissima atmosfera tra le persone che apprezzavano l’edificio, il lavoro e la compagnia nel giardino!

Alice Sheppard Fidler, Untitled (Sandbags), 2020, photos by Alice Sheppard Fidler

A proposito di tessile, non è raro trovare opere di Fiber Art in mostra a CASA REGIS. Questa scelta è dettata anche – in parte – all’identità del territorio oppure è un interesse personale per questo linguaggio dell’arte contemporanea?

Nelle mie opera d’arte cucio e lavoro principalmente con la carta, impiego una patina che porta la gente a chiedermi se il materiale è pelle brunita o stoffa. Quindi, anche se sono una fotografa, sono molto attratta da lavori interdisciplinari ed dagli oggetti unici.

Anche la tradizione locale dell’uso della lana, della tessitura e della tintura dei materiali ha chiaramente aumentato la mia consapevolezza e mi ha indirizzato verso un impegno locale nella fiber art.

Ho incluso spesso nelle mie mostre l’artista tessile Michela Cavagna. Mi piace sempre sentire la storia su come abbia, per anni, rinnegato la tradizione locale della lavorazione della fibra fino a quando non è andata in Indonesia. Da lontano, ha potuto riscoprire questo mezzo come linguaggio artistico e ora, tornata in Italia, ne ha abbracciato completamente il potenziale.

Alice Sheppard Fidler, Untitled (Hand bags), 2021, photos by Alice Sheppard Fidler

Qual è la rete di collaborazioni e partecipazioni al progetto di CASA REGIS (istituzioni locali, volontari, artisti in permanenza, altre gallerie, curatori)?

La parte più divertente in assoluto di questa avventura è il creare connessioni con altre persone che la pensano come me. Dall’età di vent’anni, ho vissuto in grandi città (San Francisco, Chicago, Parigi, e poi gli ultimi 20 anni a Milano) così, quando io e mio marito ci siamo trasferiti in questo piccolo villaggio in montagna, sapevo che volevo rimanere connessa e/o portare il mondo esterno qui.

Ho incontrato Victoria Chapman quando Casa Regis era a una fiera d’arte internazionale a Parigi e ora io e lei collaboriamo costantemente. Lei vive a Los Angeles, ha uno spazio espositivo e una piattaforma ed è il collegamento di Casa Regis con gli Stati Uniti. Trova costantemente artisti per me e abbiamo esposto ognuna gli artisti dell’altra. Ha curato una delle mie prime mostre personali e nel suo spazio (El Nido) sta attualmente esponendo Erica Shires, una fotografa/video artista che ha scoperto attraverso Casa Regis.

Questo rapporto di lavoro è cresciuto fino ad includere l’artista e direttrice della residenza d’artista ingleseThe Hide, Alice Sheppard Fidler. L’ultima arrivata sulla scena, visto che sta ancora restaurando il suo edificio per le residenze a un’ora da Parigi, è l’artista Sylvie Anahory. L’idea è quella di creare una rete da Los Angeles, all’Inghilterra, alla Francia, e poi naturalmente in Italia attraverso la quale gli artisti possano trovare sostegno.

A Milano sono rappresentata da una galleria, Gli Eroici Furori, ed ho un rapporto di amicizia con la direttrice, Silvia Agliotti. Prima o poi, sono sicura che realizzeremo un progetto coinvolgendo le nostre due sedi.

Per quanto riguarda i volontari a Casa Regis, ci sono state molte persone meravigliose e l’aiuto è arrivato in molte forme diverse. Spesso si tratta di condividere competenze professionali come il marketing o di donare attrezzature, piante o anche opere d’arte! Uno sviluppo molto importante è stato l’entrare in contatto con un membro della giuria del premio Rotary, l’architetto Luisa Bocchietto. Lei si è offerta di aiutarmi a comunicare con gli enti governativi (Soprintendenza) che autorizzano o negano le proposte di restauro. L’esperienza della Bocchietto è fondamentale, le sono molto grata.

Giulia Spernazza, Tissuti inglobati, photo L. Mikelle Standbridge

Quali sono i progetti per il futuro? Cosa stai preparando per la prossima stagione espositiva?

La prossima è Alice Sheppard Fidler, la direttrice della residenza e artista che ho menzionato sopra.

Non vedo l’ora della sua mostra personale per ragioni differenti. Alice è un’artista concettuale e installativa. In primo luogo, adoro il suo umorismo asciutto e inglese e il suo stile sobrio e, in secondo luogo, è in particolare sintonia con i miei obiettivi per Casa Regis.

Cerco artisti che interpretino o traggano qualcosa dall’edificio e non lo vedano solo come un’altra opportunità espositiva.

Nella sua pratica, Alice cerca edifici storici che sono in una fase di transizione dall’abbandono alla riconversione e come parte della sua pratica, usa e trasforma i materiali trovati in loco. Alcune di queste ricerche site-specific riguardano la transitorietà o comportano un elemento performativo non ripetibile – come il movimento esplorativo attraverso lo spazio per sentire il corpo all’interno delle mura – mentre altri aspetti della sua ricerca si condensano in installazioni tattili ed esteticamente intense.

Alice sarà in residenza per un mese qui da noi e il pubblico sarà chiamato ad interagire col suo processo di lavoro nelle diverse fasi di sviluppo. Una volta tornata a casa, la mostra rimarrà aperta per un altro mese. La prima visita sarà durante l’open day del F.A.I., il fine settimana del 26/27 marzo, poi aderiremo al SLOW ART DAY il 2 aprile, dove un piccolo gruppo di visitatori appassionati trascorrerà il pomeriggio con noi, e poi la mostra finale aprirà il 17 aprile e rimarrà fino al 30 maggio.

Dopo Alice, non ho nient’altro in agenda perché spero di fare qualche lavoro di restauro. Per questo, però, devo ancora trovare i fondi, quindi non si sa mai. Inoltre, ci potrebbero essere artisti là fuori a cui potrebbe piacere l’idea di lavorare in mezzo a polvere e caos!

Ad artisti, pensatori o lighting designer (di questo ho particolarmente bisogno in questo momento!) che si sentono in sintonia con quello che ho raccontato, vorrei far sapere che accetto proposte!

L. Mikelle Standbridge puts herself in action for the Kickstarter video, photo by Erica Shires
L. Mikelle Standbridge, photo by ERica Shires
Casa Regis window arcade

Barbara Pavan

English version Sono nata a Monza nel 1969 ma cresciuta in provincia di Biella, terra di filati e tessuti. Mi sono occupata lungamente di arte contemporanea, dopo aver trasformato una passione in una professione. Ho curato mostre, progetti espositivi, manifestazioni culturali, cataloghi e blog tematici, collaborando con associazioni, gallerie, istituzioni pubbliche e private. Da qualche anno la mia attenzione è rivolta prevalentemente verso l’arte tessile e la fiber art, linguaggi contemporanei che assecondano un antico e mai sopito interesse per i tappeti ed i tessuti antichi. Su ARTEMORBIDA voglio raccontare la fiber art italiana, con interviste alle artiste ed agli artisti e recensioni degli eventi e delle mostre legate all’arte tessile sul territorio nazionale.