La moda nelle Serie TV
Una mostra virtuale dedicata ai costumi di una donna simbolo di un’epoca:
La Regina Elisabetta II e la storia dei suoi abiti
“Lista dei film da vedere assolutamente.”
“Serie TV storica oppure film d’azione?”
“Stagione televisiva in ‘costume’.”
Caro lettore,
vorrei innanzitutto rassicuranti. Se ti sei imbattuto in questo articolo pensando di trarre una qualche informazione sul mondo dell’arte tessile è ciò che andavi cercando! Non temere l’incipit fuorviante, si tratta solo di alcune tra le frasi maggiormente ricercate nell’ultimo periodo, attraverso la rete telematica. Dopo questa premessa, probabilmente sul tuo viso si andrà disegnando un’espressione di sorpresa mista a interrogazione, ma tu abbi ancora un po’ di pazienza e prosegui nella lettura.
Devo confessarti che l’intento primario di questo articolo è quello di infonderti uno spunto di riflessione, di aprire una finestra di approfondimento tra il mondo reale e quello interpretato dal cinema, per condurti così nella storia della moda e del costume.
In un periodo storico come il nostro, fatto di fermi e isolamenti provocati dalla pandemia di Covid-19, ho riscoperto, come molti di voi, il piacere di leggere un romanzo, di partecipare a visite “virtuali” in musei e collezioni d’arte e perchè no, anche di dedicare tempo alla visione di una pellicola cinematografica d’autore. In particolare, mi sono sovente lasciata appassionare da serie TV e film in costume, ovvero da trame e ambientazioni storiche. Al pari di un dipinto o di una raffigurazione artistica, infatti, il cinema ci propone spesso degli spaccati di vita quotidiana, di usi e costumi, passati e contemporanei, che colti con le giuste chiavi di lettura ci permettono di conoscere aspetti altrimenti difficilmente interpretabili senza una formazione scolastica di partenza.
Per questo motivo abbiamo pensato di raccontarvi alcune curiosità inerenti la storia dell’abbigliamento, passando per alcune delle serie Tv più in voga in questo momento. Saper “leggere” un abito significa ripercorrere la storia dal passato al presente; non a caso nelle sfilate di moda degli ultimi anni e in alcuni generi cinematografici, i costumisti si sono spesso ispirati alle fogge antiche, interpretando il passato per renderlo contemporaneo nel presente e proiettarlo nell’evoluzione successiva.
Fin dai suoi albori il cinema è stato strettamente connesso alla moda e allo sviluppo del settore; l’abbigliamento, infatti, ha il compito fondamentale di esprimere l’essenza del personaggio al di là dell’aspetto esteriore. Lo stile delle star hollywoodiane è entrato a far parte della memoria della collettività, basti pensare all’inconfondibile e impeccabile abito indossato da Tom Ford nei panni di James Bond in Agente 007, solo per citarne un esempio. Il talento di abili costumisti ha fatto in modo che il cinema si imponesse come diffusore di mode, nonostante alle origini le attrici e gli attori provvedessero personalmente al loro guardaroba, ricorrendo anche ad apposite sartorie teatrali. La figura del costumista, nato ad Hollywood nella seconda metà degli anni Venti, si pone come “cerniera” tra l’istituzione della tendenza di stagione e la narrazione del film.
Un incontro non banale quello tra la pellicola cinematografica e la moda, tanto da intrecciare stimolanti collaborazioni anche con vere e proprie istituzioni artistiche. Ne è un esempio la mostra inaugurata al Brooklyn Museum (2020) dedicata ai look più significativi e ai costumi indossati dalle protagoniste femminili dell’omonimo sceneggiato dedicato alla Regina Elisabetta II. The Crown è una serie televisiva di genere storico, nata nel 2016 dalla penna di Peter Morgan e prodotta dalla Left Bank Pictures e dalla Sony Pictures Television per Netflix; la fiction è incentrata sulla figura della sovrana del Regno Unito, la Regina Elisabetta II e sulla famiglia reale. Amy Roberts, costumista in The Crown, premiata agli Emmy Awards, ha avuto il delicato ruolo di saper riproporre in chiave attuale e moderno lo stile di una delle donne più fotografate al mondo. I costumi indossati dai personaggi della serie TV sono stati creati grazie ad un accurato lavoro di documentazione; non si tratta di vere e proprie copie degli originali ma di abiti confezionati prendendo ispirazione dal guardaroba reale al fine di rendere l’insieme credibile e storicamente corretto. Gli esperti di sartoria teatrale, facendo riferimento a fonti scritte e iconografiche (ritrattistica, riviste di moda e fotografie) sono stati capaci di ricostruire non solo l’abbigliamento ma anche la gestualità che ne deriva, gli accessori e le acconciature da abbinare.
A sinistra, l’attrice Claire Foy, interprete di Elisabetta II in The Crown, indossa una pelliccia e un abito in raso color celeste; a dentra, invece, una fotografia storica di sua Maestà la Regina. Copyright © Nick Verreos
Come emerge anche dalla narrazione cinematografica, il percorso di Elisabetta II da principessa a regina, si è contraddistinto per un gusto impeccabile nell’abbigliamento, che le ha permesso di resistere alle tentazioni, talvolta eccessive della moda, rendendo il suo stile un’icona fuori dal tempo e dallo spazio. Gli abiti indossati dalla sovrana hanno, infatti, il compito di veicolare il suo ruolo politico e religioso, conferendole potere e prestigio.
La vastità del guardaroba della famiglia reale viene ben esemplificato all’interno delle diverse scene del film così come anche dalle testimonianze dirette di chi si è realmente occupato degli abiti di sua Maestà: il guardarobiere e il couturier. La regina ha infatti bisogno di più vestiti in un anno di quanti ne servano alla maggior parte di noi nell’arco della vita; quattro o cinque cambi d’abito al giorno per adeguarsi ai diversi impegni della sua fittissima agenda rappresentato un fattore di normalità. Nonostante Elisabetta II sia famosa per apprezzare anche abiti di seconda mano, riadattati da modelli precedenti o prêt-à-porter, ella predilige vestiti appositamente disegnati per lei, perfettamente calzanti nella confezione e nella scelta dei materiali.
La moda di Elisabetta, o Lilibet, come viene chiamata dai familiari, si è evoluta in base ai suoi ruoli politici e religiosi, agli eventi pubblici e privati, d’occasione e quotidiani. Norman Hartnell (1901-1979) e Hardy Amies (1909- 2003) furono tra gli artefici più significativi della moda della sovrana, basti pensare che il primo di questi confezionò per lei due degli abiti più importanti: il vestito da sposa e quello dell’incoronazione.
Elisabetta ha sempre adottato uno stile risolutamente inglese ed aristocratico: dai cappotti comodi indossati nelle occasioni pubbliche, all’abito formale nelle cerimonie ufficiali; la Regina costituisce, quindi, un esempio vivente del “cambiare moda”.
Tuttavia, sua Maestà ricevette l’autorizzazione a scegliere i suoi abiti solo intorno al 1947, l’anno antecedente il suo fidanzamento, prima di allora i vestiti di Lilibet erano affidati alle cure di collaboratrici del guardaroba reale.
La principessa, nei primi anni della sua vita vestiva abiti confezionati con materiali nobili ma estremamente pratici, dal gusto austero, ma soprattutto Elisabetta e sua sorella, la principessa Margaret, erano vestite in modo identico: abiti ricamati a mano
Tuttavia, sua Maestà ricevette l’autorizzazione a scegliere i suoi abiti solo intorno al 1947, l’anno antecedente il suo fidanzamento, prima di allora i vestiti di Lilibet erano affidati alle cure di collaboratrici del guardaroba reale.
La principessa, nei primi anni della sua vita vestiva abiti confezionati con materiali nobili ma estremamente pratici, dal gusto austero, ma soprattutto Elisabetta e sua sorella, la principessa Margaret, erano vestite in modo identico: abiti ricamati a mano, cappotti con colletto di velluto, maglioni semplici e gonne scozzesi per giocare.
“Portavano abitini di cotone, quasi sempre azzurri a fiorellini, e giacche di lana coordinate quando faceva freddo”. Cit. di Marion Crawford, governante della principessa (Eastoe, 2013)
Philip Alexius de Laszlo, Principessa Elisabetta di York, 1933. Pubblico dominio
Norman Hartnell, couturier di Elisabetta, confezionò il suo primo abito ufficiale nel 1935, in onore del matrimonio dello zio, Sua Altezza Reale il Duca di Gloucester con lady Alice Montagu-Douglas-Scott e per la cerimonia d’incoronazione dei genitori, avvenuta il 12 maggio 1937.
“Ora vi descriverò come eravamo vestite. Erano abiti di seta bianca con pizzi antichi color panna, e avevamo piccoli fiocchi dorati al centro, fin giù. Avevamo maniche a palloncino con un fiocchetto al centro. Poi c’erano i mantelli di velluto viola bordato d’oro”. Cit Tema scritto della giovane Lilibet (Eastoe, 2013).
All’inizio del suo regno Elisabetta preferiva abiti da ballo quasi a richiamare le principesse delle favole, oppure vestiti in raso rigidi, adornati di perline e con motivi decorativi tesi ad esaltare il suo ruolo. Il gusto di Lilibet in fatto di abiti assomigliava, in passato, a quello materno, tanto da prediligere tinte pastello, abiti di seta o di lana leggera con soprabiti identici. Successivamente, invece, verso la fine degli anni Quaranta inizierà a scegliere gonne dal taglio particolare, ampie e sobrie ma strette alla vita, tailleur eleganti ornati con qualche gioiello. Sua Maestà, tuttavia, scoprì fin da giovane che corone e cappelli erano un elemento fondamentale del suo guardaroba; in particolare, questi ultimi sono accessori irrinunciabili per Elisabetta, tanto da non mostrarsi quasi mai in pubblico senza. Tra i modisti preferiti vi era Aage Thaarup (1906-1987) che creò numerosi modelli negli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento sia per la Regina Madre che per la sovrana.
Cappelli con foglie, fiori o frutti artificiali, adornati con piume variopinte o di semplice tessuto di seta sono solo alcuni tra i modelli del tutto originali indossati da Elisabetta. Copyright © Nick Verreos
Infine, uno degli abiti più importanti indossati da Elisabetta II, ovvero, quello confezionato per la cerimonia dell’incoronazione, avvenuta il 2 giugno 1953. L’abito ricamato con fili di seta, perle, cristalli e opali a raffigurare gli emblemi nazionali e degli Stati membri del Commonwealth fu il capo più complesso realizzato da Norman Hartnell; basti pensare che la gonna, sostenuta da ben tre strati di crinolina, il mantello e gli strascichi arrivarono a pesare ben 13,6 chilogrammi!
Questo perché l’abbigliamento e l’accessorio costituiscono parte integrante del ruolo incarnato dalla sovrana: le vesti devono essere uniche, tutto deve essere teso all’esaltazione della sua personalità e funzione.
“La regola d’oro per il guardaroba reale prevede che gli indumenti siano comodi, adatti alla persona che li porta e consoni. Il primo canone del buon gusto consiste nel vestirsi in modo adeguato all’occasione. Una regina non sceglie l’abbigliamento per fare colpo. Non essendoci nessuno di livello sociale superiore al suo, non ne ha alcun bisogno.” Cit. Colin McDowell (Eastoe, 2013)
Abito dell’incoronazione: a sinistra, sua Maestà in arrivo all’abbazia di Westminster per l’incoronazione il 2 giugno 1953
La medesima cerimonia ufficiale nel film The Crown. Copyright © Nick Verreos
Bibliografia e sitografia:
Eastoe, Elisabetta. Lo stile di una regina, TEA S.p.A., Milano, 2013.
https://www.vogue.it/moda/article/the-crown-regina-di-scacchi-costumi-netflix-mostra
https://www.treccani.it/enciclopedia/cinema-e-moda_%28Enciclopedia-Italiana%29/
Sitografia immagini
http://nickverrreos.blogspot.com/2016/11/royal-couturethe-crown-costumes-vs-real.html