Tessuto Etico

Le coperte Traperas dell’Uruguay

English (Inglese)

Articolo di:
Cecilia Jones – Ricercatore indipendente, Montevideo Uruguay
Virginia D’Alto – Università della Repubblica, Uruguay – Dipartimento Scienze Sociali
Hersilia Fonseca – Ricercatore Indipendente, Montevideo Uruguay
Paula Larghero – Ricercatore Indipendente, Montevideo Uruguay 


Le coperte Traperas furono realizzate per la prima volta dagli immigrati europei che si stabilirono nelle Americhe. Utilizzando le limitate risorse disponibili, le donne cucivano queste semplici coperte trapuntate per tenere al caldo le loro famiglie. La tradizione uruguaiana delle traperas presenta analogie con i “quilt” del Nord America, il “boro futon” del Giappone, le “waggas” australiane e le “almazuelas” di La Rioja, in Spagna. Tuttavia, le coperte di Traperas non hanno raggiunto lo status sociale o artistico che hanno invece le trapunte nordamericane. Attualmente, in Uruguay, la tradizione continua a essere radicata grazie alle donne anziane delle zone rurali ed è minacciata dalla presenza di prodotti commerciali di origine importata e dalla produzione industriale. Questa ricerca offre una panoramica delle Traperas e delle storie di coloro che le creano. Si sono tenuti laboratori di cucito nelle città di tutto il Paese che hanno coinvolto donne giovani e anziane, creando l’opportunità di tramandare la tradizione delle Traperas alle nuove generazioni.

Introduzione

Le Traperas sono coperte in patchwork trapuntate create stratificando vecchi capi d’abbigliamento o altri materiali tessili cuciti dalle donne dell’Uruguay sin dalle prime immigrazioni europee. A partire dal XIX secolo fino alla prima metà del XX secolo, l’Uruguay ha visto il susseguirsi di un constante flusso di immigrati provenienti per la maggior parte da Spagna e Italia e, in misura minore, da altre parti d’Europa

Il nome Trapera deriva dalla parola “trapo” che in spagnolo significa straccio o vecchio vestito.  Le Traperas hanno radici simili ai “quilt” del Nord America, al “boro futon” del Giappone, alle “waggas” australiane, alle “trapunte” italiane e alle “almazuelas” di La Rioja, in Spagna. Tuttavia, le coperte Traperas non hanno raggiunto lo status sociale o artistico delle trapunte nordamericane e mantengono il loro scopo utilitario piuttosto che estetico. Al giorno d’oggi la produzione di Traperas ha visto una riduzione causata dall’afflusso di prodotti tessili industriali. La tradizione, tuttavia, è mantenuta viva dalle donne anziane della campagna uruguaiana.  Lo scopo di questa ricerca è documentare la pratica contemporanea della creazione di Traperas e promuovere laboratori pratici che tramandino la conoscenza e i metodi di questa antica tradizione.

Materiali e metodi

Il progetto ha comportato un’approfondita ricerca etnografica e partecipativa nelle aree rurali e urbane dell’Uruguay. Considerando che le Traperas sono oggetti che appartengono principalmente alla sfera privata e che si trovano per lo più nelle case, il passaparola è stato la principale fonte di informazione per capire dove potevamo trovare le diverse Traperas e le signore che le producono.

Nel corso del 2010 e del 2011 sono stati organizzati sette viaggi per coprire diverse regioni del Paese. Durante questi viaggi abbiamo svolto interviste con organizzazioni o persone locali per raccogliere informazioni sulle tecniche e sulle tradizioni dell’artigianato delle Traperas.

Dopo aver elaborato le interviste e aver pubblicato il libro “Mantas Traperas, tradición textil en manos de mujeres”, i ricercatori hanno organizzato dei workshop in tre località per insegnare le tecniche di realizzazione delle Traperas scoperte durante la prima fase di questo lavoro. I laboratori si sono svolti nel 2012 ad Aiguá, nel Dipartimento di Maldonado, a Castillos, nel Dipartimento di Rocha, e a Jardines de Pando, nel Dipartimento di Canelones. Sono state fornite macchine da cucire, tessuti, capi di abbigliamento inutilizzati e una guida per realizzare le coperte Traperas.

Risultati

La tradizione sulla fabbricazione delle Traperas è stata tramandata di generazione in generazione dalle donne nei gruppi di cucito e negli ambienti domestici. La ricerca ha identificato e registrato i diversi modi di creare le Traperas e le storie delle donne che le realizzano.

Sono stati osservati tre diversi modi per realizzare il top esterno. La tecnica più utilizzata consiste nel disassemblare abiti usati e tagliare pannelli di tessuto che vengono poi cuciti insieme per costruire i due lati della coperta.

Un’altra tecnica prevede l’utilizzo di indumenti a maglia. Questi vengono cuciti insieme, così come sono, per realizzare la parte superiore della coperta, oppure vengono disfatti. La lana viene poi lavata e lavorata di nuovo a maglia per ottenere la forma della coperta.

Esiste anche una terza variante meno elaborata e prevede la cucitura degli indumenti, così come sono, a strati.

Anche l’imbottitura delle coperte ha subito variazioni a seconda delle risorse disponibili. In diversi casi le coperte venivano riempite con strati di indumenti o tessuti caldi cuciti insieme. Gli indumenti venivano tagliati per adattarsi alla dimensione o alla forma della Trapera che si desiderava realizzare.

Le Traperas più vecchie sono state anche riempite con vello di lana fissato con cuciture o nodi. In alcuni casi sono state riutilizzate vecchie coperte come imbottitura per pezzi di tessuto più grandi. Inoltre, le diverse interviste hanno portato alla luce l’uso della iuta come imbottitura. Per molti anni la iuta è stata il materiale utilizzato per trasportare la lana al mercato dopo la tosatura. Questo materiale non è così caldo e oggi non è più così facile da reperire, poiché l’industria laniera si è spostata su altri materiali per il trasporto delle balle di vello di lana.

La tecnica più comune per assemblare la Trapera consiste nel costruire una sacca con il davanti e il retro e far scorrere lo strato di imbottitura all’interno. Successivamente i tre strati vengono cuciti insieme con punti lunghi.

I tre laboratori organizzati per promuovere la realizzazione delle Traperas hanno visto la partecipazione di un pubblico eterogeneo. Giovani e anziani, ragazzi e ragazze hanno realizzato semplici coperte con le risorse fornite. Il rinnovato interesse per la realizzazione delle Traperas si traduce in un’ottima opportunità per far rivivere la tradizione.

Conclusione

La creazione delle Traperas prevede tecniche semplici che prediligono l’aspetto utilitaristico piuttosto che quello estetico delle trapunte. La ricerca ha identificato e registrato tecniche diverse che sono state passate da generazione in generazione e che sono ancora in uso al giorno d’oggi.

I laboratori pratici per la realizzazione delle Traperas sono stati ben accolti nelle tre città in cui si sono svolti e hanno creato opportunità per le nuove generazioni di cucire e realizzare le coperte. Questo lavoro ha avuto un ruolo cruciale nel tentare di preservare e diffondere il patrimonio delle Traperas uruguaiane.

Ringraziamenti

Si ringrazia il Fondos Concursables para la Cultura edición 2010 e 2012 del Ministero dell’Istruzione e della Cultura dell’Uruguay che ha contribuito al finanziamento di questo progetto.

Un gran numero di signore di vari gruppi di cucito, città e regioni dell’Uruguay hanno generosamente offerto le proprie conoscenze e storie al fine di rendere possibile questa ricerca.

*Contatto: ceciliajon@gmail.com