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L’ULTIMA TESSITURA DI TAPPETI NORVEGESE

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Leedal Teppeveveri è una piccola tessitura a conduzione famigliare con sede nella cittadina norvegese di Stavanger.

Sopravvissuta ai cambiamenti epocali che hanno scosso l’industria tessile mondiale, e che non hanno risparmiato nemmeno la ricca patria del petrolio e della socialdemocrazia, Ledaal è rimasta l’unica tessitura di tappeti del paese scandinavo.

Photo credit Ledaal

L’azienda fu fondata da Håkon Hærem nel 1949 ed era situata nel quartiere di Hillevåg. Dal 2012 telai e tessitori si sono invece spostati più vicini al centro città, a Våland, in un grande spazio su due piani che ora unisce showroom e produzione.

Per capire il segreto del successo di questa piccola tessitura di tappeti dobbiamo conoscerne meglio lo spirito e le persone che la animano. Cathrine Hærem, figlia di Håkon, porta le chiavi (come una vera donna vichinga) gestendo la compagnia dal 1993 e fiera di esserne il cuore pulsante.  Accanto a lei il marito Steffen Wesnes e i tre figli: Thomas, Morten e Hannah.

Photo credit Ledaal

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L’azienda è una parte irrinunciabile della famiglia Wesnes Hærem. Un’irrefrenabile passione spinge avanti i membri di questo team ben oliato, nonostante le difficoltà. Cathrine e Steffen hanno sempre creduto nel loro lavoro e nel piacere di realizzare i loro prodotti dall’inizio alla fine. Hanno alternato momenti difficili a periodi di successo, avanzando con tenacia senza scoraggiarsi e cucendo la loro vita attorno a quella della tessitura.

La tradizione, legata ai 70 anni di storia della Ledaal, si rispecchia nel design dei loro prodotti. Capita spesso che Cathrine riproponga, rivisitandoli leggermente, dei modelli vintage presi direttamente dalle collezioni del padre. Annotati su fogli di carta ingialliti, disegni schematici ci riportano armonie di righe e qualche filo di lana impolverato ci ricorda i colori. Questi modelli presentano un’estetica anni ’70 che Cathrine dice essere tornata di moda, soprattutto tra i giovani.

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La tessitrice è anche designer e ha saputo, nel corso degli anni, modificare toni e stili a seconda delle mode del momento introducendo variazioni sul tema in maniera oculata e attenta, captando le esigenze della società.

Nonostante sprazzi di vivacità, I tappeti di Ledaal sono Molto Norvegesi!

Non si possono definire diversamente questi manufatti. Pensati per essere appoggiati su pavimenti di legno, in case di legno.  Circondati dai colori tenui tipici dell’arredamento minimalista di queste zone del nord Europa, I tappeti della Ledaal, si intonano non solo con l’interno delle case ma anche con l’esterno. Ricordano infatti i colori dell’oceano, del vento che soffia incessante e della luce tenue dei lunghi giorni invernali. A volte, nella città di Stavanger, sembra che il grigio ti avvolga fino a farti assopire lentamente nel suo abbraccio.

Così, anche il design Leedal ha, per anni, prediletto nuance di azzurri, blu, grigi, marroni, beige e rosa. Ovvero, una palette di toni freddi, neutri e pallidi.

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A volte, un tocco di vivacità e un colore saturo appare spruzzato nelle superfici rigate.

Come i bagliori della luce che a queste latitudini ti colpiscono improvvisamente, entrano in gioco i verdi intensi dei muschi, gli arancioni intensi dei licheni tipici della natura selvaggia e fangosa di questi luoghi. La loro memoria entra così nello spazio domestico che altrimenti rimarrebbe tranquillo, silenzioso e fumante come il caffè bevuto a litri per contrastare la sonnolenza di certe infinite giornate invernali.

Quello che rende speciali questi tappeti è che sono pezzi unici e irripetibili, difficilmente replicabili.

La lana usata è per lo più proveniente dalla Norvegia mentre il lino dell’ordito è, invece, fornito da un’industria del Biellese.

La realizzazione avviene con vecchi telai industriali datati addirittura 1880.

Photo credit Ledaal

Le parti meccaniche di questi giganti sferraglianti vennero prodotte tra il 1860 e il 1954 e sono decisamente fuori produzione. Così, ogni volta che un pezzo dell’ingranaggio si usura, e ciclicamente questo avviene, una crisi generale assale i tessitori. Si riuscirà anche questa volta a replicare esattamente la stessa rondella? Lo stesso bullone? A cambiare un micro ingranaggio?

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Questi affascianti superstiti di un tempo lontano misteriosamente funzionano ancora con sempre meno pezzi a disposizione.

Steffen ci dice che recentemente un nuovo telaio Devold è entrato a far parte della scuderia e questo ha alle spalle solo cinquanta o sessant’anni.

Cathrine e Steffen sono visceralmente legati a questi pesanti macchinari che non devono essere modificati se non quando strettamente necessario. Qui la produzione viene eseguita quasi come cinquanta anni fa: unendo sincronicamente (e sensibilmente) il movimento umano a quello dell’azione meccanica.  Il tempo, in tessitura, viene scandito dal rumore arrugginito dei telai e dallo sbuffare della navetta spinta nell’ordito con un getto di aria compressa.

Il filato Leedal è unico nel suo genere, realizzato arrotolando da tre a sei capi di lana attorno a un filo centrale di juta. Le macchine che lo producono devono essere guardate a vista mentre girano vorticosamente generando, oltre alla torcitura, un rumore assordante e un vento gelido.

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Il design Leedal è reso unico dalla possibilità che queste macchine danno di mischiare i colori a seconda delle richieste del cliente. Questa caratteristica ha portato Ledaal a produrre tappeti su commissione per una clientela esigente che include addirittura la casata reale norvegese.

L’azienda ha, da sempre, ricoperto i pavimenti in legno delle chiese di tutto il paese. Lavorare in relazione con l’architettura ecclesiastica significa operare sotto lo stretto controllo della sovrintendenza e proporre un prodotto che tenga conto dello spazio e degli elementi liturgici.

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I tappeti Leedal sono stati commissionati anche da spazi pubblici e spesso hanno supportato e ispirato il lavoro di artisti tessili.

Nell’ultimo periodo, la compagnia ha diversificato la propria proposta producendo cuscini e alcuni capi in morbida lana.

Photo credit Ledaal

I prodotti Ledaal, non sono solo per i nostalgici della tradizione. Il loro appeal è sempre attuale. Ci palano dell’importanza del saper fare, racchiuso in anni di esperienza, portandoci tutto il calore di un prodotto fatto a mano, essenziale per la vita vicino al fiordo e non solo.

Elena Redaelli

English version Dal 2010 mi occupo di arte contemporanea realizzando progetti fra scultura tessile, arte ambientale e social practices. Negli ultimi anni il mio lavoro mi ha portato a vivere viaggiando con progetti e residenze artistiche nel mondo. Esploro processi di generazione e trasformazione della materia, applicando diversi livelli di controllo e indagando i limiti tra autorialità e partecipazione.Talvolta il materiale prende il sopravvento, altre volte sono i partecipanti di un progetto o l’ambiente stesso a farlo, risultando in un dinamico e continuo scambio. Il fare manuale è per me un processo d’interrogazione dell’ambiente e uno strumento per entrare in contatto con nuove persone e culture. Nei miei progetti applico una commistione di tecniche differenti prese dalla scultura, dall’artigianato, dal disegno e dall’ estetica relazionale. Ricerco e utilizzo tecniche antiche: tessitura a telaio, arazzo, crochet, feltro, ricamo, annodature e carta fatta a mano. Nelle mie installazioni, che si sviluppano su larga scala, unisco metodi di lavorazione lenta a nuove tecnologie. Tutto ciò che riguarda il tessile è sempre stato estremamente affascinante per me. Mi piace imparare e condividere idee e conoscenze sul vasto mondo delle fibre ed e’ quello che ho fatto durante i miei viaggi di ricerca tra Europa, Asia, USA e Africa.