Interviste

MELISSA ZEXTER

English (Inglese)

*Foto in evidenza: Cardinal Silver. Stampa alla gelatina d’argento, filo. 20×24”. Copyright Melissa Zexter

Melissa Zexter ricama a mano su fotografie che lei stessa ha scattato. Un lavoro il suo che combina una tecnica moderna e riproducibile in serie con una pratica manuale tradizionale. La sua ricerca esplora la dimensione tridimensionale della fotografia indagando temi come la memoria e l’identità. Attraverso l’intervento di ricamo, Zexter rende ogni fotografia unica e non più riproducibile a fronte di una estrema proliferazione di immagini nell’era contemporanea.

Nata a Rhode Island, Melissa Zexter vive a Brooklyn, New York. Ha conseguito un BFA in Fotografia presso la Rhode Island School of Design e un MFA presso la New York University. Ha esposto in mostre internazionali e in gallerie private e sedi istituzionali, tra cui Muriel Guepin Gallery NY, Triennale di Milano, Fuller Craft Museum (MA), Robert Mann Gallery NY e Bronx Museum of the Arts. Il suo lavoro è stato pubblicato e recensito in numerose pubblicazioni tra cui AfterImage, ELEPHANT, Juxtapoz, The New York Times, The Boston Herald, The New Yorker, Art New England, BUST e New York Magazine.

Ci ha raccontato il suo lavoro e la sua ricerca in questa intervista per ArteMorbida.

Letter from My Mother. Filo, Stampe a pigmento d’archivio. 21.59 x 27.94 cm. Copyright Melissa Zexter

Fotografia e ricamo: come coniughi due tecniche così diverse nella tua pratica artistica?

La fotografia è sempre stata una parte fondamentale della mia vita, per quanto io possa ricordare. Avevo solo otto anni quando ho ricevuto la mia prima macchina fotografica. Crescendo sono sempre stata la custode degli album fotografici di famiglia, ho ricordi molto precoci delle nostre proiezioni di diapositive, e ho sempre portato con me una macchina fotografica per fotografare amici e familiari. Al college, ho studiato fotografia alla Rhode Island School of Design (USA) e ho ottenuto un master in fotografia dalla New York University/ International Center of Photography.  Non ho mai smesso di scattare fotografie né di mettermi in discussione inventando nuovi modi di presentarle.

Spesso le scatto senza avere un piano preciso su come le trasformerò una volta aggiunto il ricamo. Il mio primo obbiettivo è quello di fare una fotografia che sia abbastanza forte da assumere una sua importanza, indipendentemente dall’interazione col filo.

Dopo aver stampato le foto, visualizzo una forma o un pattern che possa funzionare con l’immagine specifica sulla quale sto lavorando. Il motivo di punti ricamati che ho immaginato all’inizio cresce e si modifica sempre durante il lavoro e spesso mi conduce molto più lontano di quanto avessi potuto immaginare.

Il mio immaginario si è evoluto, nel corso del tempo, dalla rappresentazione di figure anonime, ai paesaggi, ai ritratti.  Il mio lavoro si è sviluppato dal ricamare riproduzioni astratte di souvenir personali come, ad esempio, una mappa dell’autobus del mio quartiere di Brooklyn, un motivo floreale di un vestito che indossavo da bambina, o la piantina del centro della città russa dove viveva mio nonno.  Mi piace cucire sul retro della fotografia perché il risultato è molto più materico e meno controllato, cosa che mi interessa molto. Combino, simultaneamente, il lavoro sul rovescio con quello sul davanti. Lavorare sul retro conferisce un aspetto molto più tridimensionale. Il filo ha una vita propria.

Come è arrivato il filo nella tua arte?

Ho lavorato combinando i medium della fotografia e del filo per oltre 20 anni.

Man mano che ho ampliato le possibilità della fotografia, vi ho incorporato una varietà di tecniche miste. Durante una residenza d’artista a nord di New York (nel 1999), ho iniziato a fare la carta e a cucirvi direttamente delle narrazioni figurative. La progressione naturale mi ha portato a ricamare su queste foto. Ho sempre amato le tecniche manuali in aggiunta all’immediatezza della fotografia. Mentre realizzavo queste prime opere, il cucire a mano mi ha permesso di disegnare con ago e filo, di rendere linee curve e di creare un’intimità tra l’oggetto, lo spettatore e me stessa.

Bluebird. Stampa alla gelatina d'argento, filo. 27.94 x 35.56 cm. Copyright Melissa Zexter

Osservando i tuoi lavori ho notato che il femminile – in tutte le sue declinazioni – è uno dei temi più ricorrenti. È corretto?

I soggetti di molte delle mie fotografie ricamate sono donne e ragazze. Ci sono molte donne nella mia vita e scelgo di fotografarle per le mie opere.  Mi relaziono più facilmente con le esperienze delle donne e con una sensibilità femminile. Fotografo anche molti altri soggetti tra cui paesaggi, spazi urbani e dettagli della vita quotidiana. Inoltre invito le persone a farsi fotografare se ritengo che il loro volto o il loro aspetto possano interagire in modo significativo con il mio ricamo.  A volte scatto foto senza un preciso piano su come le trasformerò cucendo. Il mio primo obiettivo è quello di creare una foto efficace che possa funzionare da sola a prescindere dal filo (che si tratti del ritratto di un uomo o di una donna). Una volta stampate, visualizzo un’immagine o un motivo che potrebbe funzionare con quella specifica immagine.  Il pattern che ho immaginato cresce e cambia sempre mentre sviluppo il progetto. La sfida è sempre quella del lavorare verso l’ignoto.

Floral Dress pattern II. Stampa alla gelatina d'argento, filo. 50.8 x 60.96 cm. Copyright Melissa Zexter

Come nasce una tua opera? L’intervento di ricamo è ispirato dal contenuto oppure asseconda le linee formali della fotografia? Ed ha un valore concettuale oppure è una scelta tecnica per dare maggiore tridimensionalità all’immagine?

Quando sono soddisfatta dell’immagine originale, comincio a personalizzarla tramite il ricamo. L’aggiunta del filo è un mezzo per entrare in contatto fisicamente con la fotografia, portando in vita il soggetto, il ricamo manuale mi permette di alterare il tempo.

Le mie scelte di cucitura, dal disegno al colore del filo, sono reazioni istintive all’immagine. Per esempio, molti dei pattern che ho ricamato per la serie “Maps and Memories” sono riproduzioni astratte di souvenir personali (mappe, modelli di vestiti, ecc.).

Di solito studio la fotografia e visualizzo un colore che corrisponde all’umore del soggetto. A volte colori specifici suscitano un ricordo legato a una persona o può essere un colore che riflette il mio stato d’animo in quel momento. Molti dei miei lavori più recenti come Girl by a Radiator, Veil, e Fox Fur impiegano una tecnica di ricamo più sciolta e astratta che incoraggia un’ulteriore riflessione sulla combinazione dei due mezzi. Ultimamente, sono più interessata alla realizzazione di opere tridimensionali. Quando sovrappongo le impunture o uso un metodo di cucitura più sciolto, questo aggiunge spesso un effetto più stratificato alla fotografia.  Sono sempre stata una persona che vede il mondo in maniera molto dettagliata. Così il ricamo è stato un passo logico per me nel mio processo di creazione artistica.

Fox Fur. Filo, Stampe a pigmento d’archivio. 43.18 x 55.88 cm. Copyright Melissa Zexter

Come si è evoluto e come è cambiato il tuo lavoro e la tua ricerca nel corso del tempo?

Inizialmente, creavo fotografie o figure la cui identità non era riconoscibile; a volte le fotografavo intenzionalmente sfocate o velate. Ho anche dipinto su alcune delle immagini con motivi colorati molto dettagliati in sovrapposizione al ricamo.  Nelle mie serie successive, ho omesso la pittura e mi sono concentrata sulla creazione di colore e texture solo attraverso l’uso del filo, stratificando i colori ed una varietà di tecniche di cucito.  Ho anche alterato le mie fotografie rimuovendo parte dell’emulsione e cucendo sulla fotografia alterata.  Adesso mi piace essere specifica con i miei ritratti, niente è più velato. L’identità del soggetto è rivelata.

Girl by Radiator. Stampa alla gelatina d'argento, filo. 50.8 x 60.96 cm. Copyright Melissa Zexter”

Credo che fotografia e ricamo abbiano – in maniera diversa– un legame con il concetto di ‘memoria’: la prima consegna l’attimo presente al futuro, il secondo abitualmente attinge da pratiche del passato, quasi ancestrali e non raramente intimamente connesse all’infanzia ed agli affetti famigliari. C’è anche nella tua pratica e nella tua ricerca artistica questa dimensione della ‘memoria’?

Alcuni dei materiali che uso e le immagini che incorporo fanno riferimento al passato, al presente e al futuro.  Sono molto interessata alla relazione tra fotografia e memoria. Il ricamo sulla mia fotografia è un modo per aggiungere un’intimità tattile alle fotografie. Sono anche interessata alla combinazione di cuore/mente/macchina/mano – una macchina (la macchina fotografica) registra l’immagine – è resa permanente, ma è la mano e il filo che trasforma la fotografia.  L’aggiunta del ricamo riporta la fotografia che è stata scattata nel passato al presente.

Sono anche interessata a prolungare il tempo che ci vuole per fare una fotografia – un processo rapido che implica scattare una foto e stamparla – in un atto lungo e impegnativo.   Cucire a mano è un atto che altera il tempo e mi permette di reagire a un momento – la fotografia – e di alterare e adattare la memoria.

Le fotografie sono sicuramente un catalizzatore di ricordi. Credo che la fotografia e il ricamo abbiano – in modo diverso – un legame comune con il concetto di ‘memoria’: la prima consegna il momento presente al futuro, il secondo attinge a pratiche del passato. Le fotografie possono consentire un richiamo visivo di un evento passato, di una persona o di un luogo attraverso la loro rappresentazione di ciò/chi è catturato all’interno dell’immagine. Le fotografie hanno un impatto sulla nostra concezione del ricordo.

Looking into the Sun. C print, filo. 50.8 x 60.96 cm. Copyright Melissa Zexter

Chi sono le figure che più hanno ispirato o influenzato la tua arte?

Amo la fotografia analogica e i molti fotografi che ho scoperto all’inizio della mia formazione nel campo della fotografia sono ancora tra i miei preferiti.

Ho molte fonti d’ispirazione. Mappe, miniature indiane, l’oceano, antichi campionari, silhouettes americane del XIX secolo, istantanee di famiglia, puzzle, design di tessuti vintage, il design Art Deco, Diane Arbus, E.J. Belocq, Brassai, Lisette Model, Florine Stettenheimer, Man Ray, e molti altri.

Inoltre, sono cresciuta in una casa storica nel Rhode Island, costruita nel 1698. I miei genitori erano antiquari e la nostra casa fungeva da magazzino per quadri, mobili, ricami, tappeti, ecc. Lo considero un’influenza indiretta che mi portato ad apprezzare gli oggetti fatti a mano, la storia e tutto ciò che è bello.

Portrait of a Girl with Portrait of a Girl. Filo, Stampe a pigmento d’archivio. 43.18 x 55.88 cm. Copyright Melissa Zexter

Qual è (e perché) l’opera (o la serie di opere) che ritieni il tuo capolavoro, quella che meglio ti rappresenta?

Sono molto legata alla mia prima serie di ritratti ricamati che chiamo Maps and Memories perché riflettono un periodo in cui ho scoperto i materiali con cui amo lavorare.  Non avevo usato moto il ricamo prima d’allora, quindi è stato eccitante sperimentare come poter alterare le mie immagini con il filo, come creare una braille per le dita tramite una superficie tattile. Molte delle tecniche che avevo sperimentato in precedenza si sono unite (pittura, fotografia, mosaico, lavoro a maglia, ecc.)

Non ho un’opera prediletta o un’unica immagine che mi rappresenti. Uso questa tecnica da più di due decenni e relaziono le fotografie a diversi periodi della mia vita. I ritratti dei miei amici, della mia famiglia o di estranei mi riportano indietro a rappresentare dove ero io.  Per molto tempo sono stata innamorata di come le fotografie possono essere alterate in modo discreto. Mi piace personalizzare una fotografia altrimenti ambigua, con dettagli ricamati che abbiano un significato personale.

Uno dei miei pezzi preferiti è la fotografia di una donna con un uccello cardinale. Mi ricorda mio padre. Avrei voluto non venderla, così ne ho fatta un’altra con un bluebird, ma non aveva lo stesso significato per me.

Alice and Diane. Stampa alla gelatina d'argento, filo. 27.94 x 35.56 cm. Copyright Melissa Zexter

Qual è, secondo te, il significato ed il senso di ‘fare arte’ oggi e quale ruolo ha l’arte e l’artista nella società contemporanea?

Fare arte per me è un modo per tracciare la mia esistenza e affrontare ogni giorno. Amo il processo meditativo del ricamo. Per me, fare arte è un modo per scoprire l’ignoto. La mia arte ha un significato per me stessa e serve come un modo per elaborare situazioni personali legate al momento presente così come le mie relazioni con l’oggetto fotografico stesso.  L’arte ha davvero un vero significato solo per me. Può darsi che abbia un significato anche per gli altri, ma non mi preoccupo di questo quando creo.

Poetry by the Pond. Stampa alla gelatina d'argento, filo. 27.94 x 35.56 cm. Copyright Melissa Zexter

Chi è l’artista Melissa Zexter oggi e cosa progetta o sogna per il futuro?

Negli ultimi 4 mesi mi sto riprendendo da un’operazione al cervello, quindi sto guardando il mondo in modo leggermente diverso dal solito! Questa artista sogna un futuro di pace pieno di amore, sole, felicità, gentilezza, piscine, cioccolatini e arte. Un mondo privo di avidità, guerra e soprattutto di pandemie.  Sono curiosa di vedere se alcune di queste cose accadranno.

Mi piace anche aggiungere del testo alle mie foto alterate, in futuro voglio farlo più spesso. Mi piacerebbe anche collaborare con uno scrittore/scrittori per realizzare un libro che combini testo e fotografie modificate.

Barbara Pavan

English version Sono nata a Monza nel 1969 ma cresciuta in provincia di Biella, terra di filati e tessuti. Mi sono occupata lungamente di arte contemporanea, dopo aver trasformato una passione in una professione. Ho curato mostre, progetti espositivi, manifestazioni culturali, cataloghi e blog tematici, collaborando con associazioni, gallerie, istituzioni pubbliche e private. Da qualche anno la mia attenzione è rivolta prevalentemente verso l’arte tessile e la fiber art, linguaggi contemporanei che assecondano un antico e mai sopito interesse per i tappeti ed i tessuti antichi. Su ARTEMORBIDA voglio raccontare la fiber art italiana, con interviste alle artiste ed agli artisti e recensioni degli eventi e delle mostre legate all’arte tessile sul territorio nazionale.