Sulla soglia dell’Accademia

MOUMITA BASAK

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*Foto in evidenza: MOUMITA BASAK, When will I get it. Courtesy of the artist


MOUMITA BASAK, classe 1996, è nata nel villaggio Srirampur, distretto di Burdwan nel Bengala Occidentale in India. Dopo la scuola superiore, è stata ammessa al Govt. College of Art & Craft di Calcutta. Ha partecipato alle mostre annuali del College ed ha ottenuto la borsa di studio Shilpacharya Zainul Abedin per più anni accademici. Ha conseguito il MFA nel 2022.

Le sue opere sono state esposte alla Fiera d’Arte KCC a Emami e St-Kurge The Creation all’ICCR nel 2019 e nello stesso anno Basak ha partecipato al workshop della KCC Art Fair, Workshop River Festival, Prinsep Ghat, Kolkata e al laboratorio di pittura di Rajya Charukala Prasad nel Bengala Occidentale. Ammessa al MFA in pittura nel 2020, espone nell’ambito dell’annuale mostra accademica conseguendo la borsa di studio Ajay Bankim Memorial. Nel 2021 ha partecipato alla Biennale Studenti di Kochi, all’Annual Birla Academy of Art and Culture, all’Annual Exhibition of Bombay Art Society e, in India, alla mostra “1971: Retrospective”.

Ha partecipato all’Emami Art Residency Program a Calcutta e al Khoj Peers Residency Program a Delhi. Recentemente le sue opere sono state esposte a “World Within World Without”, una mostra collettiva alla Bikaner House di New Delhi e al Ravi Jain Memorial Foundation Annual Awards Show alla Dhoomimal Gallery a Delhi.

Abbiamo intervistato questa giovane artista in occasione del conferimento della medaglia d’oro alla 17a Triennale Internazionale di Arazzi nel Central Museum of Textile a Lodz, in Polonia.

MOUMITA BASAK, Untitled. Courtesy of the artist

Quando e come ha scelto di fare l’artista?

Tutti i bambini amano dipingere e disegnare e io non ho fatto eccezione. Ricordo che, quando frequentavo l’ottava classe (terza media), andavo da un insegnante che ci insegnava a disegnare. Da lui sono venuta a conoscenza del “liceo artistico” e ho iniziato a nutrire il desiderio di esserne ammessa. E dopo qualche anno, quando sono stata ammessa, è iniziato il mio percorso.

MOUMITA BASAK, Untitled. Courtesy of the artist

Sei un’artista che utilizza diversi medium espressivi. Quando e perché scegli i materiali e le tecniche tessili?

Quando sono stata ammessa al “Govt college of art and craft, Calcutta”, le facoltà davano particolare importanza alla pittura a olio. Ma erano ammessi anche altri medium. Così ho iniziato a lavorare con l’acrilico, i lavaggi, le stampe ecc. e a sperimentare.
Quando sono tornata al mio villaggio nel periodo del COVID, ho cercato di lavorare, ma sentivo di non poter gestire questi materiali. Poi mi è venuto in mente che una volta, nel nostro villaggio, le donne erano solite realizzare tanti oggetti di artigianato, cucivano nel tempo libero e realizzavano stoffe da arredamento, tovaglie e così via. Oggi non più. Mi sono però ricordata che anche mia sorella maggiore passava il tempo allo stesso modo e ho iniziato a lavorare e sperimentare con le stoffe e i materiali che mi aveva lasciato.

MOUMITA BASAK, Let's go back one more time. Courtesy of the artist

Quali sono i temi che indaghi attraverso la tua arte?

Di solito lavoro attraverso le mie esperienze quotidiane, i ricordi e l’ambiente circostante. In realtà mi ispiro a piccole cose come le piogge, le foglie cadute, i cambiamenti di colore delle foglie dal verde al giallo, la crescita di piccole erbacce, le texture dei muri, ecc. Tutte queste osservazioni mi aiutano molto nelle mie pratiche artistiche. Credo che ognuna di queste piccole cose sia individualmente molto importante e quindi cerco di mostrare soprattutto la vita delle donne nelle mie opere. Essendo una donna sono in grado di osservare e percepire anche i loro sentimenti. E credo che ovunque le persone possano raccontare la vita di una donna così com’è.

MOUMITA BASAK, Living the days. Courtesy of the artist

Quanto è centrale l’universo femminile e la vita delle donne nella tua ricerca artistica?

La mia ricerca si concentra su questo tema specifico. Ho iniziato a osservare il comportamento delle donne dei villaggi a partire dal periodo COVID 2020. Penso che non avrei potuto raccontare tutto questo in modo così acuto se non fossi stata ammessa all’istituto d’arte e non avessi trascorso un paio d’anni lontano da questo villaggio.
La vita delle donne è stata finora molto più limitata. In particolare nella nostra società non è ben vista l’uguaglianza tra i sessi. Essendo io stessa una donna sono molto sensibile a queste barriere e, ovviamente, riesco a metterle in discussione con il mio lavoro. Credo davvero nella libertà personale. Perciò questo tema è diventato il mio argomento centrale in questi giorni.

MOUMITA BASAK, Reflection & Relation. Courtesy of the artist

Una delle tue opere ha recentemente vinto la medaglia d’oro alla XVII Triennale Internazionale di Arazzi di Lodz. Come è nato questo arazzo e di cosa parla?

Lavoro con le mie esperienze di vita quotidiana e con le esperienze che raccolgo dalla vita di altre donne. Dopo 5 anni, quando sono tornata nel mio villaggio, ho iniziato a osservare le cose in modo diverso. Ho sentito che nella mia infanzia sono stata davvero libera e questa sensazione epica mi ha fatto capire che per la maggior parte delle persone è così. A quel tempo avevo un rapporto stretto con la natura. Con l’avanzare dell’età, questo rapporto si è interrotto. Ma quando si cresce ci si avvicina alla realtà. Allora il nostro rapporto con la casa è maggiore rispetto a quello con l’ambiente esterno. In alcuni casi siamo limitati. Nelle mie opere affiorano vari ricordi del mio passato.
Volevo condividere queste sensazioni attraverso le mie opere. E le ho realizzate. Ho inserito così tanti medium, tra cui quello tessile, il filtro del tè, la carta fatta a mano nepalese, ecc. Sto usando abiti scartati. Penso che i temi che affronto possano essere mostrati con più facilità con questi materiali. Le donne di Ago potrebbero raccontare tante storie attraverso i loro manufatti, ma qui sono io che rappresento la storia delle donne attraverso il mio lavoro. Come artista, penso che sia fondamentale sperimentare vari materiali in qualsiasi ricerca artistica, mi piace molto il risultato che ottengo nelle mie opere.

MOUMITA BASAK, Courtesy of the artist

Che cosa ha significato per te questo premio?

Ho avuto la grande opportunità di mostrare la cultura e la tradizione indiana di fronte a un pubblico internazionale, dato che il mio lavoro è stato esposto al Museo Centrale di Lodz, in Polonia. Ringrazio tutti coloro che hanno organizzato questa mostra.
Sono rimasta stupita quando ho saputo di aver vinto la medaglia d’oro. Mi ha fatto anche piacere sentire che le mie opere hanno colpito il pubblico. Ovviamente questa medaglia ha dato al mio lavoro un ulteriore livello di ispirazione. Voglio ringraziare tutti i curatori, che hanno accresciuto la mia autostima e prometto che darò il meglio di me anche in futuro.

MOUMITA BASAK, Courtesy of the artist

Quali sono i tuoi progetti per il prossimo futuro?

Non ho progetti, ora voglio solo continuare la mia attività come sempre e partecipare a varie mostre. Penso che posso avere più opportunità di mostrare la mia esperienza ad un altro pubblico e questo può accadere solo attraverso il mio lavoro.

Barbara Pavan

English version Sono nata a Monza nel 1969 ma cresciuta in provincia di Biella, terra di filati e tessuti. Mi sono occupata lungamente di arte contemporanea, dopo aver trasformato una passione in una professione. Ho curato mostre, progetti espositivi, manifestazioni culturali, cataloghi e blog tematici, collaborando con associazioni, gallerie, istituzioni pubbliche e private. Da qualche anno la mia attenzione è rivolta prevalentemente verso l’arte tessile e la fiber art, linguaggi contemporanei che assecondano un antico e mai sopito interesse per i tappeti ed i tessuti antichi. Su ARTEMORBIDA voglio raccontare la fiber art italiana, con interviste alle artiste ed agli artisti e recensioni degli eventi e delle mostre legate all’arte tessile sul territorio nazionale.