MULYANA – Fragile Ecologies
Sapar Contemporary | Gallery + Incubator, 9 North Moore, New York, Ny 10013
Gennaio 21, 2022 – Marzo 4, 2022
Curato da John Silvis
La mostra, “Fragile Ecologies” è la prima mostra personale dell’artista alla Sapar Contemporary.
Conosciuto per i suoi stravaganti personaggi Mogus lavorati a maglia e all’uncinetto e per i suoi stupefacenti paesaggi sottomarini, l’ultima mostra di Mulyana, “Fragile Ecologies”, presenta nella sala principale della galleria due costumi a grandezza naturale, lavorati all’uncinetto e una serie di isole coralline lavorate a maglia.
Quando lo spettatore entra nella galleria lo attendono isole di coralli multicolori e figure di Mogus sospese (rappresentative dell’opera dell’artista). In aggiunta, il visitatore è omaggiato da un video che introduce i nuovi vibranti costumi indossati da figure in movimento, immerse nel bellissimo paesaggio indonesiano.
Maschere e costumi sono espressioni seminali in molte tradizioni folcloristiche che possono simboleggiare atti eroici, caratterizzare celebrazioni religiose, veicolare gli spiriti o essere usati come intrattenimento. Specialmente le maschere sono intese come metafora dei muri che costruiamo per nascondere il nostro “vero io” al prossimo.
Quello che spinge Mulyana a creare i costumi di Adikara e Nayanika è l’opposto: per lui, questi avatar incarnano la sua personalità in maniera più accurata di quanto i Mogus non riescano a fare. Questi tableau figurativi raccontano la lotta universale per riuscire a sentirsi bene nella propria pelle e risuonano profondamente mentre affrontiamo quest’epoca di isolamento senza precedenti e l’incertezza dovuta alla pandemia.
Il lavoro di Mulyana coinvolge direttamente il pubblico: le sue installazioni avvolgenti catturano gli spettatori di tutte le età sia per la rappresentazione fantastica della vita oceanica che per la minuzia e l’attenzione ai dettagli usata nella creazione delle sue creature. L’esperienza immersiva vuole portare attenzione verso la natura precaria dei complessi ecosistemi del mare ed esamina il pericolo in cui si trova questo santuario, come risultato dei livelli di inquinamento globale e del cambiamento climatico. Impegnandosi a supporto della sostenibilità ambientale, Mulyana incorpora nel suo lavoro filati e materiali di scarto, riutilizzandoli per ridurre al minimo la produzione di nuovi materiali industriali, oltre a riciclare parti delle sue installazioni in nuovi progetti.
L’approccio generoso di Mulyana alla vita è riflesso da ogni parte del suo processo artistico. Egli considera l’uncinetto e il lavoro a maglia come un atto meditativo e di preghiera.
Guidato dalla convinzione che “agli occhi di Dio, il nostro essere terreno alla fine incontrerà il Creatore in un posto bellissimo”, considera l’espressione artistica come un privilegio, che gli permette di “mostrare gratitudine al Creatore che mi ha benedetto con una mente sana e un corpo sano per la vita sulla terra”. Residente a Yogyakarta, in Indonesia, il suo obbiettivo iniziale era quello di costruire una pratica artistica basata sul lavoro con le comunità locali. I suoi primi collaboratori furono un gruppo di donne transgender del vicino villaggio di Sorogenen. Una comunità di artigiani dedicata, che ha giocato un ruolo centrale nello sviluppo dell’idea che ha portato alla creazione delle sue sculture di creature lavorate a maglia e all’uncinetto.
A livello macroscopico, la profonda preoccupazione di Mulyana per l’ambiente in erosione e la nostra collettiva mancanza di cura per il mondo naturale, fa da specchio all’importanza della cura di sé a livello microscopico. Il suo messaggio indica un percorso olistico per la salvaguardia di sé in un caotico e incerto mondo post-pandemico. Mentre Mulyana non fa apertamente riferimento a questioni di genere e alla sessualità nelle sue intricate installazioni, la diversità dei suoi ambienti colorati e dei suoi spettacolari costumi allude alla fluidità dell’identità umana. Il suo impegno nella promozione di valori condivisi emana da una comprensione spirituale della dignità umana, una visione che onora la totalità della creazione. Costruendo mondi elaborati e magici, Mulyana spera di accendere la nostra immaginazione collettiva, coltivando l’amore per il creato e rivelando la bellezza dentro ognuno di noi.
Informazioni sull’artista
Mulyana (1984, Bandung, Indonesia) ha creato il suo alter-ego, il Mogus (il mostro) nel 2008.
Mogus è un acronimo che fonde la parola Gurita (il polpo) con il cognome dell’artista (Sigarantang).
Le sue installazioni colorate e lavorate a maglia sono emblematiche delle problematiche sociali e ambientali globali che stiamo attualmente affrontando e suggeriscono l’importanza di una rinnovata responsabilità sia per la natura che per il rispetto di tutte le persone.
Dopo aver completato la sua laurea in educazione artistica presso l’Università Pendidikan Indonesia di Bandung (2011), Mulyana si è trasferito a Yogyakarta nel 2014 per capire se fosse possibile realizzare progetti che coinvolgessero le comunità locali, come estensione della sua pratica di studio. Uno dei primi gruppi di collaboratori che ha incontrato è stata una comunità di donne transgender nel villaggio di Sorogenen, ben noto nella regione di Yogyakarta. Il medium artistico di riconoscimento di Mulyana, le sculture morbide realizzate a maglia e all’uncinetto, è stato sviluppato durante questa collaborazione.
ArtJog 2018 ha commissionato a Mulyana la sua più grande installazione fino ad oggi, Sea Remembers (2018). Creando un ambiente immersivo con materiali lavorati a maglia e all’uncinetto, la scultura presenta un ampio panorama sottomarino di creature e coralli, tra cui uno scheletro di balena realizzato con la stampa 3D. L’opera è ora inclusa nella collezione permanente del Museo Motomoto di Jakarta, in Indonesia.
Nel 2019, le opere di Mulyana sono state presentate presso il flagship store di HERMES a Singapore, in una mostra personale presso FORM/The Shed a Perth, in Australia, e in una personale presso l’Orange County Museum of Art di Los Angeles. Le sue opere si trovano nelle collezioni dell’Herbert F. Johnson Museum of Art della Cornell University e del The Textile Museum della George Washington University.
FOTO E INFO
https://www.saparcontemporary.com/exhibitions#/muleco