Naturali contaminazioni SCULTURA IN FELTRO
Galleria Sinopia - Roma
Mostra a cura di: Eva Basile e Lydia Predominato
Direzione Artistica: Lydia Predominato con Raffaella Lupi
La Galleria Sinopia è aperta su Roma da 30 anni e il suo obiettivo è sempre stato quello di attuare un lavoro di contaminazione tra arte antica e contemporanea anche in riferimento alle arti applicate come la ceramica, il vetro e la fiber art.
La mostra “Scultura in Feltro” riunisce tradizione ed innovazione: il feltro, un materiale umile, antico e patrimonio della tradizione artigiana, materiale difficile da manipolare e trasformare, viene attualizzato attraverso lavorazioni e intenzioni che lo trasportano nella contemporaneità sublimandolo in oggetto d’arte.
Le opere in mostra sono molte, diversissime tra loro per stile ed interpretazione del materiale di base.
Entrando in galleria, ci accoglie la luce soffusa e calda delle opere di Esther Weber, gli Alberi – luce, sculture, ovviamente in feltro, che rappresentano l’incontro tra natura e luce artificiale, in un intreccio di materiali e forme verticali che suggeriscono una sensazione di solitudine e serenità.
Claudio Varone, artista tessile ed interior designer, è presente in mostra con due opere di forte impatto visivo: “I Fuochi del Redentore”, realizzata in collaborazione con Anneke Copier e “New Identity 2”. La prima scultura è un richiamo ai festeggiamenti che nel ‘600 seguirono la fine della peste a Venezia, mentre “New Identity 2”, esplora le realtà multiple che nascono dall’incontro fra identità diverse.
All’interno dello spazio espositivo sono presenti continui richiami a forme e sculture naturali rappresentate da Madrepore provenienti da una collezione privata di Firenze che creano, insieme alla sostanza del feltro, prodotto anch’esso della natura, un connubio di particolare interesse.
Madrepora da collezione privata, Firenze.
L’artista Marilù Cecchini espone tre opere che si ispirano al paesaggio siciliano e alla sua natura isolana.
Proseguendo troviamo “Terra/Aria”, un abito realizzato da Maria Cristina Bettini in cui a completamento di un corpetto in gesso, lino e filo di nylon, lunghi tentacoli in feltro disegnano l’idea di un corpo pensato ma assente
Molto particolare e di complessa di realizzazione è “Organismo: Origine della Specie” di Cinzia Li Volsi, in cui ogni elemento viene lavorato singolarmente fino a comporre l’intera opera. Della stessa artista sono esposte altre due sculture che esplorano sempre il tema della natura e della attuale crisi ecologica in un’ottica di perdita ma anche rinascita e rigenerazione della vita.
Daniela Costanzo Giorgio esperta tessitrice e maestra feltraia, presenta “Mina Vagante”, un’opera dall’aspetto attraente, in cui il colore inganna e nasconde il segreto contenuto della mina pronta ad esplodere.
Presente in mostra anche un pezzo storico realizzato da Eva Basile, una delle prime opere di ricerca con il feltro ad essere presente in esposizioni d’arte: “Quella Sporca Dozzina”, che prende spunto da una foto che ritraeva un’attivista ambientalista con le mani sporche di greggio. Un’opera di denuncia.
“Quella Sporca Dozzina”, lana, colla, pittura acrilica, feltro ad umido, 100cm x 100cm x30cm, 2009, copyright Eva Basile, fotografia Riccardo Pieroni
L’Accademia di Belle Arti di Bologna è rappresentata dalle tre artiste Valentina Dentello, Natascia Gasperoni e Tiziana Abretti. La giovanissima Valentina Dentello espone un lavoro di ricamo in fili di cotone su fogli di feltro, una sorta di diario tessile in cui l’artista ferma i propri pensieri in maniera poetica ed autoironica.
Natascia Gasperoni presenta tre opere connesse al tema dello spazio e del tempo e ad una loro interpretazione assolutamente personale. “Il feltro è un materiale forte, che ha in sé ancora il profumo, il colore, l’aura della sua vita precedente”.
Tiziana Abrettiespone tre opere della serie “Fermo Apparente” in cui il feltro, materiale organico caldo e avvolgente si fa custode delle trasformazioni che nel tempo subisce il cristallo di rocca (di cui le tre opere sono ricoperte) che si trasforma e cresce aggrappandosi alla fibra naturale.
“Fermo Apparente 4”, “Fermo Apparente 5”, “Fermo Apparente 6”, feltro, carta fatta a mano, colorante alimentare, struttura interna. Formazione e crescita di cristalli di allume di rocca, 2018-2019, copyright Tiziana Abretti.
Da quasi vent’anni Cristina di Nardo utilizza il feltro nella propria ricerca artistica. I suoi “Vasi Nomadi” sono ispirati a forme e colori naturali e rinviano alla cultura dei nomadi dell’Asia Minore che utilizzano da secoli gli oggetti in feltro da piegare e portare con sé con finalità pratiche ma anche simboliche.
Docente e artista del feltro, Barbara Girardi ha creato un bizzarro copricapo appeso nel vuoto, pronto a coprire il capo del fruitore. I colori nelle tonalità acquatiche, la matericità del feltro e la collocazione dell’opera nello spazio, suggeriscono l’intento dell’artista di invitare il pubblico a vivere un’esperienza immersiva all’ombra del suo copricapo.
Laura Sassi con le sue forme derivate da oggetti di uso quotidiano stupisce e seduce lo spettatore: l’oggetto privato della sua naturale matericità e solida consistenza, si presenta in una nuova luce e manifesta le qualità nascoste proprie solo della forma.
Diana Poidimani espone “Tris”, opera composta da tre elementi verticali con inserti vegetali, fiori e radici, che indicano il collegamento ideale con la terra.
“Tris”, corda di carta, lana grezza manipolata, fiocchi di lanan infeltrita, tubolari di lana merinos, intreccio tubolare a mano, feltro ad ago ed acqua, 120x50cm, 2019, copyright Diana Poidimani