Norwegian Textile Artists – CONTEXTILE 2022
Dal 3 settembre al 31 ottobre 2022, la Norwegian Textile Artist’ Association sarà presente a Contextile con tredici artisti tessili norvegesi o residenti in Norvegia. Contextile, in occasione del suo decimo anniversario, ha scelto infatti la Norvegia come paese invitato.
La mostra, una collaborazione fra NTK e Contextile sarà incentrata sull’ arte tessile norvegese e presentata nell’ambito dell’edizione 2022 della biennale di Guimarães, in Portogallo.
La presenza norvegese sarà distribuita in tre importanti siti culturali all’interno della città storica di Guimarães: Museu de Alberto de Alberto Sampaio, Palacete Santiago e Museu da Sociedade Martins Sarmento.
I 13 artisti tessili presenteranno progetti che includono diverse prospettive, rappresentando alcune delle tematiche più significative dell’arte tessile contemporanea del Paese. Le mostre sono curate dall’artista tessile Målfridur Adalsteinsdottir e dalla curatrice di Contextile 2022, Cláudia Melo, in collaborazione con Janis Jefferies e Kiyoshi Yamamoto.
NTK è un’organizzazione democratica per artisti tessili professionisti e i curatori si sono preoccupati di presentare un’ampia panoramica sull’arte tessile contemporanea norvegese, la sua attività e il suo forte posizionamento nella scena artistica internazionale. Gli artisti selezionati provengono da tutto il Paese, rappresentano esperienze generazionali che comprendono sia i neo-laureati che gli artisti più anziani, con opere d’arte appartenenti a discipline differenti.
Secondo la curatrice Målfridur Adalsteinsdottir: “Dal punto di vista tematico, le opere abbracciano uno spettro ampio che riguarda diffusamente tematiche legate al corpo, alla natura, all’ecologia e all’ambiente. Alcune opere esplorano l’identità e l’appartenenza, mentre altre ruotano intorno al nostro tempo e al rapporto stretto ma complesso con la natura. Alcuni artisti realizzano opere poetiche e sognanti promuovendo esperienze meditative e sensoriali. Altri lavorano con elaborati schemi matematici o con il potenziale scultoreo dei tessuti, altri ancora tracciano mappature e documentano. I riflettori sono puntati sul problema dell’inquinamento provocato dall’industria tessile e sulle difficili condizioni di lavoro delle sarte e degli operai, sul consumo eccessivo e sul panorama politico del nostro tempo”.
La mostra degli artisti tessili norvegesi a Contextile 2022 è una collaborazione tra gli artisti tessili norvegesi e Contextile – Biennale d’Arte Tessile Contemporanea ed è sostenuta da Norwegian Crafts attraverso un parziale finanziamento e un ruolo di consulenza.
Åse Ljones (nata nel 1954 a Strandebarm) vive e lavora a Bergen.
“Il mio processo artistico è fondamentalmente legato al ricamo, un po’ come l’osservazione dei punti di cucitura del tessuto. Ricamare a mano è come disegnare o scrivere con l’ago. La libertà, il flusso e il ritmo creano un senso di calma. Inizio con un formato, una forma o una cornice e mi sento libera all’interno di questi confini. L’ago e il movimento creano il flusso. Talvolta segue il proprio percorso, ma posso sempre controllarlo in una fase successiva. La base è la natura: le relazioni e le esperienze di una vita. Attingo dalla mia soffitta di esperienze e sono costantemente alla ricerca di un movimento in cui la luce, la brillantezza, le linee, i punti e i motivi creino una tensione nella quiete. Voglio che le mie opere offrano agli spettatori l’esperienza di qualcosa di più grande, qualcosa che può crescere, una sorta di infinito. Lavoro sia in maniera bidimensionale che tridimensionale. L’aspetto tridimensionale accentua la lucentezza e la luce delle varie qualità del filo. Tutto è ricamato su lino. Solo quando stendo il ricamo su un telaio o una struttura capisco se ho raggiunto il risultato che cercavo.”
Åsne Kummeneje Mellem (nata nel 1995) vive e lavora a Tromsø.
Utilizza l’arte come un’arena per esplorare la sua identità e appartenenza Kven. Attraverso l’artigianato Kven, chiamato käsityö, cerca di creare uno spazio per il dialogo e porta alla luce il divario generazionale nel tramandare la conoscenza. Utilizzando come punto di partenza le conversazioni con i testimoni della storia, mette insieme i frammenti di una cultura in via di estinzione. Allo stesso tempo, sperimenta e apporta un’espressione propria contribuendo così a far respirare la cultura, ma anche a renderla più attuale e a farla crescere. A cavallo tra tecniche artigianali tradizionali e creatività, Åsne Kummeneje Mellem esplora le sfumature della käsityö – quello che è stato e quello che potrà diventare nel contesto dell’arte contemporanea. Utilizzando in modo personale tecniche e materiali tradizionali, l’artista desidera creare uno spazio di dialogo sulla cultura e sull’identità kven. I materiali naturali e il riciclo sono elementi essenziali del käsityö e nelle sue opere tessili Åsne Kummeneje Mellem si è concentrata sull’arte della tintura naturale con il lichene della pietra, una pianta comune nel nord della Norvegia.
Siri Berqvam (nata nel 1977 a Skedsmo) vive e lavora a Sandefjord.
“Mi interessa la rete che collega tutti noi. Con ago e filo realizzo paesaggi piuttosto surreali che si ispirano alle ramificazioni presenti in natura e nel corpo umano, dalle hyphae dei funghi nelle profondità del sottosuolo agli impulsi che scaturiscono dalle cellule nervose del cervello umano. I miei lavori assumono spesso la forma di installazioni site-specific ispirate all’idea di una natura selvaggia e incontrollabile, considerata in relazione al corpo e a stati mentali caotici. In tal modo, paragono la foresta alla magia dello spirito umano. Trovo interessante l’uomo perda facilmente il controllo ma che cerchi costantemente di ottenerlo. Il fungo rappresenta l’opposto del controllo; è per lo più invisibile e, allo stesso tempo, tutto intorno a noi. L’installazione Fungus potrebbe essere associata a case o città abbandonate – luoghi in cui catastrofi o disoccupazione hanno prodotto rovine spettrali riconquistate dalla natura e ora abitate da animali. Un altro tema su cui lavoro è l’incrocio tra la cultura popolare e il mondo spirituale. L’installazione Dial Tone (Summetone) presenta il contrasto tra materiali tessili e tecnologia obsoleta. Mostra diverse versioni decostruite di telefoni con parti realizzate in pelle artificiale cucita e ricamata. La comunicazione avviene al di là del tempo, su un’altra lunghezza d’onda o in un’altra dimensione. L’arte per natura offre una prospettiva enigmatica che non può essere definita.”
Cato Løland (nato nel 1982 a Kvinnherad) vive e lavora a Bergen.
“Sono un artista interdisciplinare e lavoro con diversi media e materiali. Negli ultimi anni il mio obiettivo principale è stato quello di esplorare il potenziale scultoreo dei tessuti e dei materiali non pretenziosi. Combinando materiali di recupero con ready-made e tessuti con qualità e scopi diversi, creo opere scultoree che possono entrare in dialogo con una specifica situazione spaziale. Spesso si tratta di una situazione che ha a che fare con il corpo e la dimensione umana. Le qualità intrinseche, il valore e la funzione dei materiali scelti sono messi in discussione dalla mia improvvisazione e dai miei metodi quasi archeologici. Gli assemblaggi scultorei sono rivolti a un modo di pensare che mette in discussione le gerarchie e mette in luce modi nuovi e alternativi di guardare al mondo che ci connette tutti.”
Linn Rebekka Åmo (nata nel 1978 a Bodø) vive e lavora a Bodø.
“Il mio lavoro è basato sui tessuti e il processo di lavoro ha diverse fasi. Per cominciare, lavoro spontaneamente con il disegno, la raccolta dei materiali e il taglio. Nella selezione dei materiali non impongo limiti, ma rimango aperta. Lavoro con il riciclo dei tessuti perché mi interessa la loro storia e mi interessa anche l’aspetto di tutela ambientale legato al riutilizzo dei materiali. Lavorando ai miei collage tessili unisco elementi indipendenti di colore, forma e materiali diversi per creare composizioni elaborate con qualità tessili particolari. Raccolgo costantemente materiali che contengano piccoli riferimenti storici, esperienze, frammenti di vita vissuta. I temi delle opere ruotano attorno al tempo, alla scoperta della natura e al nostro abuso di essa. Tuttavia, le opere sono ambigue e possono essere interpretate in molti modi. Mi lascio ispirare dalle creature e dalle forme della natura, permettendo a questi soggetti di assumere nuove forme in tessuti diversi.”
Malin Bulow (nata nel 1979 a Jönköping, Svezia) vive e lavora a Oslo.
“Sviluppo le mie opere attraverso due componenti principali – elasticità e fluidità – che si riferiscono specificamente al potenziale di movimento insito nei materiali che scelgo. Sempre site-specific, le mie installazioni sono realizzate con materiali flessibili tesi in sculture monumentali, che creano una tensione tra l’architettura e l’ambiente e le rappresentazioni tradizionali dei corpi nella scultura classica. Le installazioni sono “attivate” da danzatori che si esibiscono all’interno di membrane tessili che li nascondono e li ostacolano, agendo come estensioni della loro pelle. Queste “sculture elastiche” diventano, a volte, nature morte performative – composizioni che cambiano quasi impercettibilmente, tanto lenti sono i loro movimenti. Come giganteschi cordoni ombelicali o membrane fetali, le grandi sculture estendono i limiti dei corpi dei danzatori fino a fondersi con l’architettura che li ospita e viceversa. L’equivoco del corpo, dei suoi confini e norme sono i temi al centro del mio lavoro. Utilizzando il corpo come materiale a sé stante, esploro le nostre relazioni con noi stessi, con gli altri e con il nostro ambiente.”
Liilian Saksi (nata nel 1989 a Norrköping, Svezia) vive e lavora a Skotterud, nella Norvegia rurale orientale.
“Il punto di partenza della mia pratica artistica è la lana grezza e la filatura a mano è la mia tecnica principale. Installo le superfici tessili finite sui muri o in modo che siano strutture indipendenti. Queste superfici tessili sono delle variazioni su un tema ricorrente: le interazioni tra i colori e l’interazione dei colori con la lana. I miei metodi di lavoro si basano su limitazioni autonomamente stabilite che alternano decisioni intuitive e sistematiche. Negli ultimi anni ho lavorato molto con la tecnica dello sprang. Lo sprang è una forma di intreccio che può ricordare la tessitura, ma invece di essere costruito con ordito e trama, la superficie è realizzata con uno o più fili continui. Distendo i fili in modo che risultino paralleli e, fila per fila, li intreccio a mano l’uno con l’altro. L’opera cresce dal centro verso l’esterno. Uso sia la lana delle pecore della fattoria della mia famiglia in Svezia che quella del mio gregge della fattoria in cui vivo e lavoro dal 2020. Intendo radicare le opere d’arte nelle situazioni di vita reale, in particolare nelle relazioni con gli altri esseri. Questo deriva dal mio interesse per le relazioni dell’uomo con gli animali e dalle domande sul loro valore intrinseco.”
Tore Magne Gundersen (nato nel 1957 a Froland) è cresciuto a Kristiansand e vive e lavora a Oslo.
“Dopo aver lavorato con la scultura, la pittura, il disegno, la stampa e l’animazione, negli ultimi otto anni mi sono dedicato sempre di più ai tessuti. Lavoro a maglia e cucio sia a mano che a macchina. Utilizzo filati, calicò, chiffon, tela, paglia, ready-made e altro per la produzione di appliqué e oggetti più o meno tridimensionali. Le opere di appliqué più grandi raggiungono i 12 metri di lunghezza e possono essere definite fregi o ricordare i fumetti, poiché invitano lo spettatore a leggerle come delle vignette. Le opere sono create d’impulso. Le figure vengono pescate dal flusso costante di pensieri, immagini ed emozioni che si alternano durante il giorno e la notte. Le opere risultanti possono essere considerate come un confronto e un adattamento dei miei demoni, delle cose che temo, delle figure del subconscio e delle scene dei sogni. Recentemente, le preoccupazioni per la situazione precaria del pianeta e il pericolo di un collasso globale si sono mescolate alla precarietà personale, alla confusione, all’invecchiamento, all’instabilità e alla morte, per cui non riesco più a distinguere completamente i due aspetti.”
Karin Aurora Lindell (nata nel 1955 a Husqvarna, Svezia) vive e lavora a Trondheim.
“Lavoro in modo concettuale, concentrandomi e problematizzando diversi aspetti dell’industria tessile odierna – ad esempio, la delocalizzazione della produzione tessile occidentale verso l’Oriente, la globalizzazione, la dignità umana, il potere dei consumatori e le questioni ambientali e sanitarie. Nella pooc pulita industria tessile la manodopera è troppo a buon mercato. Allo stesso tempo, desidero rendere visibili le tradizioni tessili delle donne e la cultura femminile in generale e considerarle da una prospettiva internazionale e globale che è fortemente radicata nelle mie opere. Alla base dell’eredità delle tradizioni tessili femminili ci sono secoli di conoscenza, intuizione, fatica e cura. I tessuti sono una parte anonima ma importante della storia delle donne.”.
Sidsel Palmstrøm (nata nel 1967 a Trondheim) vive e lavora a Oslo.
“Lavoro concettualmente con oggetti e installazioni tessili. In molte delle mie opere, tessuti morbidi e flessibili sono combinati in una forma rigorosa con l’aiuto di semplici strategie. Cerco un punto di equilibrio nell’incontro tra un’idea, un materiale e una tecnica. È uno spazio in cui qualcosa può emergere e andare oltre il materiale. Le due opere esposte a Contextile sono state originariamente realizzate per una mostra personale in Norvegia nel 2014 e sono state riadattate appositamente per Contextile 2022. Possono essere lette in contesti diversi, ma non c’è dubbio che ci sia qualcosa in gioco. Ci sono evidenti riferimenti ad alcune delle grandi sfide globali che dobbiamo affrontare oggi: la crisi ecologica causata dal consumo eccessivo, l’inquinamento dell’industria tessile, e il costante flusso di migranti, sia che si tratti di rifugiati in cerca di protezione dalla guerra, sia che si tratti semplicemente di disperati che vogliono attraversare i confini per trovare lavoro e vivere una vita dignitosa.”
Ingunn Bakke (nata nel 1966 a Høyanger) vive e lavora a Oslo.
“Disegno e costruisco modelli geometrici in digitale e poi, utilizzando dei moduli, li creo in grandi formati. Il mio processo di lavoro è incentrato su forma, ripetizione, ritmo, colore e ordine. Mi piace lavorare con l’installazione e la mia ambizione è quella di sviluppare una sorta di dialogo tra le opere d’arte e gli ambienti in cui vengono esposte. Fino a poco tempo fa, stampavo pattern su tessuti di lana e seta. Attualmente sto esplorando pratiche e tradizioni “tessili” che sono state applicate al legno e a materiali più duri. Mi considero fortemente radicata nella tradizione tessile nordica.”
Anne Knutsen e Karen Kviltu Lidal
Anne Knutsen (nata nel 1956 a Bergen) vive e lavora a Ski, Norvegia.
“Utilizzo tecniche di tessitura bidimensionale per creare tessuti monumentali con un’espressione visiva minimalista. Con questi mezzi, cerco di conferire alle superfici tessute qualità immateriali. Gli aspetti effimeri, mutevoli e instabili emergono quando la luce colpisce il materiale faticosamente intrecciato e ne anima le superfici, offrendo agli spettatori esperienze transitorie mentre si muovono nella stanza. Le dimensioni e le caratteristiche della stanza sono importanti per modellare e installare i tessuti. Lavoro molto con i bozzetti per elaborare l’interazione ottimale tra i tessuti e la stanza. A volte li installo direttamente sulla parete, quasi come una carta da parati, altre volte un po’ distanti e, in altre ancora, su semplici costruzioni indipendenti che conferiscono ai tessuti qualità più scultoree. Il mio intento è quello di facilitare esperienze spaziali, meditative e sensoriali.”
Karen Kviltu Lidal (nata nel 1979 ad Akershus) vive e lavora a Oslo e Berlino.
“Nella mia pratica, intreccio, disegno e realizzo sculture tessili e performance video che tracciano, ricalcano, documentano e dislocano architetture e spazi. Sono interessata all’interazione tra logica ed esperienza corporea e per me è importante che i progetti siano realizzati in modo artigianale e attraverso il lavoro del corpo. Spesso usando il mio corpo come misura, indago le strutture costruite nelle aree urbane, ad esempio il modo in cui le città e la loro architettura si relazionano con il corpo umano e le connessioni con il genere, il potere e la sfera sociale.”

Immagini e informazioni attinte dai siti:
https://www.norsketekstilkunstnere.no/contextile-2022/
https://www.norwegiancrafts.no/projects/contextile-2022