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PAOLA BESANA – 7 parole per una memoria senza nostalgia

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*Foto in evidenza – Tre entità, 1988, 290 x 200 cm Lana e alluminio Tessuto doppio esposto alla 6a Triennale Tkaniny Unikatowej Łódź, Polonia, 1988

Così era la sua e così deve essere la nostra nel ricordare Paola: una memoria progettante, capace di raccogliere, conservare ma anche di rilanciare alle nuove generazioni. Ho scelto sette parole chiave per rileggere le sfaccettature della sua avventura artistica, variegata ma mai eclettica.

Il 2 Novembre 2021 il nome di Paola Besana è stato iscritto nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano, dove sono ricordati i milanesi di nascita o adozione che, per meriti sociali, scientifici, culturali o artistici hanno contribuito a rendere Milano un luogo unico.

TECHNE’

Per i greci non esisteva la parola “arte”. Esisteva TECHNE’ e con essa si intendeva innanzitutto, a prescindere dagli ambiti operativi, la capacità di fare conoscendo quelle regole che nessuna ispirazione o fantasia potevano sostituire. Mi sembra adeguato questo termine per definire un approccio singolare e metodico nel suo percorso artistico che si evidenzia in due modalità. In primis la sua volontà di tessere all’interno delle regole dettate dalla struttura: spostamenti o trasgressioni partivano sempre da una “accettazione” del perimetro tecnologico. Questo suo orientamento l’ha portata anche a reperire, soprattutto nelle aree del centro e sud America, piccoli e medi telai ancora in uso ma che derivano dalle antiche società precolombiane: una attenzione a quella cultura materiale che silenziosamente raccoglie e conserva simboli, linguaggi, estetiche quanto mai varie ed è questo che andava cercando quando diceva: “Credo fermamente nel “se” e nel “cos’altro ancora” sia in tessitura che in tutti i fatti della vita, ed è proprio questo che ci mostrano tutti i popoli del mondo nel loro modo di lavorare”.

Telaio ad orditi discontinui, Pitumarka, Perù

LA STORIA E I SUOI MATERIALI

Il suo approccio alla storia era non solo filologico ma poetico, trasformativo. A questo proposito voglio ricordare l’opera “reticoli Chancay” (che esposi nell’edizione 2012 di Muse Diffuse a Champorcher, Gressoney s.j. e Courmayeur) utilizzando la scheda da lei stessa compilata per meglio intendere come tecnica, conoscenza storico/antropologica e creatività stessero insieme in una sintesi di grande intelligenza. Era certamente la cultura di quegli anni ’60 che estendevano questa grande curiosità a tutti gli ambiti. Dario Fo, ad esempio, ascoltava con “nuove orecchie” le dissonanze delle cantate popolari poi trasferite nei suoni delle avanguardie e anche per lei suggestioni creative erano varie e imprevedibili. La rivedo aggirarsi nella sua collezione, un vero deposito di materiali per la creazione in cui coesistono libri e sensazioni; lei stessa si sorprendeva della quantità di stimoli che ne che ne scaturivano definendoli stimoli tessili e precisando subito che non si trattava di tramutarli in , “…sensazioni tessili, ma di far nascere sensazioni tessili nuove, del tutto autonome da ciò che le ha generate. Non per niente i dipinti di Agnes Martin ricordano alcuni piccoli motivi di campioni di Anni Albers e Dorazio mi fa pensare a certe grandi strutture di fili che forse un giorno farò e alcuni piccoli motivi per stampa su seta di Sonia Delaunay per me già hanno un rilievo e un intreccio. E che dire dell’architettura dipinta dello Yemen, degli intrecci dei cesti e del Jazz? Per un tessitore tutto diventa struttura tessile e per un cuoco diventa forse sapore?”

Grande medusa, 1970 70 x 30 x 180 cm Reggia da imballo in polipropilene lavorata in intreccio manuale

CLASSICITÀ

In questo suo approccio rigoroso, tecnicamente preciso e consapevole non sembrerebbe esserci spazio per la soggettività eppure, con un pudore e una leggerezza sorprendenti, Paola lasciava entrare i suoi vissuti, gli affetti: in alcuni suoi commenti si vede il collegamento tra forme astratte e sentimenti in un equilibrio che potremmo definire classico
“…Con un materiale bello come una reggia da imballo opalescente, con caratteristiche di flessibilità simili a quelle delle strisce di foglia di palma, anche noi possiamo esprimere le nostre gioie, i nostri impulsi e magari conoscere anche delusioni, quando ‘gli Dei non ci sono più propizi’ e noi scopriamo che per ragioni di funzionalità la reggia ora viene prodotta rugosa ed opaca”

Strutture tessili  Una strada (media), dal 1971. 65 x 30 x 45 cm. Lana e legno. Tela ad effetto di colore

COLLEZIONISMO

Anche la passione collezionistica di Paola ha qualcosa di rinascimentale per l’estensione, la qualità e il metodo. Tra libri, tessuti, telai si ricostruisce la sua avventura conoscitiva: Scriveva infatti: “Le mie collezioni si sono sviluppate attraverso gli anni seguendo tre filoni fra loro connessi: la ricerca sulle strutture tessili, gli interessi storico-geografici (direi quasi antropologici) ed i miei affetti, questi ultimi legati a regali tessili ed anche allo scambio di frequenti cartoline con soggetti tessili” Curiosissima quest’ultima categoria di souvenir affettivi e materici. Spiega infatti Bruno Besana che sovrintende al riordino e alla “musealizzazione” di tutti questi preziosi materiali: “per mia mamma le collezioni, di oggetti tessili e non, erano una parte importante del suo mondo. Fra le tante cose che ha collezionato, c’erano le cartoline: un oggetto semplice e magico, che permette di comporre serie di immagini eterogenee per temi (volti, lettori e lettrici, cucina, mani, animali, telai, etc). In a questa sua passione, i ragazzi del Politecnico hanno prima creato delle cartoline dei suoi oggetti, e poi le hanno ambientate, ri-fotografate creando così il paesaggio più appropriato: l’universo di Paola, la sua casa.studio.”.

Notti a Palazzo, 2016. Esposto alla mostra Ho visto un re. Alcantara e 9 artisti interpretano l’Appartamento del Principe, Palazzo Reale, Milano. 400 x 400 cm Alcantara® e acciaio. Stampa e intreccio manuale

I VIAGGI

Dopo i suoi soggiorni in Svezia e Finlandia, negli anni ’60 si era recata negli U.S.A.: a New York ebbe modo di studiare con Lily Blumenau, la prima artista laureata alla New York School of Textile Technology e la prima a fornire un approccio tecnico e concettuale all’arte tessile, a Washington conobbe, negli anni ‘60, al Textile Museum, Irene Emery impegnata con l’edizione della sua monumentale “The primary structure of Fabric”, opera che le fornì il metodo per classificare la sua collezione privata.

Photo cretid SISTEMA MANIFESTO

Photo cretid SISTEMA MANIFESTO

DIDATTICA

Nasceva da una contagiosa energia la sua volontà di condivisione e trasmissione, ben consapevole però che le sue conoscenze dovevano essere tradotte in linguaggio semplice ma non semplicistico unitamente a un metodo progressivo per accompagnare l’acquisizione di tecniche complesse in modo chiaro. Non deve apparire ovvio questo suo impegno in quanto l’ ”insegnabilità” dell’arte ai nostri tempi è tema dibattuto dentro e fuori le accademie oscillando tra un confinamento nell’ambito artigianale o in una sua rivalutazione. Il suo approccio si colloca nella corrente fenomenologica centrata sul ruolo attivo di ogni soggetto in ambito culturale e sulla storicità dei valori, dei simboli ma, soprattutto, non è immemore di quel processo democratico avviato da Dewey quando, negli anni ‘30, ipotizzò una metodologia per la ricerca e l’azione in ambiti di lavoro condivisi: non a caso infatti Paola è cresciuta con i suoi allievi capaci, ora, di continuarne l’insegnamento e custodi di materiali preziosissimi per proseguire nell’alveo di un metodo operativo logico.

Intrecci del Novecento. Arazzi e tappeti di artisti e manifatture italiane Triennale di Milano, 2017

FUTURO

La collezione, la biblioteca, gli allievi: una eredità di grande valore che il figlio, Bruno e gli amici voglio conservare nella sua integrità e accessibile a tutti. Già da ora è stata riaperta al pubblico la biblioteca ma si spera in un grande rilancio della sua figura in quanto portatrice di valori artistici da lei sempre giocati e condivisi negli ambiti più disparati, dal sociale al design: celebri sono alcune opere realizzate con Paola Bonfante e Lalla Ranza per la Fiat, il Teatro alla Scala, per le navi da crociera Costa e per la moda con collezioni di borse esportate anche in Giappone e USA.
Attualmente, sotto la direzione del prof. Beppe Finessi, quattro studenti di Interior and Spatial Design del Politecnico di Milano hanno realizzato, come tesi di Laurea, un imponente studio sul lavoro di Paola Besana. Hanno preso in considerazione non solo opere, design e insegnamento, ma anche le collezioni e il loro collocamento nel suo studio-appartamento (che viene presentato come una Wunderkammer), mettendo così in evidenza la sua visione del rapporto fra arte, artigianato e contesto culturale.
Aggiungo un mio ricordo personale legato a un incontro pubblico a Courmayeur in cui ancora esprimeva la sua passione indicando nuove strade per la cultura del patrimonio tessile e la sua conservazione. L’augurio è pertanto che amici e istituzioni riescano a proseguire sulle tante strade da lei tracciate. Grazie Paola!

Struttura del reticolo Chancay

Semplice telaio a pettine liccio su cui il reticolo è stato tessuto

dettaglio del reticolo

Dettaglio del reticolo

Fettuccia di canapa tinta in legno del Brasile per Chancaysis

Asciugatura su supporto e misurazione delle fettucce di canapa tinte in indaco per Cancaycat

asciugatura su supporto e misurazione delle fettucce di canapa tinte in indaco per Cancaycat 1

Reticoli Chancay – Primavera 2012

Sempre mi ha affascinato l’infinita varietà delle strutture tessili del Perù precolombiano. I tessuti a reticolo Chancay coprono un’epoca relativamente breve, che va dall’XI al XII secolo d.C. In questi tessuti funebri un reticolo, formato da coppie di fili d’ordito distanziati e legati da una doppia trama, serviva di base per motivi ricamati. Sempre di ogni struttura tessile ho analizzato le caratteristiche per studiarne una nuova interpretazione.
Nel caso del reticolo Chancay le doppie trame annodate e distanziate, che non scorrono e creano spazi aperti, permettono non solo il decoro con ricamo, ma anche l’introduzione a zone di un corpo estraneo. Ho dunque pensato ad una fettuccia di canapa, parzialmente tinta.
Sis per la tinta del legno del Brasile e cat per l’indaco sono un richiamo al nome delle amiche Sissi e Caterina a cui ho chiesto l’intervento di tintura.

BIOGRAFIA

Paola Besana, tessitrice, designer e artista tessile di fama mondiale, e studiosa di strutture tessili e telai etnici, protagonista di un percorso unico a cavallo tra arte e artigianato, è morta a Milano alla vigilia del suo 86esimo compleanno. È stata attiva fino all’ultimo, coltivando nuovi progetti come la grande mostra a Siviglia.

Nata a Breno (Brescia), il 26 giugno 1935, Paola Besana inizia a tessere nel 1958, a 23 anni, dopo un lungo viaggio in Svezia e Finlandia. Nel 1961-1962 studia a New York con Lily Blumenau, quindi nel Maine, e al California College of Arts and Crafts con Trude Guermonprez.

Tornata in Italia, apre a Milano nel 1968 lo Studio di Tessitura Paola Besana, che è laboratorio, centro di ricerca, produzione e insegnamento. Con lei collaborano, a metà degli anni ‘70, Paola Bonfante e Lalla Ranza. Insieme disegnano tessuti in Alcantara per la Fiat; realizzano costumi per il “Parsifal” di Richard Wagner al Teatro alla Scala, 680 arazzi multipli variabili per le cabine della nave da crociera Costa Classica, grandi arazzi per i saloni della Costa Romantica, nonché collezioni di borse per Usa, Giappone e Italia.

Dal 1997 continua l’attività da sola, riducendo la produzione commerciale e intensificando lo studio, la ricerca e la produzione artistica. Ha inoltre compiuto viaggi studio in tutta Europa, Siria, Stati Uniti, Messico, Guatemala, Colombia, Perù e Bolivia. La sua collezione è vastissima, e nella sua biblioteca ha raccolto e schedato oltre 2000 volumi sull’arte del tessuto.

Photo cretid SISTEMA MANIFESTO

INFO

TEXTILES INSTALATIVOS – DEL MEDIO AL LUGAR al Centro Andaluz de Arte Contemporàneo, Siviglia, dal 26 novembre 2021 al 15 maggio 2022 – Sono esposti alcuni pezzi di grandi dimensioni, che spaziano su quasi quattro decenni del lavoro di Paola Besana. Il 2 Novembre 2021 il nome di Paola Besana è stato iscritto nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano, dove sono ricordati i milanesi di nascita o adozione che, per meriti sociali, scientifici, culturali o artistici hanno contribuito a rendere Milano un luogo unico. Il progetto di riallestimento, sotto la guida di Bruno Besana, è curato dal prof. Beppe Finessi, con quattro studenti del corso di Interior and Spatial Design del Politecnico di Milano

La Biblioteca, costituita da 2.000 titoli, è consultabile previo appuntamento scrivendo a biblioteca@paolabesana.it

Gabriella Anedi

Dopo una formazione come storica dell’arte e una attività espositiva e editoriale, apro nel 2008 la galleria Fiber Art And... a Milano con l’intento di promuovere la conoscenza e la diffusione dell'arte tessile e di coloro che operano, esclusivamente o prevalentemente, con materiali flessibili, fibre naturali e artificiali. ​ Parallelamente ho sempre svolto l'attività di curatrice con al mio attivo molte pubblicazioni nel campo dell’arte antica e più recentemente nel Novecento e nella Fiber Art. ​Durante il mio percorso lavorativo ho avuto il piacere di collaborare con diverse istituzioni tra cui Pinacoteca di Brera, Museo Poldi Pezzoli, Gallerie d’Italia e curato mostre in sedi museali come a Palazzo Reale a Milano, alla Villa Reale di Monza, Villa Manin e alla Fondazione Orestiadi.​ Inoltre ho sempre cercato di promuovere il legame dell'arte con l'ambiente curando mostre con la Contea di Levante in Liguria e attraverso progetti culturali come Muse Diffuse con il Comune di Gressoney Saint-Jean e Ricamo contemporaneo con il Comune di Monferrato Rosignano.