Interviste

PAOLO ARAO

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*Foto in evidenza: Hold On, 2020 – vista laterale. Cotone cucito, denim, nylon, tela. 50,8 x 61 x 3,2 cm. Crediti fotografici: Colin Conces, copyright Paolo Arao

Paolo Arao, artista visuale di origini filippine, si è formato presso la Virginia Commonwealth University e la Skowhegan School of Painting and Sculpture e attualmente vive e lavora a Brooklyn, NY.
Arao crea installazioni e costruzioni tessili  in cui il linguaggio dell’astrazione geometrica espresso attraverso l’uso del tessuto, permette all’artista di esplorare in modo inedito e personale i temi della queerness e della sua eredità culturale filippina, dando vita a opere cucite che appaiono come collage dalle geometrie distorte, opere con cui, attraverso accostamenti di colore arditi e a volte consapevolmente dissonanti, l’artista esprime il bisogno di muoversi oltre schemi rigidi e definizioni date per creare uno spazio dinamico ed eclettico.
La tessitura a telaio diventa così lo strumento che Arao utilizza per creare texture coinvolgenti e mescolanze cromatiche in cui il colore, utilizzato nella sua valenza filosofica e simbolica, oltre a suscitare una risposta emotiva, rivela anche le implicazioni sociali e politiche presenti nelle intenzioni dell’artista.

http://www.paoloarao.com/

Peripheral Shift, 2021. Tela cucita, velluto a coste, cotone, denim, matita colorata, 121,9 x 121,9 x 3,2 cm. Crediti fotografici: Cary Whittier, copyright Paolo Arao

Come ti sei avvicinato all’arte e qual è stato il percorso che ha contribuito alla tua formazione artistica? Quando e perché è iniziato il tuo interesse per la tessitura e il medium tessile in generale?

La musica è stata il mio primo amore e ha spianato la strada al mio diventare artista. Fin da piccolo suonavo il pianoforte classico e ho ricevuto una borsa di studio per studiare performance musicale alla Virginia Commonwealth University. Pensavo che sarei diventato un concertista, ma a metà del primo semestre del college, ho deciso che volevo invece dedicarmi alla pittura. Mi sono reso conto che ero più interessato a fare qualcosa di visivo e non a interpretare un brano musicale composto da qualcun altro.

La mia prima esperienza significativa con i tessuti (e la tessitura in particolare) è avvenuta nel 2016 durante un soggiorno come artista presso il dipartimento Fibers and Materials Studies alla Tyler School of Art di Philadelphia.

Sono stato invitato alla Tyler da una mia amica e collega artista, Jesse Harrod. Qui ho avuto la meravigliosa opportunità di tradurre un mio dipinto in tessuto utilizzando un telaio Jacquard TC2. È stata la mia prima vera esperienza con la tessitura e vi ho creato tre pezzi. Mi sono totalmente innamorato di questo processo! Quest’esperienza ha avuto un profondo impatto su di me e ha segnato un punto di svolta nella mia pratica di studio, dalla pittura (nel senso tradizionale del termine) ho abbracciato i tessuti per amarli incondizionatamente. Qui ho imparato a rispettare e apprezzare a un livello più profondo il processo di lavorazione dei tessuti. La mia ossessione per il tessile è nata allora.

First Breath (for Pia), 2019. Cotone cucito, velluto a coste, tela, acrilico e matita colorata, 172,7 x 139,7 x 3,2 cm. Crediti fotografici: Cary Whittier, copyright Paolo Arao
Phantom Futures, 2019. Cotone cucito e tela, 172,7 x 139,7 x 3,2 cm. Crediti fotografici: Cary Whittier, copyright Paolo Arao

Che tipo di ricerca caratterizza la tua produzione? Cosa influenza principalmente il tuo immaginario e la tua pratica artistica?

La maggior parte della mia ricerca è ispirata dalla lettura delle storie tessili di tutto il mondo e dalla conoscenza di artisti che hanno incorporato i tessuti nell’arte moderna e contemporanea. È attraverso questa ricerca che mi sono avvicinato alle ricche e variegate storie tessili delle Filippine. Continuo a sentire una connessione personale con le credenze indigene espresse nei tessuti filippini – specialmente per quanto riguarda l’uso di certi colori o disegni. Ciò ha scatenato in me una profonda curiosità nell’immaginare modalità di lavoro che potessero onorare questi concetti nella mia pratica di studio.

Negli ultimi anni, la campionatura a telaio è stata un aspetto importante della mia ricerca e della mia pratica. Questo processo si è trasformato in ciò che ho definito un “quaderno di schizzi” per registrare i miei pensieri visivi. Attraverso la campionatura, mi pongo delle domande sulla materialità e l’interazione dei colori, e sviluppo delle idee per il mio lavoro futuro. Amo molto la semplicità e la versatilità della tela, lavorare con il colore attraverso la mescolanza ottica delle fibre e il gioco tattile delle diverse texture è totalmente coinvolgente e affascinante.

La tessitura è un processo che è allo stesso tempo travolgente e liberatorio. Trovo conforto nel fatto che non imparerò mai tutto quello che c’è da sapere sulla tessitura – ma posso attingere alle intuizioni che ho appreso attraverso il processo di fabbricazione e attraverso la saggezza collettiva di altri tessitori e artisti.

Back and Forth, Forever, 2020. Cotone cucito, denim, lana, feltro, nylon, tela, 91,4 x 114,3 x 3,2 cm. Crediti fotografici: Colin Conces, copyright Paolo Arao
Frottage, 2021. Tela cucita, cotone, fibre tessute a mano, 213,4 x 22,9 x 3,2 cm. Crediti fotografici: Cary Whittier, copyright Paolo Arao
Block Party, 2021. Tela cucita, cotone, fibre tessute a mano, 213,4 x 22,9 x 3,2 cm. Crediti fotografici: Cary Whittier, copyright Paolo Arao

In che modo la cultura, l’arte e la tradizione tessile filippina permeano il tuo lavoro?

I miei lavori traggono spesso ispirazione dai colori e dai disegni che si trovano nei tessuti delle Filippine. Per essere chiari, non sono interessato a replicare semplicemente i motivi decorativi o i pattern. Non si tratta solo di un rapporto estetico. Come accennato in precedenza, mi sento profondamente legato alle implicazioni concettuali originate dalle tradizioni tessili delle Filippine, dove i colori e i disegni sono spesso impregnati di un potere spirituale, curativo e protettivo. Più vertiginoso e colorato il tessuto, maggiore è la protezione che offre a chi lo indossa per allontanare gli spiriti maligni. Questa credenza (o superstizione) nel potere del colore e del disegno non è solo affascinante, è una fonte essenziale di ispirazione e dà vitalità al mio lavoro. È importante riconoscere che questi concetti si sovrappongono e sono condivisi da altre culture indigene. La mia intenzione è quella di onorare la mia eredità attraverso l’uso di tessuti e attraverso il processo di tessitura. Mi interessa l’idea di cucire il passato con il presente per creare un dialogo che sia lungimirante.

Manila Mojo, 2020. Cotone cucito, denim, lana, feltro, nylon, tela, 50,8 x 61 x 3,2 cm. Crediti fotografici: Colin Conces, copyright Paolo Arao

Cito: “Sto sperimentando modi per esplorare il concetto flessibile di queerness attraverso l’astrazione – in particolare l’astrazione geometrica”. In che modo l’astrazione geometrica ti permette di esplorare le tematiche queer?

Il mio lavoro è saldamente radicato nell’astrazione geometrica. Una parte si ispira alle geometrie e ai motivi dei tessuti filippini, l’altra proviene da una messa in discussione dell’astrazione geometrica nel contesto del Modernismo. Sto ricucendo il lignaggio della pittura con il mio uso dei tessuti. Attraverso i miei materiali, ammorbidisco la rigidità e la “linearità” dell’astrazione geometrica, I suoi bordi duri, mentre alludo anche ai corpi queer, includendo abiti di seconda mano sia miei che di mio marito. Inoltre, la tensione creata dallo stendere questi dipinti di tessuto cucito su cornice di legno legate alla tradizionali crea una distorsione e una geometria tremolante che diventa una forma di resistenza queer.

Veneer, 2020. Cotone cucito, velluto a coste, denim, tela su supporto sagomato. Dimensioni complessive: (48,3 x 57,2 x 3,2 cm). Crediti fotografici: Colin Conces, copyright Paolo Arao

Il colore ha un significato emotivo, politico e personale nei tuoi lavori. Puoi approfondire questo aspetto essenziale della tua pratica artistica?

Il colore è importante e significativo ed è probabilmente una delle componenti più importanti e complesse del mio lavoro. È importante comprendere che utilizzo e penso al colore in una moltitudine di modi. Ho accennato prima che ero un pianista classico prima di dedicarmi all’arte visiva. Il mio background musicale ha plasmato il mio pensiero estetico per quanto riguarda il colore, la composizione e i modelli ritmici. A volte, inizio un nuovo dipinto cucendo strisce di colore insieme per creare un accordo di colore, stabilendo la “chiave” tonale del pezzo. Cerco di ascoltare i suoni dei colori o come risuonano e suscitano una risposta emotiva.

Le mie scelte di colore non sono semplicemente estetiche o intuitive. Mi interessano anche le implicazioni sociali e politiche a cui si può alludere scegliendo intenzionalmente di usare colori specifici e/o relazioni cromatiche. Il colore è espansivo e potente. Il comportamento di un certo colore e la sua capacità di trasformare, migliorare, influenzare o sottomettere altri colori in un contesto relazionale mi affascina continuamente.

Lucky Star (Diptych), 2018. Cotone cucito e tela, matita colorata. Ognuno: 61 x 45,7 x 3,2 cm. Crediti fotografici: Cary Whittier, copyright Paolo Arao
Sunset Boulevard, 2019. Cotone cucito, velluto a coste, tela. 137,2 x 114,3 x 3,2 cm. Crediti fotografici: Cary Whittier, copyright Paolo Arao
Electric Oasis, 2019. Cotone cucito e tela, 137,2 x 114,3 x 3,2 cm. Collezione permanente: Chrysler Museum of Art, Norfolk, VA. Crediti fotografici: Cary Whittier, copyright Paolo Arao

Puoi parlare della serie di lavori che definisci “Textile Constructions”? Perché la forma ricorrente del gagliardetto?

Le Textile Constructions si riferiscono a un corpo di opere che non sono tese su cornici di legno (come i dipinti tradizionali). Piuttosto, questi pezzi sono esposti senza un supporto strutturale rigido e sono appesi liberamente o appuntati al muro.

Le forme ricorrenti dei gagliardetti fanno specificamente parte di una serie chiamata “Birds in Flight”. Questa serie è costituita da resti di dipinti mal riusciti che ho riconfigurato in queste formazioni simili a gagliardetti. La forma triangolare ripetuta può anche essere vista come un simbolo della sessualità queer.

Birds in Flight (No. 5), 2019. Cotone cucito, seta, denim, velluto a coste, tela, matita colorata. Dimensioni complessive: 1320 x 279,4 cm. Crediti fotografici: Morgan Lehman Gallery, NYC, copyright Paolo Arao
Happy Endings (Diptych), 2017. Cotone cucito e ricucito, tessuto morbidamente. Ciascuno: 101,6 x 76,2 cm. Crediti fotografici: Cary Whittier, copyright Paolo Arao
Hunting Season, 2018. Acrilico, matita colorata, cotone, tela, lana, flanella, legno. Dimensioni: 71,1 x 106,7 cm. Crediti fotografici: Cary Whittier, copyright Paolo Arao
Othered Sides, 2018. Acrilico e matita colorata su tela e cotone assemblati e cuciti. Dimensioni complessive: 63,5 x 88,9 cm. Crediti fotografici: L'artista, copyright Paolo Arao

Nel corso di questi anni hai partecipato a numerose residenze d’artista.  Nel panorama artistico internazionale esiste un forte divario circa l’organizzazione, il finanziamento e l’accesso a questi importanti progetti. Ci puoi parlare della tua esperienza? Quale impatto hanno avuto le residenze nel tuo percorso personale e professionale?

Non credo che farei il lavoro che faccio se non fosse stato per il tempo trascorso presso le residenze d’artista. Avere lo spazio, il tempo e la solitudine per sperimentare, fallire, imparare e creare è stato inestimabile. Le residenze sono state generative per il mio lavoro. Stare in spazi lontani dal mio studio a Brooklyn mi ha aiutato a rischiare di più e a lavorare fuori dalla mia zona di comfort così come ad essere più attento al contesto. Per esempio, nel 2020 ho partecipato a una residenza al Bemis Center for Contemporary Arts di Omaha, Nebraska e ho avuto l’opportunità di realizzare alcuni dei pezzi tessili più grandi finora – Uncharted (What It Means to Be and Island) e Pillar (per C.B.). Queste opere non sarebbero mai state realizzate se non fossi stato alla Bemis. Le enormi dimensioni delle strutture mi hanno aiutato a immaginare e poi a realizzare il mio lavoro su una scala più grande. Mi ha anche permesso rispondere sensibimente al luogo in cui mi trovavo. Un altro aspetto inestimabile delle residenze è il fatto di entrare in connessione con una nuova comunità di artisti e creativi. Ho imparato moltissimo dalle esperienze vissute e dalla generosità di altri artisti partecipando alle residenze.

Uncharted (What It Means To Be An Island), 2020. Cotone cucito, occhielli, legno. Ciascuno: 243,8 x 218,4 cm. Crediti fotografici: Colin Conces, copyright Paolo Arao
Vista dell'installazione "AbStranded: Fibre and Abstraction in Contemporary Art". A cura di Elizabeth Dunbar. Everson Museum of Art, Syracuse, NY. 18 settembre 2021 - 2 gennaio 2022. Crediti fotografici: Jaime Young, copyright Paolo Arao

Tra i tuoi lavori potresti individuarne uno a cui sei particolarmente legato o che ha rivestito un ruolo importante nel tuo percorso di crescita artistica?  Al contrario, c’è un tuo lavoro in cui invece oggi non ti riconosci più?

Questa è una bella domanda, ma estremamente difficile da rispondere. È impossibile identificarne uno solo! Ci sono state molte opere nel corso degli anni che considero come “una svolta” che sono state determinanti per la mia crescita artistica; ognuna per la sua specifica ragione. Il mio lavoro è ancora in evoluzione e sono sicuro che ci saranno altri pezzi che giocheranno ruoli altrettanto importanti nel plasmare la direzione dei lavori futuri.

Pillar (per C.B.), 2020. Cotone cucito e feltro, avvolto intorno a una colonna di legno. 304,8 x 45,7 x 45,7 cm. Crediti fotografici: Colin Conces, copyright Paolo Arao

A cosa stai lavorando in questo periodo?

In quest’ultimo anno ho dedicato una quantità significativa di tempo alla ricerca e alla lettura. Sto lavorando lentamente e silenziosamente su nuove opere nello studio. Sono più attento e sto dando alle cose più tempo per svilupparsi. Ho concentrato la maggior parte della mia attenzione sulla tessitura. Volevo proprio rivisitare la tessitura (e lavorare al telaio) perché è ciò che mi ha permesso di muovere il mio lavoro dalla pittura ai tessuti. Lavorare al telaio è anche molto simile a sedersi al pianoforte e suonare. Vedremo dove mi porterà questo percorso…

Maria Rosaria Roseo

English version Dopo una laurea in giurisprudenza e un’esperienza come coautrice di testi giuridici, ho scelto di dedicarmi all’attività di famiglia, che mi ha permesso di conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari di mamma. Nel 2013, per caso, ho conosciuto il quilting frequentando un corso. La passione per l’arte, soprattutto l’arte contemporanea, mi ha avvicinato sempre di più al settore dell’arte tessile che negli anni è diventata una vera e propria passione. Oggi dedico con entusiasmo parte del mio tempo al progetto di Emanuela D’Amico: ArteMorbida, grazie al quale, posso unire il piacere della scrittura al desiderio di contribuire, insieme a preziose collaborazioni, alla diffusione della conoscenza delle arti tessili e di raccontarne passato e presente attraverso gli occhi di alcuni dei più noti artisti tessili del panorama italiano e internazionale.