Descrizione
ESTHER WEBER
L’opera si sviluppa in tre parti: la scultura del bozzolo, il pannello di sabbia nera, il filo che lega l’una all’altro. L’attesa è l’aspetto condiviso: il bozzolo, cuore dell’opera, che pazientemente contiene la promessa di ali e volo colorato; il pannello di sabbia nera, terra bruciata che graffia, ancora nuda, ma promessa di fertilità futura. Infine, il filo che avvolge e lega insieme i due corpi così differenti, quello morbido di fibre e quello duro di pietra, nella stessa attesa di tempi, di condizioni migliori, che potranno vedere nascere, rigogliosi, colori e forme nuove.
Nata e cresciuta vicino a un confine, dove il vecchio Reno è prossimo a sciogliersi nel lago di Costanza, in Svizzera. Dal 1995 vive, abita e lavora in Italia; è madre di due giovani donne. Ha dato vita all’associazione culturale e poi alla formazione “Portare i piccoli” per genitori e operatori, e in seguito ha pubblicato il saggio omonimo per Il Leone Verde edizioni (2007, 2a ed. 2013). Contemporaneamente, agli inizi degli anni 2000, ha incontrato la lana non filata e la sua passione per la lavorazione del feltro artistico, al quale si è dedicata prima autodidatta poi diplomata feltraia presso la Filzschule Oberrot in Germania nel 2013. Si è specializzata in sculture di feltro e luce, partecipando a mostre e concorsi nazionali e internazionali, collaborando per progetti teatrali e performance con altre artiste. Cura laboratori per adulti e bambini di feltro-esperienza. Da qualche anno coltiva il lino e lo lavora manualmente.
In tempi dove non c’è tempo, attraverso la fotografia, allena il suo sguardo alla meraviglia del minuscolo nel quotidiano: un mondo, che le sembra, senza confini.