La Rubrica di Tullia

Quilt da primato, oggi parliamo di yo-yo

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Rielaborazione di un articolo di Jonathan Holstein, che oltre ad essere uno storico è anche un collezionista di quilt

Lo stile/modello “yo-yo” si ispira nella sua forma ad un giocattolo molto diffuso, che ebbe un discreto successo all’inizio del XX secolo, successo che continua ancora oggi.

Il giocattolo, di invenzione cinese, consiste in una rotella spessa con una scanalatura a metà, nella quale scorre un cordoncino, una parte è arrotolata nella scanalatura del giocattolo l’altra si tiene in mano, con un dito.  Lanciando la rotella a terra, questa ritorna indietro, e ripete la sua corsa un numero infinite di volte, per i bambini e non solo piccoli un passatempo, quel movimento continuo ha anche un effetto ipnotizzante.

Ispirate dallo yo-yo quelle signore molto creative di più di un secolo fa, che praticavano il quilt,  tagliarono piccoli pezzi di stoffa rotondi, oppure quadrati , li orlarono con una stretta imbastitura che  tirata creava un piccolo cerchio gonfio,  poteva  assomigliare ad una pallina,  a questo punto la pallina veniva  schiacciata, così diventava piatta, con al centro l’arricciatura stretta che veniva ben fermata con l’ago. Infine uno per uno  si cucivano tra loro sui quattro lati, restava un piccolo vuoto ai quattro angoli tra l’uno e l’altro, che poteva essere più largo o più stretto a piacere.

Questo è stato uno dei tanti approcci inventivi delle quilter americane,  di quelli che hanno arricchito il patrimonio tradizionale di infiniti modelli, scoprendo nuove tecniche di costruzione, cercando di modernizzare, sempre al passo coi tempi.

Con il modello yo-yo si costruivano quilt di uso casalingo, come coperte, tovaglie oppure pannelli da appendere alle pareti per creare un tocco di colore.

Un incentivo ad usare questa tecnica fu anche che era il progetto perfetto per il riutilizzo degli avanzi, quel cotone povero che si ammucchiava in fondo ai cassetti. I pezzi singoli tanto numerosi, non occupavano molto posto, avevano il vantaggio di poter essere lavorati durante un viaggio o in riunioni tra le chiacchiere con le amiche.

 

 Il Quilt del quale vi parlo è composto da 14.000 yo-yo e fa parte oggi di una collezione privata. L’autrice è sconosciuta, sappiamo solo che è stato realizzato in Illinois tra il 1930-40. Tutti i pezzetti sono stati cuciti sui quattro lati e poi fissati sulla fodera, non c’è imbottitura né trapunto, ma solo un sottile binding di rifinitura esterna. Chissà se l’autrice si era posta l’idea, il progetto di un disegno? Non lo sapremo mai, non ha lasciato traccia né del nome, dell’origine o della destinazione del suo lavoro.

Bisogna sottolineare che gli “yo-yo” in questo caso erano davvero piccoli, i pezzetti di stoffa avevano il diametro di 1inch o poco più larghi, finiti misuravano ½ inch e il quilt finito coi suoi 14.000 pezzi misura 79inch x 57inch, in cm. 197,5 x 142,5.

Meriterebbe davvero il “Guinness dei primati”.

La visione del risultato finale era di straordinaria complessità. Già il numero dei pezzi era strabiliante. Tra questi ce n’erano alcuni che spiccavano perché fatti di identici materiali e colore. L’autrice li aveva inseriti però in modo che non stessero troppo vicini, inconsciamente aveva creato uno straordinario mosaico, miriadi di stelle e galassie, microscopiche particelle: una superficie insieme vivace e stabile, compatta. Fa pensare al futuro e a Jackson Pollock e l’espressionismo astratto.

Questo lavoro ha avuto nel tempo un seguito, perché lo stile “yo-yo” è stato molto imitato e si è diffuso ovunque anche con interessanti varianti; in ambito di quilt da primato posso segnalare, come esempio, ma qui non si tratta di cerchietti ma di quilt composti con i francobolli del Servizio Postale Nazionale, anche questi migliaia di pezzi. Ma questa è un’altra storia, più patriottica che casalinga.

La tecnica dello yo-yo aprì la strada alla creazione di figure geometriche che presentavano uno spessore diverso da quello tradizionale, che era piatto: compaiono grandi cerchi, quadrati, esagoni che ebbero grande diffusione nel tardo periodo Vittoriano e poi ispirarono l’attuale applicazione di figure tridimensionali a decorare la superficie dei quilt.

Se cercate on-line troverete stiliste e arredatrici che continuano ancora oggi a preparare arazzi o coperte con gli yo-yo, stile che ha un suo futuro, è infatti ancora molto amato.