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RITA MARCANGELO

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Tra gli spazi che propongono eventi e mostre nell’ambito della Roma Jewelry Week, manifestazione che promuove e valorizza il gioiello contemporaneo, d’artista e d’autore, c’è Alternatives Gallery co-diretta da Rita Marcangelo, designer e orafa ma anche curatrice di varie mostre del settore, co-fondatrice dell’associazione AGC Associazione Gioiello Contemporaneo (di cui è stata presidente dal 2004 al 2010) e che dal 2012 cura le opere della Collezione Permanente Fondazione Cominelli.
I suoi gioielli sono stati esposti in Italia, Francia, Germania, Norvegia, Spagna, Danimarca, Slovenia, Austria, UK, USA, Giappone e Cina e sono in collezioni internazionali private e pubbliche quali la Alice & Louis Koch Collections of Rings (CH), la collezione Bollmann (A), la Olnick-Spanu Collection (USA) e la Collezione Permanente Fondazione Cominelli (I).

Nata a Londra, classe 1965, trasferitasi a Roma dopo la laurea, Rita Marcangelo è una sperimentatrice di forme, tecniche e materiali e, tra questi, non manca il tessuto che utilizza in maniera originale per creare gioielli-scultura da indossare

Anello “Nuvola ”Argento brunito, seta bruciata, acrilici

Come è nata l’idea di sperimentare il tessile per realizzare gioielli contemporanei?

Mi piace molto sperimentare e spaziare con materiali considerati inconsueti per il gioiello. La scoperta del tessuto risale ad un periodo intorno al 2003, quando ero alla ricerca di un elemento da inserire nelle mie creazioni, un ingrediente che potesse conferire una matericità ai miei lavori. In realtà mi sono imbattuta quasi per caso nel tessuto, in quanto stavo testando una serie di materiali alla ricerca di quello che mi potesse dare il maggior grado di texture, di drammaticità.  Il tessuto dà ampie possibilità di metamorfosi e questo è stato sicuramente un aspetto interessante della mia ricerca. Avere la possibilità attraverso la combustione di trasformare questo materiale si è rivelato ideale per il mio scopo.

Anello “Movimento”,  Argento brunito, seta bruciata, acrilici

Qual è stata la prima creazione?

Uno dei primi gioielli con il tessuto è stato un anello dal titolo “Nuvola”, in argento brunito e tessuto bruciato al quale sono andata ad applicare dei colori acrilici. È stata una prima sperimentazione con questo materiale, nella quale sono partita da un pezzo di seta bianca, come se fosse una tela per un pittore, andando a dipingerla con bruciature e colori che si sovrapponevano, mantenendo una delicata trasparenza, che conferiva leggerezza a suggerire una nuvola.
Devo dire che un primo impulso ed una grande fonte di ispirazione è stata l’arte di Alberto Burri con le sue opere. Mi trovo molto in sintonia con il suo lavoro, anche se cerco di alleggerire la sua drammaticità, grazie alla seta che mi consente di mantenere una delicata trasparenza.

Anello,  Argento brunito, seta bruciata, acrilici

C’è un gioiello tra questi che più ti rappresenta?

Direi che tutti i miei lavori con l’uso del tessuto mi rappresentano molto, in quanto con questo materiale sono riuscita a trovare la chiave per esprimere appieno ciò che volevo. È un materiale che mi dà ampie possibilità di sperimentazione e quindi non mi stanca mai, anche se dopo il tessuto nel frattempo sono passata ad altri materiali come la plastica e la cartapesta.
Attualmente sto sperimentando un melange di vari componenti dove incorporare anche il tessuto, così da “inventare” nuovi materiali in grado di far evolvere il mio linguaggio.

Anello “Party”, argento brunito, seta bruciata, acrilici,
Collezione Permanente Fondazione Cominelli

Come scegli i materiali?

Mi interessano principalmente quei materiali che possono subire una trasformazione tale da renderli quasi irriconoscibili ed alcuni tessuti più di altri si prestano a questo scopo. Sono quelli che con il calore possono incresparsi, irrigidirsi, agglomerarsi o corrugarsi che più di altri mi affascinano.

Anello “Magma”, argento brunito, seta bruciata, acrilici

Quali sono le difficoltà tecniche che hai affrontato nell’impiego del tessile e quali vantaggi rispetto ad altri materiali?

Talvolta il tessuto, per come lo utilizzo, può risultare imprevedibile e questo fa sì che un’idea iniziale può prendere una strada diversa da quella che avevo previsto inizialmente, riservandomi delle sorprese. Questo può creare un problema laddove si abbia la necessità di replicare un’opera, ma può invece rappresentare un chiaro punto di forza in quanto ogni opera è un mondo a sé, unica ed irripetibile.

Questo difficile controllo del materiale, rende il mio lavoro sempre inaspettato, imprevisto, pieno di sorprese che apre continuamente strade nuove da sperimentare

Barbara Pavan

English version Sono nata a Monza nel 1969 ma cresciuta in provincia di Biella, terra di filati e tessuti. Mi sono occupata lungamente di arte contemporanea, dopo aver trasformato una passione in una professione. Ho curato mostre, progetti espositivi, manifestazioni culturali, cataloghi e blog tematici, collaborando con associazioni, gallerie, istituzioni pubbliche e private. Da qualche anno la mia attenzione è rivolta prevalentemente verso l’arte tessile e la fiber art, linguaggi contemporanei che assecondano un antico e mai sopito interesse per i tappeti ed i tessuti antichi. Su ARTEMORBIDA voglio raccontare la fiber art italiana, con interviste alle artiste ed agli artisti e recensioni degli eventi e delle mostre legate all’arte tessile sul territorio nazionale.