Riflettori su

Rowland Ricketts

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Rowland Ricketts utilizza coloranti naturali e tecniche tradizionali per creare tessuti contemporanei che spaziano dall’arte al design.  Formatosi nella produzione e tintura indaco in Giappone, Rowland ha ricevuto il suo MFA dalla Cranbrook Academy of Art nel 2005 ed è attualmente Professore Associato alla School of Art, Architecture & Design dell’Università dell’Indiana.  Il suo lavoro è stato esposto al Textile Museum di Washington, DC, al Museum of Fine Arts di Boston e al Seattle Asian Art Museum ed è stato insignito della United States Artists Fellowship 2012.

“L’odore di un tino di indaco, proprio quando inizia a fermentare e prende vita, è quello della maturità; un momento di ricco potenziale quando, come creatore, mi trovo momentaneamente tra la storia dei materiali e dei processi che mi hanno aiutato ad ottenere l’indaco  e la promessa di tutte le opere che il tino deve ancora realizzare”.

Mobile Section”, Seattle Asian Art Museum, Indigo – Rowland Ricketts
Sound – Norbert Herber, 2016, copyright Rowland Ricketts

Mobile Section”, Seattle Asian Art Museum, Indigo – Rowland Ricketts
Sound – Norbert Herber, 2016, copyright Rowland Ricketts

“Coltivo e lavoro il mio indaco (Polygonum tinctorium) usando metodi giapponesi vecchi di secoli. Le foglie vengono raccolte, essiccate e compostate a mano per ottenere il tradizionale colorante indaco giapponese chiamato sukumo. Il sukumo è a sua volta fermentato in soda caustica per creare un tino indaco naturale”.

Preparing to transplant, When the seedling are about 6in tall they are pulled from the seedling bed for transplanting. Copyright Rowland Ricketts

Applying resist, Rice paste resist is applied to either one or both sides of the cloth through a stencil, copyright Rowland Ricketts

Immersion, The cloth is immersed in the dye vat, copyright Rowland Ricketts

Drying, The rinsed cloth is hung to dry before being sewn, copyright Rowland Ricketts

“La mia decisione di lavorare in questo modo è quella di privilegiare consapevolmente processi e materiali più lenti e naturali rispetto a opzioni più immediate e sintetiche. Oggi, con l’indaco derivato dal petrolio facilmente ed economicamente disponibile, la mia scelta di piantare, trapiantare, estirpare, raccogliere, raccogliere, essiccare e concimare l’indaco a mano non è una necessità. Si tratta invece di un atto consapevole di riconoscimento del fatto che tutta l’energia che si estende nella coltivazione delle piante di indaco è una parte del colorante finale tanto quanto le molecole di indaco stesse”.

Fonti: http://www.rickettsindigo.com/

Le foto sono state prese dal sito web dell’artista e sono coperte da copyright

Red Aligned and Centered, Yellow Moving Through”, Indigo, madder, and goldenrod dyed mop cotton, silk, plain weave, 144in x 90in, 2011, copyright Rowland Ricketts

Red Aligned and Centered, Yellow Moving Through – detail”, Indigo, madder, and goldenrod dyed mop cotton, silk, plain weave, 144in x 90in, 2011, copyright Rowland Ricketts

“Unbound – Series 1 No. 2”, Indigo and madder-dyed linen, undyed wool. (2016-2018)
26” x 34”, copyright Rowland Ricketts

“Unbound – Series 1 No. 5”, Indigo and madder-dyed linen, undyed wool. (2016-2018)
26” x 34”, copyright Rowland Ricketts

“I am Ai, We are Ai – Warehouse Installation”, Evening view of Returning indigo at Omiya Shrine, copyright Rowland Ricketts

“Supply and Demand Installation-Detail”, Indigo dyed paper yarn, weaving, copyright Rowland Ricketts

“Some of its Parts”, Zuckerman Museum of Art Kennesaw State University Kennesaw, copyright Rowland Ricketts

“Unbound – Series 3 No. 1”, Indigo and madder-dyed wool, undyed wool. (2017-2018)
61” x 68”, copyright Rowland Ricketts

Maria Rosaria Roseo

English version Dopo una laurea in giurisprudenza e un’esperienza come coautrice di testi giuridici, ho scelto di dedicarmi all’attività di famiglia, che mi ha permesso di conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari di mamma. Nel 2013, per caso, ho conosciuto il quilting frequentando un corso. La passione per l’arte, soprattutto l’arte contemporanea, mi ha avvicinato sempre di più al settore dell’arte tessile che negli anni è diventata una vera e propria passione. Oggi dedico con entusiasmo parte del mio tempo al progetto di Emanuela D’Amico: ArteMorbida, grazie al quale, posso unire il piacere della scrittura al desiderio di contribuire, insieme a preziose collaborazioni, alla diffusione della conoscenza delle arti tessili e di raccontarne passato e presente attraverso gli occhi di alcuni dei più noti artisti tessili del panorama italiano e internazionale.