Eventi

Siri Hermansen – I WILL

English (Inglese)

SOFT GALLERI di Oslo
16 settembre – 17 ottobre 2021

L’interessante progetto di “I WILL” è una continuazione della ricerca artistica della Hermansen sull’adattamento e le strategie di sopravvivenza in società sottoposte a processi di cambiamento.

La serie in mostra si basa sul libro “On Tyranny: Twenty Lessons to Learn from the 20th Century”, 2017 di Timothy Snyder.

Nei venti capitoli del libro, Snyder parla di come bisognerebbe comportarsi per sopravvivere nel migliore dei modi sotto dittatura.  Come strategia artistica, Hermansen si appropria delle tesi di Snyder scrivendo “lo farò” o “non lo farò” davanti a ogni frase.

In tal modo, sottolinea e incorpora queste parole in modo che diventino una forma di dissidenza privata e soggettiva, linee guida personali su come dovrebbe agire e reagire se dovesse accadere il peggio.

Le frasi agiscono visualizzando e problematizzando la tirannia. In questo modo, l’artista sigla con se stessa un patto ideologico e utopico, difficile da realizzare fino in fondo.

Il progetto può essere visto anche come un manifesto artistico, attraverso il quale Hermansen dichiara pubblicamente le sue intenzioni. “I WILL” è una protesta e una chiara definizione della sua posizione. È una reazione ai processi antidemocratici in atto nel mondo occidentale. Eventi che condividono somiglianze con i processi degli anni ’30, quando il fascismo e il nazismo hanno guadagnato terreno e sono diventati la scelta democratica della maggioranza degli elettori in alcuni paesi. Usando la bandiera come simbolo, Hermansen punta all’estetica della propaganda dei regimi totalitari. La forma e il contenuto del progetto possono innescare sia discussioni pubbliche che riflessioni private sul tema della democrazia come pilastro principale in una società civile.

Ph. Credit Øystein Thorvaldsen

Non obbedirò in anticipo

Diffiderò dallo stato a partito unico

Ricorderò l’etica professionale

Diffiderò dei paramilitari

Sarò gentile con la nostra lingua

Indagherò

Contribuirò a buone cause

Ascolterò parole pericolose

Sarò più coraggioso che posso

Difenderò le istituzioni

Mi assumerò la responsabilità per il mondo

Sarò riflessivo se dovrò armarmi

Mi distinguerò

Crederò nella verità

Stabilirò un contatto visivo e chiacchiererò

Imparerò dai colleghi di altri paesi

Sarò calmo quando arriverà l’impensabile

Avrò una vita privata*

Praticherò le politiche del corpo*

*Non in esposizione.

Anno: 2021. Dimensioni: 117 cm (160 cm con pennone) x 80 cm. Tecnica/materiali: Stampa su tessuto sintetico, asta portabandiera in alluminio.

Ph. Credit Øystein Thorvaldsen

Siri Hermansen (nata nel 1969 a Ginevra, Svizzera) è una regista, fotografa e artista visiva che vive e lavora a Oslo. Nella sua pratica, esplora quei processi imprevedibili tipici delle società che subiscono profondi cambiamenti economici, ambientali e culturali. In questo modo, offre delle micro-prospettive inusuali sulle modalità contemporanee di affrontare e adattarsi al cambiamento.

Ph. Credit Øystein Thorvaldsen

Hermansen è a capo del Master “Arte e spazio pubblico” presso l’Accademia nazionale delle arti di Oslo, la scuola da cui ha conseguito il dottorato nel 2016. Alcuni tra i suoi progetti più importanti sono: Bipolar Horizon, 2006 (The Pyramid, Svalbard), Chernobyl Mon Amour, 2012 (Chernobyl, Ucraina), Land of Freedom, 2012 (Detroit, USA), Terra Nullius, 2013 (Kiruna, Svezia), Omforlatelse / Apology, 2014 (Repparfjorden, Norvegia), Dreaming in the Stonebed Valley, 2016 (Israele e Palestina) e Islands of Memories, 2018 (Germania, seconda guerra mondiale). Nel 2016, presso l’Accademia Nazionale delle Arti di Oslo, Hermansen ha discusso la sua ricerca di dottorato intitolata ‘The Economy of Survival’, che si occupava dei progetti artistici a Chernobyl, Detroit e Kiruna, tra altri luoghi. Tutte le opere hanno ricevuto critiche positive e sono state esposte in ampi contesti espositivi, sia in Norvegia che all’estero.

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Ph. Credit Øystein Thorvaldsen

Elena Redaelli

English version Dal 2010 mi occupo di arte contemporanea realizzando progetti fra scultura tessile, arte ambientale e social practices. Negli ultimi anni il mio lavoro mi ha portato a vivere viaggiando con progetti e residenze artistiche nel mondo. Esploro processi di generazione e trasformazione della materia, applicando diversi livelli di controllo e indagando i limiti tra autorialità e partecipazione.Talvolta il materiale prende il sopravvento, altre volte sono i partecipanti di un progetto o l’ambiente stesso a farlo, risultando in un dinamico e continuo scambio. Il fare manuale è per me un processo d’interrogazione dell’ambiente e uno strumento per entrare in contatto con nuove persone e culture. Nei miei progetti applico una commistione di tecniche differenti prese dalla scultura, dall’artigianato, dal disegno e dall’ estetica relazionale. Ricerco e utilizzo tecniche antiche: tessitura a telaio, arazzo, crochet, feltro, ricamo, annodature e carta fatta a mano. Nelle mie installazioni, che si sviluppano su larga scala, unisco metodi di lavorazione lenta a nuove tecnologie. Tutto ciò che riguarda il tessile è sempre stato estremamente affascinante per me. Mi piace imparare e condividere idee e conoscenze sul vasto mondo delle fibre ed e’ quello che ho fatto durante i miei viaggi di ricerca tra Europa, Asia, USA e Africa.