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TERESA PUIG – PERMUTABLE ESSENCE

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*foto in evidenza: Ph. Credit: Yumiko Ashley

Teresa Puig è un’artista spagnola che vive e lavora in Norvegia.

Il suo lavoro deriva da un’attenta osservazione dello spazio, le sue opere ispirate dell’aspetto effimero e transitorio del mondo naturale.

In quelli che l’artista definisce “scenari”, o installazioni spaziali, troviamo una commistione di immagini proiettate, luci e oggetti in carta, filo, tessuti o elementi naturali. La sua pratica spazia dal disegno alla fotografia fino agli ultimi sviluppi che coinvolgono tecniche tradizionali come la tessitura a telaio, l’annodatura a mano e i processi di tintura naturale.

Teresa ha viaggiato molto e l’incontro con culture differenti ha sempre influenzato il suo lavoro di artista.

“La ricerca incentrata sul tessile, che sto sviluppando negli ultimi anni, nasce da una combinazione delle mie esperienze di vita. Ho vissuto in diversi paesi dove sono entrata in contatto con artigiani, specialmente donne, con diverse esperienze di vita e lavoro. Mi piace conoscere da vicino la loro quotidianità e la loro cultura. Per esempio, in Azerbaijan, sono stata fortunata e ho potuto conoscere donne che producono tappeti magnifici. In Norvegia, ho imparato a tessere sui vecchi telai artigianali grazie ad Husflidslag: l’associazione nazionale dei lavori artigianali.

L’aspetto più interessante del vivere in un nuovo paese è poter entrare in contato con la gente del luogo. Anche se a volte sembra non ci sia una forte connessione con il proprio lavoro, trovo ci sia sempre una linea di collegamento col cammino personale di ognuno di noi. Per questo utilizzo anche le linee nelle mie opere mappando e tracciando le aree dove ho vissuto ed estraendo i colori dallo specifico territorio.”

“Permutable essence” (essenza mutabile) è un progetto sperimentale che utilizza materiali organici, forniti dalla terra, per creare un’opera “Bioregionale”.

Ph. Credit: Yumiko Ashley

“Con il termine Bioregionale, intendo che il mio lavoro si sviluppa da fonti provenienti da un luogo circoscritto. Attualmente sto utilizzando materiali naturali: piante commestibili, fiori di campo e alghe; raccolti in Rogaland, dove vivo. L’obbiettivo è quello di rivalutare la tradizione della tintura naturale, promuovendo processi sostenibili per l’ambiente.”

L’opera nasce dal profondo legame che l’artista ha con la produzione tessile. Fin dall’infanzia è stata circondata dai telai e dagli enormi pezzi di tessuto presenti nel laboratorio dei genitori. Il periodo passato nel reparto di tintura di un’industria tessile, invece, l’ha portata a interessarsi alle tinture e ai colori. La sperimentazione con le tinture naturali arriva in risposta ad un’allergia sviluppatasi dopo diversi anni di lavoro a contatto con coloranti sintetici.

Invece di procedimenti controllati, una modalità di approccio alla creazione basata sulla costante valutazione di tentativi, errori e successi è diventata cruciale per le opere tessili di Teresa Puig: “I toni della natura sono inaspettati”, ci spiega.

L’evoluzione di “Permutable Essence” è documentata da un diario dove Teresa annota gli esperimenti di estrazione, le combinazioni di colore, e le tinture. “La ricerca per il mio diario consiste nella raccolta, classificazione e nomenclatura delle piante. Di queste, una selezione è usata per la tintura e il resto viene conservato, seccato o pressato.”

I pigmenti utilizzati provengono da una varietà di piante edibili (avocado, cipolla, melograno e foglie di tea), piante selvatiche (fiori e corteccia) e alghe.

Ph. Credit Teresa Puig

“Ho degli esempi di tessuti tinti con le alghe che hanno toni molto delicati. Ho raccolto, fotografato e realizzato dei video sulle alghe; mi danno moltissima energia, solo guardandole.”

“Raccogliere i materiali naturali, è come eseguire una cartografia del territorio, dei suoi colori, toni e sfumature. Il risultato delle tinture mostra chiaramente l’essenza degli elementi organici del paesaggio, della regione. In qualche modo, questo lavoro rispecchia il ciclo della vita, che è in continuo mutamento, cambiando e dissolvendosi.”

I supporti utilizzati dalla Puig sono solitamente realizzati con fibre di cellulosa, spesso in cotone. Tutto il processo, dal mordente alla tintura, è realizzato con risorse naturali. La tecnica è un processo alchemico: una sinergia fra arte ambientale, artigianato tradizionale e contemporaneo.

“Non posso pianificare il risultato di queste opere, non posso nemmeno controllarne il colore perché i toni delle tinture naturali sono inaspettati. Mi piace usare l’intuizione. Quando ho visto il risultato del primo lavoro, ho apprezzato il suo aspetto tenue e delicato. In qualche modo, mi sembrava evocare la situazione di fragilità che tutto il mondo sta vivendo.  Al momento sto introducendo diversi effetti di superficie, mi piacerebbe che i nuovi pezzi fossero più carichi e selvaggi. Forse ho il bisogno di avere più presenza.

Al momento, sto lavorando con piante che ho raccolto da poco. Alcune le ho seccate o pressate e altre bollite in pentola per ottenere il colore. Sto anche sperimentando con la tintura solare lasciando le piante e le erbe in un vaso di vetro sotto il sole come unica fonte di riscaldamento.

Ph. Credit Teresa Puig

Alcuni nuovi tessuti sono ora nella fase di tintura, eventualmente aggiungerò ulteriori textures applicando il filo con diverse tecniche di tessitura, cucitura e ricamo.”

Teresa sta lavorando alla sua prossima mostra personale per il 2023 al Textile Museum and Documentation Centre (CDMT) in Terrassa a Barcellona, Spagna.

Elena Redaelli

English version Dal 2010 mi occupo di arte contemporanea realizzando progetti fra scultura tessile, arte ambientale e social practices. Negli ultimi anni il mio lavoro mi ha portato a vivere viaggiando con progetti e residenze artistiche nel mondo. Esploro processi di generazione e trasformazione della materia, applicando diversi livelli di controllo e indagando i limiti tra autorialità e partecipazione.Talvolta il materiale prende il sopravvento, altre volte sono i partecipanti di un progetto o l’ambiente stesso a farlo, risultando in un dinamico e continuo scambio. Il fare manuale è per me un processo d’interrogazione dell’ambiente e uno strumento per entrare in contatto con nuove persone e culture. Nei miei progetti applico una commistione di tecniche differenti prese dalla scultura, dall’artigianato, dal disegno e dall’ estetica relazionale. Ricerco e utilizzo tecniche antiche: tessitura a telaio, arazzo, crochet, feltro, ricamo, annodature e carta fatta a mano. Nelle mie installazioni, che si sviluppano su larga scala, unisco metodi di lavorazione lenta a nuove tecnologie. Tutto ciò che riguarda il tessile è sempre stato estremamente affascinante per me. Mi piace imparare e condividere idee e conoscenze sul vasto mondo delle fibre ed e’ quello che ho fatto durante i miei viaggi di ricerca tra Europa, Asia, USA e Africa.